Per un parco naturale sulle coste di Bosa.
E’ l’incontaminata costa fra Bosa e Alghero, regno dei Grifoni (Gyps fulvus) e di altri rapaci, in uno straordinario contesto ecologico, tutelato con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e sito di importanza comunitaria (direttiva n. 92/43/CEE).
A due passi uno splendido centro storico, il castello medievale dei Malaspina, sas Conzas, il Temo che si snoda, navigabile, verso il mare.
Un luogo straordinario dove un parco naturale potrebbe costituire il fondamentale strumento di salvaguardia ambientale unito alla promozione del turismo sostenibile, della ristrutturazione del centro storico, della valorizzazione dei prodotti agropastorali locali, di nuove opportunità lavorative.
Come avviene nel resto d’Italia, in tutta Europa. Altro che becere speculazioni immobiliari.
La proposta nasce dal locale Comitato InBosa e la sosteniamo con forza.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra
Comunicato stampa
A Bosa abbiamo tutti i vincoli di un Parco ma non ne abbiamo i vantaggi.
I vincoli sono ben noti: SIC, ZPS, Vincolo Idrogeologico… i vantaggi anche: il marchio, i posti di lavoro, una gestione complessiva del territorio, leggi istitutive con dotazioni finanziarie e fondi comunitari. Forse non tutti sanno che… solamente il nome avrebbe una eco enorme nel panorama turistico internazionale, attirando durante tutto l’anno una grande e continua moltitudine di visitatori (scuole, studenti, turisti, studiosi e naturalisti). Potrebbero essere utilizzati fondi specifici per il miglioramento dell’ambiente anche da parte di coloro che già operano in campagna e nel mare. Avere un parco significa che ciascun cittadino si può addentrare in un territorio completamente naturale e ben organizzato, significa anche lavoro per gli organizzatori, per le aziende agricole, ricettive ed enogastronomiche, che possono svilupparsi nella zona con più forza, per i promotori di escursioni ippoturistiche o faunistiche o ancora volte alla scoperta delle numerose miniere della zona, lavoro per chi vuole proporre bici, trenini, bus o mezzi che portino all’esplorazione del nostro meraviglioso territorio, lavoro per le guide turistiche esperte nei più disparati percorsi, per chi realizza le opere e chi si occupa della manutenzione dei percorsi. E ancora tante altre cose.
E’ giunto il momento di chiederne a gran voce la formale ed effettiva costituzione. In molti a Bosa si sono pentiti di non averlo accettato tanti anni fa (ma forse lo si era vissuto come un’imposizione calata dall’alto!). Oggi pensiamo che sarebbe l’unico modo per preservare il territorio dalla speculazione e allo stesso tempo innescare una positiva svolta per la promozione turistica, la politica ambientale, la situazione lavorativa.
C’è lavoro e lavoro, d’altronde. Al contrario della proposta di Condotte spa, che produrrebbe cantieri per pochi anni e in gran parte non destinati alle imprese bosane, ma sperperando preziose risorse paesaggistiche, un parco naturalistico garantirebbe il rispetto del territorio, e nel lungo periodo, alta intensità di manodopera.
Il Comitato InBosa, Iniziativa di Informazione Indipendente, annuncia che a breve organizzerà una iniziativa per discutere di questa opportunità. C’è anche di più: un’idea specifica di come dovrebbe essere: ovvero un parco equo e democratico. Equo perché non si spenda 1 per gli operatori e 9 per i progettisti ma semmai il contrario; democratico perché tutte le fasi della sua realizzazione siano discusse e condivise dalla cittadinanza, con la massima informazione e attenzione per le varie attività lavorative, sociali e culturali.
InBosa invita tutte le forze politiche, le associazioni, i comitati e i semplici cittadini a riflettere e discutere di questa proposta. Facciamo che un sogno diventi realtà!
per InBosa
Salvatorangelo Pisanu
via Martiri della Libertà 5
08013 Bosa (OR)
tel/fax 0785 374885
cell 345 7975657
E-mail: sal.an@tiscali.it
Qui la Rivista Forse non tutti sanno che, promossa dal Comitato InBosa.
(foto S.D., archivio GrIG)
da La Nuova Sardegna, 23 giugno 2013
Bosa, la proposta: a Tentizzos si realizzi un parco. (Alessandro Farina)
BOSA. «Abbiamo tutti i vincoli di un parco ma non i vantaggi: è arrivato il momento di chiederne la costituzione». Il comitato InBosa, che si oppone al green e agli insediamenti turistico ricettivi lungo la costa di Tentizzos e Sa Miniera, su cui punta Condotte, avanza a marce forzate per presentare ufficialmente, in un’assemblea pubblica da tenere a breve, un progetto che non mancherà sicuramente di alimentare nuove discussioni. Ciò avviene in una città che per la verità appare sempre più stordita e disorientata rispetto alle future strade da intraprendere per uscire da crisi e stallo economico, a leggere i diversi pareri ad esempio sulle varie pagine di discussione aperte su internet. Mentre il 2013 sembra sempre più l’anno della possibile svolta, e non solo per il futuro dell’immenso patrimonio naturalistico che si estende, ancora incontaminato, dalla periferia a nord-ovest del centro abitato sino al confine con la provincia di Sassari. Dove, spiegano dal comitato InBosa, i vincoli sono ben noti: Sic, Zps, idrogeologico. Ma anche i vantaggi di un futuro parco: la convinzione è: «Il marchio, i posti di lavoro, una gestione complessiva del territorio, leggi istitutive con dotazioni finanziarie e fondi comunitari». Questa l’idea che secondo InBosa è fattibile quanto e più di nuovi insediamenti legati a golf, case e alberghi. Solo il nome Parco «avrebbe una eco enorme nel panorama turistico internazionale, attirando durante tutto l’anno una grande e continua moltitudine di visitatori (scuole, studenti, turisti, studiosi)». Potrebbero, sostiene il comitato, «essere utilizzati fondi specifici per il miglioramento dell’ambiente anche da parte di coloro che già operano in campagna e nel mare», senza contare la nascita di nuove forme di lavoro legate alle ippovie, al cicloturismo, all’escursionismo. Ragioni economiche che spingono a dichiarare apertamente: «È giunto il momento di chiedere a gran voce la formale ed effettiva costituzione di un parco», considerato «l’unico modo per preservare il territorio dalla speculazione e allo stesso tempo innescare una positiva svolta per promozione turistica, politica ambientale, situazione lavorativa». Da qui l’annuncio di un’assemblea pubblica rispetto ad un’istituzione che si dovrebbe tradurre in un «Parco equo, perché non si spenda uno per gli operatori e nove per i progettisti ma semmai il contrario». E anche «democratico, perché tutte le fasi della sua realizzazione siano discusse e condivise dalla cittadinanza». Con il finale invito a tutte le forze politiche, associazioni, comitati e cittadini a riflettere e discutere.
L’ha ribloggato su Fabio Argiolas.
