Perché voglion tagliare gli alberi nella Foresta demaniale del Marganai?
E’ piuttosto inquietante l’atteggiamento di certi amministratori locali, come il sindaco di Domusnovas (CI) Angelo Deidda, che pretendono di trattare il bosco – nel caso specifico la Foresta demaniale del Marganai (Iglesias, Domusnovas, Fluminimaggiore) – come se fosse un banale deposito di legna da ardere o da biomassa.
Ripetiamo: non sono soltanto docenti universitari e professionisti del settore o, più modestamente, il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus a esser preoccupati – molto preoccupati – per le nuove politiche forestali e, in particolare, quelle inerenti la Foresta demaniale del Marganai, oggetto della ripresa del governo a ceduo di parte del bosco e con evidenti rischi di erosione.
Sono soprattutto semplici cittadini.
E le pretese di certi amministratori locali non fanno che accrescerle.
E’ stata in proposito promossa una petizione popolare al Presidente della Regione autonoma della Sardegna Francesco Pigliaru e al Commissario straordinario dell’Ente Foreste della Sardegna Giuseppe Pulina per fermare i tagli boschivi.
Più di 3.200 cittadini l’hanno già sottoscritta. Chi altri volesse firmare la trova qui: https://secure.avaaz.org/it/petition/Presidente_R_A_S_Francesco_Pigliaru_e_Commissario_EFDS_Giuseppe_Pulina_Salviamo_la_Foresta_Marganai_Domusnovas_Sardegna/?nxGcEeb
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da Sardinia Post, 19 marzo 2015
Gli esperti: “Nefasto radere al suolo il Marganai”. Il sindaco: “Via gli esperti”. (Pablo Sole)
“Ma l’incarico, a questi signori, chi gliel’ha dato?”. Il sindaco di Domusnovas Angelo Deidda è tipo sanguigno, avezzo alle barricate. L’ultima l’ha innalzata contro il team di esperti che ha firmato l’aggiornamento del Piano di gestione del sito di interesse comunitario Monte Linas – Marganai, quasi trecento pagine (guarda) che demoliscono passo passo le velleità da taglialegna del primo cittadino. Colui il quale col placet dell’Ente foreste e del Servizio impatti ambientali della Regione, ha già fatto radere al suolo 35 ettari di lecceta. Con quali risultati, l’han documentato i suddetti professionisti in 288 pagine riassumibili in sette lettere: “Nefasti”.
Missione motosega.
Il problema è che Deidda, di ettari, vorrebbe buttarne giù 550 (leggi) – circa il 25 per cento dell’intera foresta, che si estende per 2300 ettari – e trasformare i lecci in legna da ardere. Magari in biomasse. Ma se il Piano di aggiornamento venisse approvato così com’è, le motoseghe rimarrebbero mute. Il nullaosta definitivo al documento deve arrivare dai comuni interessati, vale a dire Villacidro (capofila), quindi Arbus, Gonnosfanadiga, Fluminimaggiore, Iglesias e per l’appunto Domusnovas. Di certo, il Piano è sovraordinato rispetto a tutti gli altri progetti in atto (compreso quello che riguarda i tagli). Ecco perché è così importante. La relazione è ora al vaglio degli enti locali e proprio in una delle ultime riunioni – dicono le cronache – Deidda ha tirato in ballo il collega di Villacidro chiedendo “quali siano stati i criteri per conferire l’incarico agli attuali redattori del Piano”. Ma è semplice: la Regione Sardegna. Attraverso un altrettanto semplice bando pubblico aggiudicato nell’aprile del 2014. Possibile che il sindaco non lo sappia?
Missione “salvaguardia”.
Ma che dice il Piano di tanto ‘compromettente’? Per i progetti di Deidda e dell’Ente foreste, una cosa semplice semplice: basta tagli. O perlomeno: la ceduazione va ridotta ai minimi termini. Anche perché la capacità di riproduzione delle piante tagliate è bassissima. Si vuol proprio ceduare? Bene: vada per qualche ettaro. Mica 35, e men che meno i famosi 550. Considerando oltretutto che dei 35 ettari già rasi al suolo, “23 sono stati effettuati senza soluzione di continuità”, documentano gli esperti (pagina 151 del Piano di gestione, ndr). Un dato in disaccordo con ciò che ha dichiarato a Sardinia Post il commissario dell’Ente foreste Giuseppe Pulina: “Per le prescrizioni dell’Ente e dello stesso Corpo Forestale, le aree di taglio hanno avuto uno sviluppo massimo di 10,00 ettari”, ha scritto in una recente nota. D’altronde, per verificare i dati sull’estensione (in difetto) delle tagliate, è sufficiente un’occhiata dal satellite attraverso l’applicazione Acme Planimeter, che in un paio di clic calcola l’estensione delle aree selezionate. Si parla di un’esigua tagliata? Non pare proprio.
