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Bosa, come sprecare soldi pubblici in un complesso di interventi per la difesa idrogeologica senza una procedura di valutazione d’impatto ambientale complessiva.


Bosa, il Ponte Vecchio sul Fiume Temo e il centro storico

Ci sono i soldi, non si possono perdere e l’opera pubblica si deve fare a ogni costo.

Questo è il pensiero fisso di molti amministratori pubblici a tutti i livelli e spesso ci si cura ben poco del senso concreto dei lavori pubblici che si vanno ad avviare e dei relativi effetti su ambiente e sicurezza pubblica.

E i lavori di prossimo avvìo su parte delle sponde sulla destra idrografica del Fiume Temo, a Bosa, potrebbero proprio rientrare in questa consueta e piuttosto triste ipotesi.

Bosa e il basso corso del Fiume Temo

Il progetto, datato 2008, non può subire interruzioni”, ha affermato nel febbraio 2025 Antonio Piu, Assessore dei lavori pubblici della Regione autonoma della Sardegna, ai cittadini bosani in una riunione di Consiglio comunale aperta alla cittadinanza. Ci sono 10,5 milioni di euro da spendere e, soprattutto, “quest’opera è necessaria perché consentirà di mettere in sicurezza 3.306 residenti”.

Ma come fa a esserne sicuro?

In realtà, è stata assoggettata a procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale soltanto una parte degli interventi previsti (“Opere di Difesa Idraulica della Città di Bosa”, composto da opere di contenimento a destra e a sinistra idrografica del Temo, opere mobili, consolidamenti del terreno), procedura conclusa con prescrizioni, ma ritenendo superflua l’ulteriore procedura di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.) con deliberazione Giunta regionale n. 17/47 del 19 maggio 2022.

Il complesso degli interventi è molto più ampio e sostanzialmente è un progetto unico, da centinaia di milioni di euro di investimenti complessivi, che per norma comunitaria e nazionale, nonché per giurisprudenza costante (es. Cons. Stato, Sez. IV, 9 gennaio 2014, n. 36), dev’essere assoggettato a un’unica procedura, considerando gli impatti cumulativi sull’ambiente e sulla città di Bosa che si vorrebbe difendere.  

Il Fatto Quotidiano, 24 giugno 2025

Ma poi è il Fiume Temo il principale fattore di pericolo per Bosa?

In realtà, l’ultima esondazione avvenne il 22 novembre 1976 (vds. Piano di gestione del rischio alluvioni: il Fiume Temo, R.A.S. – Autorità di Bacino, 2016), mentre ormai sistematicamente provocano allagamenti del centro urbano i numerosi corsi d’acqua tombati negli anni: Rio Terridi, Cibudditta, Via Parpaglia – Via Pischedda, Su Codolanu, Rio S’Aladerru, Sa Cabula, tutti ben individuati nel Repertorio dei Canali tombati (R.A.S. – Autorità di Bacino, 2021).

La realizzazione di muri di contenimento sugli argini del Temo potrebbe costituire un ulteriore ostacolo al naturale deflusso delle acque dei corsi d’acqua verso il Fiume Temo?

E’ stato valutato?

Si ignora.

Bosa, corsi d’acqua “tombati”

Di sicuro non c’è un procedimento di V.I.A. che abbia esaminato il problema e c’è una condanna da parte del Tribunale di Oristano (settembre 2024) nei confronti di vari amministratori locali passati e presenti “per falso e interruzione di pubblico servizio” in relazione ai mancati lavori di messa in sicurezza del Rio S’Aladerru, uno dei corsi d’acqua tombati. Gli interessati avevano comunque annunciato appello.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), raccogliendo preoccupatissime segnalazioni di residenti, ha, quindi, inviato (24 febbraio 2025) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali, adozione degli opportuni provvedimenti richiedendo lo svolgimento di un procedimento di V.I.A. sul progetto unico di salvaguardia idrogeologica a protezione della città di Bosa.

Coinvolti i Ministeri della Cultura e dell’Ambiente e Sicurezza Energetica, la Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Bosa, la Soprintendenza cagliaritana per Architettura, Belle Arti e Paesaggio, informata la Commissione Europea ai fini della verifica del rispetto della normativa comunitaria in materia di V.I.A.

E le risposte pervenute, purtroppo, hanno confermato il quadro preoccupante.

Il Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica – Direzione generale Tutela della Biodiversità e del Mare ha comunicato (nota prot. n. 38348 del 28 febbraio 2025) di non conoscere la situazione.

La Regione autonoma della Sardegna – Servizio Tutela Paesaggio per la Sardegna Centrale (nota prot. n. 12817 del 12 marzo 2025) e la Soprintendenza cagliaritana per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (nota prot. n. 5518 del 24 marzo 2025) hanno trasmesso le autorizzazioni paesaggistiche (ben 10) emanate dall’agosto 2019 al dicembre 2024 concernenti interventi parziali di sistemazione idraulica (opere e idrovora) delle sponde del Temo a opera del Commissario di Governo contro il Dissesto Idrogeologico per la Regione Sardegna, organismo operante presso la stessa Regione autonoma della Sardegna.

