Far West nei mari sardi.


centrale eolica off shore, Germania

anche su Il Manifesto Sardo, 1 aprile 2022

Siamo a un vero e proprio Far West nel Mediterraneo, dove ogni società energetica sembra poter fare quello che vuole.

Con un bel po’ di soldi pubblici, tanto per cambiare.

Questa appare, purtroppo, la situazione che si sta delineando nel campo della produzione di energia, sia da fonti rinnovabili che da fonti fossili “tradizionali”.

Terna s.p.a., progetti centrali eoliche offshore (2021)

Uno scenario reso ancora più caotico – se fosse stato possibile – dalla crisi di approvvigionamenti energetici determinata dalla guerra in Ucraina.

Fra le ultime novità, sono stati predisposti e depositati presso gli uffici della Capitaneria di Porto di Cagliari ben sei progetti di centrali eoliche offshore nei mari della Sardegna meridionale, con 216 aerogeneratori in progetto.

* Repower Renewables.p.a., dell’elvetico Gruppo Repower, un progetto di centrale eolica offshore al largo di Capo Teulada, con 33 aerogeneratori;

* Nora Ventu s.r.l., società milanese frutto dell’accordo tra Falck Renewabless.p.a. e BlueFloat Energy, due progetti di centrali eoliche galleggianti offshore con 93 aerogeneratori per una capacità complessiva di 1,4 GW a 18 miglia marine a sud est di Cagliari (Nora 2, 40 aerogeneratori) e a 6 miglia marine a sud di Capo Teulada (Nora 1, 53 aerogeneratori).  Fan balenare ben 4 mila posti di lavoro in fase di realizzazione e 300 in fase di gestione;

* Ichnusa Wind Power s.r.l., con sede a Milano, 42 aerogeneratori galleggianti alti 265 metri a circa 35 chilometri dalla costa sulcitana, per una potenza complessiva di 504 MW. L’istanza di concessione demaniale marittima è stata sospesa (aprile 2021) dopo un atto di opposizione presentato dal Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) e da alcuni Comuni rivieraschi (Carloforte, Portoscuso, Buggerru), mentre è stata svolta la fase di definizione dei contenuti dello studio di impatto ambientale (scoping) finalizzata alla successiva procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.).

* Seawind Italia s.r.l., con sede a Portoscuso, 48 aerogeneratori in progetto, istanze di concessioni demaniali marittime per due centrali eoliche offshore, la Del Toro 2 a 21 miglia marine a sud ovest dell’Isola di S. Pietro e la Del Toro 1 a 6 miglia marine al largo dell’Isola di S. Antioco.

Sardegna, progetti di centrali eoliche offshore (fLa Nuova Sardegna, 2022)

Si tratta di una delle più rilevanti conseguenze della volontà ormai di fatto conclamata di voler destinare la Sardegna e i mari sardi al ruolo di piattaforma di produzione energetica.

In ogni caso, per legge, i progetti di centrali eoliche off shore in argomento dovranno essere assoggettati ai rispettivi e vincolanti procedimenti di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), con considerazione degli impatti cumulativi (artt. 21 e ss. del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).

Tuttora nessun procedimento di V.I.A. è stato neppure avviato.

Oltre il sensibile impatto ambientale e agli impatti sulle attività turistiche e sulla navigazione commerciale, assolutamente tuttora non valutati, sarebbe oltremodo assurdo vincolare una così ampia estensione di aree demaniali, di mare territoriale e d’interesse nazionale per così lunghi termini temporali (30 e 40 anni) in assenza di qualsiasi autorizzazione per la realizzazione e la gestione della progettata centrale eolica off shore, in violazione dell’obbligo di congrua motivazione vigente per qualsiasi atto amministrativo (art. 3 della legge n. 241/1990 e s.m.i.).

Questo assalto al mare sotto il profilo energetico è, purtroppo, conseguenza della scarsa e ben poco adeguata pianificazione delle reali esigenze energetiche, della deficitaria promozione del risparmio di energia, della inadeguata diversificazioni delle fonti di produzione, della mancanza di sistemi di accumulo energetico, della contenuta capacità di trasporto da e verso la Penisola, e, soprattutto, di una efficace individuazione delle aree di rilievo naturalistico, ambientale, paesaggistico sottratte a qualsiasi tipologia di produzione di energia.

Per non parlare della contraddizione rappresentata dall’individuazione di due terminal gasieri a Porto Torres e a Portoscuso.

Mare

Ben diverso, nell’ambito di una reale e concreta pianificazione energetica, sarebbe stata l’individuazione di aree off shore per la produzione di energia eolica da parte dello Stato mediante procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.) e, successivamente, la loro messa a bando di gara internazionale verso adeguato corrispettivo annuale.