I parchi in Sardegna puzzano un po di mangiatoie di denaro pubblico. Il parco non rappresenta lavoro, ma vincoli su vincoli per chi in quelle aree ci lavora: i pastori. I parchi non creano turismo, basti vedere l’enorme fatturato prodotto dagli altri parchi in Sardegna. Dal punto di vista faunistico sono una minaccia per la biodiversità, in quanto vengono sottratti notevoli ettari all’attività venatoria, causando vari squilibri. Prova ne sono i vari parchi presenti nell’isola dove l’inquinamento genetico tra consanguinei ha decimato brigate di pernici e dall’altra parte, fungono da sabatoi che sfornano cinghiali, di cui molte aree tra cui quella citata, sono invase. L’area di interesse tra Bosa e Alghero è rinomata per gli incidenti stradali che accadano in estate a causa dei cinghiali, non è tanto positivo per il turismo. Per chi conosce il posto sa, per esempio, che nei pressi della discoteca di Villanova Monteleone non è difficile l’incontro o (scontro), anzi. Il parco in se è una minaccia anche per i grifoni. Creare indirettamente il ripopolamento di volpi e cinghiali, vuol dire creare direttamente la minaccia dei “bocconi avvelenati” per controllarne il numero, da parte di chi ci lavora. La vera minaccia del Grifone in Sardegna è questa. Tutelare la biodiversità significa anche valutare i pro e i contro. In questo caso i “contro” sono ben più rilevanti dei “pro”. La nota positiva del parco è quella di impedire l’abusivismo edilizio e preservare, dal punto di vista strettamente paesaggistico, il territorio negli anni.
“Il parco in se è una minaccia anche per i grifoni. Creare indirettamente il ripopolamento di volpi e cinghiali, vuol dire creare direttamente la minaccia dei ‘bocconi avvelenati’ per controllarne il numero, da parte di chi ci lavora. La vera minaccia del Grifone in Sardegna è questa”.
Prova a farci capire: senza i bocconi avvelenati, Volpi e Cinghiali avrebbero invaso anche Piazza d’Italia, a Sassari?
Evviva i “bocconi avvelenati”, secondo te?
“I bocconi avvelenati” sono causati dall’esplosione demografica di queste specie. Questi bocconi, sono la vera piaga dell’unica colonia di grifoni che abbiamo in Sardegna. Quest’attività sbagliata e disumane del controllo dei cinghiali e volpi nei luoghi preclusi all’attività venatoria, è annoverata come vero fattore di rischio per i grifoni, e non solo, nei libri di ornitologia. Prevenire è meglio che curare. Per fermare questa barbara e crudele pratica di cui i grifoni sono vittime indirette, bisogna controllarne la specie. Ne gioveranno i grifoni, i pastori e anche i turisti, e gli stessi cinghiali. Molte oasi a causa dei cinghiali stanno diventando una beffa in Sardegna. Vedere per credere certi camping come sono ridotti, difficilmente sono un attrattiva per i turisti. Capitolo a parte è la peste suina, magari in un altra puntata.
creare un parco vuol dire anche gestire correttamente le popolazioni faunistiche, senza quelle becere bestialità dei “bocconi avvelenati” e cose simili.
E’ folle e assurdo rinunciare a un’ottima opportunità di salvaguardia ambientale e crescita economico-sociale eco-sostenibile solo perchè “su connottu” prevede i “bocconi avvelenati” per “contenere” Volpi e Cinghiali.
Vogliamo far progredire questa benedetta Isola o vogliamo farla affondare, con tutti i “bocconi avvelenati”, nel fondo del Mediterraneo?
Hai ragione, ma per far si che ciò avvenga bisogna creare le condizioni. Ho visitato molti parchi, lavorano si o no a malapena in primavera e in estate. Ma i sardi non possono vivere o lavorare per quei pochi mesi all’anno.un sardo in Sardegna vive e mangia 12 mesi all’anno. In quell’area, ci sono numerosi ecosistemi da salvaguardare, specie faunistiche, (il grifone), ma è ricca di aziende agricole, dove c’è gente che deve mungere e lavorare tutti i giorni per mangiare. Ora, il problema cinghiali è uno dei tanti. Il parco preclude tante attività antropiche alcune fondamentali, come il taglio della legna e la caccia (che anche se è vista in cagnesco dai più empatici, in Sardegna rappresenta una risorsa e un business economico, uno dei pochi che ci rimane ed ha anche la sua importanza sopratutto in situazioni come questa. Controllando i cinghiali per 4 mesi all’anno, si salvano i grifoni e ci guadagnano tutti. Ma qui purtroppo viviamo nella terra degli estremismi dove non esistono vie di mezzo e vale: “o tutto o niente!”)
“creare le condizioni” è proprio quello che sta cercando di fare il Comitato locale InBosa.
Non c’è scritto da nessuna parte che le aziende agricole non possano lavorare in un parco naturale, anzi il parco può essere un buon veicolo di promozione e di vendita dei prodotti locali, così come dell’ampliamento della stagione turistica, oggi limitata a 30-40 giorni in estate.
Vale assolutamente la pena provare, no?
Concordo, vale provare, ma con razionalità. Per esempio ho letto che molte aree di nidificazione del grifone devono essere precluse all’uomo, tra le quali anche delle calette di Capo Marrargiu. Saranno pochi ettari in confronto all’estensione di un parco, ma ci sono. Come si può creare turismo con dei vincoli? Come si può creare un camping se rischi la stagione successiva di ritrovarlo arato dai cinghiali? Come si può non ascoltare le voci di chi ci vive e ci lavora? Mah, i dubbi son parecchi, la Sardegna ha bisogno di soldi, ma investirli in un “parco” che rischia di funzionare un paio d’anni per poi essere abbandonato al degrado e alla natura e contemporaneamente precludere le attività antropiche nel tempo, si creano più danni che altro, come è già accaduto. Qual’è un parco che funziona veramente in Sardegna e garantisce sussistenza per tutto l’anno?
è proprio quello che intende fare il Comitato InBosa, leggi l’articolo, c’è scritto 😉
Ma perchè non girate un pò per vedere come gira il mondo….e ci lamentiamo che la gente non viene più in sardegna.Cosa deve venire a fare,a mangiare bottarga di muggine brasiliana e pure congelata,salumi contraffatti,pesci al mercurio o a fare trekking in mezzo alle discariche.Possibile che come si parla di riserve marine o terrestri un pugno di persone riesce a tenere in ostaggio il futuro di un’isola?
parlate di vincoli, ma noi qua a bosa i vincoli ce li abbiamo già, e tutti, giusti o sbagliati che siano. al contrario non abbiamo i vantaggi. c’è tutto nel comunicato, caro M.A. se tu rispondessi a quello ci potresti aiutare a fare un asso in avanti. Già oggi di cinghiali siamo strapieni, altro che parco, a volte attaccano anche le pecore, ne mangiano solo lo stomaco, ma il loro destino è comunque segnato, per non parlare delle volpi. quello che ci manca è proprio la programmazione, la gestione (parola di imprenditore agricolo!). per quanto riguarda il turismo, ancora: leggi ciò che scritto: non la panacea di tutti i mali (sarebbe disonesto dirlo, aggiungo) ma… etc. etc.
cari saluti, Angelo
quando leggo pareri cosi’ discordi mi pare di tornare alla sardegna dei giudicati…
solo per fare un esempio: la provincia di milano ogni autunno organizza battute di caccia “regolamentata”ai cinghiali che giustamente si riproducono come i ratti e sono pericolosi come i bufali. non sono un cacciatore ma mi pare un’ottima soluzione per il controllo.
inoltre le bestie abbattute vengono cucinate in vario modo e i piatti che ne derivano vengono proposti a prezzi calmierati nelle varie sagre o trattorie del parco del ticino ( in modo particolare).
circa i problemi parco si parco no conosco quelli della lombardia e del veneto; i problemi palesati da M.A.e’ la prima volta che li apprendo; non sara’ che in sardegna il n°di iscritti all’U.C.A.S. e’ piu’ elevato che nel resto del paese?