La Nuova Sardegna, 25 febbraio 2025

La Regione autonoma della Sardegna – Servizio Valutazioni Impatti e Incidenze Ambientali ha comunicato (nota prot. n. 9323 del 25 marzo 2025) l’avvenuto svolgimento di due procedure di verifica di assoggettabilità a valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), ambedue concluse con la decisione di non svolgere la vera e propria procedura di V.I.A., precisamente:  

* Piano regionale delle infrastrutture. L.R n. 5/2015, art. 4 e art. 5, comma 13 (Tabella E). Rimodulazione del programma degli interventi di cui alla Delib.G.R. n. 36/40 del 12.9.2019 – Intervento: Opere di difesa idraulica della città di Bosa”, finanziato con fondi F.S.C. 2014÷2020 e una quota di cofinanziamento regionale, assoggettato alla procedura di Verifica di assoggettabilità alla valutazione d’impatto ambientale (V.l.A.), comprensiva della valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.), all’esito della quale la Giunta regionale, con deliberazione n. 17/47 del 19.05.2022 ha stabilito di non sottoporre l’intervento all’ulteriore procedura di V.I.A., nel rispetto di un insieme di prescrizioni;

* ‘Accordo di Programma 23 dicembre 2010. Attuazione decreto legge 24 giugno 2014, n. 91, convertito con modificazioni dalla L. 11 agosto 2014, n. 116. OR007A/10 – 1 Interventi per la mitigazione del rischio idraulico della Città di Bosa – 2° stralcio – 1° lotto – C.U.P.: J63B10000710001 – C.I.G.: 60731623D3, finanziato con fondi disponibili col citato Accordo di Programma, stipulato tra il Ministero dell’Ambiente e della Tutela del Territorio e del Mare (M.A.T.T. M.) e la Regione Autonoma della Sardegna e i successivi atti integrativi, anch’esso assoggettato alla procedura di Verifica di assoggettabilità alla V.I.A., all’esito della quale la Giunta regionale, con deliberazione n. 18/43 del 10.06.2022, ha stabilito di non sottoporre l’intervento all’ulteriore procedura di V.I.A., nel rispetto di un insieme di prescrizioni”.

Cagliari, Viale Trento, sede della Regione autonoma della Sardegna

Il Servizio regionale ha specificato che “i suddetti interventi, ascrivibili alla categoria di opere di cui al punto 7, lett. o, dell’Allegato IV alla Parte II del vigente Decreto Legislativo n. 152/2006, benché perseguano il medesimo obiettivo di mitigazione del rischio idraulico che grava sul centro abitato di Bosa, sono stati predisposti in tempi differenti e sono riferiti a diverse linee di finanziamento.”

Piaccia o no, emerge un quadro frammentario e disorganico.

I soldi pubblici – soprattutto quando sono in ballo cifre ingenti – si devono spendere bene, avendo ben chiaro il quadro della situazione e, soprattutto, avendo accuratamente valutato gli effetti diretti e indiretti su ambiente e contesti urbani, perché la qualità della vita sia effettivamente migliorata.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Bosa, Torre del Castello dei Malaspina

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di observant096c9b93c3
    observant096c9b93c3
    giugno 25, 2025 alle 6:42 am

    Scrivete di tutti questi scempi e io vi ammiro ma sui nostri poveri cedri di quasi 70 anni sani belli che verranno abbattuti con un finanziamento ottenuto con l inganno non scrivete neanche una parola di rincrescimento!

    • giugno 25, 2025 alle 6:57 am

      ..se si riferisce al progetto di rifacimento della Piazza Europa a Cuneo, voluto dall’Amministrazione comunale, che prevede l’eliminazione di vari esemplari maestosi di Cedro, abbiamo risposto e spiegato numerose volte a chi ci ha contattato che – in base alle informazioni inviate e agli accertamenti fatti – non vi sono azioni legali esperibili, vista l’assenza di vincoli ambientali e culturali.
      Sarà uno scempio ambientale, costoso e privo di senso (come mille altri in Italia), perchè gli alberi non risultano “malati” o “pericolosi”, ma che cosa dovremmo fare? Recitare il De Profundis?
      Buona giornata.

      Stefano Deliperi

      • Avatar di observant096c9b93c3
        observant096c9b93c3
        giugno 25, 2025 alle 8:28 am

        Non ci si può neanche arrendere

      • Avatar di observant096c9b93c3
        observant096c9b93c3
        giugno 25, 2025 alle 9:06 am

        So anche che legalmente non potete far niente anche se il finanziamento è stato ottenuto con una truffa a Roma abbiamo scritto e riscritto ma non abbiamo conoscenze la ns sindaca essendo stata a scaldare il banco in parlamento qualche conoscenza ce l ha però anche i ns alberi hanno la loro vita e un articolo sul Vs giornale da diffondere magari ci sarebbe utile Comunque grazie lo stesso per quello che fate

      • giugno 25, 2025 alle 9:57 PM

        ..e in questo eventuale articolo dovremmo mettere nero su bianco che legalmente non si può far nulla.
        Forse – proprio per questo – è meglio non scriverlo. Non crede?
        Buona serata.

        Stefano Deliperi

  2. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    giugno 25, 2025 alle 11:44 am

    Perche’ non esiste una legge che pone come prerequisito alla esecuzione di queste opere , il via libera al buon impatto ambientale. Ovviamente deve essere stabilita la struttura della commissione e i tempi di delibera. Ma evidentemente la politica taglia corto pur di spendere veloce quando fa comodo a…..

  3. agosto 28, 2025 alle 2:15 PM

    con determinazione Regione autonoma della Sardegna – Unità di progetto “Interventi commissariali contro il dissesto idrogeologico” n. 70 prot.
    n. 2223 del 15 luglio 2025
    è stata autorizzata esclusivamente la “realizzazione delle opere previste nel rio Piras nella soluzione che prevede la realizzazione della galleria con sbocco in località Poggio Columbu“.

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