Revocare i tagli nella Foresta demaniale del Marganai!


bosco mediterraneo

bosco mediterraneo

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha chiesto (21 gennaio 2015) alla Regione autonoma della Sardegna (Presidenza, Assessorato della Difesa dell’ambiente, Servizio sostenibilità ambientale e valutazione impatti), all’Ente Foreste della Sardegna e al Corpo forestale e di vigilanza ambientale la revoca delle autorizzazioni ai tagli boschivi e alla ripresa (dopo svariati decenni) del governo a ceduo di oltre 305 ettari nella Foresta demaniale del Marganai (Iglesias, Domusnovas, Fluminimaggiore).

Interessati anche la Commissione europea e il Ministero dell’Ambiente.

E’ in corso il primo taglio (loc. Caraviu e su Isteri, Comune di Domusnovas): si tratta di un primo intervento di taglio di 34 ettari di Leccio, Corbezzolo, Fillirea, Macchia alta nell’ambito di un progetto pilota che prevede il ripristino del governo a ceduo e la pianificazione dei futuri tagliper complessivi 305 ettari (anni 2009-2021), in base al piano di gestione dei tagli boschivi del complesso Marganai approvato dalla Provincia di Carbonia – Iglesias con determinazione n. 95 del 3 dicembre 2010.

Foresta demaniale Marganai, tagli boschivi

Foresta demaniale Marganai, tagli boschivi

In proposito, con lettera dell’11 novembre 2014, il Prof. Angelo Aru (agronomo, docente ordinario Geopedologia, Dipartimento di Scienze della Terra Università degli Studi di Cagliari), il biologo Francesco Aru (ingegneria ambientale e metodologie legate all’ambiente ed al territorio, Università degli Studi di Cagliari) e il geologo Daniele Tomasi (ricercatore, Dipartimento di Scienze della Terra dell’Università degli Studi di Cagliari), elaboratori del piano di gestione del S.I.C. e profondi conoscitori delle aree interessate, hanno evidenziato e documentato agli Organi interessati dell’Ente Foreste della Sardegna e al Servizio S.A.V.I. dell’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente dichiarate gravi conseguenze ambientali dei già effettuati tagli boschivi[1].

Foresta demaniale Marganai, ceduo matricinato

Foresta demaniale Marganai, ceduo matricinato

Eppure sembra che la ripresa dei tagli sia prossima.

L’area, oltre a esser tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), interessa il sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Monte Linas – Marganai” (codice ITB041111)[2], ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali (esecutiva con D.P.R. n. 357/1997 e s.m.i.). Il relativo piano di gestione, lo strumento di pianificazione del S.I.C. (art. 6 della direttiva n. 92/43/CEE) è stato approvato con decreto assessoriale n. 61 del 30 luglio 2008, attualmente in fase di revisione.

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, raccogliendo ampie preoccupazioni diffuse nella collettività, ha da tempo chiesto chiarezza, trasparenza e ponderatezza riguardo quella che appare una nuova politica gestionale delle Foreste demaniali della Sardegna.

Prudenza raccomandata anche dal Servizio valutazione impatti (S.A.V.I.) della Regione autonoma della Sardegna.

bosco mediterraneo

bosco mediterraneo

La retrocessione a ceduo – o si chiami come si vuole – di ampie superfici di bosco rientrante nelle Foreste demaniali – la cassaforte boschiva sarda – e la conseguente ripresa dei tagli boschivi anche di boschi di fatto ormai sulla via della piena rinaturalizzazione a che serve?      Alla produzione di banale legna da ardere e biomassa, come sembra?     Oltre alla pulizia di bosco e sottobosco, sempre necessari e un po’ caduta in disuso, perché per non incentivare a questi fini la forestazione produttiva sulle estese aree di proprietà pubblica o privata oggi inutilizzate anche con il sostegno di fondi comunitari?

Buon senso e intelligenza servono per salvaguardare le Foreste demaniali. Sono un bene ambientale, un patrimonio straordinario della Collettività.

