Dove sarà il sito unico per le scorie nucleari.
La Sogin s.p.a. ha provveduto, in questi giorni, a definire la lista dei siti candidati a ospitare il sito unico nazionale di stoccaggio delle scorie nucleari, circa 90 mila metri cubi di materiale radioattivo (scorie delle 4 centrali nucleari chiuse, residui della medicina nucleare, degli istituti di ricerca e industriali) e ha consegnato all’I.S.P.R.A. la Carta delle Aree Potenzialmente Idonee (CNAPI) per la prosecuzione della procedura di individuazione.
Come prevedibile si sono scatenate le reazioni più disparate, soprattutto in Sardegna, tese a evitare che il sito prescelto sia nel proprio territorio: il Comitato No Scorie afferma che la scelta della Sardegna è stata già fatta fin dall’inizio di dicembre 2014 in base a informazioni ufficiose, l’on. Mauro Pili afferma invece che la rosa di siti candidati vede la Sardegna insieme ad altre cinque Regioni (cioè quasi un terzo delle regioni italiane), mentre l’ex Presidente della Regione Cappellacci e l’on. Cossa chiamano tutti a un “fronte comune” contro la nefasta decisione presa non si sa dove, quando e da chi. Per non esser da meno, l’Assessore regionale della difesa dell’ambiente Spano afferma testualmente: “vigiliamo con grande attenzione su ciò che avviene a proposito del sito nazionale per lo stoccaggio dei rifiuti radioattivi. Come più volte ribadito, anche in questo caso faremo valere l’Autonomia della Sardegna, affermando il nostro potere decisionale sul territorio sardo e tenendo conto della volontà delle comunità”.
Per ora, in realtà, non c’è proprio alcuna decisione presa, che arriverà al termine di una procedura ancora lunga.
La Sogin s.p.a. è la societa’ dello Stato incaricata dello smantellamento delle ex centrali e della gestione dei rifiuti radioattivi, candidata alla costruzione del deposito e alla gestione dei rifiuti. Ha individuato la “carta” in base a specifici criteri.
Infatti, l’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.) ha pubblicato nel giugno 2014 la Guida tecnica n. 29 “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività” (qui la relazione illustrativa).
Si tratta di “un insieme di requisiti fondamentali e di elementi di valutazione che devono essere tenuti in conto da parte della S.O.G.I.N. S.p.A., quale soggetto attuatore, nel processo di localizzazione del Deposito nazionale, dalla definizione della proposta di Carta nazionale delle aree potenzialmente idonee sino alla individuazione del sito idoneo”.
E dove, allora?
L’I.S.P.R.A. dice “no” ad aree vulcaniche attive o quiescenti, a località che si trovano a 700 metri sul livello del mare o ad una distanza inferiore a 5 chilometri dalla costa. Sono anche escluse le aree a sismicità elevata, con pendenza superiore al 10%, a rischio frane o inondazioni e le ‘fasce fluviali’. Escluse le aree naturali protette, i poligoni militari, quelle che non siano ad adeguata distanza dai centri abitati, dighe, aeroporti, quelle a distanza inferiore di un chilometro da autostrade e strade extraurbane principali e ferrovie.
Questi criteri conducono, per esclusione, ad aree ‘potenzialmente idonee’.
Incrociando questi criteri vien difficile immaginare un sito potenziale in Sardegna.
Poi si aggiungono altri 13 criteri, per uno screening ancora più puntuale, in base alle rigide raccomandazioni emanate dagli organismi internazionali. In sostanza, individuate in una Carta le aree potenzialmente idonee, ci saranno successive indagini a livello regionale e valutazioni socio economiche.
I dati tecnici contribuiscono a definire la documentazione da allegare all’istanza per il rilascio dell’autorizzazione alla realizzazione del deposito (previsto dalla direttiva europea n. 2011/70/Euratom, recepita recentemente dall’Italia).
Ora la procedura prevista per l’individuazione del sito unico nazionale continua così:
1) l’I.S.P.R.A. entro due mesi deve verificare il rispetto dei criteri indicati nella ‘Guida tecnica per la localizzazione’ e poi validarla;
2) entro il mese successivo i Ministeri dell’Ambiente e dello Sviluppo economico devono autorizzare la pubblicazione della Carta e del Progetto preliminare;
3) dopo la pubblicazione, inizia la fase di consultazione pubblica, che si concluderà con un seminario nazionale al quale saranno invitati tutti i soggetti (amministrazioni pubbliche, associazioni, istituti di ricerca, comitati, ecc.) interessati;
4) infine sarà presa la decisione finale.
