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Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!  Firmiamo e diffondiamo la petizione popolare!


Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

Nessun cittadino che voglia difendere il proprio ambiente e il proprio territorio, salvaguardando contemporaneamente il proprio portafoglio, può lavarsene le mani.

Quanto sta accadendo oggi in Italia nell’ambito della transizione energetica sta dando corpo ai peggiori incubi sulla sorte di boschi, campi, prati, paesaggi storici del nostro Bel Paese.

Assemini, Macchiareddu, centrale eolica

Il sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile (sole, vento, acqua) dalle fonti fossili tradizionali (carbone, petrolio, gas naturale) in assenza di pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica.

E’ ora che ciascuno di noi faccia sentire la sua voce: firma, diffondi e fai firmare la petizione popolare per la moratoria nazionale delle autorizzazioni per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili!

La petizione popolare, promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), si firma qui https://chng.it/MNPNNM9Q62.

Eboli, centrale fotovoltaica

Petizione popolare per la moratoria nazionale delle autorizzazioni per impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

Al Presidente del Consiglio dei Ministri,

presidente@pec.governo.it,

al Ministro dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica,

segreteria.ministro@pec.mite.gov.it,

al Ministro della Cultura,

udcm@pec.cultura.gov.it,

al Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste,

ministro@pec.politicheagricole.gov.it,

Gent.mo Sig. Presidente, Gent.mi Sigg.ri Ministri,

i sottoscritti Cittadini,

premesso che

l’Italia, come tutti gli altri Paesi della Terra, deve affrontare la difficile sfida vitale del contrasto al cambiamento climatico e conseguentemente ha la necessità di abbandonare quanto prima le tradizionali fonti fossili di produzione energetica.

Il passaggio alle fonti rinnovabili di produzione energetica non può e non deve trasformarsi in una disastrosa speculazione energetica ai danni dell’ambiente, del paesaggio, dei suoli agricoli, dei contesti economico-sociali locali, della stessa identità storico-culturale di tanti luoghi d’Italia, come purtroppo sta accadendo in questi ultimi tempi.

L’enorme numero di progetti di impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili (5.678 al 31 marzo 2024) ha già ampiamente superato il target previsto a livello comunitario al 2030 (oltre 336 GW rispetto ai 70 GW concordati) .

Essi sono finanziati o incentivati a vario titolo con fondi pubblici, in particolare del piano nazionale di ripresa e resilienza (PNRR), e l’intervento pubblico per la promozione di fonti di energia rinnovabile non può trasformarsi in un incentivo ad imprese predatorie per puro business.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a.(gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 90,41 GW (26,88%).

La Soprintendenza speciale per il PNRR, organo del Ministero della Cultura, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto che “è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) …  a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024), cioè 4,7 volte l’obiettivo previsto a livello europeo.

In alcune regioni, per giunta aventi un sistema elettrico collegato al resto d’Italia con connessioni a portata contenuta (massimo 2 mila MW nei prossimi anni), come la Sardegna, la Soprintendenza speciale per il PNRR ha registrato “una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore)tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultavano complessivamente ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, suddivisi in 524 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 22,99 GW (39,87%), 254 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,86 GW (29,23%) e 31 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 17,82 GW (30,90%).

57,67 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica,dati Terna, 2021).

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.

Ma sono anche tante altre le aree del Bel Paese ormai aggredite da una speculazione energetica priva di remore e di utilità collettiva: la Tuscia, la Puglia, la Sicilia, la Maremma, i crinali appenninici.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Attualmente, in attesa della pianificazione delle aree idonee e non idonee per l’installazione degli impianti (direttiva n. 2018/2001/UE, art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53) esiste soltanto una fascia di rispetto nel caso delle centrali eoliche estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale e/o con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Pertanto,

RITENGONO

che debba essere lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), metta a bando di gara i siti così individuati al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica e conseguentemente

CHIEDONO

alle SS.VV., nell’ambito delle rispettive competenze (vds. sentenza Corte cost. n. 27/2023), l’adozione di un provvedimento di moratoria nazionale che sospenda qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili in attesa della suddetta necessaria pianificazione condivisa.

