Caccia ai Cormorani: la situazione è grave, ma non è seria.

Gli ultimi sviluppi dimostrano, purtroppo, le gravi carenze gestionali degli Stagni dell’Oristanese.
Diminuisce la pesca e la colpa sarebbe esclusivamente dei Cormorani.
Inquinamenti, pesca abusiva, opere pubbliche spesso disastrose non contano nulla.
E i fatti ci raccontano questo.

Con decreto Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna n. 1669/6 del 21 febbraio 2020, (pubblicato sul B.U.R.A.S. digitale n. 9, parti I e II, del 27 febbraio 2020) è stata stabilita la proroga fino al 15 marzo 2020 della stagione 2019-2020 del piano triennale di contenimento degli impatti provocati dal Cormorano (Phalacrocorax carbo) in Provincia di Oristano.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, con istanza del 27 febbraio 2020, ha chiesto l’adozione di provvedimenti di revoca/inibizione, perché l’atto è stato adottato in palese contrasto con il provvedimento favorevole al termine del procedimento di screening per la valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.) emesso dal Servizio valutazioni ambientali dello stesso Assessorato (nota S.V.A. prot. n. 6163 del 15 marzo 2019) alla condizione che “tutte le attività di sparo devono interrompersi tassativamente con l’ultimo giorno di gennaio”, perché “il prolungamento di tale attività è suscettibile di produrre effetti significativi sulle popolazioni animali (con particolare riferimento all’avifauna per ciò che concerne l’attività riproduttiva) di tutti i siti interessati”.

nota S.V.A. prot. n. 6163 del 15 marzo 2019
Infatti, gli Stagni Oristanesi rientrano tutti in siti di importanza comunitaria – S.I.C. (direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora) e in zone di protezione speciale – Z.P.S. (direttiva n. 09/147/CE sulla salvaguardia dell’avifauna selvatica), dove qualsiasi intervento dev’essere preceduto da specifica autorizzazione vincolante in materia di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.).
In questo caso c’è un esplicito diniego alla prosecuzione della caccia dopo il 31 gennaio.
Lo stesso parere I.S.P.R.A. prot. n. 8044 del 21 febbraio 2019, che autorizza l’abbattimento di 575 esemplari, cioè il 10% di quelli censiti nel gennaio 2019 (e che in linea teorica potrebbe prevedere la caccia al Cormorano fino al 15 marzo), afferma esplicitamente che permangono “prescrizioni e valutazioni previste da … VIA, VAS e strumenti gestionali simili”, cioè la procedura di V.Inc.A.
L’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna ha, invece, confermato (nota prot. n. 2147 del 5 marzo 2020) il provvedimento di proroga della caccia al Cormorano fino al 15 marzo 2020, basandosi, di fatto, sulla mera richiesta effettuata in data 4 febbraio 2020 del Nuovo Consorzio Cooperative Pontis, operante nel solo Stagno di Cabras, e giustificandola con il solo parere I.S.P.R.A.

Dalla documentazione fornita dallo stesso Assessorato è emersa una situazione che solo eufemisticamente può esser definita grave:
* da affermazioni della Provincia di Oristano (verbale provvisorio C.F.R. del 19 febbraio 2020) e dello stesso Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna (relazione istruttoria del 18 febbraio 2020)si apprende che tuttora non sussiste alcuna relazione di incidenza ambientale (D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i., Allegato G) “chiesta … sin dal 2016” da porre a base della relativa procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.);
* non risulta alcuna reale valutazione tecnico-scientifica degli effettivi danni provocati dal Cormorano sulla fauna ittica d’interesse commerciale, eventualmente posta a base del provvedimento di proroga;
* non è dato conoscere nemmeno l’efficacia, se sussistente, dell’abbattimento dei Cormorani ai fini dell’aumento della pesca.
La situazione avrebbe dovuto portare all’applicazione del fondamentale principio di precauzione (artt. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea – TFUE e 3 ter del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), per evitare altamente probabili danni al patrimonio faunistico protetto nel periodo della riproduzione.

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, quindi, reiterato (6 marzo 2020) la richiesta di blocco della caccia al Cormorano, coinvolgendo il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, il Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna, i Carabinieri del N.O.E., il Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale, informandone le Procure della Repubblica presso i Tribunali di Cagliari e di Oristano.
Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare si è prontamente attivato (la violazione della disciplina comunitaria di tutela della Rete Natura 2000 comporta responsabilità dello Stato in sede europea), richiedendo (nota D.G. Patrimonio Naturalistico prot. n. 17426 del 6 marzo 2020) immediati chiarimenti alla Regione autonoma della Sardegna.