L’Italia è l’unico Paese membro dell’Unione europea a non avere ancora un sito per lo stoccaggio definitivo delle scorie radioattive: si stima un investimento complessivo di circa 1,5 miliardi di euro per la realizzazione, circa 1.500 occupati l’anno per quattro anni e 700 posti di lavoro per la gestione del sito unico.
L’Italia è giustamente uscita dal nucleare, ma ci sono rifiuti radioattivi, anche se in quantità ridotte rispetto ad altri Stati.
In un certo senso è avvantaggiata, visto che e’ stata fra i primi Paesi ad aver fatto decommissioning nucleare. Un vantaggio competitivo ambientale ed economico, in un mercato che nei prossimi venti anni si stima valga 600 miliardi di euro. Il deposito nazionale viene indicato come una esigenza per il Paese, un’infrastruttura ambientale, in grado di raccogliere per i prossimi 200-300 anni rifiuti nucleari di bassa e media intensita’, un’occasione anche per fare prevenzione ed evitare i pesanti rischi degli attuali “depositi provvisori”.
Nei prossimi mesi vedremo gli sviluppi della procedura per l’individuazione del sito e interverremo certamente, in particolar modo nella fase della consultazione pubblica.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
* Guida tecnica n. 29 “Criteri per la localizzazione di un impianto di smaltimento superficiale di rifiuti radioattivi a bassa e media attività”
(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)
“Incrociando questi criteri vien difficile immaginare un sito potenziale in Sardegna.”
Caro GRIG, ci auguriamo che tu abbia ragione anche questa volta, ma con questi criteri ci sono diversi siti potenzialmente idonei, proprio qui nel Campidano. Senza contare la possibilità non troppo remota che si decida di utilizzare miniere dismesse, come accade in altri Paesi. Trovo giusto alzare la voce fin da subito, in modo da sensibilizzare la popolazione (in genere piuttosto distratta per quanto concerne quest’isola bellissima) e scongiurare anche il più remoto rischio di essere utilizzati come pattumiera, come già successo troppe volte in passato. So per certo che lo sconcio del polo minerario di Portovesme era stato deciso proprio lì perché “luogo molto ventoso per la dispersione dei fumi e comunque diversi altri potenziali siti, anche in Continente, avevano rifiutato il regalo”.
Ripeto: ABBIAMO GIA’ DATO.
Con i criteri dell’ispra le scorie dovremmo mandarli sulla luna, ma dato che le abbiamo perche’
non suddividerle equamente su tutto il territorio con piccoli siti da sorvegliare piu facilmente ?
scommetto che i siti saranno sardi…
da La Nuova Sardegna, 5 gennaio 2014
La Sardegna pronta alla mobilitazione. (Umberto Aime): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/105228_La_Sardegna_pronta_alla_mobilitazione.pdf
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Rubbia: assurdo le scorie sottoterra: http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/105229_Rubbia_assurdo_le_scorie_sottoterra.pdf
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da L’Unione Sarda, 5 gennaio 2014
Scorie, è già tutto deciso. (Cristina Cossu): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/105209_Scorie_e_gia_tutto_deciso.pdf
Non fasciamoci la testa prima del tempo…..oramai lo sanno che ci siamo.
Mi viene in mente il cetriolo del Tremonti di Guzzanti, speriamo bene.
Non penso che la gente sia ancora predisposta ad accettare l’ennesima onta.
ma nel paese del gnam gnam e delle strizzatine d’occhio temo che le posizioni popolari siano poco considerate; il dio denaro nelle seducenti vesti della corruzione tutto puo’.
non mi farei troppe illusioni…
ecco perchè è molto improbabile che non venga scelta la Sardegna.
da La Nuova Sardegna, 12 gennaio 2015
Il geologo: «Non è adatta, perciò l’isola sarà esclusa». (Pier Giorgio Pinna): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/105592_Il_geologo_Non_e_adatta_percio_lisola_sara_.pdf
prendiamocene una decina di grammi a testa, e poi ognunomli metta dove vuole!
🙂