Si ringrazia per l’attenzione.

Mar di Sardegna, progetto di centrale eolica offshore (tratto da documentazione procedura di scoping)

Scheda – la realtà della speculazione energetica, con particolare riferimento alla Sardegna.

La realtà della speculazione energetica è di banale quanto spaventosa evidenza.

Essere a favore dell’energia prodotta da fonti rinnovabili non vuol dire avere ottusi paraocchi, non vuol dire aver versato il cervello all’ammasso della vulgata dell’ambientalismo politicamente corretto.

Ma non sono solo le associazioni e i comitati realmente ambientalisti a sostenerlo.

La Soprintendenza speciale per il PNRR, dopo approfondite valutazioni, ha evidenziato in modo chiaro e netto: “nella regione Sardegna è in atto una complessiva azione per la realizzazione di nuovi impianti da fonte rinnovabile (fotovoltaica/agrivoltaica, eolico onshore ed offshore) tale da superare già oggi di ben 7 volte quanto previsto come obiettivo da raggiungersi al 2030 sulla base del FF55, tanto da prefigurarsi la sostanziale sostituzione del patrimonio culturale e del paesaggio con impianti di taglia industriale per la produzione di energia elettrica oltre il fabbisogno regionale previsto” (nota Sopr. PNRR prot. n. 27154 del 20 novembre 2023 e nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Altro che la vaneggiata sostituzione etnica di Lollobrigidiana memoria, qui siamo alla reale sostituzione paesaggistica e culturale, alla sostituzione economico-sociale, alla sostituzione identitaria

La cartografia elaborata dalla Soprintendenza speciale per il PNRR è emblematica di quanto sta accadendo nell’Isola.

Lago di Bolsena con centrale eolica sullo sfondo

Ma questo vale per tutto il territorio nazionale: “tale prospettiva si potrebbe attuare anche a livello nazionale, ove le richieste di connessione alla RTN per nuovi impianti da fonte rinnovabile ha raggiunto il complessivo valore di circa 328 GW rispetto all’obiettivo FF55 al 2030 di 70 GW” (nota Sopr. PNRR prot. n. 51551 del 18 marzo 2024).

Il fenomeno della speculazione energetica, oltre che in Sardegna, è pesantemente presente in modo particolare nella Tuscia, in Puglia, nella Maremma, in Sicilia, sui crinali appennnici.

Portoscuso, centrale eolica

I motivi del “no” al Far West energetico in Sardegna.

In tutto il territorio nazionale le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultano complessivamente ben 5.678, pari a 336,38 GW di potenza, suddivisi in 3.642 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 144,84 GW (43,06%), 1.897 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 101,14 GW (30,07%) e 139 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 90,41 GW (26,88%).

In Sardegna, le istanze di connessione di nuovi impianti presentate a Terna s.p.a. (gestore della rete elettrica nazionale) al 31 marzo 2024 risultavano complessivamente ben 809, pari a 57,67 GW di potenza, suddivisi in 524 richieste di impianti di produzione energetica da fonte solare per 22,99 GW (39,87%), 254 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica a terra per 16,86 GW (29,23%) e 31 richieste di impianti di produzione energetica da fonte eolica  a mare 17,82 GW (30,90%).

57,67 GW significa quasi 30 volte gli impianti oggi esistenti in Sardegna, aventi una potenza complessiva di 1,93 GW (i 1.926 MW esistenti, di cui 1.054 MW di energia eolica a terra + 872 di energia solare fotovoltaica,dati Terna, 2021).

ruderi dell’Abbazia di San Galgano

Un’overdose di energia che non potrebbe esser consumata sull’Isola (che già oggi ha circa il 38% di energia prodotta in più rispetto al proprio fabbisogno), non potrebbe esser trasportata verso la Penisola (quando entrerà in funzione il Thyrrenian Link la potenza complessiva dei tre cavidotti sarà di circa 2 mila MW), non potrebbe esser conservata (a oggi gli impianti di conservazione approvati sono molto pochi e di potenza estremamente contenuta).