La gestione delle zone umide dell’Oristanese dovrebbe esser considerata una buona volta nella sua ottica complessiva, comprendendo finalmente anche la promozione del turismo naturalistico come forma di integrazione del reddito dei pescatori, così come avviene in tutta Europa.
La predazione della risorsa ittica da parte dei Cormorani dev’essere valutata nella sua concretezza (reali quantitativi, reale interesse commerciale o meno, reale ricaduta economica, ecc.), così come gli importi dei consueti indennizzi in favore dei pescatori, senza tralasciare le pesanti conseguenze determinate dai persistenti fenomeni di inquinamento e anossìa e dalla pesca abusiva.
E’ ora di finirla di scaricare ogni colpa sulla presenza dei Cormorani e di danneggiare con le battute di caccia tutta l’avifauna protetta a causa del pesante disturbo nella fase riproduttiva.
La situazione è grave, ma non è seria, avrebbe detto il grande Ennio Flaiano, cambiamola una buona volta.
Gruppo d’intervento Giuridico onlus

(foto Raniero Massoli Novelli, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)
“Dalla documentazione fornita dallo stesso Assessorato è emersa una situazione che solo eufemisticamente può esser definita grave:
* da affermazioni della Provincia di Oristano (verbale provvisorio C.F.R. del 19 febbraio 2020) e dello stesso Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna (relazione istruttoria del 18 febbraio 2020)si apprende che tuttora NON sussiste alcuna relazione di incidenza ambientale (D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i., Allegato G) “chiesta … sin dal 2016” da porre a base della relativa procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.);
* NON risulta alcuna reale valutazione tecnico-scientifica degli effettivi danni provocati dal Cormorano sulla fauna ittica d’interesse commerciale, eventualmente posta a base del provvedimento di proroga;
* NON è dato conoscere nemmeno l’efficacia, se sussistente, dell’abbattimento dei Cormorani ai fini dell’aumento della pesca.
La situazione avrebbe dovuto portare all’applicazione del fondamentale principio di precauzione (artt. 191 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea – TFUE e 3 ter del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), per evitare altamente probabili danni al patrimonio faunistico protetto nel periodo della riproduzione.”
Per riassumere:
Punto n°1- non sussiste
Punto n°2- non risulta
Punto n°3- non è dato conoscere…
E allora? Uno si leva di buon mattino ( anche se è assessore…) e decide autonomamente senza tener conto di quanto è esplicitato sopra, di …
Per me è incomprensibile.
Credo di averlo già espresso in qualche post precedente che…ci deve essere UNITARIETA’ di intenti, di prese di posizione e di decisioni. Invece…
Ora il ministro dell’Ambiente si è attivato come specificato nel post ed ha chiesto immediati chiarimenti alla Regione Sardegna.
Immediati? sì, crasi, corona virus permettendo…
È indecente che dobbiamo essere rappresentati e subire le ordinanze di una simile marmaglia…..
Abbattere questi magnifici uccelli , per permettere di mangiare piu’ pesce ? Questo e’ assurdo !!! Vediamo piuttosto di contaminare di meno le zone umide, preservando tutti, cormorani e pesci.
dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
Ambiente, il Presidente Solinas: “Un milione di euro ad Enti locali per danni fauna selvatica e attività censimento cormorani”.
Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, annunciando la determinazione dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente che finanzia gli enti locali per le attività di censimento dei cormorani e per l’indennizzo dei danni per il 2020. (https://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=225)
Cagliari, 8 aprile 2020 – “Con uno stanziamento complessivo di 1 milione di euro, la Regione prosegue il piano di contenimento della fauna selvatica che causa ingenti danni alle produzioni agricole, zootecniche ed ittiche isolane, salvaguardando le attività di alcuni settori produttivi fondamentali per l’economia di tante famiglie sarde”. Lo ha detto il presidente della Regione, Christian Solinas, annunciando la determinazione dell’Assessorato della Difesa dell’Ambiente che finanzia gli enti locali per le attività di censimento dei cormorani e per l’indennizzo dei danni per il 2020.