E noi continueremo a fare la nostra parte.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

anatre_in_voloAru, A. Aru, D. Tomasi, Aggiornamento del piano di gestione del S.I.C. “Monte Linas – Marganai”, presentazione (2014)

 

________________________________________________

[1]  Testualmente: “grave alterazione della componente umica del suolo con rapida mineralizzazione della medesima, alterazione della componente edafica del suolo, alterazione e/o scomparsa della fauna di micro mammiferi, alterazione degli habitat della fauna chiroterica forestale, grave alterazione della componente macro e micro fungina, alterazione della componente microclimatica locale; avvio di evidenti e diffusi, fenomeni erosivi del suolo, schianti di soggetti arborei, banalizzazione del corteggio floristico con ingresso di specie nitrofile e ruderali scomparsa delle specie nemorali, sconvolgimento e frammentazione delle unità di paesaggio”.

Ancora: “semplificazione della componente strutturale della formazione, banalizzazione e semplificazione della componente floristica, trasformazione di formazioni con struttura pluriplana in monoplana; alterazione dei cicli biogeochimici, riduzione dell’efficienza foto sintetica e della produzione di sostanza organica, alterazione della componente macro e micro fungina; denudamento delle superfici, eliminazione della protezione da azione disgregante della pioggia, incremento del ruscellamento e dell’erosione del suolo, riduzione della capacità di campo, riduzione e/o assenza di germinazione del seme per alterazione dell’habitat, totale assenza di seme per la facile intercettazione e utilizzo come nutrimento da parte di artiodactyli, riduzione della capacità ricostituiva della copertura vegetale (cioè perdita della resilienza). Ridotta capacità di offrire validi rifuggii per tutta la fauna locale, con particolare riferimento ai micro mammiferi, come da studi scientifici svolti in situ e pubblicati”.

Inoltre: “denudamento superfici fortemente acclivi, incremento della disgregazione del terreno per calpestio ed eccessiva frequentazione, avvio di processi erosivi diffusi e incanalati, perdita irreversibile degli strati superficiali del suolo”.

Infine: “scomparsa nelle aree ceduate di alcune delle specie dell’allegato II° e IV° presenti negli anni precedenti (tra cui Accipiter gentilis arrigonii, sito di nidificazione) e attualmente non rinvenute, delle quali non sono stati neppure individuati i nuovi siti di colonizzazione. Abbandono delle aree sottoposte a ceduazione da siti di foraggiamento dei chirotteri”.

[2] qui la scheda, qui la cartografia.

 

Sardegna, bosco

Sardegna, bosco

 

L'Unione Sarda, 23 gennaio 2015

L’Unione Sarda, 23 gennaio 2015

(foto E.F.S., S.D., archivio GrIG)

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  1. Genius Loci
    gennaio 22, 2015 alle 1:02 PM

    Grazie GrIG!!!!
    Questa gentaglia non ha ancora capito che i boschi sono patrimonio comune dei sardi e non devono essere manipolati con sotterfugi vari e/o come merce di scambio a fini elettorali.
    Se l’ente è in grado di gestirli secondo criteri sostenibili va bene, diversamente l’ente andrebbe commissariato e la giunta regionale deve assumere una posizione chiara e definitiva sul destino delle foreste sarde. Delle nostre foreste.

  2. Riccardo Pusceddu
    gennaio 22, 2015 alle 2:28 PM

    Grazie GrIG per fare anche la mia parte!

  3. Sabs
    gennaio 22, 2015 alle 3:33 PM

    Non che la cosa sia poi tanto importante, ma avete inserito il link ad una versione del formulario piuttosto antica… La versione più aggiornata si trova qui:
    http://natura2000.eea.europa.eu/Natura2000/SDF.aspx?site=ITB041111

  4. Sardo
    gennaio 22, 2015 alle 7:26 PM

    Grazie da tanti Sardi.

  5. Juri
    gennaio 23, 2015 alle 12:21 am

    Degradare a ceduo ampi settori di una foresta ad un ottimo stadio di rinaturalizzazione sarebbe un autentico scempio.
    Trovo anche assai gravi le modalità molto furbette con cui si sta tentando di sdoganare l’abbattimento di centinaia di ettari di foresta come un toccasana ecologico. Consiglio a tutti di guardare le foto di ciò che resta degli splendidi versanti boscosi dopo una “ceduazione semplice” (documento sulla gestione del SIC).
    Mi auguro che la Regione intervenga rapidamente per correggere il tiro.