Significa energia che dovrà esser pagata dal gestore unico della Rete (cioè soldi che usciranno dalle tasse dei contribuenti.

Gli unici che guadagneranno in ogni caso saranno le società energetiche.

Insomma, siamo all’overdose di energia producibile da impianti che servono soltanto agli speculatori energetici.

Tuscia, cavalli al pascolo e ruderi medievali

Le normative di salvaguardia provvisoria.

La delega contenuta nell’art. 5 della legge 22 aprile 2021, n. 53 (legge di delegazione europea) sull’attuazione della direttiva n. 2018/2001/UE sulla promozione dell’uso dell’energia da fonti rinnovabili prevede esplicitamente l’emanazione di una specifica  “disciplina per l’individuazione delle superfici e delle aree idonee e non idonee per l’installazione di impianti a  fonti  rinnovabili  nel rispetto delle esigenze di tutela  del  patrimonio  culturale  e  del paesaggio, delle aree agricole e forestali, della qualita’ dell’aria e dei corpi idrici, nonche’ delle specifiche competenze dei Ministeri per i beni e le attivita’ culturali e per il turismo, delle politiche agricole alimentari e forestali e dell’ambiente e  della  tutela  del territorio e del  mare,  privilegiando  l’utilizzo  di  superfici  di strutture edificate, quali capannoni industriali e parcheggi, e  aree non  utilizzabili   per   altri   scopi”. 

centrale fotovoltaica, consumo del suolo (U.S.A., 2013)

Disciplina a oggi non emanata, sebbene alcune disposizioni precedenti siano recenti, come il Piano energetico regionale della Sardegna 2015-2030 – Individuazione delle aree non idonee all’installazione di impianti energetici alimentati da fonti rinnovabili (deliberazione Giunta regionale n. 59/90 del 27 novembre 2020).

In attesa della pianificazione delle aree idonee e non idonee, l’art. 6, comma 1°, del decreto-legge n. 50/2022, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 91/2022, in relazione all’installazione di impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili è stata individuata una “fascia di rispetto … determinata considerando una distanza dal perimetro di beni sottoposti a tutela di sette chilometri per gli impianti eolici e di un chilometro per gli impianti fotovoltaici”.

Successivamente, con l’art. 47, comma 1°, del decreto-legge n. 13/2023, convertito con modificazioni e integrazioni nella legge n. 41/2023, la fascia di tutela è stata ridotta a “tre chilometri” per gli impianti eolici e a “cinquecento metri” per gli impianti fotovoltaici.

Detta fascia di rispetto risulta, quindi, nel caso delle centrali eoliche estesa tre chilometri dal limite delle zone tutelate con vincolo culturale (artt. 10 e ss. del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e/o con vincolo paesaggistico (artt. 136 e ss. e 142 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.).

A esse dovrebbero quantomeno aggiungersi le aree ricadenti nella Rete Natura 2000, S.I.C., Z.P.S., Z.S.C. individuate ai sensi delle direttive n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora e la direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

Le proposte alternative.

Ribadiamo ancora una volta la nostra proposta: sarebbe cosa ben diversa se fosse lo Stato a pianificare in base ai reali fabbisogni energetici le aree a mare e a terra dove installare gli impianti eolici e fotovoltaici e, dopo coinvolgimento di Regioni ed Enti locali e svolgimento delle procedure di valutazione ambientale strategica (V.A.S.), mettesse a bando di gara i siti al migliore offerente per realizzazione, gestione e rimozione al termine del ciclo vitale degli impianti di produzione energetica.

La nuova Presidente della Regione autonoma della Sardegna Alessandra Todde ha annunciato in proposito: “Abbiamo già pronta una bozza di moratoria da presentare, in attesa del completamento della mappa delle aree idonee e vorrei che si affronti immediatamente. Sappiamo già che la moratoria potrà essere respinta e impugnata ma vuole essere un segnale forte per chiudere in fretta sulla mappa delle aree idonee a livello nazionale e dare delle regole che si possono mettere in campo per proteggere quelli che per noi sono beni non negoziabili, ambiente, paesaggio e beni culturali, e li difenderemo“.

