Sardegna bene paesaggistico d’Italia.


Villasimius, Porto sa Ruxi

La Sardegna ha bisogno di attenzione, cura e tutela dei propri straordinari valori ambientali e paesaggistici.

E’ questo il senso dell’appello rivolto al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru da uomini di cultura, ambientalisti, giuristi, urbanisti e, soprattutto, tanti cittadini che vogliono difendere il bene paesaggistico d’Italia, posto in pericolo oggi da un disegno di legge regionale sul governo del territorio fin troppo generoso con mattoni e cemento[1].

 

Arbus, Dune di Piscinas

Sardegna bene paesaggistico d’Italia

Il Piano paesaggistico della Sardegna (2006), obbligatorio secondo il Codice dei beni culturali e del paesaggio, è strumento indispensabile per la difesa delle coste dell’Isola e ottimo esempio per altre esperienze di pianificazione. In questi dieci anni ha resistito al referendum abrogativo contro la legge “Salvacoste” del 2004, suo presupposto, e a numerosissimi ricorsi presso i tribunali amministrativi oltre che al goffo tentativo di cancellarlo da parte del governo  di Ugo Cappellacci.

Teulada, complesso “Rocce Rosse” (residence + “seconde case”)

L’attuale governo di centrosinistra ha dato il via, nell’aprile 2015,  a un piano-casa nella logica di Berlusconi, mentre nel marzo scorso ha approvato un disegno di legge con l’idea di “snellire” e “semplificare” i procedimenti, con gravi deroghe al PPR in violazione dell’art. 9 della Costituzione.

La legge, se sarà approvata, sarà certamente dichiarata incostituzionale, ma nel frattempo produrrà la destabilizzazione della tutela del territorio dell’Isola, con effetti devastanti specialmente nella fascia costiera.

L’obiettivo del Ddl è soprattutto evidente in alcuni articoli che darebbero vita a un programma derogatorio durevole, con l’ampliamento di alberghi a pochi passi dal mare (art. 31), favorendo grandi progetti pure in contrasto con il PPR (art. 43), con l’aumento delle volumetrie turistiche già dimezzate da precedenti disposizioni (art. A4). Ma sono tanti altri i contenuti inaccettabili della normativa, ad esempio sull’uso delle aree agricole.

Allo stesso obiettivo di allontanamento dalla vigente disciplina di tutela vanno ascritte le insostenibili critiche mosse da esponenti della Giunta regionale al soprintendente  Fausto Martino, al quale va la nostra solidarietà e il nostro apprezzamento per la benemerita azione che svolge in difesa dei beni culturali dell’Isola.

Alghero, Pischina Salida, Hotel Capo Caccia

Sono queste le ragioni dell’appello che sottoponiamo al presidente Francesco Pigliaru chiedendogli di confermare il livello di tutela previsto dal PPR, da estendere alle zone interne, sospendendo nel frattempo l’iter di approvazione del Ddl, avviandone il riesame alla luce delle numerose e autorevoli critiche espresse in questi mesi.

Paolo Berdini, Piero Bevilacqua, Graziano Bullegas, Stefano Deliperi,  Vezio De Lucia, Tore Dessena, Vittorio Emiliani, Maria Pia Guermandi, Paolo Maddalena, Antonietta Mazzette, Tomaso Montanari, Maria Paola Morittu,  Sandro  Roggio, Edoardo  Salzano,  Tore    Sanna,  Alessio Satta, Salvatore Settis,  Carmelo Spada

Settembre 2017

 

Le adesioni possono essere inviate alla Consulta delle associazioni ambientaliste della Sardegna consulta.sardegna@tiscali.it

 

________________

[1] qui i testi del disegno di legge regionale:

 

Domus de Maria, Capo Spartivento, mare

(foto S.D., archivio GrIG)

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  1. Mara
    settembre 8, 2017 alle 8:21 am

    Scusa, ma non mi è chiaro, adesioni via mail, ma a cosa? Al testo dell’appello, molto condivisibile, ma in che forma?

  2. Francolino
    settembre 8, 2017 alle 11:52 am

    Giustissimo, datecii qualche chiarimento si inviano i dati anagrafici e la scritta aderisco??????
    La richiesta di adesione è un poco vaga……
    grazie

  3. settembre 8, 2017 alle 3:03 PM

    da Emergenza Cultura – in difesa dell’articolo 9, 7 settembre 2017
    Sardegna bene paesaggistico d’Italia: https://emergenzacultura.org/2017/09/07/sardegna-bene-paesaggistico-ditalia/

    ________________

    da Sardinia Post, 8 settembre 2017
    “Sardegna bene paesaggistico d’Italia”: appello nazionale al presidente Pigliaru: http://www.sardiniapost.it/ambiente/sardegna-bene-paesaggistico-ditalia-lappello-nazionale-al-presidente-pigliaru/

  4. settembre 8, 2017 alle 3:05 PM

    le adesioni sono naturalmente all’appello. Basta scrivere “aderisco” o espressioni simili 😉

  5. settembre 19, 2017 alle 10:43 PM

    A.N.S.A., 19 settembre 2017
    Caos Urbanistica, attacchi incrociati su ddl della discordia. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/09/19/urbanistica-mozione-pd-contro-borletti_bd022de7-084b-446b-bf50-31cce04870c3.html)

    Le prerogative della Regione Sardegna in materia di urbanistica non possono essere messe in discussione, né rallentate, se non nelle forme e nei modi previsti dalla Costituzione. E’ il senso della mozione presentata dal gruppo del Pd in Consiglio regionale – anticipata dal capogruppo Pietro Cocco all’ANSA subito dopo il vertice di una settimana fa con Francesco Pigliaru – a seguito dell’impugnazione della legge omnibus su cui si fonda la nuova normativa per governare il territorio isolano.

    L’atto impegna il Pigliaru a “rappresentare con urgenza al presidente del Consiglio dei ministri lo sdegno per l’inaccettabile atteggiamento, qui riportato puntualmente, assunto dagli uffici territoriali del Mibact nei confronti della Regione Sardegna”, e a chiedere “quali siano le ragioni di tale atteggiamento”, infine se “le dichiarazioni della sottosegretaria Borletti Dell’Acqua Buitoni, nel merito di provvedimenti sui quali si deve pronunciare la Corte costituzionale, corrispondano al parere del Cdm”.

    In riferimento alla legge di manutenzione impugnata, la sottosegretaria aveva parlato di “un impianto normativo tale da privare il Mibact del potere di valutare”. Posizione che aveva alimentando aspre polemiche, nell’Isola come a Roma, e che vede la Giunta di Francesco Pigliaru contrapporsi al Governo, al ministero e al sovrintendente Fausto Martino.

    L’EX ASSESSORE SANNA REPLICA: “FARSA INCOMMENSURABILE” – “Una farsa incommensurabile”. Così l’ex assessore all’Urbanistica della Giunta Soru, Gianvalerio Sanna, a proposito della mozione del Pd contro il Mibact depositata in Consiglio regionale. “E’ il segno evidente e clamoroso della sconfitta della politica regionale che si nasconde dietro una azione apparentemente muscolare che susciterà, oltre il Tirreno, una quantità notevole di risate – scrive Sanna sul sito Sardegnasoprattutto – tuttavia alcuni punti è bene siano chiari: ognuno ha le proprie competenze, il Mibac sul paesaggio e sui beni culturali, la Regione sull’Urbanistica”.

    L’ex assessore manifesta “sconcerto e rabbia davanti alla folle decisione del Governo regionale sardo di portare comunque avanti una legge urbanistica insensata e priva di qualunque cognizione di coerenza e modernizzazione, rispetto alla fase che si era aperta in Sardegna con l’approvazione del Ppr”.

    “Se si cerca di aggirare e abbattere i vincoli sovraordinati con le norme urbanistiche – spiega – Pd e compagnia si mettano l’anima in pace, lo Stato ha il dovere di intervenire e tutelare il dettato Costituzionale”. Quindi l’affondo: “Credo che la maggioranza di Governo in Sardegna farebbe bene a mostrarsi meno supponente e riflettere su gli effetti negativi e distorsivi di una cultura renziana che ha espropriato anche i nostri desideri di immaginarsi realizzabili”.

    IL FAI STRONCA MOZIONE – “L’attacco di una parte del Partito Democratico sardo al sottosegretario al Ministero dei Beni e Attività Culturali Ilaria Borletti Buitoni e al soprintendente Fausto Martino per un atto impugnato dal Governo avvilisce qualunque cittadino italiano; non sono infatti, questi, temi che possono essere considerati di esclusiva competenza delle regioni, come chiaramente ci ricorda la Costituzione”. Così il presidente del Fai Andrea Carandini che interviene sulla mozione del gruppo consiliare del Pd contro i due esponenti del Mibact.

    “La difesa dell’ambiente, del paesaggio e del patrimonio storico e artistico riguarda l’identità, la cultura e l’economia, non a breve termine, dell’intero Paese – argomenta – È un tema di interesse generale, sul quale tutti i partiti e i movimenti italiani dovrebbero impegnarsi senza personalismi, riserve e rivendicazioni”. Secondo il numero uno del Fai, questa disputa “deprime e non fa ben sperare”. “Osservo un forte contrasto fra il tono della lettera del presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, in risposta a una mia lettera aperta del 5 settembre, e quello di questo intervento di partito. Speriamo – conclude Carandini – che si risolva a vantaggio della salvezza della Sardegna”.

    SI ALLARGA IL FRONTE DEL NO AL DDL. Si allarga il fronte del No al disegno di legge sull’urbanistica varato dalla Giunta guidata da Francesco Pigliaru e ora all’attenzione della commissione Governo del territorio del Consiglio regionale. All’appello della Consulta Ambiente e Territorio per chiedere al governatore di confermare il livello di tutela previsto dal Ppr, da estendere anche alle zone interne, sospendendo l’iter di approvazione del ddl, hanno risposto ambientalisti, intellettuali e politici, oltre che alcune associazioni che si affiancano ai primi sottoscrittori: Wwf, Grig, Italia Nostra e Federparchi.

    Tra i firmatari della lettera che critica il disegno di legge ritenuto “incostituzionale” e foriero di una “destabilizzazione della tutela del territorio dell’Isola, con effetti devastanti specialmente nella fascia costiera”, ci sono tra gli altri lo scrittore Luciano Marrocu, il senatore Luigi Manconi, il leader di Possibile Giuseppe Civati, il regista Enrico Pau, l’ex direttore dell’Unione Sarda Anthony Muroni, l’architetto Alan Batzella, il giornalista Giacomo Mameli, il regista documentarista Tullio Bernabei, gli ex direttore generale e presidente di Legambiente Francesco Ferrante e Roberto Della Seta, le associazioni VAS, Articolo 9, Green Italia e Mareamico.

    Nell’appello vengono definite “insostenibili” anche le critiche “mosse da esponenti della Giunta regionale al soprintendente Fausto Martino”, al quale viene espressa solidarietà e apprezzamento “per la benemerita azione che svolge in difesa dei beni culturali dell’Isola”.

    ______________________

    da Sardinia Post, 19 settembre 2017
    Urbanistica, si allarga il fronte del No contro il Ddl della Giunta Pigliaru: http://www.sardiniapost.it/cronaca/urbanistica-si-allarga-fronte-del-no-ddl-della-giunta-pigliaru/

    —————-

    Quadrato intorno al Sovrintendente Martino dopo la dura mozione del Pd: http://www.sardiniapost.it/ambiente/quadrato-intorno-al-sovrintendente-martino-la-dura-mozione-del-pd/

  6. settembre 20, 2017 alle 2:56 PM

    da Sardegna Soprattutto, 19 settembre 2017
    In Sardegna la partecipazione dei portatori d’interesse non è un optional. (Gianvalerio Sanna) (http://www.sardegnasoprattutto.com/archives/15276)

    Ho molto resistito alle diverse sollecitazioni perché intervenissi e scrivessi sui temi del territorio e dell’urbanistica che in questi mesi stanno tenendo in apprensione il futuro della Sardegna.

    Lo sconcerto e la rabbia davanti alla folle decisione del Governo regionale sardo di portare comunque avanti una legge urbanistica insensata e priva di qualunque cognizione di coerenza e modernizzazione, rispetto alla fase che si era aperta in Sardegna con l’approvazione del PPR, mi porta a fare alcune considerazioni per aiutare e stimolare i cittadini sardi a farsi sempre di più protagonisti della difesa dei beni comuni, a rigettare le false asserzioni che il consumo del territorio dovrebbe rispondere ad un bisogno di sviluppo, non altrimenti conseguibile e altre idiozie di questo tenore che una persona di media intelligenza non crederebbe mai.

    Oggi ho finalmente rotto gli indugi davanti alla farsa incommensurabile della mozione PD contro il MIBAC, segno evidente e clamoroso della sconfitta della politica regionale che si nasconde dietro una azione apparentemente muscolare che susciterà, oltre il Tirreno, una quantità notevole di risate.

    Tuttavia alcuni punti è bene siano chiari. Ognuno ha le proprie competenze, il MIBAC sul paesaggio e sui beni culturali, la Regione sull’Urbanistica.

    Se la Regione definisce correttamente il campo delle tutele che attengono al rispetto dell’articolo 9 della Costituzione, in contradditorio con lo Stato e si perviene così ad un accordo come è accaduto con il PPR, tutto ciò che sta dentro la disciplina concordata può essere gestito autonomamente in chiave urbanistica dalla Regione e nessun sovraintendente o sottosegretario potrà eccepire alcunché.

    Ma se, come è accaduto con i Ptp ed ora con questa proposta di legge, ma anche con i vari Piani casa, si cerca di aggirare e abbattere i vincoli sovraordinati con le norme urbanistiche, il PD e compagnia si mettano l’anima in pace, lo Stato ha il dovere di intervenire e tutelare il dettato Costituzionale.

    So di dire delle cose spiacevoli, in particolar modo così percepite dal personale politico non proprio “tagliato” a trattare questa materia ed in preda alla solita frenesia populista da consenso, ma così stanno le cose nel rapporto con lo Stato, anche a causa dell’aver perso l’ennesima occasione per affondare il confronto Stato-Regione in chiave di maggiori competenze e di reciproche affidabilità.

    Paradossalmente, infatti, il terreno del confronto con lo Stato per completare ed aggiornare la pianificazione paesaggistica della Sardegna, rappresenterebbe uno dei terreni privilegiati per far valere specificità e autonomie, allentare inutili totem e vincoli inattuali, ma anche per sviluppare indipendenze identitarie volte alla autonoma tutela dei beni comuni e alla loro traduzione in reali fattori di sviluppo.

    Ma questo terreno è faticoso ed impopolare come lo fu quello del PPR, anche se ha avuto il merito di ribaltare un paradigma culturale in Sardegna in materia di territorio che prima non esisteva e che oggi pone i Sardi a parlare diversamente di tutele, di sviluppo, di risorse, di consumo indebito dei beni comuni e di biodiversità.

    In Sardegna invece, si preferisce fare gli stizzosi contro lo Stato dopo aver sprecato una legislatura a fare deroghe, dalla sanità all’urbanistica, inseguendo l’illusoria e sbagliata idea che allentare le regole significhi innalzare lo sviluppo.

    Mentre in Europa qualche metropoli ha già deciso di bandire totalmente il traffico di macchine e camion dalle sue vie e dai suoi quartieri, da noi si vuole portare ad approvazione una legge urbanistica sostanzialmente basata su deroghe e agognata espressamente dai soliti predatori del territorio che, non paghi di aver in tempi ciecamente permissivi costruito nei trecento metri più delicati dell’ecosistema sardo, vantano ancora pretese su ciò che non gli appartiene.

    Il più grande segno della nostra aspirazione autonomista o indipendentista, come è di attualità oggi, è proprio quello di dettare noi le regole su ciò che più direttamente ci appartiene come sardi, il territorio, il paesaggio e la storia, senza lasciare che l’internazionalizzazione o la mondializzazione della finanza e dell’economia che ci ha portato nuovi padroni in terra sarda, possa decidere sulle nostre teste.

    Sarebbe il caso appunto di stringerci in un sentimento solidale, cittadini, associazioni e comitati e chiedere insieme al Governo della Regione che prima di portare in approvazione la nuova legge urbanistica in Sardegna siano attivati gli strumenti previsti per la partecipazione dei cittadini e dei portatori di interessi diffusi alla nuova pianificazione che quella legge determina ed applicare l’articolo 9 della L.241/90 e l’articolo 18 della L.R.n.40 del 1990 che prevede espressamente l’istruttoria pubblica quale strumento di partecipazione prima di provvedere “all’adozione di strumenti urbanistici, di piani commerciali e di piani paesistici, la localizzazione di centrali energetiche e ogni altro provvedimento che determini l’esecuzione di opere pubbliche, che incidano in modo rilevante sull’economia e sull’assetto del territorio”.

    Ciò che è deroga non è regola e poiché la legge urbanistica è la legge delle regole per eccellenza, l’approvazione di norme così pericolose non può rappresentare un orizzonte sensato ed attuabile.

    Credo che la maggioranza di Governo in Sardegna farebbe bene a mostrarsi meno supponente e riflettere su gli effetti negativi e distorsivi di una cultura renziana che ha espropriato anche i nostri desideri di immaginarsi realizzabili.

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