Per il censimento dei cormorani sono stati assegnati finanziamenti per un totale di 150mila euro a favore della Città Metropolitana di Cagliari (22.500 euro) e delle Amministrazioni provinciali di Sassari (15.000), Sud Sardegna (45.000), Nuoro (7.500) e Oristano (60.000). Mentre per l’indennizzo dei danni causati dalla fauna selvatica alle produzioni agricole e zootecniche sono stati stanziati un totale di 850mila euro per la Città Metropolitana di Cagliari (78.931 euro) e le Amministrazioni provinciali di Sassari (254.439), Sud Sardegna (257.567), Nuoro (158.576) e Oristano (100.487), che dovranno provvedere a stimare e liquidare i danni.
“L’attività di censimento dei cormorani è fondamentale perché, negli ultimi anni, la loro presenza in Sardegna è notevolmente aumentata, provocando danni ingentissimi – ha spiegato l’assessore dell’Ambiente, Gianni Lampis – La difesa dei sistemi produttivi locali è un’azione prioritaria per la Giunta regionale che vuole realizzare un nuovo modello di coesistenza delle attività produttive con la difesa dell’ambiente”.
i soliti Cormorani.
da L’Unione Sarda, 18 ottobre 2023
Cabras, rubati 110 chili di cozze nello stagno: due arresti, altri due fuggiti in motoscafo.
I molluschi sono stati trafugati nel canale scolmatore dall’allevamento di Nieddittas: https://www.unionesarda.it/news-sardegna/oristano-provincia/cabras-rubati-110-chili-di-cozze-nello-stagno-due-arresti-altri-due-fuggiti-in-motoscafo-dryxjnzv
sempre ‘sti maledetti Cormorani!
A.N.S.A., 13 dicembre 2024
Pesce rubato in stabulari servito in ristoranti dell’Oristanese.
Quattro indagati e sequestrati 400kg di prodotti alimentari.
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da L’Unione Sarda, 13 dicembre 2024
Oristano, pesce rubato e prodotti scaduti sulle tavole dei ristoranti: maxi sequestro da due quintali.
Un vero e proprio sistema per comprare a basso prezzo prodotti ittici, erano gli stessi ristoratori a contattare i rivenditori illegali: quattro indagati, le attività rischiano la chiusura. (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/oristano-provincia/oristano-pesce-rubato-e-prodotti-scaduti-sulle-tavole-dei-ristoranti-maxi-sequestro-da-due-quintali-cf91wkgx)
Pesce rubato negli allevamenti del Golfo di Oristano e rivenduto ai titolari di alcuni ristoranti. Privo di informazioni sulla tracciabilità e spesso mal conservato, anche a discapito degli stessi consumatori.
I titolari di quattro ristoranti della Provincia sono indagati per ricettazione e impiego di alimenti di provenienza illecita, non tracciata e in cattivo stato di conservazione. Le attività sono state perquisite dalla Polizia in collaborazione con il Servizio di Igiene e Prevenzione Sanitaria della Asl.
L’indagine, coordinata dalla Procura di Oristano e condotta dalla Squadra Mobile in collaborazione con la Capitaneria di Porto, è partita qualche mese fa, dall’arresto in flagranza di due persone responsabili del furto di un ingente quantitativo di cozze e altri prodotti ittici ai danni di alcuni allevamenti presenti nel Golfo.
Subito gli investigatori, dopo aver identificato e denunciato due complici degli arrestati, accertarono che il furto di quella notte non era un episodio isolato, ma faceva parte di un’ampia attività criminale che andava avanti da tempo, con la complicità dei ristoratori. Una florido mercato nero di rivendita del pesce, poi utilizzato in rinomate attività di ristorazione.
I titolari delle attività infatti contattavano con cadenza settimanale i loro rivenditori illegali, organizzando le compravendite di orate, spigole, muggini, cozze, vongole e cannolicchi. In quantità ingenti e in spregio alle norme sulla tracciabilità e l’igiene degli alimenti. Il pesce infatti, spesso veniva acquistato già in cattivo stato di conservazione e veniva poi somministrato agli ignari clienti, mettendo a rischio la loro incolumità.
Le perquisizioni hanno confermato le ipotesi degli inquirenti e portato al sequestro di grosse quantità di alimenti. Per lo più pesce, ma non solo. Anche carni e salumi conservati male, non tracciati e persino scaduti. Ma pronti per essere somministrati ai clienti.
Sequestrati in totale oltre 200 chili di alimenti, 120 di pesce e 80 di carne. Oltre alle contestazioni penali, ci sono quelle amministrative: parliamo di diverse migliaia di euro a ciascun ristoratore, con le attività che rischiano una lunga chiusura.