In realtà, la prima cosa necessaria sarebbe una moratoria nazionale (non regionale, già dichiarata costituzionalmente illegittima con sentenza Corte cost. n. 27/2023), una sospensione di qualsiasi autorizzazione per nuovi impianti di produzione energetica da fonti rinnovabili.

La Regione autonoma della Sardegna è coordinatrice della Commissione Ambiente ed Energia della Conferenza permanente delle Regioni e Province autonome (delibera del 31 marzo 2016, vds. deliberazione Giunta regionale Sardegna n. 37/26 del 21 giugno 2016): in quella sede può esser approvata una proposta di moratoria nazionale da portare alla Conferenza permanente Stato – Regioni e Province autonome, così da farla divenire provvedimento a efficacia nazionale.

Siamo ancora in tempo per cambiare registro.

In meglio, naturalmente.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Se vuoi sostenere le azioni del GrIG puoi iscriverti, puoi donare il 5 x 1000 ed è gratis!

progetto centrale eolica offshore Sardinia South 2, punto di sbarco del cavidotto sulla spiaggia di Tuerredda (estratto procedura scoping, 2023)
Alghero, Isola Piana

(foto da mailing list ambientalista, A.L.C., S.D., archivio GrIG)

  1. Belinda Huegel
    aprile 30, 2024 alle 9:43 am

    dove si firma?

  2. capitonegatto
    aprile 30, 2024 alle 10:48 am

    Mettere una firma affinche’ non si produca energia a scapito di una produzione agricola , sembrerebbe semplice ma non lo e’, sino a quando non saranno chiare le norme “nazionali” , entro le quali si puo’ installare e mantenere un impianto energetico . Norme esaustive , possibilmente europee, in cui si definiscono le regole di ubicazione , costruzione, manutenzione , ecc,ecc . Inoltre deve essere noto , quando l’impianto/i entreranno in produzione , quando e come saranno diminuiti i costi all’utente. Se questo schema non sara’ adottato, per non spaventare gli eventuali affaristi, le nostre firme non serviranno ( cosi’ come per il referendum sull’acqua pubblica in Sardegna ).

  3. aprile 30, 2024 alle 2:52 PM

    si tratta di una proposta di legge regionale che dovrà seguire le sue procedure in Consiglio regionale con una tempistica non prevedibile.

    da L’Unione Sarda, 30 aprile 2024

    La Giunta approva la moratoria sull’eolico: vale anche per le procedure già in corso. Esclusi gli impianti finalizzati all’autoconsumo e quelli rientranti nelle comunità energetiche: https://www.unionesarda.it/politica/eolico-via-libera-in-giunta-alla-moratoria-vale-anche-per-le-procedure-gia-in-corso-jnrnwh0m

    • aprile 30, 2024 alle 7:19 PM

      dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna

      Cagliari, 30 aprile 2024 – Si è riunita oggi a Villa Devoto la giunta regionale presieduta da Alessandra Todde.

      Di seguito alcune delle delibere approvate.

                    ………

      Su proposta della presidente Todde, l’Esecutivo ha approvato il disegno di legge “Misure urgenti per la salvaguardia del paesaggio, dei beni paesaggistici e ambientali” (Delibera del 30 aprile 2024, n. 11/3), volto – come precisato nella relazione illustrativa – a garantire che lo sviluppo e la realizzazione di nuovi impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili avvenga in un contesto di tutela e salvaguardia dell’ambiente e del paesaggio. In questo senso – è precisato – l’articolo 9 della Costituzione, prevede che sia la Repubblica e quindi – ai sensi dell’articolo 114 della Costituzione – anche le Regioni si adoperino al fine di garantire la salvaguardia e la tutela dell’ambiente e del paesaggio. Il disegno di legge, nel rispetto della competenza regionale in materia di produzione e distribuzione dell’energia elettrica, detta una disciplina transitoria, in quanto ancorata all’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee ai sensi dell’articolo 20, comma 4 del decreto legislativo 8 novembre 2021, n. 199 e al successivo, e necessario, adeguamento del Piano Paesaggistico Regionale e comunque per un periodo non superiore ai 18 mesi.

      _____________________________________

      A.N.S.A., 30 aprile 2024

      Moratoria di 18 mesi per impianti di rinnovabili in Sardegna.

      Giunta Todde approva il dl contro l’assalto delle multinazionali. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2024/04/30/moratoria-di-18-mesi-per-impianti-di-rinnovabili-in-sardegna_1bfe7338-362f-45b5-a0eb-3b738328dc6d.html)

      Stop in Sardegna per un massimo di 18 mesi alla realizzazione di “nuovi impianti di produzione e accumulo di energia elettrica da fonti rinnovabili che incidono direttamente sull’occupazione di suolo”.

      Lo stabilisce un disegno di legge approvato oggi dalla giunta regionale, un provvedimento ampiamente annunciato dalla presidente Alessandra Todde in campagna elettorale per creare un argine al cosiddetto assalto delle multinazionali che in questi anni hanno inondato i Comuni sardi di richieste di autorizzazione.

      La norma urgente punta a tutelare e salvaguardare paesaggio e ambiente e a “favorire lo sviluppo regolato e armonico degli impianti di produzione e accumulo – si legge nel testo – in armonia con le peculiarità e la conservazione del territorio regionale, nel rispetto della competenza regionale di redazione e approvazione del Ppr”.

      Tutto questo nelle more dell’emanazione dei decreti del ministro dell’Ambiente e della Sicurezza energetica e dell’approvazione della legge regionale sull’individuazione delle aree idonee. Il provvedimento di moratoria esclude gli impianti di produzione di energia elettrica da fonti rinnovabili finalizzati all’autoconsumo, quelli rientranti nelle comunità energetiche, e l’utilizzo delle coperture degli edifici per gli impianti fotovoltaici.

      La norma, transitoria, vuole “scongiurare l’irreversibilità degli impatti sul territorio regionale, in assenza di un aggiornamento e completamento della pianificazione paesaggistica, urbanistica ed energetica regionale”. L’obiettivo dell’esecutivo è arrivare ben prima dei 18 mesi all’approvazione dell’aggiornamento del Piano paesaggistico regionale con la mappa delle aree idonee.      Todde, ‘nuove regole contro il far west’

       “In questo momento c’è un far west e un vuoto normativo, abbiamo preso del tempo per mettere delle regole e per poter negoziare con lo Stato, sia per quanto riguarda l’individuazione delle aree idonee, sia per l’apertura della revisione della paesaggistica che è competenza concorrente con lo Stato”. La presidente della Regione Sardegna, Alessandra Todde, spiega così l’obiettivo dello stop per 18 mesi – “non è una moratoria, ma una sospensiva”, precisa – alla realizzazione di mega impianti da energie rinnovabili in Sardegna.Un blocco “non tanto delle autorizzazioni, perché le istruttorie sono di competenza nazionale, quanto della loro realizzazione e messa in opera”, sottolinea la governatrice parlando con i giornalisti al termine della riunione di giunta che ha approvato la proposta di legge.”Non è un provvedimento strutturale – chiarisce – ma stiamo prendendo tempo perché la situazione va gestita in maniera organica, con regole chiare di cui la mappa delle aree idonee e la revisione della paesaggistica sono le vie maestre”. La presidente ricorda qualche cifra: “Noi abbiamo un consumo di 1,5 gigawatt annui, il Thyrrenian Link ne trasporterà 3, ma l’Isola ha richieste per oltre 58 gigawatt”.Todde definisce poi “irricevibile” la bozza di aree idonee sottoposta dal ministero alla Conferenza Stato-Regioni, la cui commissione Energia è guidata dalla Sardegna con l’assessore Emanuele Cani, che prenderà il posto della predecessora Anita Pili. “Il ministero – argomenta – non può pensare di dire alle regioni dove mettere gli impianti, anche disciplinando le aree agricole. Ci devono dare le quote e su quelle ottempereremo, ma decidere dove devono essere fatti gli impianti è prerogativa della Regione”.Messa nel conto anche l’eventualità di impugnazione: “ma non si tratta di un provvedimento strutturale – ribadisce la governatrice -, non è un meccanismo che può reggere a lungo, per questo abbiamo il limite dei 18 mesi, io però confido che saranno sei, per identificare le aree idonee”. 

