Un piano energetico regionale da rivedere profondamente.
anche su Il Manifesto Sardo (“Un piano energetico regionale da rivedere profondamente“), n. 212, 1 aprile 2016
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus è intervenuta (26 marzo 2016) nella procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.)[1] relativa al piano regionale energetico ambientale della Sardegna, adottato[2] dalla Giunta regionale presieduta da Francesco Pigliaru con la deliberazione n. 5/1 del 28 gennaio 2016, dopo un’ampia revisione della proposta precedentemente adottata (febbraio 2014) dall’allora Giunta regionale Cappellacci.[3]
Dall’esame dell’ampia documentazione è emerso un quadro contraddittorio: si parla di energia da fonte rinnovabile, ma aumentano le centrali a carbone, si parla di tutela del suolo, ma le centrali solari termodinamiche vorrebbero mangiare le aree agricole, si parla di metano, ma senza sapere bene a che e a chi servirà, si parla di risparmio energetico, ma fin d’ora la Sardegna esporta il 40% dell’energia prodotta e aumenterebbe la produzione insensatamente.
Questi sono i “numeri” dell’energia in Sardegna, come emergono dal piano energetico ambientale adottato che riprende i dati Terna s.p.a. (al 31 dicembre 2014), risultano i seguenti:
* 18 impianti idroelettrici (potenza efficiente lorda MW 466,7; producibilità media annua GWh 706,1)
* 43 impianti termoelettrici (potenza efficiente lorda MW 2.896,8; potenza efficiente netta MW 2.634,8)
* 118 impianti eolici (potenza efficiente lorda MW 996,7)
* 30.222 impianti fotovoltaici (potenza efficiente lorda MW 715,9)
* energia richiesta in Sardegna: GWh 8.804,9; energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh 4.083,5 (+ 46,4%).
* consumi energia: in Sardegna sono stati utilizzati 8.377,9 GWh al 31 dicembre 2014 (- 2,63% rispetto al 31 dicembre 2013), con un picco massimo di potenza richiesta pari a 1.400 MW nel 2014 (era pari a 2.000 MW nel 2011).
* produzione energia: GWh 13.936,4 (lorda); produzione netta per il consumo: GWh 12.888,4.
* energia esportata verso la Penisola (SaPeI, capacità 1.000 MW) e verso l’Estero (SaCoI, SarCo, Corsica, capacità 300 MW + 100 MW): Gwh 4.083,5; perdita complessiva della rete: MWh 600
* fonte di produzione: 78% termoelettrica, 11% eolica, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico. Fonte termoelettrica: 42% carbone; 49% derivati dal petrolio; 9% biomasse.
* emissioni di CO2 dipendenti da produzione di energia elettrica: 9,3 milioni di tonnellate (2014).
* prezzo medio di acquisto dell’energia nazionale (PUN): nel 2014 è stato di 52,08 €/MWh con un decremento rispetto all’anno precedente del 17,3%, confermando il trend del 2013 e raggiungendo il minimo storico dall’avvio del mercato.
Il dato fondamentale della “fotografia” del sistema di produzione energetica sardo è che oltre il 46% dell’energia prodotta “non serve” all’Isola e viene esportato. Qualsiasi nuova produzione energetica non sostitutiva di fonte già esistente (p. es. termoelettrica) può esser solo destinata all’esportazione verso la Penisola e verso la Corsica.
Nel piano energetico ambientale vi sono disposizioni scarsamente precettive, soprattutto per quanto concerne l’abbandono progressivo di fonti di energia fossili “tradizionali” verso fonti di energia rinnovabile, anche con l’utilizzo di transizione del metano (30% di emissioni inquinanti in meno del petrolio) ponendo in estremo dubbio il raggiungimento dell’obiettivo di coprire con fonti rinnovabili la quota del 17,8% dei consumi energetici dell’Isola entro il 2020, pena sanzioni pecuniarie (D.M. Sviluppo economico 15 marzo 2012, c.d. Burden Sharing), nonchè l’obiettivo del dimezzamento delle emissioni di CO2 e gas alteranti il clima.
Si punta, poi, all’utilizzo del metano. Il gas naturale giungerebbe con un gasdotto sottomarino dalla Penisola (Piombino – Olbia?) oppure con un sistema di depositi costieri e mini-rigassificatori. Certezze (e fondi) non ve ne sono.
A questo punto, dobbiamo chiederci se la Sardegna debba diventare una piattaforma di produzione energetica per le altre regioni: è questo l’obiettivo della Giunta Pigliaru?