Analogamente si dovrebbe procedere anche per gli impianti di produzione energetica da fonte eolica o solare.

Le speculazioni energetiche sarebbero ben più difficili da realizzare. Forse impossibili.

Un miraggio, finora.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Mar di Sardegna, progetto di centrale eolica offshore (tratto da documentazione procedura di scoping)

(foto da La Nuova Sardegna, da mailing list ambientalista, da sito web MiTE)

Pubblicità
  1. sardo
    aprile 1, 2022 alle 11:36 am

    La situazione è palesemente antidemocratica. E’ come al miniera verde ai tempi del Duce! La Sardegna deve avere la possibilità di dire no a questa gigantesca speculazione che violenterà per sempre le sue piu preziose risorse naturali ambientali paesaggistiche e quindi turistiche. Mi pare strano che la politica autonomistica o presunta tale si vanti dell’insularità che pare solo spianare la strada proprio all’uso scellerato della produzione energetica di stampo coloniale come nei migliori territori d’oltremare…vergogna assoluta!

  2. Porico.
    aprile 1, 2022 alle 1:30 PM

    Far saltare le regole e la legalità è una delle motivazioni che caratterizzano le guerre. I beneficiari sono sempre i soliti ,quelli che amano vincere facile. Oggi li definiscono con un eufemismo ” liberisti senza regole” . Gli ammazza Stati, insomma.

  3. capitonegatto
    aprile 1, 2022 alle 2:31 PM

    A causa delle guerre del golfo, in molti comprarono le biciclette. Ora a causa di un’altra guerra , tutti a piantare pali di cemento con eliche , che non sempre girano !! E’ quindi tutta una questione di giramenti di ….

  4. sardo
    aprile 1, 2022 alle 4:54 PM

    Almeno fossero solo giramenti di…purtroppo sono vere e proprie colate di cemento e ferro collegate da enormi cavidotti che mai più verranno smaltiti nei principali golfi del Sud e del Nord est della Sardegna nonchè in tutte le alte terre.
    Tutto ciò distruggerà per sempre l’ecosistema marino di profondità che tanto abbiamo difeso dalle trivelle…e quel che resta dell’ecosistema montano dell’Isola questo il risultato..
    Le grandi lobby affaristico-predatorie della Sardegna, antica colonia Romana, hanno posto l’out out. Prendere le collanine o lasciare la propria terra…
    Per tempo c’era arrivato Francesco Cossiga ad inquadrare bene i loro rappresentanti ma il monito non è servito e non è bastato perchè li hanno fatti santi….!
    Vera tristezza: un Popolo che non riesce ad autotutelarsi dal virus giacche’ non ha anticorpi ma soprattutto non studia per crearseli.

  5. aprile 6, 2022 alle 5:31 PM

    eccone un’altra.

    da L’Unione Sarda, 6 aprile 2022
    Un nuovo parco eolico galleggiante al largo della Sardegna: accordo GreenIT-Cip.
    Sono 42 le turbine previste nella zona di mare antistante la costa sudoccidentale della Sardegna: operatività dal 2028: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/un-nuovo-parco-eolico-galleggiante-al-largo-della-sardegna-accordo-greenit-cip-wc1yu92u

  6. aprile 12, 2022 alle 2:58 PM

    dal sito web istituzionale di ENI s.p.a., 6 aprile 2022
    GreenIT e Copenhagen Infrastructure Partners: al via lo sviluppo di due parchi eolici offshore in Italia da 750MW. (https://www.eni.com/it-IT/media/comunicati-stampa/2022/04/greenit-e-copenhagen-infrastructure-partners-sviluppo-due-parchi-eolici-offshore-italia.html)

    I parchi eolici verranno realizzati su piattaforme galleggianti posizionate a oltre 35 km dalle coste di Sicilia e Sardegna.

    I progetti innovativi consentiranno di incrementare la produzione di energia verde e ridurre l’impatto ambientale, con minori emissioni di anidride carbonica fino a 1 milione di tonnellate su base annua, oltre a favorire la crescita dell’industria locale e nazionale
    I due nuovi impianti produrranno circa il 50% di energia in più rispetto a un parco eolico onshore di pari potenza, equivalente al consumo di quasi 750mila famiglie presenti nelle aree interessate dall’intervento.

    Roma/San Donato Milanese, 6 aprile 2022 – GreenIT, la joint venture tra Plenitude e CDP Equity per la produzione di energia da fonti rinnovabili, e CI IV, fondo gestito da Copenhagen Infrastructure Partners (CIP), hanno firmato un accordo per la realizzazione di due parchi eolici offshore galleggianti in Sicilia e Sardegna, entrambi posizionati a oltre 35 km dalla costa, per una capacità complessiva di circa 750MW.