      L’assessore Cani, sulle aeree idonee dare centralità alle Regioniì’

      Sulla mappa delle aree idonee per la realizzazione di impianti da energie rinnovabili “l’obiettivo è quello di ridare centralità alle Regioni, noi come Regione Sardegna vogliamo decidere sul nostro territorio, vogliamo scegliere noi dove fare le cose”.Lo ha ribadito il neo assessore dell’Industria Emanuele Cani, a margine della riunione della giunta regionale che ha approvato un disegno di legge che sospende per 18 mesi qualsiasi attività di messa in opera delle strutture di produzione di energia da fonti rinnovabili come eolico e fotovoltaico. Una dichiarazione che rafforza quella della presidente Alessandra Todde, che ha definito “irricevibile” la bozza sulle aree presentata dal ministero dell’Ambiente e della sicurezza energetica.Il percorso in Conferenza Stato-Regioni, in cui la Sardegna è coordinatrice della commissione Energia, si chiuderà con la definizione di una mappa, ma poi “c’è tutta un’attività successiva della Regione che dovrà, secondo il nostro punto di vista, definire quelli che dovranno essere gli spazi occupati dagli impianti”, ha precisato Cani che coordinerà i lavori nel tavolo nazionale.Diciotto mesi di tempo, ma l’obiettivo è di stringere i tempi a sei mesi per compiere i passi necessari, tra questi prioritario è il nuovo Piano energetico regionale “fermo al 2016 – sottolinea Cani -: in questi anni sono capitate tante cose, purtroppo quel piano non è assolutamente adeguato. Questo è un adempimento che possiamo e dobbiamo assolutamente definire nel brevissimo tempo”. 

  4. aprile 30, 2024 alle 3:15 PM

    Agenzia Nova, 30 aprile 2024

    Sardegna: no a speculazione energetica, GriG lancia petizione popolare: https://www.agenzianova.com/a/6630ae0cc4cab2.66157866/5206121/2024-04-30/sardegna-no-a-speculazione-energetica-grig-lancia-petizione-popolare

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    da Casteddu online, 30 aprile 2024

    Sì all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica: il Grig lancia una petizione popolare: https://www.castedduonline.it/si-allenergia-rinnovabile-no-alla-speculazione-energetica-il-grig-lancia-una-petizione-popolare/

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    La petizione popolare, promossa dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), si firma qui https://chng.it/MNPNNM9Q62

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    da Tuscia Up, 30 aprile 2024

    GrIG: “Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica!”: https://www.tusciaup.com/grig-si-allenergia-rinnovabile-no-alla-speculazione-energetica/295917

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    da Link Oristano, 30 aprile 2024

    “No a un’overdose di energia rinnovabile”. Il Grig chiede al Governo la sospensione delle autorizzazioni.

    L’associazione ambientalista raccoglie firme per una petizione popolare: https://www.linkoristano.it/2024/04/30/no-a-unoverdose-di-energia-rinnovabile-il-grig-chiede-al-governo-la-sospensione-delle-autorizzazioni/

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    da Gallura Oggi, 30 aprile 2024

    Eolico: il No alla speculazione di Loiri Porto San Paolo, Cna e ambientalisti: https://www.galluraoggi.it/cronaca/eolico-no-speculazione-loiri-porto-cna-ambientalisti-30-aprile-2024/

  5. aprile 30, 2024 alle 10:06 PM

    da Italia Nostra – Firenze, 30 aprile 2024

    Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica. Firmiamo e diffondiamo la petizione popolare del GrIG: https://italianostrafirenze.wordpress.com/2024/04/30/si-allenergia-rinnovabile-no-alla-speculazione-energetica-firmiamo-e-diffondiamo-la-petizione-popolare-del-grig/

