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Difendiamo le Terre civiche: firmiamo la petizione contro il nuovo Editto delle Chiudende in Sardegna!


foresta mediterranea

foresta mediterranea

Ormai sta procedendo da tempo la pesante offensiva istituzionale dei vertici della Regione autonoma della Sardegna contro le terre a uso civico: sdemanializzazioni, occupazioni abusive ignorate, mancata dichiarazione pubblica di demani civici accertati sono le principali direttrici di attacco ai danni dei patrimoni collettivi di centinaia di centri piccoli e grandi dell’Isola.

Un nuovo Editto delle Chiudende, come il provvedimento che nella prima metà dell’800 dette inizio alla privatizzazione dei grandi demani collettivi sardi.

stendardo GrIGL’attuale situazione è descritta puntualmente nell’articolo Diritti di uso civico e demani civici in Sardegna, ecco coma la Giunta Pigliaru vuole realizzare il nuovo Editto delle Chiudende (2 gennaio 2017).

Chi ci guadagna?  Riscontri elettorali, imprese industriali, piccoli e grandi abusi (forse anche di qualche amministratore pubblico), grandi imprese immobiliari (soprattutto lungo la costa orientale).

Chi ci perde?  Le tante collettività locali sparse in tutta la Sardegna (in tre quarti dei Comuni sono presenti terre a uso civico), a cui vengono sottratti coste, pascoli, boschi senza nulla in cambio.   Tutti noi per quanto concerne il valore ambientale dei demani civici.

Portoscuso, Capo Altano - Guroneddu

Portoscuso, Capo Altano – Guroneddu

Nessuna trasparenza regola queste operazioni, per esempio l’ultima legge regionale n. 26/2016 che ha introdotto nuove forme di sdemanializzazione delle terre civiche è stata approvata in quattro e quattr’otto di notte, senza alcuna pubblicità né vergogna.

Su sollecitazione di tanti cittadini – oltre alla campagna permanente legale e di sensibilizzazione – il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus propone una petizione popolare al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru con richieste semplici e dirette: l’abrogazione della legge regionale n. 26/2016 di sdemanializzazione delle terre civiche (da proporre al Consiglio regionale), la promulgazione dei 123 provvedimenti di accertamento di altrettanti demani civici che dormono nei cassetti regionali da più di 4 anni, l’avvio delle operazioni di recupero delle migliaia di ettari occupati abusivamente.

Bisogna far sentire la propria voce, bisogna far sentire la volontà dei cittadini: firma e fai firmare la petizione in difesa delle terre collettive!

Si può firmare qui: Petizione contro il nuovo Editto delle Chiudende!

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Bosa, Capo Marrargiu

Bosa, Capo Marrargiu

Petizione popolare contro il nuovo Editto delle Chiudende in Sardegna.

Al Presidente della Regione autonoma della Sardegna On. Francesco Pigliaru,

Le terre a uso civico riguardano almeno un sesto della Sardegna e sono patrimonio delle singole collettività locali. Buona parte dei Comuni sardi ne sono interessati.

Si tratta di boschi, pascoli, coste, terreni agricoli che devono essere tutelati e fruiti nel rispetto delle caratteristiche ambientali e territoriali, come ricordato più volte anche dalla giurisprudenza della Corte costituzionale.

Nel 1820 l’allora Governo sabaudo ne consentì una parziale privatizzazione con l’Editto delle Chiudende. Oggi quello scenario si è ripresentato.

Purtroppo la Regione autonoma della Sardegna non ha mai gestito la materia “usi civici” con la dovuta cura e attenzione, mentre i Comuni spesso hanno venduto illegittimamente terreni appartenenti ai demani civici ovvero tollerano occupazioni abusive.

In questi ultimi anni più volte il Consiglio regionale sardo ha approvato leggi regionali per consentire la sdemanializzazione di terreni a uso civico, oggettivamente spesso favorendo speculazioni immobiliari.  Diverse norme regionali sono state oggetto o sono tuttora all’esame della Corte costituzionale, in vari casi ne è stata decretata l’incostituzionalità.

Difendere i demani civici è una scelta di civiltà, per tutelare gli interessi delle collettività locali e l’ambiente.