nb U.C.A.S. = ufficio complicazioni affari semplici
La fregatura del “parco” è che deve sottostare a delle precise norme. Non esistono parchi speciali, purtroppo, dove si può implementare il turismo in estate e permettere la caccia in inverno per regolarne la densità faunistica. Un parco vieta la maggior parte di queste attività antropoche che definirei fondamentali per regolare l’ecosistema. Escludere da un area di migliaia di ettari l’uomo impedendo attività come la caccia, vol dire incasinare l’ecosistema e mettere a rischio certe popolazioni faunistiche, per di più significa stravolgere il lavoro di chi in campagna ci lavora e cerca di applicare idee innovative e/o di sviluppo. Signor Angelo, da imprenditore agricolo saprà bene che la presenza di 200 o 300 cinghiali in più o in meno in un agro comunale, fa la differenza eccome, soprattutto per chi vuole realizzare idee per incentivare il turismo, come la costruzione di sentieri, areevper il camping etc etc. La presenza dell’uomo è indispensabile. Inoltre mi può dire che giovamento ne ha tratto il comune di Alghero, dall’area di Porto Conte? Più che un parco, sembra una “porcilaia” dove regnano i cinghiali a discapito dell’uomo e di altre specie faunistiche.
forse basterebbe guardarsi un po’ in giro ( anche in rete sui siti relativi)e osservare quello che succede nei parchi, anche italiani, che funzionano:
1- le attività economiche di aziende agricole produttive e di servizio ricettivo all’interno dei parchi ( es . v. 5 terre, maremma,) si sono dotate di marchio di qualità e hanno ottenuto incremento proprio perchè gli operatori aziendali hanno colto l’occasione di alzare il loro livello prestazionale.
2- problema cinghiali: perchè non fare buon uso dei metodi di controllo adottati da altri parchi? (v. 5 terre sistema di squadre di controllo e abbattimento)
3- formazione e incremento di posti di lavoro qualificato : guide specializzate per terra e per mare, operatori enogastronomici per corsi e degustazioni, organizzatori di concorsi fotografici, concerti, operatori del benessere della persona.
c’è un buon motivo per disdegnarli?
ma intendo proprio : buono e convincente ?
pane e cemento, a colazione, pranzo e cena.
da La Nuova Sardegna, 25 giugno 2013
Bosa, per il golf a Tentizzos c’è chi dice sì. (Alessandro Farina)
BOSA. «Non c’è più tempo da perdere: sul progetto golf occorre dare risposte chiare e certe in tempi brevi». Questo in sintesi il pensiero di Angelo Sardu, portavoce del comitato che valuta positivamente l’idea progetto di Condotte Spa sulla costa di Bosa, che interviene ancora una volta pubblicamente dopo le recenti prese di posizione. «Da mesi si parla di tutto, ma la realtà è sotto gli occhi di tutti: intere generazioni da queste parti non hanno più, oltre che un lavoro, neanche una speranza». In particolare Sardu si riferisce al settore edile, pesantemente colpito da una crisi senza precedenti. «Ci sono famiglie alla fame, mentre il tasso di disoccupazione, per quanto a mia conoscenza, cresce continuamente e supera il 30%. Basti pensare che, in un settore che dava lavoro a decine di imprese e centinaia di operai come quello edile, contiamo oggi ufficialmente tre sole buste paga». Secondo Angelo Sardu quindi «A questo punto occorre discutere apertamente di possibili, concrete soluzioni. Cioè dell’idea progetto presentata da Condotte sul golf a Tentizzos e sulla rimodulazione delle cubature di Campu ‘e Mare a Bosa Marina. Anche perché, a parte modelli che mi sembrano ancora tutti da approfondire, non mi pare che ci siano file di altri reali imprenditori pronti a investire nel territorio di Bosa». Premesse ad una proposta che, negli intenti, dovrebbe tradursi al più presto in atti concreti. «Basta con le mezze parole o le dichiarazioni di intenti. Nella nostra città insieme alla disoccupazione e alla povertà sta crescendo la rabbia. Amministratori, politici e partiti devono dire apertamente, magari in un’assemblea pubblica da organizzare al più presto, cosa pensano e soprattutto cosa vogliono fare per dare una concreta prospettiva di lavoro e rilancio di questa città» conclude Angelo Sardu.
Mi dispiace molto che a Bosa ci sia chi sfrutti la crisi ed il clima di disperazione dei molti disoccupati per tirare la volata ad un progetto di mera speculazione edilizia. C’è gente che purtroppo non vede oltre il proprio naso.
Dovremmo ricoprire tutte le coste sarde di cemento per dare qualche mese di lavoro a qualche decina di artigiani edili e di manovali per poi renderci conto che non abbiamo più niente su cui poter investire in futuro?
Perché non tentare di essere più lungimiranti per una volta? Perché fidarsi ancora di una ditta che già una volta ha fatto promesse di migliaia di posti di lavoro per poi deludere la popolazione con opere architettoniche che rappresentano uno sfregio per il paesaggio e che hanno arricchito solo un imprenditore bosano? Perché puntare tutto su un settore in crisi come l’edilizia quando a Bosa abbiamo centinaia di appartamenti e case sfitti o invenduti?
Io sposo in pieno l’idea del parco naturale, che, questo si, darebbe lavoro a tempo indeterminato, forse non a migliaia di persone (ma quelle sono promesse che sappiamo fin troppo bene quanta strada fanno) ma posti di lavoro veri, produttivi, e di cui si gioverebbe tutta la città. Sarebbe un volano per Bosa che grazie ad esso sarebbe riconosciuta in tutta Europa come un luogo che abbina arte bellezza e natura.
E tutto questo si potrebbe fare senza snaturare il territorio, senza perdere nulla di quanto abbiamo, perché come scritto nel comunicato di InBosa, i vincoli li abbiamo già. Non chiediamo ai bosani nessuna rinuncia ma di ragionare su un possibilità più concreta delle promesse fumose della Condotte Immobiliare.
Piena solidarietà all’iniziativa del comitato InBosa e a quell’altra iniziativa che propone la costiera Bosa-Alghero patrimonio dell’umanità. Bosa e dintorni non merita campi da golf o impianti geotermici. Teniamo duro, salviamo dalla speculazione gli ultimi tratti di costa ancora integri. Guardiamoci intorno, ci sono posti dove la gestione sostenibile dei territori funziona, dove la salvaguardia dell’ambiente (quidi qualità della vita) è in sintonia con le attività tradizionali perchè le rafforza e ne qualifica i prodotti. Sono questi posti che fungono da attrattori per quelle nicchie turistiche (numericamente consistenti) attente alle culture locali, alla gastronomia, ecc. E spendono anche tanti soldi. Se poi qualche caletta di Capo Marrargiu non sarà fruibile per via dei Grifoni vi posso garantire (lavoro nel campo turistico) che quei turisti saranno ben contenti.