  6. Fabrizio Quaranta
    Maggio 1, 2024 alle 8:43 PM

    L’attivita’ agricola, la superstite bellezza ancestrale ed identitaria, storico culturale delle ns terre deve sopravvivere. Si al rinnovabile ma gestito onestamente e razionalmente, possibilmente dal “pubblico”, senza gigantesche speculazioni aggressive che finiscono per distruggere inutilmente e irreversibilmente i beni comuni, la disponibilità, l’utilità e la bellezza che appartiene a tutti e soprattutto ai nostri discendenti.
    Il paesaggio italiano è il principale motivo di turismo. La Sardegna e i crinali appenninici sono la spina dorsale del nostro paesaggio e la loro valorizzazione turistica tra i pochi redditi possibili per frenare l’abbandono delle aree interne. La loro deturpazione con enormi serie di pale o lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra per decine di ettari, e poi strade di accesso, piazzole per la manutenzione degli impianti, collegamenti e squallido cementoasfalto non sono certo un bene per un territorio fragile come quello di questi ambienti ancora integri (e per questa “colpa” fonte di appetiti speculativi”) che sarebbero sviliti definitivamente per decine di km. Meglio favorire le comunità energetiche e il mini eolico anziché i grandi speculatori, ricordando che i TETTI di migliaia di capannoni fatiscenti (e responsabili di devastazione ambientale e folle consumo di suolo fertile) da soli già basterebbero a sopperire al fabbisogno energetico da rinnovabili, come ampiamente dimostrato scientificamente da ISPRA

    Secondo ISPRA …”Due obiettivi, la tutela del suolo e la spinta alle rinnovabili, non sono necessariamente in conflitto ed è preferibile privilegiare le installazioni su edifici esistenti, infrastrutture, parcheggi e altre aree già consumate.

    Per limitare al massimo l’impatto paesistico e la perdita di aree agricole, molti dei circa 35.000 ettari ulteriori previsti per il fotovoltaico a terra (stima ISPRA e GSE al 2030) potrebbero essere realizzati su quel 7,14% del territorio nazionale dove il suolo è già occupato (2,15 milioni di ettari).

    Buona parte dei tetti degli edifici esistenti, gli ampi piazzali associati a parcheggi o ad aree produttive e commerciali, le aree dismesse o i siti contaminati sono esempi evidenti di come si potrebbe conciliare la produzione di energia da fonti rinnovabili con la tutela del suolo, dei servizi eco-sistemici e del paesaggio.

    Considerando solo i tetti degli edifici al di fuori delle aree urbane centrali e di tutti i centri abitati minori (circa 385.000 ettari in Italia), si stima che quelli dove è potenzialmente possibile installare pannelli siano compresi tra i 75.000 e i 100.000 ettari, escludendo le aree non utilizzabili e assicurando le distanze per la manutenzione (applicando la metodologia del Centro comune di ricerca della Commissione Europea). A questa superficie si potrebbe aggiungere una parte di aree di parcheggio, piazzali e altre superfici pavimentate (65.000 ettari), di infrastrutture (600.000 ettari), di siti contaminati (150.000 ettari, considerando solo quelli di interesse nazionale), di aree dismesse o altre aree impermeabilizzate, senza aumentare il consumo di suolo.

  7. caiofabricius
    Maggio 2, 2024 alle 12:49 am

    La pretesa di occupare, impermeabilizzare, tombare e degradare in maniera selvaggia, sbrigativa e irrispettosa delle comunità locali, le superstiti aree agricole fertili da parte degli speculatori energetici è ancor più preoccupante in mancanza di una seria programmazione pubblica.

    Affidare il destino dei nostri splendidi ma fragili territori modellati da secoli di difficili adattamenti a realtà agricole e ambientali che ne hanno fatto essenza socio-culturale identitaria delle popolazioni a speculatori privati con fini di lucro e profitto che si trincerano dietro un rinnovabilismo parossistico e fanatico cd “senza se e senza ma” non ha nulla di etico né tantomeno ecologico. Solo nuovi deserti ambientali ed umani, con consapevole cinico disprezzo del futuro sostenibile di quei luoghi.