Pertanto, i sottoscritti cittadini

chiedono

– che la Giunta regionale da Lei presieduta proponga al Consiglio regionale sardo l’abrogazione della recente legge regionale n. 26/2016 che consente l’ennesima operazione di sdemanializzazione di terreni a uso civico;

– che vengano senza indugio promulgati i ben 123 provvedimenti di accertamento di terre a uso civico già predisposti ma tuttora giacenti da anni presso l’Assessorato regionale dell’Agricoltura e Riforma Agro-Pastorale;

– che vengano avviati gli interventi sostitutivi nei confronti dei Comuni inadempienti per il recupero dei terreni a uso civico abusivamente occupati, ai sensi dell’art. 22 della legge regionale n. 12/1994 e successive modifiche e integrazioni.

quattro spighe nel campo di grano

quattro spighe nel campo di grano

(foto Cristiana Verazza, S.D., archivio GrIG)

  1. Piero Ferrari
    gennaio 10, 2017 alle 6:48 PM

    Nella petizione inviata, dopo aver aderito, c’è scritto “conferma la donazione”? di cosa si tratta? un errore spero.. e comunque basta per annullare la conferma, controllate o si fa per nulla. Stano che ci siano solo due adesioni.. io ero la terza.. grazie ciao

    Piero Ferrari

    • gennaio 10, 2017 alle 8:40 PM

      tranquillo Piero e tranquilli tutti,
      la petizione si può sottoscrivere al link https://buonacausa.org/…/petizione-popolare-contro-il…. Basta cliccare sul tasto verde dov’è scritto “Sottoscrivi”.
      Poi giunge un messaggio all’indirizzo indicato nella sottoscrizione per la conferma.
      Basta confermare l’avvenuta sottoscrizione.
      Non c’è alcun obbligo di donazione di neanche un centesimo.
      Buonacausa.org è una piattaforma che ospita sia petizioni che iniziative di raccolta fondi per tutela dell’ambiente e diritti civili.
      L’abbiamo scelta perchè non riempie di e-mail pubblicitarie i sottoscrittori delle petizioni.
      Chi vuole può firmare serenamente.
      Dopo un’ora e mezza una sessantina di persone l’hanno già fatto. Diamoci da fare!

      Stefano Deliperi

      • pussirambo
        gennaio 11, 2017 alle 10:26 PM

        confermo, è solo una richiesta di contributo volontario.
        in questo periodo mandano richieste anche nelle e-mail, se ci si registra per avere informazioni, su eventuali petizioni o sul risultato

  2. gennaio 10, 2017 alle 9:09 PM

    da Sardinia Post, 12 gennaio 2017
    Grig lancia petizione a difesa degli usi civici: http://www.sardiniapost.it/ambiente/grig-lancia-petizione-difesa-degli-usi-civici/

    _________________

    su Il Manifesto Sardo, 11 gennaio 2017
    Petizione popolare contro il nuovo Editto delle Chiudende in Sardegna: http://www.manifestosardo.org/petizione-popolare-contro-il-nuovo-editto-delle-chiudende-in-sardegna/

    _______________________

    da Casteddu online, 10 gennaio 2017
    “Salviamo le terre civiche”, una petizione online degli ambientalisti.
    Il gruppo di Intervento Giuridico lancia una petizione al Presidente della Regione per impedire la sdemanializzazione dei terreni a uso civico: http://www.castedduonline.it/sardegna/campidano/43577/salviamo-le-terre-civiche-una-petizione-online-degli-ambientalisti.html

    ________________

    da Vistanet Cagliari, 11 gennaio 2017
    “No al nuovo Editto delle chiudende”. Il Grig avvia una petizione contro la legge regionale sugli usi civici: http://www.vistanet.it/blog/2017/01/11/no-al-nuovo-editto-delle-chiudende-il-grig-avvia-una-petizione-contro-la-legge-regionale-sugli-usi-civici/

    _____________

    da Vicinìa, genn. 2017
    È partita una petizione contro il nuovo “Editto delle Chiudende” in Sardegna.
    SARDEGNA: «DIFENDIAMO LE TERRE CIVICHE». http://www.friul.net/articui_vicinia.php?id=1049L’appello a tutti gli «Amici degli Usi civici» parte dal “Gruppo d’Intervento Giuridico”: http://www.friul.net/articui_vicinia.php?id=1049

    ___________________

    da Tramas de Amistade, 15 gennaio 2017
    Petizione online a difesa degli usi civici in Sardegna: http://tramasdeamistade.org/htdocs/cms/index.php?option=com_content&view=article&id=641:petizione-online-a-difesa-degli-usi-civici-in-sardegna&catid=45:cultura-e-societa&Itemid=30&jjj=1485858073203

  3. GianMarco Pala
    gennaio 11, 2017 alle 7:40 am

    La politica zerbino

  4. gennaio 16, 2017 alle 3:03 PM

    14 gennaio 2017 – superate le 500 adesioni 🙂

    16 gennaio 2017 – superate le 600 adesioni 🙂

  5. luigi meloni
    gennaio 16, 2017 alle 5:26 PM

    la terra ai disoccupati con aiuti regionali senza la presenza di politici o coop.

  6. gennaio 20, 2017 alle 11:30 PM

    20 gennaio 2017 – superate le 700 adesioni 🙂

  7. M.P.
    gennaio 25, 2017 alle 5:10 PM

    Presidente Pigliaru,
    credo che quel “Tancas serradas a muru …” provochi anche in lei un sentimento, un moto dell’anima, una ribellione all’ingiustizia, ed infine le gonfi il cuore d’orgoglio per appartenere ad un Popolo, quello Sardo, che con quelle esatte parole ha rivendicato il possesso della Terra a cui appartiene.

    Popolo, Terra, Identità.

    Ripensi a queste parole e quante volte ed in quali occasioni sono state veicolo del suo impegno col suo elettorato e con i Sardi tutti.

    Le Terre Civiche sono bene identitario del Popolo Sardo nella persona di ciascun Sardo.

    Alienarle, anche adducendo nobili motivazioni, equivale a sottrarre senza consenso un diritto già stabilito ed affermato per tutti e per ciascuno INALIENABILE.

    Significa umiliare il Popolo Sardo e ciascuno di noi, lei e me compresi che Sardi siamo, nell’essenza stessa della nostra Identità.

    Presidente Pigliaru,
    torni sui suoi passi, rispetti la nostra Gente e mantenga la promessa di essere il primo custode della nostra identità nazionale di Sardi.
    In bon’hora.

  8. gennaio 25, 2017 alle 10:42 PM

    su Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori, 25 gennaio 2017
    Petizione per la difesa delle terre civiche: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2017/01/petizione-per-la-difesa-delle-terre-civiche/

    _____________

    su Sardegna Blogger, 16 febbraio 2017
    Deliperi chi? (Tore Dessena): http://www.sardegnablogger.it/deliperi-tore-dessena/

  9. gennaio 28, 2017 alle 12:54 PM

    26 gennaio 2017 – superate le 800 adesioni 🙂

    28 gennaio 2017 – superate le 900 adesioni 🙂

  10. Alessandro Corona
    gennaio 28, 2017 alle 1:32 PM

    Sottoscrivo

  11. febbraio 1, 2017 alle 11:46 PM

    1 febbraio 2017 – superare le 1.000 adesioni 😛

  12. Amico
    febbraio 18, 2017 alle 4:23 PM
  13. marzo 15, 2017 alle 2:46 PM

    la sen. Serra (insieme a Colleghi) ha presentato un’interrogazione parlamentare in proposito. Bene 🙂

    Legislatura 17 Atto di Sindacato Ispettivo n° 3-03405 (http://www.senato.it/japp/bgt/showdoc/showText?tipodoc=Sindisp&leg=17&id=1000616)

    Atto n. 3-03405 (in Commissione)

    Pubblicato il 18 gennaio 2017, nella seduta n. 742

    SERRA , MONTEVECCHI , SANTANGELO , CAPPELLETTI , GIARRUSSO , PAGLINI – Ai Ministri per gli affari regionali, dei beni e delle attività culturali e del turismo e della giustizia. –
    Premesso che, a quanto risulta agli interroganti:

    nella legge finanziaria regionale sarda n. 297/S/A dell’11 gennaio 2016 venivano introdotte disposizioni per la modifica della legislazione regionale vigente in materia di usi civici. Le disposizioni di riforma della materia in questione trovavano seguito anche nella legge regionale n. 26 del 2016 recante “Disposizioni urgenti in materia di usi civici. Modifiche all’articolo 18-bis della legge regionale n. 12 del 1994”. In particolare, la legge introduce il comma 7-bis all’articolo 18-bis della legge regionale n. 12 del 1994, quest’ultimo introdotto con la legge regionale n. 18 del 1996;

    con il recente intervento legislativo, il legislatore regionale, in virtù di un disegno di legge di iniziativa della Giunta, adottato con la delibera n. 57/153 del 25 ottobre 2016, ha inteso adottare una legge che spieghi i suoi effetti su tutti i circa 400.000 ettari di demanio civico esistenti nell’intera regione Sardegna;

    con la legge, la Giunta ha inteso proporre una sdemanializzazione di tutti i terreni appartenenti al demanio civico sardo, peraltro, tra i più estesi tra tutte le regioni italiane. Con la novella e, dunque, con la declassificazione dei terreni ad uso civico, adottata con decreto assessoriale, di cui al comma 7 dell’articolo 18-bis della legge regionale n. 12 del 1994, la perdita della tutela paesaggistica (aree tutelate per legge), di cui all’articolo 142, comma 1, lett. h), del decreto legislativo n. 42 del 2004 (codice dei beni culturali e del paesaggio), risulta sospesa fino alle verifiche di competenza da parte del Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo, svolte nell’ambito degli accordi congiunti con la Regione, al fine di operare la copianificazione paesaggistica;

    considerato che, a parere degli interroganti, non si comprende, sotto il profilo giuridico, come possano le aree ad uso civico sdemanializzate, con decreto assessoriale, continuare ad essere tutelate con vincolo paesaggistico, pur avendo perso la qualificazione sancita dal decreto legislativo n. 42 del 2004, che costituisce il presupposto della tutela;