Ciò detto, in sostanza gli esperti dicono che quel che è stato programmato e in parte realizzato rischia di mettere in serio pericolo – in barba alle precise normative dell’Unione europea – la foresta del Marganai. Che è stata preservata, difesa e tutelata dall’Azienda foreste demaniali della Sardegna con ingenti esborsi di denaro pubblico, dal 1980 e fino alla soppressione dell’ente regionale, nel 1999. In quell’anno, tutto il patrimonio passò all’Ente foreste. Che ora vuole paradossalmente rinverdire i fasti delle tagliate a raso di francese e piemontese memoria.
Un disastro all’orizzonte.
Dopo aver monitorato per quasi un anno l’area della lecceta rasa al suolo, il team composto da Angelo Aru – uno dei padri dell’agronomia e geopedologia in Sardegna – dal geologo Daniele Tomasi e dal biologo Francesco Aru, ha scientificamente documentato qualche piccola controindicazione legata ai piani di Deidda e dell’Ente foreste. A partire da una “situazione di criticità e conseguenti effetti di degrado su habitat e specie”. Come l’erosione del territorio: dopo i tagli, nel Marganai si gioca al rialzo con ben cinque varianti. Ovvero: sheet-erosion, rill-erosion, piramidi di terra, affioramento dei colletti e delle radici di alberi e arbusti, depositi eterogenei di residui vegetali e materiali organo-minerali pedologici (pag. 151, ndr). Fenomeni che Sardinia Post ha documentato pochi giorni fa.
E non c’è solo l’erosione.
A preoccupare gli esperti ci sono anche altri fenomeni: sono scomparsi i micromammiferi, le unità di paesaggio sono state sconvolte o frammentate, l’astore sardo, dopo i tagli, non si fa più vedere – ma pure i pipistrelli latitano – i funghi non ci sono più, il microclima della foresta è andato a farsi benedire mentre diversi lecci e agrifogli risparmiati dai tagli si sono schiantati al suolo. Tutto questo in appena 35 ettari di tagliata. Che Deidda e l’Ente foreste vorrebbe riproporre su 550 ettari.
Tempo al tempo. O forse no.
Si dirà: tutto si ricrea. Sarà. Sta di fatto che nel Piano si parla (anche) di “ceppaie morte”, che non daranno alcun nuovo fusto. Come se non bastasse, spesso gli alberi tagliati, se non son morti, barcollano. Il Piano dice infatti che “nella maggior parte dei casi le ceppaie (le basi degli alberi già tagliati) risultano senescenti e marcescenti, con numerose erosioni fungine e parassitarie, con capacità pollonifera scarsa o assente”. I polloni sono le ‘gemme’ che dovrebbero dar vita ai nuovi fusti: se sono “assenti”, saranno assenti anche gli alberi. Possibile, in queste condizioni, che la foresta appena abbattuta risorga nel giro di 30/40 anni? Difficile. Se non impossibile, visto che la foresta non ha la capacità di rigenerarsi e si perde per sempre. Come ha risposto l’Ente foreste a queste osservazioni? “Abbiamo fatto un sopralluogo – hanno scritto – e va tutto bene”. Di relazioni scientifiche però, manco l’ombra.
La Regione nel 2010: “Tagliate pure…” Ecco come nasce il Caso Marganai.
Alla fine del 2009, negli uffici del Servizio impatti ambientali della Regione arriva un corposo fascicolo. È il progetto di ripristino del governo a ceduo nell’area del Monte Linas – Marganai. Tradotto: Ente foreste e Comune di Domusnovas hanno intenzione di radere al suolo 300 ettari di lecceta (ora sono diventati 550) di proprietà regionale, acquistata nel 1979 dall’allora Azienda foreste demaniali per la modica cifra di un miliardo e 100 milioni di lire. Obiettivo: trasformare i lecci in legna da ardere. La materia è delicata, visto che il compendio in questione è un sito di importanza comunitaria, la sua gestione sottostà alla cosiddetta Direttiva habitat e fa parte della rete Natura 2000. In sostanza, il “cuore della politica comunitaria in materia di conservazione della biodiversità, che ha lo scopo di salvaguardare la biodiversità mediante la conservazione degli habitat naturali, nonché della flora e della fauna selvatiche nel territorio europeo degli Stati membri al quale si applica il trattato”.