  8. Riccardo Pusceddu
    Maggio 2, 2024 alle 1:49 am

    Gli impianti eolici non distruggono l’identita’ paesaggistica della Sardegna e dell’Italia tutta, come i nuraghe e i castelli e casali e quant’altro non hanno distrutto l’identita’ paesaggistica nei luoghi dove vennero costruiti. Basta con questa cantilena! Il riscaldamento globale dovuto agli impianti ad energia fossile, quello si che distrugge il paesaggio! Abbiamo bisogno di energia e di spegnere le centrali ad energia fossile. Il GrIG dovrebbe spendere le proprie energie per favorire questo obbiettivo invece che restare ancorato al passato e alla solita retorica dei continentali sfruttatori.

    • Maggio 2, 2024 alle 6:28 am

      e chi parla di “continentali”? Sveglia, sono i numeri che banalmente ci dicono che siamo alla folle cifra di quasi cinque volte l’obiettivo di produzione energetica da fonti rinnovabili a livello nazionale fissato al 2030!
      Chi vuol capire capisca, chi continua a non voler capire se ne faccia una ragione, perché è un problema solo suo. Buona giornata🌈
      Stefano Deliperi

    • caiofabricius
      Maggio 2, 2024 alle 8:38 am

      L’attivita’ agricola, la superstite bellezza ancestrale ed identitaria, storico culturale delle ns terre deve sopravvivere. Si al rinnovabile ma gestito onestamente e razionalmente, possibilmente dal “pubblico”, senza gigantesche speculazioni aggressive che finiscono per distruggere inutilmente e irreversibilmente i beni comuni, la disponibilità, l’utilità e la bellezza che appartiene a tutti e soprattutto ai nostri discendenti.Il paesaggio italiano è il principale motivo di turismo. La Sardegna e i crinali appenninici sono la spina dorsale del nostro paesaggio e la loro valorizzazione turistica tra i pochi redditi possibili per frenare l’abbandono delle aree interne. La loro deturpazione con enormi serie di pale o lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra per decine di ettari, e poi strade di accesso, piazzole per la manutenzione degli impianti, collegamenti e squallido cementoasfalto non sono certo un bene per un territorio fragile come quello di questi ambienti ancora integri (e per questa “colpa” fonte di appetiti speculativi”) che sarebbero sviliti definitivamente per decine di km. Meglio favorire le comunità energetiche e il mini eolico anziché i grandi speculatori, ricordando che i TETTI di migliaia di capannoni fatiscenti (e responsabili di devastazione ambientale e folle consumo di suolo fertile) da soli già basterebbero a sopperire al fabbisogno energetico da rinnovabili, come ampiamente dimostrato scientificamente da ISPRA.

    • caiofabricius
      Maggio 2, 2024 alle 10:04 am

      La “cantilena”, gonfia di retorica e orecchiabili ritornelli di luoghi comuni ormai incistati nelle menti perché ripetuti parossisticamente e prezzolatamente, è quella che indica la devastazione delle superstiti aree agricole e naturali come inevitabile alternativa all’energia fossile.

      Il più serio ente scientifico italiano, ISPRA ripete da anni che il fabbisogno di rinnovabili da fotovoltaico può essere tranquillamente raggiunto installando i pannelli su centinaia di migliaia di ettari disponibili di TETTI, molti dei quali su capannoni che hanno già consumato e degradato gran parte del fu Bel Paese.

      Ma non c’è più sordo di chi non vuol sentire, soprattutto se di mezzo c’è una lucrosa speculazione.

      Poi che lo squallore dei lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra a immiserire km di territorio possa paragonarsi a castelli e nuraghi, mirabili singole rare architetture svettanti su centinaia di ettari di campagne a valorizzarne e carratterizzarne la millenaria maestosa ammirabile bellezza è qualcosa che oscilla fra il tragico e il comico

  1. aprile 30, 2024 alle 3:09 PM
  2. aprile 30, 2024 alle 8:47 PM

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