Il gasdotto degli scempi e dei terremoti sta arrivando sull’Appennino.


L’immane cantiere del gasdotto “Rete Adriatica  si sta inerpicando sui contrafforti dell’Appennino, fra Romagna e Marche.

Si interseca con centrali eoliche senza vento con pale alte più di 200 metri come una sciagura biblica.

Sbarramenti di torrenti montani, discariche di detriti lontane da occhi indiscreti, nuove strade.

Appennino Romagnolo Marchigiano, interferenze fra centrale eolica e cantiere del gasdotto (2025)

La Snam è arrivata.

E con lei i primi problemi legati al supergasdotto appenninico, un tubo di oltre 1,20 cm che dovrebbe trasportare gas ad altissima pressione (75 atmosfere !) per venderlo non si sa bene a chi, perché questo vettore combustibile fossile serve (?) all’Europa settentrionale, orba del gasdotto North Stream, fatto saltare in aria dagli ucraini.

Ma la questione del gas è tutt’altro che lineare. Infatti, lo stiamo comprando dagli americani, che ce lo vendono a carissimo prezzo e ce lo portano liquefatto con le navi.

L’idea di fare dell’Italia una “hub” del gas è a dire poco velleitaria. Si tratta tra l’altro di un combustibile fossile, il cui consumo cala senza sosta (per fortuna) dal 2008. La rete di trasposto gas attualmente esistente in Italia può trasportare 120 miliardi di metri cubi di gas, mentre il consumo nazionale è sceso al di sotto ai 60 miliardi di metri cubi annui.

Ma, grazie ai “contratti” stipulati con lo Stato, la SNAM ha la garanzia di guadagni sicuri, anche se la struttura dovesse essere sottoutilizzata. In altre parole, all’azienda conviene in ogni caso fare l’opera, tanto qualcuno pagherà, visto che ce lo troveremo in bolletta.

La natura particolare di questa “opera” la rende decisamente impattante: la catena appenninica attraversata “per lungo”.  

Milioni di alberi da sradicare alla faccia della pretesa sostenibilità, una “pista” di 40 metri di larghezza con uno scavo di 5 mt di profondità (che lascerà per sempre uno sfregio sul nostro Appennino), decine di corsi d’acqua da attraversare (alcuni più volte) con pesanti interferenze sulla circolazione delle acque, piste per mezzi speciali ovunque. Il tutto nelle aree più remote e “sacre” dell’Appennino, in aree dove l’unica viabilità è costituita dai sentieri escursionistici”. 

tracciato progetto gasdotto “Rete Adriatica” e rischio sismico (elaborazione Il Fatto Quotidiano su dati I.N.G.V.)

La Snam non si ferma” è il ritornello che viene ripetuto dalla politica indifferente, troppo occupata dalle campagne elettorali e dalle varie sagre del tartufo, della porchetta, del porcino e del lombrico fritto.  C’è del vero: in un paese in cui tutti “tengono famiglia”, a un colosso non si nega nulla.

Sull’Appennino nessuno sentiva la necessità di avere questo “cantiere” (durerà anni), di vedere svalutate le proprietà e le attività turistiche. E di avere una vera “bomba“ vicino a casa. Perché, al di là delle rassicurazioni d’ufficio, è difficile stare tranquilli.

Umbria, Appennino sotto la neve

Sui monti della Valmarecchia, un gasdotto è esploso due volte in una ventina di anni, per piccoli movimenti del terreno.   

E lo scempio è appena iniziato.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) – Marche

Capriolo (Capreolus capreolus)

(foto A.L.C., S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Luciana B,
    Luciana B,
    ottobre 9, 2025 alle 2:51 PM

    Ma m non ci si può opporre legalmente?

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