    considerato inoltre che:

    con ricorso in via principale alla Corte costituzionale, ex art. 127 della Carta fondamentale, il Governo Renzi, previa delibera del Consiglio dei ministri del 10 giugno 2016, impugnava i commi 24, 25, 26, 27 dell’articolo 4 della legge regionale sarda n. 5 del 2016 (in quanto valutate violative degli articoli 9 e 117, comma secondo, lett. s), che riconoscono potestà legislativa esclusiva allo Stato in materia di tutela dell’ambiente, dell’ecosistema e dei beni culturali) che, tra gli altri effetti, prevede la proroga dei termini (da uno a due anni) di cui all’articolo 2 della legge regionale n. 18 del 1996, dall’entrata in vigore della legge, per la presentazione della richiesta di declassificazione dei terreni ad uso civico da parte dei Comuni interessati;

    con sentenza n. 210 del 9 luglio del 2014, la Corte costituzionale si pronunciava dichiarando l’illegittimità costituzionale dell’articolo 1 della legge regionale sarda 2 agosto 2013, recante “Norme urgenti in materia di usi civici, di pianificazione urbanistica, dei beni paesaggistici e di impianti eolici”, “nella parte in cui non prevede la tempestiva comunicazione del piano straordinario di accertamento e degli altri atti modificativi dei vincoli di destinazione ai competenti organi statali, affinché lo Stato possa far valere la propria competenza a tutelare il paesaggio con la conservazione dei vincoli esistenti o l’apposizione di diversi vincoli, e affinché in ogni caso, effetti giuridici modificativi del regime dei relativi beni non si producano prima, e al di fuori, del piano paesaggistico regionale”. La norma, a parere del giudice delle leggi, viola la competenza legislativa esclusiva statale in materia di conservazione ambientale e paesaggistica;

    considerato altresì che:

    i terreni ad uso civico, sebbene abbiano assunto nel corso dei secoli la funzione precipua di assicurare il soddisfacimento dei bisogni primari della collettività (legnatico, ghiandatico, pascolo, solo per citarne alcuni) hanno acquisito espressamente più di recente, in virtù della legge n. 431 del 1985 e del decreto legislativo n. 42 del 2004, anche la funzione di tutela, salvaguardia e conservazione dell’ambiente; materia, come già detto, di competenza legislativa esclusiva dello Stato;

    il Consiglio dei ministri del 23 dicembre 2016 si determinava a non impugnare la legge regionale n. 26 del 2016, nonostante i vizi di legittimità costituzionale ragionevolmente sussistenti rispetto agli articoli 9 e 117, primo comma, lettera s), della Carta costituzionale e nonostante le analogie presenti, quanto meno in parte, in ordine ai vizi costituzionali della legge regionale n. 5 del 2016 oggetto di gravame davanti alla Consulta da parte del Governo Renzi;

    considerato infine che, a parere degli interroganti:

    tale scelta governativa, pur nonostante la mutata funzione precipua degli usi civici sul piano economico sociale, potrebbe, astrattamente, riproporre le conseguenze deleterie, se non nella forma, ma nella sostanza, dell’editto delle Chiudende adottato da Vittorio Emanule I nel 1823, che consentì di sottrarre alla disponibilità collettiva, spesso illecitamente dando origine a gravi abusi, numerose terre destinate ad uso civico;

    tra le terre demaniali vincolate ad uso civico vi sono i territori più vari, si va dalla campagna, alla collina fino al mare. Modificare la natura giuridica di queste terre, con un provvedimento onnicomprensivo, sottraendole alla loro principale vocazione, ovvero lo svolgimento di una funzione pubblica e sociale e di tutela ambientale non pare corretto. Sarebbe ragionevole, invece, regolamentare la materia operando delle scelte di carattere limitato e particolare e legate ad interventi di riordino, attraverso l’adozione di istituti come la permuta, l’alienazione, il trasferimento dei diritti di uso civico. Sdemanializzare secondo la logica della normativa regionale, significa creare i presupposti normativi affinché quelle terre vengano acquistate in futuro da soggetti privati e distratte per usi diversi rispetto alle loro naturali funzioni,

    si chiede di sapere:

    se il Governo intenda rivalutare le scelte operate, nonché adottare provvedimenti di competenza, anche di carattere normativo;

    se intenda, e in che modo, scongiurare il rischio che una riforma con una portata estremamente generale della materia degli usi civici della Regione Sardegna, in luogo di una più ragionevole e di mero riordino, attraverso gli strumenti più opportuni, possa costituire in futuro un danno non solo per la collettività, sotto il profilo economico sociale, ma, soprattutto, un pericolo per la tutela e salvaguardia del bene paesaggistico ed ambientale.

  14. Amico
    marzo 15, 2017 alle 5:23 PM

    Bene

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