  6. Carlo Forte
    gennaio 23, 2015 alle 3:21 PM

    Se non ci fosse il GRIG a cercare di fermare questi poco di buono saremmo già in un deserto,altro che regione…….

  7. gennaio 23, 2015 alle 10:14 PM

    …e se non ci fossimo, bisognerebbe inventarci 😛

    grazie per la stima 😉

  8. gennaio 26, 2015 alle 9:36 PM

    Perché non è intervenuto uno che di boschi ci capisce qualcosa, eh? Ad esempio come me, tecnico laureato forestale (alla Tuscia di Viterbo).
    Allora, prima cosa.
    In una zona protetta si può tagliare sempre ma il bello sta come e quando. Essendo una zona SIC, L’UNICO TAGLIO che si può fare (per legge Natura 2000 e secondo tecnica di governo sostenibile), piante morte e non con dendrometrico ed ecologico sviluppo, è quello che ha il solo scopo vegetativo, cioè, quello di espansione del bosco, della coltura della struttura (cioè composizione e numero di alberi), della sua ecologia. NON VA FATTO MINIMAMENTE IN SENSO PRODUTTIVO. Se dai tagli vegetativi/ecologici (CHE E’ PER LEGGEW L’UNICO SCOPO DEI TAGLI) c’è un certo numero di metri cubi di lega, allora si possono vendere.
    QUINDI A VOSTRO FAVORE AVETE LA LEGGE EUROPEA NATURA 2000 E LA SOLA SELVICOLTURA DI GOVERNO SOSTENIBILE DEL LUOGO IN ESAME.

  9. Sardo
    gennaio 27, 2015 alle 10:23 PM

    Ma va? Bravo massimodid; secondo Te qualcuno fa finta di niente?

    • stella
      febbraio 7, 2015 alle 1:10 PM

      Ma davvero credete che i Sardi abbiano l’anello al naso, e secondo te chi scrive non ci capisce nulla di boschi. sveglia prima che sia troppo tardi!!!

      • febbraio 8, 2015 alle 1:20 am

        No, nessun non fa finta di niente, anzi taglia e male. Chi fa finta di niente chi crede che la gente non conosca le leggi e/o, come, il sottoscritto, ne sa qualcosa. Quindi sentite se nei vari assessorati all’ambiente è presente il piano di taglio. Come dove vedere se è depositato nel l’ufficio locale CFS e in quello prov. e in quello regionale. Vedere se poi sussistono, con relativo deposito (penso le vostre) e se sono state tenute in considerazione (sempre per legge). Quindi indagate se sono state rispettate tutte le prassi tecniche e legali. E come credo, vi stanno prendendo in giro nascondendovi delle cose sul percorso dei vari documenti.

      • febbraio 8, 2015 alle 1:42 am

        Io non è che volevo dirvi che non conoscete il bosco, ma lo si può conoscere sotto vari aspetti (naturalistico, ecologico, vegetazionale, pedologico, geologico e…………………….forestale). Sui vostri dati ho visto le foto del posto e per primo non può assolutamente diventare un ceduo. Deve rimanere un alto fusto, sia per questioni forestali, sia per questioni idrogeologiche (se ne fanno un ceduo l’acqua dilava il costone e viene giù). E poi, cosa fondamentale, non trovo dati forestali e selvicolturali (h, d, m3(singoli e del bosco), dati del sottobosco e sua diagnosi vegetazionale, strutturali (composizione, distribuzione della compresa), grafici di h, di volume (singolo e totale) e di diametro (singolo e totale). Anche d distribuzione e di composizione strutturale.
        Perché?

  10. antonella gonzi
    luglio 5, 2020 alle 6:04 PM

    Ho visitato la foresta nel 2018, è bellissima ,proteggetela è questa la vera ricchezza della zona,valorizzate il turismo ambientale,amo la Sardegna proprio per le sue bellezze naturali,
    Antonella Gonzi

  1. febbraio 23, 2015 alle 7:19 PM
  2. febbraio 24, 2015 alle 6:27 PM
  3. marzo 5, 2015 alle 6:02 am
  4. settembre 27, 2015 alle 8:04 PM

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