Un concetto abbastanza chiaro, che sembra fare a botte con l’idea di buttar giù 300 ettari di foresta. Vero è che gli ettari all’interno dei confini del SiC propriamente detto sono 16, ma la valutazione di incidenza ambientale – dicono le norme – si applica anche agli interventi che“pur sviluppandosi all’esterno dell’area, possono comportare ripercussioni sullo stato di conservazione dei valori naturali tutelati nel sito”. È proprio il caso del Marganai, come dimostrano le mappe dei tagli contenute nel fascicolo.
Eppure, dopo uno screening, il Savi accorda il nullaosta senza sottoporre il progetto alla valutazione di incidenza ambientale, malgrado questo debba applicarsi a “qualsiasi piano o progetto che possa avere incidenze significative su un sito o proposto sito della rete Natura 2000, singolarmente o congiuntamente ad altri piani e progetti e tenuto conto degli obiettivi di conservazione del sito stesso”.
Come giustifica il Savi questa scelta? Scrive l’allora direttore del Servizio Franca Leuzzi – che in seguito sarà nominata direttore generale dell’assessorato all’Ambiente e attualmente è capo di Gabinetto dell’assessore Donatella Spano – che “gli interventi nel loro complessonon sembrano poter avere effetti significativi sugli habitat e sulle specie riportate nel formulario standard del sito Natura 2000 e pertanto si valuta che il progetto non deve essere sottoposto a procedura di valutazione di incidenza”.
Purtroppo, cinque anni dopo accade esattamente il contrario, come documentato dall’aggiornato Piano di gestione del compendio, in cui si evidenza chiaramente quanto la prima stagione di tagli a raso (35 ettari di lecceta abbattuta, compresi i 16 ettari all’interno dei confini del SiC) abbia influito negativamente sull’habitat e sulle specie presenti nel Marganai. “I tagli sono stati nefasti”, precisano gli esperti che da quasi un anno monitorano l’area interessata dalla ceduazione. Non sarà mica il caso di rivedere le scelte del passato? Forse sì. E infatti il nuovo direttore del Savi Gianluca Cocco, nell’ottobre scorso fa sapere all’Ente foreste che i piani e i progetti che interessano i SiC dovrebbero passare al vaglio del Servizio impatti.
Anche perché, sulle prime, i risultati “nefasti” della prima stagione di tagli erano forse ipotizzabili e prevedibili, soprattutto se si decide di radere al suolo centinaia di ettari di foresta. E d’altronde, sul tema sarebbe stato sufficiente dare un’occhiata alla letteratura scientifica (vedi sotto), che con le motoseghe – soprattutto in aree ‘protette’ – non è mai andata tanto d’accordo.
——-
“Si ritiene che la ceduazione abbia determinato o per lo meno favorito la degradazione di numerosi boschi italiani” (Piussi P., Selvicoltura generale. Utet, Torino – 1994).
“Schema riassuntivo degli effetti del taglio raso: modificazioni della flora arbustiva ed erbacea spontanea; accumulo della sostanza organica e degradazione patologica; modifiche al pedoclima; uniformità del sistema radicale; perdita degli elemnti nutritivi; diminuzione della porosità del suolo; decomposizione rapida o scomparsa della lettiera; erosione del suolo; peggioramento delle condizioni di vita per la microflora e microfauna; peggioramento delle proprietà chimiche del suolo; Peggioramento delle proprietà fisiche del suolo (Cappelli M., Selvicoltura generale. Edagricole, Bologna – 1991)
(foto E.F.S., da Sardinia Post, F.A., A.L.C., S.D., archivio GrIG)
******************
aggiornamento (22 marzo 2015)
fotografie del dott. F. Aru dell’area oggetto dei primi interventi di taglio nella Foresta demaniale del Marganai (marzo 2015)

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio, erosione (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)

Foresta demaniale Marganai, area dei primi interventi di taglio, erosione (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas)
E si, GrIG. Purtroppo per alcuni sindaci poco lungimiranti i boschi, oltre che come depositi di legna da ardere, sono anche considerati come depositi di voti da incassare in occasione delle elezioni comunali.