    L’intesa è finalizzata allo sviluppo, alla costruzione e alla gestione di un progetto in Sicilia, al largo di Marsala, costituito da 21 turbine con una potenza di circa 12 MW ciascuna e una capacità totale di circa 250 MW, e a un secondo parco da realizzare nella zona di mare antistante la costa sud-occidentale della Sardegna composto da 42 turbine eoliche, con una potenza di 12 MW ciascuna per una capacità complessiva di oltre 500 MW.

    Ai due progetti contribuiscono, anche in qualità di soci di minoranza, società italiane con provata esperienza nello sviluppo di impianti offshore, quali Lilybeo Wind Power per la Sicilia, e Nice Technology e 7 Seas Wind per la Sardegna. Gli impianti prevedono l’utilizzo di piattaforme galleggianti e l’implementazione di soluzioni tecnologiche innovative, mirate a minimizzare l’impatto ambientale e visivo, oltre a favorire lo sviluppo dell’industria locale e nazionale.

    I due parchi eolici produrranno più di 2.000 GWh/anno, che equivalgono al consumo energetico medio annuo di quasi 750.000 famiglie nelle aree interessate, e che rappresentano, a parità di capacità installata, un incremento di circa il 50% rispetto alla produzione media di un impianto eolico onshore.

    L’avvio dell’operatività è attualmente previsto nel 2026 in Sicilia e nel 2028 in Sardegna, al termine della fase autorizzativa e della successiva costruzione.

    L’iniziativa consentirà di evitare emissioni di anidride carbonica per circa 1 milione di tonnellate su base annua, contribuendo così agli obiettivi di decarbonizzazione del Piano Nazionale Integrato Energia e Clima 2030 e alla crescita del settore eolico offshore galleggiante in Italia.

    Questo accordo rappresenta un passo importante e strategico per lo sviluppo in Italia di progetti eolici offshore galleggianti, fornendo al contempo un contributo significativo nel percorso verso un futuro a basse emissioni di carbonio.

    GreenIT

    GreenIT, è la joint venture partecipata al 51% da Plenitude (Eni) e al 49% da CDP Equity dedicata allo sviluppo, alla costruzione e alla gestione di impianti per la produzione di energia da fonti rinnovabili in Italia. Il progetto, nato nel corso del 2021, rientra nella strategia volta a sostenere la transizione energetica in Italia, aumentando la produzione di energia rinnovabile, in coerenza con gli obiettivi prefissati dal Piano Nazionale Integrato per l’Energia e il Clima 2030.

    CIP

    Copenhagen Infrastructure Partners è il più grande gestore di fondi al mondo dedicato agli investimenti in energie rinnovabili greenfield e leader mondiale nell’eolico offshore. Alla COP26, CIP ha annunciato l’ambizione e una tabella di marcia per accrescere e accelerare il proprio ruolo nel realizzare la transizione energetica investendo 100 miliardi di euro nell’energia verde entro il 2030. CIP gestisce nove fondi e circa 16 miliardi di euro di asset focalizzati sulla gestione di investimenti in infrastrutture energetiche, tra cui eolico offshore, eolico onshore, solare fotovoltaico, biomassa ed energia proveniente dai rifiuti, trasmissione e distribuzione, capacità di riserva e stoccaggio e altre risorse energetiche come Power-to-X. Per ulteriori informazioni su CIP, visitare http://www.cip.dk.

  7. aprile 22, 2022 alle 2:52 PM

    in Puglia.

    da Il Fatto Quotidiano, 22 aprile 2022
    Taranto, inaugurato primo parco eolico off shore del Mediterraneo. Gli effetti: porto elettrificato e caso di studio per l’adattamento dei delfini.
    Realizzato da Renexia e costato 80 milioni, il sito comprende dieci pale per una capacità complessiva di 30 MegaWatt e secondo le stime assicurerà una produzione di oltre 58mila MWh, pari al fabbisogno annuo di circa 60mila persone. L’iter autorizzativo durato ben 14 anni ha spinto Legambiente a manifestare a favore dell’impresa: “È un caso emblematico della via crucis autorizzativa del nostro Paese: il progetto proposto nel 2008 ha avuto la contrarietà degli enti locali e ricevuto il parere negativo della Sovrintendenza per un incomprensibile impatto visivo”: https://www.ilfattoquotidiano.it/2022/04/22/taranto-inaugurato-primo-parco-eolico-off-shore-del-mediterraneo-gli-effetti-porto-elettrificato-e-caso-di-studio-per-ladattamento-dei-delfini/6566759/

  1. No trackbacks yet.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: