Poggibonsi, il “massacro” degli alberi di Piazza Mazzini è concluso.

Poggibonsi, Piazza Mazzini, abbattimento degli alberi
A cavallo di Ferragosto (fra il 13 e il 17 agosto 2018) il Comune di Poggibonsi ha proceduto al taglio delle decine di maestosi alberi che da decenni facevano della Piazza Mazzini un vero e proprio polmone verde.
Com’è noto, il Comune di Poggibonsi ha predisposto e avviato la realizzazione del progetto “Intervento di riqualificazione di Piazza Mazzini” (importo euro 2,3 milioni), rientrante nel Progetto di Innovazione Urbana promosso dai Comuni di Poggibonsi e Colle Val d’Elsa con finanziamento comunitario e della Regione Toscana, progetto che va a modificare radicalmente lo spazio pubblico e ha eliminato gli alberi storici.

Poggibonsi, Piazza Mazzini con i suoi alberi “storici”
Purtroppo, la Soprintendenza per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio di Siena aveva comunicato (nota prot. n. 657 del 9 gennaio 2018) di non ritenere “bene culturale” la Piazza fondamentalmente a causa delle pesanti distruzioni subite durante il secondo conflitto mondiale, che hanno stravolto l’originario contesto urbanistico.
Ma vittime dell’insensato progetto di riqualificazione oltre ai poveri alberi e ai costernati residenti della zona, sono stati i tanti uccelli che lì nidificavano. Merli, Capinere, Tortore dal collare, Colombacci, Verdoni, Verzellini.

Merlo femmina (Turdus merula)
Reiterate diffide effettuate dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus (16 aprile 2018 e 26 aprile 2018) e la mobilitazione del combattivo Comitato popolare “Piazza Mazzini” hanno consentito la sospensione del taglio dei maestosi alberi per il periodo della nidificazione, così come previsto dalla legge (art. 5 della direttiva n. 2009/147/CE sulla tutela dell’avifauna selvatica, esecutiva in Italia con la legge n. 157/1992 e s.m.i.).
Sono intervenuti più volte i Carabinieri Forestale e i lavori sono stati sospesi. Poi a metà agosto l’atto finale.

Passera d’Italia (Passer italiae, foto S.Bottazzo)
Dopo il taglio per giorni e giorni gli abitanti della zona han visto aggirarsi piccoli uccelli in mezzo a tronchi e rami abbattuti. Forse la nidificazione non era completata, chissà.
Una cosa è certa: l’art. 38 della legge regionale Toscana n. 3/1994 e s.m.i. stabilisce che siano i Comuni a “provvedere … all’organizzazione delle attività di recupero dei pulli e dei cuccioli in difficoltà” e opportunamente il Comune di Poggibonsi (deliberazione Giunta comunale n. 192 del 3 luglio 2018) ha deciso di stipulare una convenzione per la restante parte del 2018 con l’associazione SOS Animali onlus di Arcidosso (GR) per “l’attività di recupero dei pulli e cuccioli di fauna selvatica” nel territorio comunale.
L’Associazione è stata avvertita dal Comune per lo svolgimento dell’attività di recupero dei pulli in Piazza Mazzini?
Nessun residente ha visto alcun recupero degli uccellini che vagavano fra rami e tronchi abbattuti.
Sì, certo, sarà anche un aspetto di modesta importanza, ma il valore delle azioni amministrative si vede spesso e volentieri dalla cura nelle piccole cose.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Cardellini (Carduelis carduelis)
aggiornamento (29 settembre 2018)
l’associazione SOS Animali onlus ha comunicato di non aver ricevuto alcuna segnalazione in proposito: la Presidente dott.ssa Fiora Branconi si dichiara “enormemente dispiaciuta anche perchè avremmo potuto effettivamente salvare o provare a salvare i piccoli“.
L’associazione SOS Animali onlus agisce da diversi anni per il soccorso degli animali selvatici nelle Province di Siena e di Grosseto, con l’ausilio di veterinari specializzati, e ha attivato il numero verde (operativo 24 ore su 24) 331 – 1285509 per le attività di recupero, soccorso e cura della fauna selvatica in difficoltà o coinvolta in incidenti stradali.

Poggibonsi, Piazza Mazzini, abbattimento degli alberi
(foto Stefano Bottazzo, per conto GrIG, archivio GrIG)
Horror naturae. Anche a Firenze l’assessora pd distrugge il verde storico per ripiantare meli cinesi. Odio per il profilo nobile della città lasciato dalla amministrazione ottocentesca, che si vuole cancellare. Lotta di classe culturale. Vogliono lasciare il segno per passare anche loro alla storia e ci riusciranno purtroppo, come Gengis Khan.
da Il Cittadino online, 7 settembre 2018
“Il massacro degli alberi di piazza Mazzini è concluso”: http://www.ilcittadinoonline.it/cronaca/provincia/massacro-degli-alberi-piazza-mazzini-concluso/
Che rabbia!
lo scorso sabato 6 ottobre 2018 si è svolta a Poggibonsi, promossa dal Comitato popolare “Piazza Mazzini”, la partecipata conferenza pubblica “: La città verde, Alberi fonte di benessere in contesto urbano”.
Ecco la sintesi degli interventi.
Inizia il dr.Tommaso Addabbo ( wwf sez.Siena) che spiega “Il valore della biodiversità nelle nostre città “.
Si sottolinea il fatto che comincia ad essere evidente come la mancanza del contatto con la natura abbia effetti negativi sulla salute, soprattutto nelle fasi della crescita. Il contatto con il verde urbano e con la biodiversità cittadina è spesso l’unica occasione per vivere la natura nel quotidiano: parchi e giardini hanno un ruolo fondamentale nel contrastare il “deficit di natura” che, purtroppo, influenza in modo sempre più determinante la vita di ragazzi e bambini che vivono nelle nostre città. Il WWF rivolge un appello a tutte le istituzioni per un grande piano nazionale per il verde urbano: un piano per migliorare, da subito, la qualità della vita e la salute di chi vive nelle città italiane. Alla luce di tutte le ricerche che documentano l’importanza del verde nei sistemi urbani per la salute e il benessere dei cittadini (in particolare per il sequestro del carbonio e la cattura di particolato come PM 10 e PM 2,5 nonché del protossido di azoto e di anidride solforosa) il WWF ritiene che questo capitale naturale debba essere arricchito e correttamente gestito in tutte le aree urbane. Nel caso dell’abbattimento di tutti i grandi Alberi della piazza Mazzini di Poggibonsi per il progetto di “riqualificazione” deciso dal comune, si sono distrutte insieme ai 35 grandi Alberi, anche le 15 specie di avifauna che li abitavano con la loro perdita irrecuperabile. Si invitano perciò le amministrazioni dei comuni ad evitare di mettere in atto progetti che non siano rispettosi della biodiversità.
Il dr Francesco Zangari ( dottore in scienze agrarie, Tecnico gestione aree verdi) parla degli “Effetti climatici”
Introduce il tema sottolineando prima di tutto che lo stravolgimento di un luogo crea inevitabilmente disorientamento e quando non strettamente necessario, dovrebbe in linea di massima essere evitato proprio per l’impatto di ordine psicologico, affettivo ed estetico che suscita.
Si nota spesso invece in molte progettazioni “moderne”, il desiderio di lasciare il segno proponendo/imponendo ai cittadini un nuovo modello di uso del luogo. Non di rado si assiste, come prima conseguenza, a un abbandono del luogo stesso che i cittadini non riconoscono più come proprio.
Spesso assistiamo a riqualificazioni che, animate da buoni propositi di ammodernare un’area, ne peggiorano la vivibilità. A Bologna, ad esempio, durante il restauro di Piazza Minghetti, l’eliminazione di alcuni alberi si è tradotto in un aumento della temperatura di ben 3°C a causa della maggiore insolazione. Ogni singola pianta è pertanto preziosa per i benefici che apporta, in città più che altrove, catturando le polveri sottili, assorbendo i gas tossici e regolando le temperature. L’ISPRA calcola che in Europa muoiono ogni anno circa tre mila persone a causa delle isole di calore che si formano nelle aree urbane. La cappa di calore che avvolge le città durante il periodo estivo inoltre, attira proprio sui centri abitati, le perturbazioni come il violento evento meteorico che colpì la zona sud di Firenze nell’agosto 2015. Vero è che a causa di carenze ed errori passati di progettazione e gestione del verde, a volte troviamo alberi messi a dimora in siti poco adatti o piante con difetti strutturali, tuttavia ogni nuovo progetto di modifica dell’esistente non può che partire da una preliminare valutazione dello stato di salute di ogni singolo albero da parte di un agronomo, figura abilitata a ciò dal legislatore. Si evita così il rischio di abbattere alberi che a occhi non esperti possono erroneamente apparire vetusti o pericolosi perdendo il valore intrinseco che invece ancora possiedono. Ciò che deve essere chiaro a tutti è che ogni volta che si abbatte un albero adulto in città, occorrono nella migliore delle ipotesi almeno 8-10 anni prima di poter riavere un adeguato ombreggiamento.
Il dr Lorenzo Orioli (CCTA coordinamento cittadino Tutela Alberi di Firenze) parla del “Valore economico degli Alberi”
Si sottolinea l’importanza del verde pubblico che, oltre agli innegabili benefici ambientali e paesaggistici, assomma anche quelli politici. L’albero è soggetto politico e la cura del verde in città dà la misura della democraticità e dell’attenzione che l’amministratore pubblico rivolge alla cittadinanza. L’esempio dei parchi cittadini negli Stati Uniti o in Gran Bretagna, e la loro attenta cura, danno la misura della dimensione politica che il verde urbano riveste per quelle società. Da noi, presso le nostre amministrazioni non è così. E’ un fatto culturale, certamente. Purtroppo, negli ultimi anni, si sta pianificando il verde urbano all’insegna della paura: si fa di tutto per evitare il danno (caduta alberi), ma ottenendo l’effetto contrario. I cambiamenti climatici impattano non solo in occasione di eventi estremi (pioggia intesa, nubifragi, etc) come avvenne nel 2015 a Firenze, quando caddero innumerevoli alberi, ma anche attraverso l’alterazione del microclima (eccesso di temperature), che si ripercuote sul tasso di mortalità della popolazione anziana che risiede in città. L’albero, le alberature, sono beni pubblici, sia che insistano su suolo pubblico che su suolo privato. Sono addirittura bene comuni, per i servizi ecosistemici che essi forniscono, ma anche per i benefici estetici. Un paesaggio urbano privo di alberature od una piazza spoglia di alberi monumentali, perde in valore ornamentale ed in valore economico, influendo tra l’altro sul valore medio degli immobili adiacenti. Oggi le tecniche estimative permettono di stabilire il valore economico ornamentale delle piante che crescono in città. Laddove l’abbattimento non necessario di alberi di prima grandezza avviene senza motivo di imminente pericolosità per le persone, non è escluso che si possa ravvisare un danno erariale, oltre a un danno ecologico monetariamente quantificabile. Affermare che un albero ha breve vita in città, per cui ad un certo punto, a calendario, se ne determina il taglio, se da una parte semplifica la pianificazione dell’amministratore pubblico, dall’altra parte non tiene conto della loro potenzialità biologica. Gli alberi tendono all’immortalità, se la loro vita è commisurata a quella dell’Uomo. Non esiste una relazione esatta, lineare, sempre esatta quindi, tra sviluppo morfologico ed incremento diametrico degli alberi e loro effettiva età biologica. La botanica ci insegna che questi misteri della Natura che sono le piante arboree, portano in sé tre età, cronologica, ontogenetica e fisiologica…ma sarebbe troppo pretendere che un amministratore pubblico ne tenesse conto: pretendere che un albero non sia trattato come un palo della luce sarebbe già molto.
Il dott Orioli conclude la relazione con il Decalogo degli Alberi che auspica essere osservato da ogni cittadino ma in primo luogo dagli amministratori comunali.
Il Dr. Mario Bencivenni ( Storico dei giardini, Docente presso l’Università La Sapienza di Roma) parla del “Valore storico, tutela e riqualificazione”.
Ha iniziato descrivendo il grande valore identitario, storico, compositivo, culturale, paesaggistico e ambientale, quest’ultimo per le sue magnifiche alberature, della piazza Mazzini di Poggibonsi, realizzata su progetto dell’architetto poggibonsese Carlo Del Zanna, inserito nel piano di ricostruzione della città dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale. Il nuovo progetto di ” riqualificazione” della piazza ha causato la perdita di questi importanti valori ed è stato inoltre messo in atto violando due importanti leggi dello stato italiano e cioè il decreto legislativo 42/2004 , Codice dei Beni culturali, per la tutela del patrimonio culturale, la sua conservazione e il suo restauro di cui sono responsabili gli organi periferici statali (in questo caso le Soprintendenze del MIBACT) e la legge 10/2013 e le sue linee guida, varate nel 2017 dal Comitato di Controllo per l’attuazione della legge, appositamente istituito nel 2014 presso il Ministero dell’Ambiente. Essa stabilisce in modo preciso il principio che il verde urbano debba essere curato e potenziato dalle amministrazioni locali, mediante percorsi condivisi coi cittadini. Il prof. Mario Bencivenni ricorda quell’importante prontuario della tutela, scritto un secolo fa da un grande storico dell’arte dell’Impero Austro Ungarico Max Dvořák (Il Catechismo della tutela dei Monumenti) che, nel 1971 un grande storico dell’arte , Roberto Longhi, fece tradurre in italiano e pubblicato sulla rivista “Paragone Arte”(n.257, luglio 1971) e divulgato prontamente dall’allora presidente di Italia Nostra, Giorgio Bassani, nella rivista dell’associazione, A tale prontuario bisognerebbe che ogni amministrazione facesse riferimento prima di intraprendere qualsiasi intervento su ambienti monumentali specialmente quando si tratta di impiegare notevoli risorse messe a disposizione dalla comunità europea, tramite le regioni, proprio per migliorare aree urbane nel rispetto della tutela del patrimonio culturale e delle legislazioni vigenti che invece nel caso di Piazza Mazzini, sono state del tutto disattese .
Scusate, a leggere tutto questo ci si sente male, è possibile sapere se chi ha causato questi enormi danni è poi stato punito o come sempre finisce tutto a bruschette?
..l’ottuso progetto di rifacimento della Piazza era autorizzato.
TERZO anniversario del massacro di Piazza Mazzini a Poggibonsi (SI) , Lucifero infuoca la piazza “riqualificata”, non potrò mai nè perdonare nè dimenticare questa strage di Storia, di Vita Vegetale ed Animale voluta dal Comune e dalla Regione Toscana , si sono venduti la piazza per 2 milioni e 350 mila euro,
grazie GrIG di essere stato in prima linea per tentare di salvarla dall’idiozia di amministratori che hanno voluto distruggere invece che restaurare la piazza Mazzini storica della nostra città