Il classico, vecchio (ma sempre attuale) concetto del “voto-scambio”. Tu mi dai il voto, io ti do legna, o cantieri. Insomma, un sistema di corruzione….. legale.
E dispiace constatare che, purtroppo, in questo sistema ci sia coinvolto anche l’Ente Foreste.
Non è che anche loro…..
Ho letto la relazione dell’A.T.P “C.C.W.R” presente a questo link: https://gruppodinterventogiuridicoweb.files.wordpress.com/2015/01/richiesta-incontro-tecnico-ente-for.pdf
Agronomo, biologo e geologo i relatori.
E’ una relazione descrittiva e di tipo qualitativo sui rischi di erosione (più altri rischi) derivanti dalla gestione a ceduo di porzioni del territorio.
Domanda: esiste una relazione scientifica che illustri i criteri usati, gli indici prodotti e la statistica utilizzata per giungere a queste conclusioni?
Se sì, posso chiedere dove posso leggerla? Grazie.
Credo faccia bene il Sindaco a chiedere i criteri di aggiudicazione, la questione non è così semplice come si vuol far credere: la regione ha fatto il bando per l’aggiornamento del sic, ma non credo che la società potesse partecipare direttamente se non attraverso il comune. E’ una società privata che, per quanto si capisce dal nome, fa lavori ambientali, quindi potrebbe avere anche un interesse proprio ad indirizzare la gestione diversamente da quella indicata dal sindaco di Domusnovas, che come si è detto lo farebbe per i voti. Ma questo vorrebbe dire che c’è un consenso della popolazione sopra la quale si vuole passare, altrimenti il Sindaco plaudirebbe al piano per avere i voti. Perchè sta emergendo questo? Come sono stati svolti i processi partecipativi obbligatori per i piani di gestione? dove sono i verbali che raccolgono il parere dei cittadini? Dal piano di gestione del sic
emerge che ci sono in ballo oltre 16.000.000 di euro veri o presunti. Se veri chi vuole metterci le mani? Se presunti perchè privare i cittadini da un reddito basato sulla vera produttività?
l’incarico, secondo quanto scritto nel “RAPPORTO PRELIMINARE per la verifica di assoggettabilità a VAS del Piano di Gestione del SIC ‘MonteLinas-Marganai’ – ITB041111” (http://www.sardegnaambiente.it/documenti/18_183_20140603114154.pdf), è stato conferito “in data 18 Marzo 2014 dal Comune di Villacidro, quale capofila dei Comuni di cui porzioni di territorio rientrano nel Sito di Interesse Comunitario ‘MonteLinas-Marganai’, ITB041111”.
In tale veste, il Comune di Villacidro beneficia di fondi comunitari finalizzati all’aggiornamento dei piani di gestione dei S.I.C. (misura 323 del Programma di Sviluppo Rurale 2007-2013, azione 1, sottoazione 1, “Tutela e riqualificazione del patrimonio rurale – Stesura e aggiornamento dei piani di gestione dei siti Natura 2000”, http://www.comune.villacidro.vs.it/Amministrazione/amministrazionetrasparente/provvedimentiorganiindpolitico/uploaddeliberegiunta2011/197-2011_giunta_28-12.pdf).
E quindi?
Mi pare che il fatto fondamentale sia se siano professionisti competenti ed esperti, in grado di svolgere quel lavoro.
Altrimenti il sindaco di Domusnovas farebbe bene a pubblicizzare i criteri di assegnazione degli incarichi e dei lavori del suo Comune, così tanto per iniziare.
Mi pare che non vi siano critiche sul piano tecnico-scientifico, ma la mera pretesa di voler procedere al ceduo per centinaia di ettari di bosco dopo 50-70 anni e anche più dagli ultimi tagli d’epoca mineraria.
Il “consenso della popolazione” lo si acquisisce anche promettendo posti di lavoro, lo sanno anche le pietre.
I processi partecipativi finalizzati all’aggiornamento del piano di gestione del S.I.C. sono pubblici: http://www.sardegnaambiente.it/index.php?xsl=612&s=255455&v=2&c=4807&idsito=18.