da La Nuova Sardegna, 26 giugno 2013
Sul progetto di Condotte le censure degli oppositori. Bosa, il Comitato Salviamo Tentizzos ha incontrato i capigruppo consiliari «Idea superata dal nuovo turismo, serve puntare su ambiente e storia». (Alessandro Farina)
BOSA. Puntare sulle peculiarità ambientali e paesaggistiche della zona a nord di Bosa e storico urbanistiche nel centro abitato. Questa la ricetta del comitato “Salviamo Tentizzos”, per Bosa rispetto alle proposte avanzate da Condotte sul golf a Tentizzos. Ribadite lunedì sera in un incontro a cui sono stati invitati i capigruppo consiliari di maggioranza e opposizione. Per un confronto che presto dovrebbero approdare nell’aula consiliare di piazza Carmine. Per gli attivisti di “Salviamo Tentizzos” l’idea progetto presentata dal colosso delle costruzioni, a parte i vincoli lungo la costa che ne impedirebbero di fatto la realizzazione, non risponderebbe innanzi tutto alla fame di lavoro che la crisi ha seminato in questi anni. «Il turismo è cambiato, questo è un investimento che forse avrebbe avuto senso trent’anni fa, oggi è anacronistico», la tesi. Mentre «Occorre mettere in rete le risorse presenti nel territorio (ambiente, archeologia, ecc) e utilizzare i fondi europei per sistemare il centro storico, favorendo la nascita di attività legate ai servizi» si ribatte. «Condotte ha presentato nei giorni scorsi una proposta di intenti che stiamo valutando» rivela il capogruppo di maggioranza Piera Addis. Sul golf a Tentizzos la maggioranza è possibilista, anche se, rimarca ancora il capogruppo Addis, qualche paletto la giunta Casula intende piantarlo. «Innanzi tutto priorità agli investimenti alberghieri. Mentre Condotte è d’accordo, considerato che grazie alla legge regionale sul golf potrebbe utilizzare di ulteriori 75mila metri cubi a Sa Miniera, di spalmarli, questa la nostra proposta, sul territorio dell’area urbana». Nelle prossime ore la maggioranza valuterà quindi nel merito le proposte. «Poi intendiamo confrontarci con forze politiche, associazioni e cittadini», il percorso. Con qualche passaggio non condiviso da Anna Maria Piroddi, capogruppo della lista di centrodestra, e Silvano Cadoni del Psd’Az. «La proposta d’intenti andava subito portata all’attenzione del Consiglio» la bacchettata di Anna Maria Piroddi. Che sul progetto di Condotte ha sottolineato varie perplessità. Al pari di Silvano Cadoni, che rimarca: «Il Psd’Az ha una copia perché ci è stata fornita dai due assessori sardisti presenti in giunta». Mentre, rispetto al progetto ipotizzato i Quattro Mori chiedono, come ribadito già qualche settimana fa in una nota firmata dal segretario di sezione, che «Le cubature vengano realizzate nelle aree urbane già a disposizione di Condotte».
da L’Unione Sarda, 26 giugno 2013
BOSA. Confronto tra gli ambientalisti e i capigruppo consiliari«Niente golf a Tentizzos». Critici Psd’Az e lista civica. Solo la rappresentante di maggioranza Piera Addis assicura «attenzione» al Master plan in nome della lotta alla disoccupazione. Assenti Udc e Pd. (Antonio Naitana).
La Giunta Casula considera «con attenzione» il progetto di Condotte. I sardisti ribadiscono il no. Annamaria Piroddi (centro destra) è critica. Primo faccia a faccia lunedì sera fra i capigruppo del Consiglio comunale e il variegato fronte del no al Master plan. Nella sede del comitato “Salviamo Tentizzos” c’erano i gruppi critici rispetto al progetto di Condotte Immobiliare: 250 mila metri cubi a Campu e Mare (nella vallata alluvionale a Bosa Marina), Sa Sea (un rilievo alla foce del Temo) e a Tentizzos e Sa Miniera, costa splendida ed incontaminata. C’erano la capogruppo di maggioranza Piera Addis e, per le opposizioni, il sardista Silvano Cadoni e Annamaria Piroddi della lista civica di centro destra. Assenti Pd e Udc. Il Comitato voleva sapere dai capigruppo quali fossero le loro posizioni sul progetto di Condotte, che vorrebbe trasferire sulla costa incontaminata le volumetrie già approvate alla foce del fiume. Una modifica che, allo stato attuale, non è consentita dal Ppr: impossibile la creazione di un campo da golf e relative strutture a Tentizzos, in un territorio già incluso nel Sic e protetto da norme regionali e comunitarie. La capogruppo di maggioranza Piera Addis non ha nascosto l’interesse dell’amministrazione: «Un interesse attento e vigile, ma dovuto, rispetto ad una crisi che ha determinato disoccupazione e chiede risposte». Annamaria Piroddi, nell’annunciare la sua posizione contraria, ha accusato la maggioranza: «Non ci hanno informati dei contatti in corso con Condotte». Il Psd’Az (che ha due assessori in Giunta) ha ribadito la contrarietà dei Quattro Mori a qualsiasi progetto che contrasti con il Puc, il no al campo da golf ed alle volumetrie sulle coste, che il partito vorrebbe fare tutelare dall’Unesco. «Gli assessori sardisti concordano con le valutazioni del Partito», ha affermato Cadoni. Il Comitato ha ribadito l’assoluta contrarierà al progetto di Condotte e il sostegno alla proposta alternativa di uno sviluppo legato alla città storica e alle sue peculiarità ambientali e paesaggistiche. Cristina Perino, a nome del Comitato, ha invitato i rappresentanti del Comune: «Rispettateci, informateci, siate responsabili verso la città». Il Comitato sta inondando di email il ministro dell’Ambiente. Chiede che intervenga perché non siano rimossi i vincoli sulla costa a nord del Temo.
da La Nuova Sardegna, 29 giugno 2013
AMBIENTE. ll caso Tentizzos, nuovo attentato al paesaggio. Il progetto di Condotte a Bosa è in palese violazione delle norme di tutela. L’interrogazione di Manconi e Zanda e il “no” della popolazione. (sandro Roggio)
I senatori Luigi Manconi e Luigi Zanda hanno presentato una interrogazione su un inquietante progetto edilizio nella costa di Bosa. A memoria mia non era mai successo che un caso come questo – e se ne sono visti tanti in questi decenni – arrivasse in Parlamento assumendo un rilievo nazionale. È una buona notizia. Per cui si spera che a molti italiani – e ai sardi – possa arrivare finalmente il messaggio: il paesaggio litoraneo dell’isola è patrimonio del Paese, come Venezia o Pompei, la Val d’Orcia o le vette delle Alpi. La sua tutela è affidata ai sardi ma con la supervisione delle istituzioni statali come prevede l’ordinamento. Un principio non trascurabile se si vuole conservare in modo unitario ciò che resta della bellezza del Paese. L’ottima e autorevole iniziativa dei due parlamentari Pd (conta che Zanda sia il capogruppo al Senato) sta in questo solco. E si spera che il ministro dell’ Ambiente interrogato coinvolga nella risposta il ministro del Beni Culturali che più di altri dovrebbe essere informato su cosa accade nel Palazzo cagliaritano dove Regione e Stato hanno in corso un confronto per la revisione del piano paesaggistico regionale che si dovrebbe concludere nei prossimi mesi. Il progetto di “Condotte” nel territorio di Bosa (dove la potente impresa possiede 330 ettari) è uno dei tanti che puntano ad occupare luoghi che fortunatamente conservano preziose caratteristiche naturali. Per realizzare la solita speculazione senza vantaggi per la popolazione locale. La quale sta manifestando con forza – e anche questa è una bella notizia – la contrarietà verso l’intervento che prevede tra l’altro un campo da golf e 70mila mc connessi a “Tentizzos” (un luogo straordinario dove i grifoni volteggiano maestosi). Per il via libera servirebbe però – e questo è il punto – che il Ppr, contrario alla trasformazione di quel sito, si piegasse scandalosamente alla pretesa dell’ impresa. Ma attenzione: questo e altri brutti disegni distribuiti nel litorale dell’isola si potranno realizzare solo se si ritratteranno i vincoli apposti opportunamente nel 2006, per cui la fascia costiera, individuata con il concorso di studiosi di varie discipline, è oggi bene paesaggistico d’insieme. La volontà di rimuovere questa estesa forma di tutela per aprire varchi a discrezione è stata più volte manifestata in questi anni. Si pensi ai provvedimenti (la legge sul golf e i piani casa) impugnati clamorosamente dal governo. Il caso più noto, per il quale lavorano solerti agenti diplomatici tra Roma e Cagliari, riguarda l’intervento del Qatar in Costa Smeralda. Per questo caso c’è chi ha immaginato la prima correzione a domanda del Ppr. Una deroga che produrrebbe il cortocircuito atteso da molti, e quindi il temuto effetto domino, di cui si è detto tante volte. Per favorire questo processo serve il giusto clima, accomodante e compiacente. E per questo lavorano instancabili uffici stampa. Un curioso servizio televisivo di qualche mese fa ci spiegava che l’emiro del Qatar sta avanzando le prime richieste per dare corso al programma d’investimento in Gallura, ma rassegnato a sottostare ai noiosi intoppi della burocrazia, “proprio come un normale cittadino”. Una affermazione rivelatrice di quanto sia invalsa l’idea che al ricco emiro possa spettare una corsia preferenziale. In realtà la banca d’affari del Qatar, la romana “Condotte” e altre imprese più o meno influenti non sono proprio in rispettosa attesa, come ci vorrebbero fare credere. Premono per scompigliare le regole e non sorprende. Se c’è chi pensa di cambiare la Costituzione per interessi privatissimi, l’asservimento del piano paesaggistico sardo può apparire un’ inezia (utile alla “pacificazione nazionale?). Per questo occorre tenere alta l’attenzione, non solo in Sardegna.
da La Nuova Sardegna, 5 luglio 2013
Adesioni al progetto di Condotte. A Bosa il comitato Pro golf sostiene le ricadute economiche dell’iniziativa. (Alessandro Farina)
BOSA. Mobilitazione sui social network, riunioni e incontri, interrogazioni parlamentari, prese di posizione pubbliche. L’idea progetto del golf a Tentizzos scuote indiscutibilmente il dibattito sociale e politico nella città del Temo. Una carta, le proposte di Condotte su una delle zone dall’indiscusso pregio ambientale e paesaggistico, che in molti pensano sorpassata rispetto ad un turismo sempre più attento alla natura. Ma che altri valutano invece come la possibile chiave di volta per esaltare, con strutture e servizi a target medio alto, proprio i peculiari valori legati a natura e paesaggio. Insomma accanto al movimento “no golf” c’è innegabilmente chi al progetto Condotte guarda con interesse. Richiamando tutti, ancora una volta, ad una discussione «seria, senza pregiudizi o fazioni, ma con reale spirito costruttivo» ribadisce Angelo Sardu, portavoce del comitato “Pro golf” che ritiene che «La valutazione definitiva (sul progetto di Condotte, ndc) non può non tenere conto della ricaduta economica di un investimento di queste dimensioni. Che può incidere su una situazione sociale drammatica mai vista negli ultimi decenni e che sta portando alla disperazione centinaia di famiglie». Secondo Sardu la questione non si può ridurre ad «Una gara a chi sventola più in alto la bandiera dei puri difensori dell’ambiente e della natura, ne tantomeno ad etichettare come fautori di una spregiudicata politica di cementificazione del territorio gli edili nel tentativo di titolarli come sacrificatori di un bene comune sull’altare del solo tornaconto occupazionale». Perché, sempre secondo Angelo Sardu «Da anni gli edili si battono per uno sviluppo compatibile e sostenibile considerando il territorio, l’ambiente, la natura come patrimonio inestimabile». Insomma «L’ambiente viene prima di tutto. Ma considerarlo un totem è sbagliato», I fautori del golf in riva al Temo sono convinti sia possibile «Dare vita a progetti che possono integrare il rispetto per natura, storia e paesaggio con opere che servano a valorizzarli al meglio, aprendo anche all’apporto degli operatori locali». Secondo Sardu, «C’è da discutere, approfondire e valutare attentamente, sforzandosi però di dare vita a un percorso di dialogo il più possibile aperto fra società civile, istituzioni e imprenditori teso a costruire finalmente qualcosa. Non solo dal punto di vista ideale».
caro Angelo Sardu (rif.: articolo de La Nuova Sardegna, 5 luglio 2013)
con tutto quello che è stato costruito a Bosa, l’edilizia è al collasso, guarda un po’. Cosa può significare questo? Forse si è avuta in passato una mancanza di visione prospettica? Si, non ci sono altre possibili risposte. Stai continuando con la visione del passato? Si, non ci sono altre risposte possibili. Se non uguale (ed ugualmente inutile) la tua posizione è semmai peggiore del passato? Si, sta nelle cose. E le cose sono due o tre, almeno: 1) il territorio consumabile si è ridotto; 2) a costruire il Golf e sopratutto gli annessi e connessi non saremo noi; 3) sono passati tanti anni, chi fa politica, nel frattempo, dovrebbe aver pensato alle alternative.
caro Angelo Sardu, sbagliare è umano, perseverare è diabolico. Vorrei davvero invitarti a valutare le alternative. Proprio tu che lavori nell’agricoltura, nei servizi, tu che ti sei reinventato. Ma anche i tuoi amici e soci, che hanno piccole imprese, che lavorerebbero meglio nelle ristrutturazioni e non avrebbero possibilità nei grandi appalti. Il mio accorato appello è pensare alle alternative. Le stiamo proponendo: un Parco, un Parco di moderna concezione, del Territorio, che favorisca una gestione organica delle risorse, che sono di Bosa e devono rimanere a Bosa. Che favorisca la riconversione di un’economia malata di mancanza di prospettiva.
caro Angelo Sardu, per la stima che ho di te, sono sicuro che potresti aderire alla nostra iniziativa!
con affetto, Angelo Pisanu (del comitato InBosa) 3457975657
P.S. Anche in riferimento alla storia dei cinghiali e dei vincoli di cui parla M.A. (M. cosa e A. cosa?) in questo blog, ti posso dire che io ho terreni nella costa di Bosa e i problemi di cui parli, che conosco (ma non ho mai messo un boccone avvelenato, anzi questa secondo me è una favola!) li abbiamo già oggi, senza avere un Parco. E penso che soltanto con un vero ed effettivo Parco potremmo avere la possibilità di gestirli meglio. Per questo ci batteremo, nel caso che la proposta fosse accolta, cioè per un Parco vero e moderno, che consenta una gestione della natura sostenibile, sostenibile anzitutto per le aziende agricole, che stanno morendo di inedia, e anch’esse per la mancanza – o meglio, in questo caso l’impossibilità – di visione prospettica.
da La Nuova Sardegna, 10 luglio 2013
BOSA. Il Pd: progetto Golf? Si discuta di sviluppo. (Alessandro Farina)
BOSA. Il futuro ambientale ed economico della città, a partire dalla idea-progetto (respinta) di Condotte sul golf lungo la costa di Bosa, «Non può che essere strettamente connesso all’azione della nuova guida amministrativa di questa città». Questo in sintesi il pensiero di Luigi Gelsomino, segretario cittadino del Partito democratico. Che, marcato appunto il no a green e investimenti turistico-ricettivi sulla costa del Grifone, indica a chiare lettere la direzione programmatica e politica del partito in vista delle comunali 2014. «Il dibattitto su Tentizzos – premette il segretario – rischia di incartarsi su chi è pro o contro, e crea divisioni e steccati che lasciano spazio solo a chi vuole mettersi in mostra senza avere nessun interesse particolare per lo sviluppo del territorio. Facendo il gioco di chi lo sviluppo lo pensa solo dal punto di vista della resa speculativa». Insomma per il Pd un sì o un no, più o meno secchi, all’idea progetto di Condotte non basta più. Come pure possibili risposte parziali. «C’è chi parla di parco, chi di improbabili strade patrimonio dell’Unesco, c’è chi senz’altro in buona fede vede nel progetto golf a Tentizzos una prospettiva di sviluppo. Io credo che sia giunto il momento di parlare seriamente di sviluppo del territorio, mettendo sul piatto le prossime elezioni comunali» il cuore della proposta, praticamente una base programmatica, che segna il Pd a Bosa. In un terreno dove «Le alleanze possibili si formano sulla base di visioni e proposte comuni. Dove i partiti escano allo scoperto e ci mettano la faccia». Mentre, questa la linea di demarcazione netta «È ora di finirla con le formazioni di liste civiche che servono solo a sfruttare il vecchio malcostume di rastrellare voti tra parenti, amici e compagni di merende. Che permettono la comparsa di persone che hanno l’allergia all’impegno politico di tutti i giorni». Insomma il Pd scenderà in campo con il peso del proprio simbolo, la via annunciata da Luigi Gelsomino. Che, richiamata l’interrogazione in Senato del capogruppo Pd Luigi Zanda e del collega di partito Luigi Manconi, al no sul golf a Tentizzos aggiunge: «Aiutiamo il ministro a rispondere, mettiamo in campo i nostri rappresentanti in Parlamento e facciamo lobby positiva». Con la pragmatica richiesta che Bosa ospiti «Un convegno dove si parli di sviluppo sostenibile, coinvolgendo esperti e studiosi, amministratori e componenti economiche, sociali e politiche (agricoltura, pesca, commercio, turismo, artigianato, associazioni, partiti, i prossimi candidati alla presidenza regionale)». Per individuare «Programmi ed azioni che il prossimo sindaco dovrà adottare, e a cui noi tutti dovremmo dare sostegno e collaborazione», conclude Gelsomino.
da La Nuova Sardegna, 18 luglio 2013
Condotte, lunedì si discute la bozza del protocollo. Il consiglio comunale di Bosa esaminerà le linee del progetto di sviluppo È la base per approfondire gli investimenti a Tentizzos, Sa Sea e Campu ’e Mare. (Alessandro Farina)
BOSA. Tredici cartelle fitte fitte, per una “bozza” che negli intenti dell’amministrazione civica dovrebbe trasformarsi in una piattaforma da condividere attraverso le più larghe falde del nuovo Piano strategico di sviluppo comunale e del territorio. Il sindaco di Bosa Pierfranco Casula anticipa le linee del “Protocollo di intenti tra l’amministrazione comunale di Bosa e Condotte Immobiliare Spa.” Nello specifico la “Proposta di valorizzazione aree di Campu ‘e mare, Sa Sea, Tentizzos-Sa Miniera” che, specialmente per quanto riguarda l’ipotizzata nascita di un campo da golf a Tentizzos e decine di migliaia di metri cubi di cemento a Sa Miniera, non sembra però catalizzare ampie simpatie e sperati consensi. Ottenuti invece qualche anno fa per l’utilizzo delle aree di Campu ‘e Mare e Sa Sea da parte di Bosa Sviluppo. La bozza sarà quindi presentata ufficialmente lunedì 22 luglio, dalle 19, in una apposita riunione straordinaria nell’aula consiliare di piazza Carmine. La stessa che martedì 16 luglio ha trovato comunque d’accordo maggioranza e opposizione sull’ordine del giorno che vincola l’esecutivo ad avviare l’iter per fare della litoranea Bosa-Alghero un sito patrimonio dell’umanità. Ma che potrebbe trasformarsi in un acceso campo di battaglia politico, viste le premesse di questi mesi, sulla proposta di Condotte per la costa a nord di Bosa. «L’amministrazione, sin dal suo insediamento, ha rappresentato alla Società (Condotte, Ndc) la necessità di rivedere l’intervento previsto su Campu ‘e Mare, al momento l’unico avviato, in quanto non corrispondente ai dettami di uno sviluppo turistico di qualità a cui la Città vuole puntare ma, soprattutto, ad una tipologia architettonica poco attinente al contesto sopra richiamato», è la premessa al lungo documento. Approfondito qualche settimana fa, non senza critiche dalle opposizioni per la non immediata condivisione, in un incontro tra sindaco, assessori e vertici di Condotte. La bozza analizza quindi il “Contesto di riferimento” con l’obiettivo di “Sottoscrivere Protocolli d’Intenti per favorire la presentazione di proposte di valorizzazione delle aree interessate, attraverso progetti e percorsi amministrativi condivisi, in un confronto diretto con l’amministrazione comunale (giunta e consiglio in primis) e, successivamente, con l’intera comunità di Bosa”. Insomma se progetto ci sarà dovrà essere condiviso, la premessa.
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Strada per Alghero, c’è il sì alla mozione. Sostegno del consiglio comunale alla candidatura a “patrimonio dell’umanità” presso l’Unesco.
BOSA. Buona la seconda: dopo il rinvio (tecnico) deciso la scorsa settimana, l’ordine del giorno che prevede la richiesta all’Unesco di inserire la litoranea Bosa-Alghero tra i siti patrimonio dell’umanità passa, quasi all’unanimità, il vaglio del consiglio comunale. La seduta cardine si è tenuta martedì sera, con l’aula consiliare di piazza Carmine gremita per la folta presenza di un interessato pubblico. Fra tre mesi, avviati i contatti con gli amministratori dei territori vicini, ci sarà un nuovo appuntamento in aula per fare il punto della situazione. A presentare, già nella seduta dell’otto luglio scorso, l’ordine del giorno che intendeva impegnare l’esecutivo nella formale richiesta all’Unesco era stato il capogruppo del Partito sardo d’Azione, e primo firmatario del documento, Silvano Cadoni. Che aveva integrato, con ulteriori motivazioni legate alla valenza ambientale della strada che mette in collegamento la città del Temo ed il centro catalano, la prima proposta. Arteria nata per favorire lo sviluppo turistico della zona e permettere un più veloce collegamento tra la Planargia e l’aeroporto di Fertilia. Ma che, con il tempo ed il crescere della consapevolezza sulle peculiarità di un territorio ancora non invaso dal cemento, è diventata un importante punto di riferimento per gli amanti di panorama mozzafiato e natura praticamente incontaminata. Territorio dove, sulle alte creste di Monte Mannu e Sa Pittada, a picco sul mare, nidifica l’ultima colonia autoctona di avvoltoio grifone in Italia. Zona, ha ricordato tra l’altro Silvano Cadoni, compresa nel Sito di interesse comunitario del Marrargiu. Costola di una rete ecologica regionale che comprende parchi e oasi naturalistiche di eccezionale valenza. Motivazioni condivise sia sui banchi della minoranza come su quelli della maggioranza. Si era però deciso di rinviare la seduta per dare modo ad alcuni consiglieri e assessori assenti di poter discutere e votare la mozione. Eventualità che si è verificata lunedì sera, con il si di tredici consiglieri sui quattordici presenti e l’astensione del capogruppo di maggioranza. Decisione non comunque scontata, considerato il duro confronto in atto sul progetto Condotte a Tentizzos e Sa Miniera, sulla costa a nord di Bosa. Argomento di cui il Consiglio discuterà lunedì prossimo, quando sarà vagliata la bozza del Protocollo d’intenti, senza arrivare alla votazione fa sapere il sindaco Pierfranco Casula, messo a punto da maggioranza e vertici del colosso delle costruzioni.