sempre colpa dei Cormorani!!!
da La Nuova Sardegna, 6 novembre 2025
Linea dura contro la pesca di frodo, il prefetto di Oristano intensifica i controlli.
Nuove misure nelle lagune di Arborea, Cabras e Terralba. (Alessandro Mele)
Arborea Il prefetto di Oristano Salvatore Angieri ha riunito il comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica per fare il punto sulla pesca di frodo nel comparto lagunare di Arborea, Cabras e Terralba. Il tema, già più volte all’attenzione della prefettura, è stato nuovamente esaminato alla luce di alcuni esposti presentati dai presidenti delle cooperative che gestiscono in concessione gli stagni e che lamentano furti di prodotti e di attrezzature. Secondo quanto riferito, ad emergere dal tavolo è stato un aumento delle denunce e un maggiore controllo sulle condotte illecite. «Segnali che testimoniano l’avvio di un percorso di legalità condiviso – fanno sapere dalla prefettura –. Questo impegno si affianca agli importanti progressi ambientali conseguiti con il dragaggio e la pulizia dei canali, interventi che hanno restituito ossigeno e nuove prospettive di sviluppo agli stagni».
Alla luce degli «ottimi risultati ottenuti», sono state analizzate, con l’aiuto dei rappresentanti del comparto, le criticità ancora presenti e discusse ulteriori soluzioni operative e di carattere preventivo. A conclusione dell’incontro, il prefetto Salvatore Angieri ha disposto l’attivazione in questura di un tavolo tecnico incaricato di pianificare servizi periodici coordinati, in alternanza tra le forze di polizia, la Capitaneria di porto e il Corpo forestale, con l’obbiettivo di assicurare una vigilanza costante sui compendi interessati.
È stato inoltre ribadito l’invito ai concessionari e agli operatori del settore a segnalare tempestivamente alle forze dell’ordine ogni episodio illecito, per consentire l’avvio immediato delle indagini e garantire una più efficace azione di contrasto. Proseguiranno, infine, i controlli sulla catena della distribuzione, per contrastare la commercializzazione di pesce non tracciato e tutelare la salute dei consumatori.
Negli ultimi mesi, il tema dei reati connessi alla pesca di frodo è stato tra quelli più interessati dalle indagini degli inquirenti in tutto l’Oristanese. Un tema che ha coinvolto anche le amministrazioni comunali delle aree lagunari maggiormente colpite, i consorzi e le cooperative del settore. L’obbiettivo, come dichiarato più volte dallo stesso comitato per l’Ordine e la sicurezza pubblica, è proprio quello di dare un colpo definitivo al sistema della pesca di frodo in modo da evitare danni alle aziende ma anche all’intero ecosistema.
maledetti Cormorani!
da La Nuova Sardegna, 9 dicembre 2025
Pescatori di frodo tornano a riva con 20 chili di pesce, ma a terra li aspettano i carabinieri.
Avevano appena concluso una battuta non autorizzata nello stagno di Cabras: per loro multa salata.
Cabras. Non con le mani nel sacco, ma coi pesci nelle reti. La notte scorsa, quella tra l’8 e il 9 dicembre, non ha portato bene ai pescatori di frodo che al loro ritorno a terra hanno trovato i carabinieri ad attenderli. I militari della Compagnia di Oristano, in collaborazione con la stazione Carabinieri di Cabras, hanno condotto un’operazione mirata contro la pesca abusiva negli stagni di Cabras, Arborea e Terralba. Durante i controlli, due cabraresi con qualche problema passato con la giustizia sono stati sorpresi mentre stavano effettuando una battuta illegale nello stagno di Cabras. Utilizzando un barchino attrezzato con reti e attrezzatura varia, avevano catturato oltre 20 chili di muggini senza però avere le autorizzazioni obbligatorie per pescare in quell’area. Nei loro confronti sono state elevate sanzioni amministrative secondo quanto previsto dall’articolo 7 bis della legge regionale 39 del 1956: ora dovranno pagare una multa tra i 500 e gli 800 euro. Non è finita qui perché i carabinieri hanno sequestrato la piccola barca, l’attrezzature e il pescato, che è stato successivamente restituito alla cooperativa che gestisce la pesca nello stagno di Cabras.
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da OR News, 9 dicembre 2025
Cabras, pescavano di notte nello stagno. Sequestrati barchino, reti e 20 chili di muggini.