Chi vuole partecipa.
Il fatto è che il bosco non è una “catasta di legna” da usare come meglio si crede…
Stefano Deliperi
In più: la Foresta Demaniale Marganai non è di proprietà di un Comune ma della Regione Autonoma della Sardegna che l’ha acquistata con ingente esborso di denaro pubblico nel 1979 che proprio per questo non può essere utilizzata per ritrarre alcun tornaconto economico. Per questo non è un caso che la gestione sia stata affidata ad un ente regionale non economico che non può avere profitto e tornaconto economico come missione.
aggiornamento: sono state inserite diverse fotografie dello stato dell’area dove sono stati effettuati i primi interventi del “progetto pilota” di ripresa del governo a ceduo della Foresta demaniale del Marganai (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas).
Domanda #2: esiste, oltre alle foto testimonianza di situazioni puntuali, una relazione scientifica che illustri i criteri usati, gli indici prodotti e la statistica utilizzata per giungere alla conclusione che c’è un processo importante di erosione in atto?
Se sì, posso chiedere dove posso leggerla? Grazie.
puoi leggere l’aggiornamento del piano di gestione del S.I.C. SIC ‘Monte Linas-Marganai’ – ITB041111.
Qui il rapporto preliminare V.A.S.: http://www.sardegnaambiente.it/documenti/18_183_20140603114154.pdf
Qui l’aggiornamento del piano di gestione: http://www.comune.villacidro.vs.it/ServiziOnline/AlboPretorio/Dettaglio/index.html?action=detail&item_id=3534
Di altre relazioni/analisi scientifiche non siamo a conoscenza.
foto interessanti.. diciamo che sembrerebbe un “governo” abbastanza incisivo..
da L’Unione Sarda, 14 maggio 2015
DOMUSNOVAS. Sì al cantiere verde da 390 mila euro. Forestazione, via libera ai lavori. (Simone Farris) (http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150514090859.pdf)
Dopo tanti rinvii sembra essere la volta buona per l’avvio dei progetti legati alla forestazione nel comune di Domusnovas: manca ancora una data certa ma il quinto cantiere verde, già finanziato dalla regione per 390 mila euro e fermo al palo dal settembre scorso per vari problemi burocratici, partirà al massimo ad inizio giugno. A confermarlo è il sindaco Angelo Deidda : «Ci siamo – dice – ed è merito delle tante lotte fatte insieme a disoccupati e forestali. Sappiamo che queste non sono soluzioni definitive ma almeno un gruppo di disoccupati, per 6 mesi, potrà alleviare le proprie sofferenze». La boccata d’ossigeno interesserà 20 persone che in questi giorni stanno consegnando i propri moduli Isee al Cesil il quale poi girerà l’elenco dalla Mediterranea 94, la coop che si è aggiudicata il bando per la manutenzione di una fascia parafuoco e pulizie del sottobosco in località Perd’ e Cerbu. Il progetto prevede inoltre la bitumatura della strada che conduce fino all’ex sito minerario di Barraxiutta. Sembra sbloccarsi (la prudenza è d’obbligo) anche il progetto da mille ettari nella foresta del Marganai: le incomprensioni tra Ente foreste e staff di gestione del Sic Monte Linas-Marganai sembrano superate (con la mediazione di Villacidro, comune capofila) e ottobre dovrebbe essere il mese chiave per l’avvio del progetto.
da Sardinia Post, 11 giugno 2015
Vuoi abbattere un bosco? Benvenuto. Ma paga o ti denuncio. (Pablo Sole): http://www.sardiniapost.it/pronto-intervento/vuoi-abbattere-un-bosco-benvenuto-ma-paga-o-ti-denuncio/
Fermiamo questi INFAMI!
news su Domusnovas, poco edificanti.
da L’Unione Sarda, 19 ottobre 2015
Molestie sessuali in Municipio: primo cittadino ed ex vice sindaco alla sbarra. (Veronica Nedrini): http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/10/19/molestie_sessuali_in_municipio_primo_cittadino_ed_ex_vice_sindaco-68-440556.html
____________________________
da Sardinia Post, 19 ottobre 2015
Presunte molestie, chiesta condanna per sindaco e vice Domusnovas: http://www.sardiniapost.it/cronaca/presunte-molestie-il-pm-chiesta-condanna-per-sindaco-e-vice-domusnovas/