da Il Fatto Quotidiano, 19 luglio 2013
Sicilia e Sardegna, riparte cemento selvaggio. (Daniele Martini): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/78602_Sicilia_e_Sardegna_riparte_cemento_selvaggio.pdf
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da La Nuova Sardegna, 19 luglio 2013
Golf a Bosa, appello agli amministratori: «No al protocollo». (Alessandro Farina)
BOSA. “Non firmate quella proposta”. I comitati Salviamo Tentizzos e InBosa lanciano un appello congiunto, dal tenore forte e chiaro, agli amministratori della città del Temo. Lunedì prossimo infatti, nell’aula consiliare di piazza Carmine dalle 19, il Consiglio Comunale inizierà la valutazione della bozza di protocollo di intenti fra il Comune e Condotte Immobiliare Spa. Non si arriverà ad una votazione, premette il sindaco Pierfranco Casula. Ma dai comitati locali che da mesi si battono perché la città valuti altre opportunità che non quelle proposte da Condotte, sul fronte sviluppo turistico ed in particolare sul golf a Tentizzos e nuove cubature a Sa Miniera, la premessa è ancora una volta per un no più che deciso. Che, alle più volte richiamate motivazioni di tutela dell’invidiabile patrimonio ambientale e paesaggistico scampato per ora al cemento, unisce un ulteriore motivo di riflessione. «C’è la grande probabilità che l’accettazione di questa proposta implichi promesse che il Comune non potrà mantenere. In questo caso l’amministrazione potrebbe esporre il Comune di Bosa ad azioni di rivalsa da parte della società immobiliare, con grave danno alle casse comunali già languenti» sostengono Salviamo Tentizzos e InBosa. Insomma se Condotte dovesse spuntarla, ottenendo il via libera a green e strutture sulla costa del Grifone, forse i vincoli (Sic e Zps) presenti nel territorio potrebbero diventare l’ultimo argine a villette, piazzette e golf house. Ma l’eventuale accettazione formale del protocollo di intenti potrebbe comunque trasformarsi in un boomerang dagli esiti incerti sul fronte legale ed economico per la città, il succo del discorso. Da qui l’appello, discussione o meno della bozza di intenti, a non firmare alcun protocollo di intenti. “Per l’amore ed il rispetto che dovete alla vostra città” concludono, rivolgendosi agli amministratori, i comitati no golf.
da La Nuova Sardegna, 23 luglio 2013
I bosani si dividono sul golf. (http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2013/07/23/news/alberghi-ville-e-campi-da-golf-sulle-coste-di-bosa-la-citta-di-divide-1.7465795) Affollatissimo consiglio comunale per esaminare il progetto della Condotte. (Alessandro Farina)
BOSA. Ancora alle undici la lunga teoria degli interventi di amministratori e consiglieri non lascia spazio alle possibile domande del pubblico. In un’aula, quella consiliare di Piazza Carmine, che è gremita già mezz’ora prima dell’inizi del Consiglio, previsto dalle 19. All’ordine del giorno la discussione della bozza di protocollo d’intenti fra l’amministrazione e Condotte Immobiliare Spa sul progetto che il colosso delle costruzione vorrebbe varare al più presto, e vede come perno la nascita di un campo da golf a diciotto buche sulla incontaminata costa di Tentizzos. Argomento caldissimo che da quasi un anno tiene banco nel discorso politico e da mesi trascina il dibattito sui sociale network. Dopo qualche scaramuccia ad inizio seduta, si trova una linea quantomeno sulla metodica con cui portare avanti la discussione: prima la lettura delle 13 pagine della bozza, poi la discussione tra assessori e consiglieri, quindi spazio sarà concesso a possibili domande all’amministratore delegato di Condotte per il progetto “Bosa Colores” e al possibile intervento, ma dopo la formale chiusura del Consiglio, da parte del pubblico. La bozza «Stesa a più mani, dopo un anno di discussioni, approfondimenti, confronti» dice il sindaco Pierfranco Casula prima di procedere alla lunga lettura del documento, «Che non è chiuso – afferma al termine Pierfranco Casula – ma si può migliorare. Evitiamo però lo scontro, non serve a nessuno. Ragioniamo invece e confrontiamoci con serenità», è l’appello del primo cittadino, salutato dai commenti del pubblico, dove sembra predominare il fronte dei “no golf”, almeno stando a valutare il peso tra fischi e applausi. E proprio su questo argomento, il campo da golf a Tentizzos e le possibili cubature a Sa Miniera, sulla incontaminata costa del Grifone, si accentra buona parte dei più o meno polemici interventi dai banchi dell’opposizione. Se non proprio contrari al green certamente poco attratti dall’argomento, soprattutto quando interviene Luigi Mastino, capogruppo del Pd, che richiama un articolo sull’argomento golf in Italia e nel mondo, soffermandosi sulla questione relativa alle quantità industriali di acqua o concimi necessari alla cura dell’erbetta. Al suo intervento fa da contralto il vice sindaco Silvio Tanda che ricorda subito dopo come, a livello nazionale esiste un protocollo d’intesa fra la Federazione Italiana Golf e diverse associazioni ambientaliste di peso proprio sul golf. Secondo Danilo Mastinu del Pd «se un anno di discussione ha partorito questa bozza l’impegno non è stato proficuo» perché «alla fine, quale che sia la condizione, il campo da golf c’è sempre». Mentre, chiedono le opposizioni «Condotte realizzi quello che c’è già approvato per dare risposte ai lavoratori». Augusto Cherchi, assessore ai Lavori Pubblici, sporta invece il discorso su un altro piano, che vede come premessa la richiesta a Condotte di rivedere il progetto da migliaia di metri cubi previsto a Campu ‘e Mare e Sa Sea. «Richiesta che Condotte ha recepito. Ma in questo protocollo esiste un’unica proposta, mentre noi vogliamo che siano esplicitate più opzioni compresa quella che il golf non lo prevede». E questa linea è stata seguita anche in diversi seguenti interventi portati avanti dagli esponenti dell’opposizione. Con Anna Maria Piroddi del Centrodestra, che chiede che la bozza venga pubblicata sul sito internet del Comune e di dare spazio alla discussione in un’apposita riunione pubblica, non legata ai rigidi vincoli del regolamento comunale, mentre Silvano Cadoni del Psd’Az ribadisce la linea del partito, che riporta al Puc approvato nella metà degli anni Ottanta, che prevedeva l’utilizzo di volumetrie nell’area urbana e non lungo la costa. «Vanno bene le affermazioni di principio ma noi siamo qui per discutere di una bozza di un protocollo di intenti» rimarca il sindaco nel suo intervento. Che replica, in alcuni casi passaggio per passaggio, alle affermazioni piovute dai banchi delle opposizioni invitate a «fare delle proposte concrete». Ma con un significativo passaggio politico, quando dice: «Non sono d’accordo con l’affermazione del Psd’Az che tutte le cubature devono essere previste nel centro urbano – così ha tuonato infatti il sindaco in chiusura del suo intervento – ma sono convinto del contrario». Insomma sulla bozza del protocollo di intenti si giocano, inesorabilmente, diverse filosofie sul futuro sviluppo turistico della città del Temo la cui fortuna potrebbe essere quella di mantenere intatta la costa spostando, perchè no, i volumi delle costruzioni verso l’interno, dove i danni ambientali sarebbero sicuramente minori.