La previsione maggiormente contraddittoria appare comunque quella che accoglie la nuova centrale a carbone nell’ambito del “Progetto di ammodernamento della raffineria di produzione di allumina ubicata nel Comune di Portoscuso, ZI Portovesme (CI)” da parte della Eurallumina s.p.a., attualmente assoggettato a procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.). In proposito, si deve rammentare che l’alluminio è materiale completamente riciclabile e riutilizzabile all’infinito per la produzione di oggetti anche sempre differenti. L’Italia (insieme alla Germania) è oggi il terzo Paese al mondo per la produzione di alluminio riciclato, dopo gli Stati Uniti e il Giappone. Attualmente ben il 90% dell’alluminio utilizzato in Italia (il 50% nel resto dell’Europa occidentale) è alluminio riciclato e ha le stesse proprietà e qualità dell’alluminio originario: viene impiegato nell’industria automobilistica, nell’edilizia, nei casalinghi e per nuovi imballaggi. La raccolta differenziata, il riciclo e recupero dell’alluminio apportano numerosi benefici alla Collettività in termini economici perché il riciclo dell’alluminio è un’attività particolarmente importante per l’economia del nostro Paese, storicamente carente di materie prime, in termini energetici, perchè permette di risparmiare il 95% dell’energia necessaria a produrlo dalla materia prima[4], nonchè sotto il profilo ambientale in quanto abbatte drasticamente le emissioni inquinanti e necessità di molte meno risorse naturali. Nel 2014 in Italia sono state recuperate ben 47.100 tonnellate di alluminio, il 74,3% delle 63.400 tonnellate immesse nel mercato nello stesso anno: così sono state evitate emissioni inquinanti pari a 402mila tonnellate di CO2 ed è stata risparmiata energia per oltre 173 mila tonnellate equivalenti petrolio (dati Consorzio Italiano Imballaggi Alluminio – CIAL, 2015). Attualmente nel nostro Paese operano undici fonderie che trattano rottami di alluminio riciclato, con una capacità produttiva globale di circa 846 mila tonnellate di alluminio secondario (2014), un fatturato complessivo di oltre 1,57 miliardi di euro e circa 1.500 lavoratori occupati nel settore. Una soluzione validamente percorribile sul piano energetico, ambientale ed economico-sociale appare la riconversione degli impianti industriali al ciclo dell’alluminio riciclato.
Però, oltre alle pesanti incertezze nel campo della politica energetica, è un triste dato di fatto l’assenza di una vera e propria politica industriale regionale.
Sembrano quindi marginali le pur positive previsioni come l’incentivo all’utilizzo delle auto elettriche, soprattutto nelle aree urbane, e le smart grid, le “reti intelligenti” finalizzate alla gestione del consumo di energia da fonti rinnovabili nei vari distretti in cui sarà divisa l’Isola, tanto efficienti da renderli autosufficienti, in primo luogo grazie ai sistemi di accumulo dell’energia, vere e proprie “batterie” per utilizzare l’elettricità disponibile quando necessario.
In realtà il perseguimento dell’obiettivo appare piuttosto incerto, perché sarebbero attualmente solo 12 i distretti isolani potenzialmente autosufficienti sul piano energetico, cioè circa il 25% degli oltre 24 mila chilometri quadrati della Sardegna: la sperimentazione del nuovo modello è inizialmente prevista solo a Berchidda e Benetutti, perché, a differenza degli altri, questi due centri hanno conservato la proprietà delle reti elettriche a bassa e media tensione. In seguito, tutto dipenderà dai gestori e dai proprietari delle reti elettriche, vale a dire Terna ed Enel Distribuzione da una parte e Cassa Depositi e prestiti e altri investitori istituzionali, cinesi compresi dall’altra.
Per la realizzazione del piano energetico regionale sono disponibili circa 300 milioni di euro (50% fondi comunitari + 50% Fondo statale Solidarietà e Coesione). I maggiori benefici ambientali si sostanzierebbero nel 50% di emissioni di CO2 e gas che alterano il clima in meno, mentre i benefici finanziari sarebbero il 50% dei costi della bolletta in meno, perché la Regione ritiene di poter abbattere gli oneri di sistema.
Le richieste ecologiste sono molto chiare: in definitiva, appare fondamentale ridurre progressivamente, anche mediante disposizioni efficacemente precettive, l’utilizzo di fonti di energia fossili “tradizionali” (petrolio, carbone, olii vari), accrescere l’efficienza energetica, il risparmio energetico e l’utilizzo di fonti rinnovabili con la dovuta attenzione al paesaggio e alla salvaguardia del territorio. In quest’ottica appare sensato l’utilizzo in via transitoria del gas naturale (metano, 30% di emissioni inquinanti in meno del petrolio).
Una via per migliorare il piano energetico ambientale e, soprattutto, renderlo più efficace c’è, basta volerla percorrere.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
__________________________________________________________
[1] PEARS_Copertina e indice [file .pdf]
PEARS_Documento completo [file .pdf]
PEARS_Rapporto Ambientale [file .pdf]
PEARS_Sintesi non tecnica [file .pdf]
PEARS_Relazione Geotermia [file .pdf]
PEARS_Vinca [file .pdf]
[2] Delibera del 28 gennaio 2016, n. 5/1 [file .pdf]
Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna. “Verso un’economia condivisa dell’Energia”. Adozione della proposta tecnica e avvio della procedura di valutazione ambientale strategica.
- 5/1 – Piano energetico ambientale [file .pdf]
- 5/1 – Rapporto ambientale [file .pdf]
- 5/1 – Rapporto ambientale – sintesi non tecnica [file .pdf]
- 5/1 – Studio di incidenza ambientale [file .pdf]
- 5/1 – Relazione geotermia [file .pdf]
[3] Delibera del 5 febbraio 2014, n. 4/3 [file .pdf]
Piano energetico ambientale regionale. Adozione e avvio della fase di consultazione.
- Piano energetico ambientale regionale 2014-2020, 4/3 [file .pdf]
- Rapporto Ambientale, 4/3 [file .pdf]
- Sintesi non tecnica del Rapporto Ambientale, 4/3 [file .pdf]
- Studio di incidenza, 4/3 [file .pdf]
- Relazione Geotermica [file .pdf]
- Appendice – Obiettivi ambientali generali, 4/3 [file .pdf]
- Appendice – Obiettivi ambientali specifici, 4/3 [file .pdf]
- Appendice – Matrice impatti attesi, 4/3 [file .pdf]
- Appendice – Matrice potenziale impatti negativi [file .pdf]
[4] la produzione di un kg. di alluminio di riciclo ha un fabbisogno energetico (0,7 kwh) che equivale solo al 5% di quello di un kg. di metallo prodotto a partire dal minerale (14 kwh).

Cossoine – Bonorva, impatto cumulativo centrale eolica (esistente) + centrale solare termodinamica (in progetto)
(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
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- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
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- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
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E se ci chiedessimo se la Sardegna sia già diventata piattaforma di produzione energetica per il resto d’Italia? Magari potremmo finalmente puntare su un binomio vincente “turismo e ambiente”…per un territorio unico nel suo genere…
da Sardinia Post, 3 aprile 2016
Piano energetico, gli ambientalisti del Grig: “Così non va, da rivedere”: http://www.sardiniapost.it/in-evidenza-9/piano-energetico-gli-ambientalisti-del-grig-cosi-non-va-da-rivedere/
Sardegna Colonia…..piú chiaro di così.Differenze tra giunta Pigliaru e Cappellacci?