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Patrimonio dell’umanità o resort di lusso?
La “rimodulazione” delle cubature contrasta con la recente richiesta di inserimento nei siti Unesco.
BOSA. La “Proposta di valorizzazione delle aree di Campu e’ Mare, Sa Sea e Tentizzos-Sa Miniera” prevede a grandi linee la rimodulazione delle cubature del progetto “Bosa Colores” presentato da Condotte. Da integrare alla luce del nuovo “Piano strategico di sviluppo comunale e del territorio (Pssc)” che l’amministrazione guidata dal sindaco Pierfranco Casula intende varare. Il documento di 13 pagine – reso noto nei giorni scorsi dal sindaco e aggiornato anche alla luce della votazione unanime che ha sancito l’avvio dell’iter per inserire la litoranea Bosa-Alghero tra i siti Unesco “patrimonio dell’umanità” –, se approvato, descriverà le linee di politica turistica nel lungo periodo. Con obiettivi principali: dotare il territorio di strutture per il turismo attivo, perno il campo da golf di Tentizzos e strutture annesse, e garantire la destagionalizzazione delle presenze. Punto di partenza la «necessità di rivedere l’impianto progettuale complessivo, in particolare di Campu’e Mare». Area di diciassette ettari e mezzo su cui è stata autorizzata una cubatura di 217mila metri cubi, sulla base di un piano di lottizzazione del 2006 (Progetto Bosa Sviluppo con filosofia “Un posto letto un posto barca”). Ma dalla densità edilizia definita «eccessiva e abnorme, con tipologie di fabbricati standard che, in quella zona, poco si inseriscono nel contesto». Per Sa Sea, estensione di 73 ettari, il precedente progetto prevedeva invece circa 25mila metri cubi con ipotizzata “l’edificazione di un albergo-resort”. Lottizzazione da mettere in relazione con l’area di Campu’e Mare e con quella di Tentizzos-Sa Miniera nelle nuove linee. Pezzo forte del nuovo progetto, con i suoi 247 ettari, di cui 100 sul litorale, l’area di Tentizzos-Sa Miniera, sulla costa a nord di Bosa. Che «si potrebbe prestare perfettamente alla realizzazione del Progetto-Golf». Ma sulla quale, preso atto delle «prescrizioni e limitazioni dovute alla valenza del sito» dal punto di vista ambientale e della fruizione per la balneazione, vengono tracciate ben tre diverse ipotesi secondo «quello che sarà la legislazione in itinere che, al momento, non consente di ragionare su certezze». Con perno onnipresente però la nascita di un campo da golf a diciotto buche, che dovrà essere realizzato «con minimi interventi di movimento terra» mentre «le eventuali cubature dovranno essere inserite nella zona interna di Sa Miniera in prossimità dei resti delle vecchie case dei minatori». Perché «la realizzazione di nuove strutture alberghiere e residenziali di qualità, la realizzazione di un campo da golf internazionale, daranno una spinta decisiva al posizionamento di Bosa sulla mappa del turismo nazionale e internazionale» favorendo lo sviluppo di tutta un’altra serie di servizi e strutture legate al tempo libero, allo sport, allo svago.
complimenti a chi ha autorizzato ‘sta roba e non si è premurato di curarne la rimozione.
da La Nuova Sardegna, 18 agosto 2013
Saranno rimosse le gabbie dell’acquacoltura. Bosa, trentamila euro dalla Regione per eliminare il vecchio e pericoloso impianto di Porto Managu. (Alessandro Farina)
BOSA. Le pericolose gabbie semigalleggianti del dismesso impianto di acquacoltura, che da anni creano non pochi problemi alla navigazione di pescatori e diportisti nelle acque vicine a Porto Managu, sulla costa a nord di Bosa, saranno presto rimosse. La Regione ha infatti concesso, grazie a una richiesta dell’assessore all’Agricoltura Oscar Cherchi, spiega il sindaco di Bosa Pierfranco Casula, un finanziamento straordinario di trentamila euro. «L’assessorato dell’Agricoltura, a seguito di contatti intervenuti con la Direzione marittima di Cagliari, ha già raggiunto un’intesa di massima, da ratificare con una successiva convenzione, per la realizzazione di un intervento di messa in sicurezza tramite il Nucleo subacquei della Guardia costiera, a fronte del rimborso delle spese da sostenere (pari a euro 30.000)», spiega il primo cittadino di Bosa. La segnalazione di assoluta urgenza, per un impianto che tra l’altro cozzava per il forte impatto ambientale e i problemi di inquinamento con le rigide norme di tutela lungo la costa di Bosa, «è pervenuta all’assessorato dell’Agricoltura rivestendo carattere di assoluta necessità e urgenza, in quanto l’intervento richiesto dall’Ufficio Circondariale Marittimo di Bosa è indispensabile al fine di salvaguardare la sicurezza della navigazione e prevenire il rischio di gravi incidenti», sottolinea ancora Pierfranco Casula. L’assessorato alla Programmazione della Regione ha quindi messo mano al portafogli, concedendo finalmente il trasferimento della piccola ma necessaria somma dal Fondo di riserva per le spese impreviste. Da Bosa intanto parte anche il «grazie all’assessore Oscar Cherchi per avere preso a cuore la particolare situazione ed alla Guardia Costiera che da anni ha sempre richiesto un serio intervento di messa in sicurezza del tratto di mare interessat», conclude il sindaco Casula.
da La Nuova Sardegna, 18 dicembre 2013
BOSA. Lo sviluppo può arrivare dal Sic. Le proposte del gruppo InBosa che si oppone al Golf a Tentizzos.
BOSA. Il “treno” dei Sic è un’opportunità di sviluppo che la città non può ancora rischiare di perdere. Questo il messaggio del gruppo di informazione InBosa, costituitosi qualche mese fa nel pieno della battaglia sul progetto golf a Tentizzos, di cui è strenuo oppositore. Ma che guarda evidentemente con nuovi occhi alle possibilità di dare forma e sostanza alle ancora inespresse potenzialità del vasto territorio che dal Marrargiu, sulla costa a nord ovest, arriva fino a Bosa e si insinua nella valle del Temo. «Forse non tutti sanno che sono scaduti i Piani di Gestione dei Sic, compresi quelli che interessano Bosa. Il loro aggiornamento è in dirittura d’arrivo», dice InBosa. «I cittadini dovranno essere chiamati a dare il loro apporto di idee e conoscenza dei problemi del territorio, e a presentare le loro istanze». I Sic vengono ora visti come un’occasione per il turismo e l’edilizia. Sotto questa aspetto li guarda InBosa. «Forse non tutti sanno che il Sic non è soltanto un insieme di vincoli per proteggere i grifoni, ma una grande opportunità di sviluppo per imprese, campagne, cittadini, turismo. Per promuovere reali opportunità di nuova economia, produzioni locali, servizi», dice l’associazione. Anche se, «A leggere il vecchio Piano, si resta strabiliati nel vedere quante opportunità sono state perse: cose reali, non chimere, altro che Golf!» va giù duro il documento. Alcuni bandi sono riservati solo ai Sic, mentre negli altri, aperti a tutti, si hanno delle premialità. Da qui l’appello deciso di InBosa, che chiede il coinvolgimento dei cittadini.