Nessuna! Perché e’ lo stesso filone sia in regione che ai vertici del paese, ormai come ad es. in america, Uk, Francia, sono personaggi di facciata per chi paga. le sinistre ormai sventrate sono presenti in forma di moderati di destra. L’idea di voler centralizzare i poteri eliminando il potere delle regioni per es. o accorpando i corpi militari , sono le tipiche imposizioni che stanno venendo dagli usa, un imperialismo frenetico che ha messo il piede sull’accelleratore avendo trovato terreno fertile in personaggi che non sono politici al servizio del popolo, ma personaggi al servizio dei potenti con i soldi del popolo. Stranamente i ricchi tengono i conti fuori dal mercato non rimettendo nulla in circolo, mentre si tolglie alle fasce piu’ vulnerabili. Le cose stanno precipitando a un ritmo velocissimo e le guerre o meglio invasioni illegali sono in aumento, con milioni di morti solo per impossessarsi delle risorse. In Afganistan nelle zone controllate da Usa raddoppiata la produzione di droghe e nelle zone controllate da uk triplicata! Altro che distruzione delle piante! Ormai e’ diventato il gioco preferito dell’imperialismo, questo va’ oltre ogni idea di capitalismo, leggi, regole. L’atteggiamento nei confronti delle risoluzioni dell’ Onu e’ a dir poco folle. Si vogliono toccare costituzioni, svuotare il senso dei referendum, il ruolo del parlamento non solo in Italia viene snobbato. 1% detiene il denaro del resto del 99% , la cosa terribile e che l’1% fa’ soldi vendendo al 99% e sfruttando il 99%. Con i nuovi piani delle compagnie straniere di far causa agli stati in caso non gli permettano di fare business, es. Monsanto con la pressante follia di semi geneticamente modificati, ma anche e case farmaceutiche ecc. Si attivera’ un sistema perverso, come se Imf, il sistema finanziario e bancario non abbiano ancora fatto abbastanza danni. Piu’ la gente inizia a rialzarsi e interessarsi alla tutela ambientale e a capire i giochi della politica e piu’ violente arrivano le forze distruttive. Ora si vuole ripetere la storia con la guerra fredda e non solo. Si mandano i rifugiati in Turchia piu’ 6bn senza alcun rispetto delle leggi int. sui rifugiati facendo finta che eu non possa accoglierli e poi da luglio frontiere aperte alla Turchia senza visto! I politici e le regole incluse quelle di tutela int. sono in una situazione preoccupante.
Ho lascito un commento sparito. Ricomincio. Nausea pale eoliche Tempio-Luras, campagna meravigliosa rovinata dal malaffare. Qatar arriva e prende denaro regionale destinato agli ospedali pubblici denaro dei sardi non per i sardi ma per i privati. Silenzio totale. Ospedale di Tempio in chiusura per deviare a Olbia, Ryanair in chiusura per deviare a Olbia, Tribunale di tempio che ha con Fiordalisi lavorato in modo eccellente vogliono chiuderlo e spostarlo. Olbia Qatar e regione, wooowow, ma lo vedo solo io? I Sardi si devono svegliare e scendere in piazza, basta mafie, basta svendite, basta scelte imposte.
I Sardi scendono in piazza,anche se la pressione intimidatoria di chi li vuole zittire è sempre piû pressante.I controlli a chi ruba e avvelena il territorio,Istituzioni e Stato compreso.
Cosa farà GRIG come associazione per opporsi? Quali altri associazioni non condividono come Voi il piano regionale?
Sono d’accordo con Solki. Cosa c’e’ di male ad esportare energia, a patto che questa provenga da fonti rinnovabili? In fin dei conti e’ quello di cui il nostro pianeta ha bisogno. Basta con questa mentalità insulare del pensare solo a quello che serve a noi sardi dimenticandoci che la Sardegna si trova nel pianeta Terra ed e’ quindi direttamente influenzata dai cambiamenti climatici che si stanno manifestando (il 2015 e stato il più caldo mai registrato e il 2016 si avvia a battere il record del 2015).
Certo si dovrebbe cercare per quanto possibile di far si che i beneficiari finanziari siano sardi anziché i soliti continentali e stranieri ma in mancanza, ben vengano anche i cinesi!
La riconversione di Portoscuso a centrale a carbone va ostacolata con tutti i mezzi legali a disposizione. Manifestazioni in piazza, azioni legali al Parlamento Europeo e quant’altro. Potete contare sul mio supporto per quanto limitato dal fatto che vivo a Londra.
Con le mie limitate conoscenze degli ecosistemi ma usando il mio, spero, buon senso, credo che un impianto fotovoltaico sia molto più benevolo per un potenziale ecosistema delle attuali pratiche agricole monocolturali e dipendenti da una meccanizzazione spinta. Senza contare pesticidi e fertilizzanti.
In ultimo la tanto decantata tutela del paesaggio: proteggerlo dalle pale eoliche potrebbe sembrare un buon proposito se non fosse che il riscaldamento globale in atto, che non si vede ma c’e’ e ci sarà sempre più in futuro, costituisce un ben più grave pericolo di quello principalmente estetico rappresentato dalle pale eoliche. Quindi se ci sta veramente a cuore il paesaggio il modo migliore di preservarlo e’ accettare l’impatto estetico delle pale eoliche, secondo me. Magari scegliamo i modelli più belli.
con deliberazione Giunta regionale n. 45/40 del 2 agosto 2016, la Regione autonoma della Sardegna ha approvato il piano energetico ambientale regionale: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804102534.pdf.
* qui il P.E.A.R.S.: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804102742.pdf
* qui la strategia per l’attuazione e il monitoraggio: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804102827.pdf
* qui il rapporto ambientale: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804102906.pdf
* qui la sintesi non tecnica: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804102941.pdf
* qui lo studio di incidenza ambientale: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804103018.pdf
* qui lo studio per la geotermia: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160804103057.pdf
metano nel 2018?
da Sardinia Post, 11 agosto 2016
Dal 2018 via all’erogazione del metano in Sardegna. Stoccaggio in 38 bacini: http://www.sardiniapost.it/cronaca/dal-2018-via-allerogazione-del-metano-sardegna-stoccaggio-38-bacini/
deliberazione Giunta regionale 6 settembre 2016, n. 48/24.
Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna 2015-2030. Definizione della Governance e implementazione della strategia per l’attuazione e il monitoraggio del Piano: http://www.regione.sardegna.it/documenti/1_274_20160908093743.pdf
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dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
Industria, energia: la Giunta definisce il modello di procedure per la gestione del Pears.
“Dobbiamo far sì che le scelte in tema di politica energetica siano coerenti con il Piano. E, al tempo stesso, dobbiamo essere in grado di equilibrare le nostre strategie in accordo con l’evoluzione delle norme comunitarie e nazionali”, ha detto l’assessore Piras. (http://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=7874)
CAGLIARI, 6 SETTEMBRE 2016 – Il Piano Energetico Ambientale Regionale, approvato definitivamente lo scorso 2 agosto, sta già producendo i primi effetti e sono numerose le azioni portate avanti con l’obiettivo di ottimizzare il sistema energetico sardo. Per questo motivo c’è necessità di aggiornare e definire meglio il modello di Governance che deve assicurare sia l’attuazione sia il monitoraggio del Piano stesso.
La delibera approvata oggi, su proposta dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, va in questa direzione. Il fulcro del modello di procedure per la gestione del Piano è la Cabina di regia regionale composta dai dirigenti dei diversi soggetti coinvolti nell’attuazione del PEARS (assessorati dell’Industria, Ambiente, Enti Locali, Lavori Pubblici, Agricoltura, Trasporti, Centro Regionale di Programmazione, Sardegna Ricerche, ARPAS e servizio Statistica Regionale della Presidenza). A supporto della Cabina di Regia opereranno il Gruppo di lavoro per il monitoraggio del Piano, costituito all’interno dell’assessorato dell’Industria, e la Conferenza regionale per l’energia, di cui fanno parte, oltre alla Presidenza e agli assessori competenti, anche rappresentanti di: Mise, CAL, Università, associazioni di categoria, sindacati, associazioni ambientaliste e ordini professionali. “Aver realizzato e messo in moto, per la prima volta in Sardegna, un vero Piano strategico nel settore dell’energia ci impone un controllo severo e puntuale su tutte le azioni che abbiamo disegnato da qui fino al 2030”, ha detto l’assessore Maria Grazia Piras. “Dobbiamo far sì che le scelte in tema di politica energetica siano coerenti con il Piano. E, al tempo stesso, dobbiamo essere in grado di equilibrare le nostre strategie in accordo con l’evoluzione delle norme comunitarie e nazionali”.
Non sono assolutamente d’accordo sull’uso, soprattutto se solo transitorio, del metano. I 300 milioni di costo previsti dovrebbero essere usati per la costruzione di centrali eoliche e termodinamiche e allora altro che solo 30% in meno di emissioni rispetto al petrolio! Si otterrebbe virtualmente il 100% in meno e senza dover buttare via tutto l’impianto di distribuzione occorrente per il metano dopo solo pochi decenni.
Magari la Sardegna diventasse una piattaforma per la produzione di energia, qualora tale energia fosse tutta ricavata dal vento e dal sole, visto che la Sardegna ne e’ cosi ricca. Cosa c’e’ di male a importare energia pulita invece che pomodori e pecorino? E basta parlare di questi famigerati danni al paesaggio, quando e il paesaggio stesso che alla fine gioverebbe di un riscaldamento globale piu attenuato?
Mi trovo invece assolutamente d’accordo su quanto riguarda la proposta del GrIG di sostituire alla centrale termoelettrica proposta a Portoscuso un polo per il riciclaggio dell’alluminio. La proposta del GrIG e’ talmente piu vantaggiosa che mi sembra incredibile che si voglia percorrere la vecchia strada della produzione da bauxite che inoltre richiederebbe la costruzione di un’altra maledetta centrale a carbone!