Dai risultati del progetto MOMAR un forte allarme per l’inquinamento nei mari sardi. Nel Sulcis per esempio.
Nei mesi scorsi si è concluso il progetto MOMAR – sistema integrato per il monitoraggio e il controllo dell’ambiente marino, condotto con i fondi comunitari 2007-2013 del programma operativo Marittimo italo-francese con Toscana, Sardegna, Liguria, Corsica e vari Istituti di ricerca quali partners.
I risultati del progetto di ricerca conducono verso una forte preoccupazione per fenomeni di inquinamento generalmente localizzati presso poli industriali. Qui un approfondimento relativo alla situazione dei mari del basso Sulcis curato dal Comitato Carlofortini Preoccupati e dai Tabarchin Pau Ben in Cumun. Lo sottoscriviamo pienamente.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra
qui il report completo “Le metodologie di Monitoraggio dell’Ambiente Marino”
Dati progetto Momar: il mare del Canale di San Pietro con IPA e Metalli Pesanti.
Sono stati resi noti ad aprile 2012 le analisi del Momar “sistema integrato per il monitoraggio e il controllo dell’ambiente marino”, progetto transfronataliero che ha visto tra gli altri la partecipazione della Regione Sardegna, Toscana, Istituto francese di ricerca e l’Università di Cagliari. L’obiettivo del progetto era quello di creare un percorso unico sul monitoraggio marino e costiero e verificare l’affidabilità di nuove tecniche di campionamento.
I campioni nel canale di San Pietro sono stati fatti in collaborazione con l’IFREMER il 14 aprile 2010. Per l’Area costiera sud–occidentale (Portoscuso – San Pietro – Calasetta) sono stati fatti prelievi in 5 punti: 2 a Portoscuso, 1 a Calasetta, 1 a San Giovanni Suergiu e 1 a Carloforte in località Tonnare, e analizzati i sedimenti. Dal rapporto si legge che “I risultati hanno messo in evidenza concentrazioni estremamente elevate di tutti i metalli a Calasetta, in particolare per cadmio, piombo e arsenico. I campioni prelevati vicino a Portoscuso hanno messo in evidenza anche concentrazioni anomale di mercurio.” Accumulo di metalli pesanti anche nel campione prelevato a Carloforte dove la zona sabbiosa ha probabilmente condizionato l’accumulo dei metalli. Nello specifico nei sedimenti della zona nord dell’Isola di San Pietro sono state trovate concentrazioni di: Rame, Zinco, Arsenico, Cromo, Nichel, Vanadio, Alluminio, Ferro, Cadmio,Piombo Mercurio, Antimonio, Manganese. Come è noto i metalli pesanti sono tossici e cancerogeni.
Oltre ai metalli pesanti nei sedimenti sono stati riscontrati anche gli Idrocarburi Policiclici Aromatici, noti come IPA, e anche in questo caso lo studio mostra dei valori anormali.
Valori di IPA alti, anche se inferiori ai limiti di legge, sono stati riscontrati a Calasetta, mentre tracce , sono state riscontrate anche alla Punta . Gli IPA sono considerati agenti cancerogeni e mutageni cioè causano delle mutazioni o delle alterazioni al DNA.
Nei vari punti inoltre è stata individuata la “biocenosi a foraminiferi bentonici” ed è stato riscontrato che, sia a Calasetta che a Carloforte (Tonnare), si denotano “situazioni di stress ambientale”. Addirittura la “biocenosi in queste stazioni risulta quasi assente con pochissimi individui vivi (colorati) e bassi valori di densità faunistica, soprattutto nel campione di Carloforte, dove questo indice è pari a 0,06 individui per grammo di sedimento secco”.
Lo studio rivela che ciò può essere dovuto ad “un’ influenza esercitata dalla batimetria e dalle caratteristiche granulometriche del sedimento nella distribuzione della biocenosi”. Anche se ovviamente non possono essere esclusi altri fattori come quello antropico.
Inoltre sono stati effettuati dei test eco-tossicologici sulle larve d’ostrica con lo scopo di disporre una cartografia completa della tossicità dei sedimenti. Con un procedimento tecnico, vengono determinate le percentuali di anomalie di sviluppo larvale, e anche in questo caso lo studio rivela che la zona presenta dei sedimenti tossici sia in prossimità del porto industriale di Portovesme (Portoscuso) che nei porti di Portoscuso, Carloforte e Calasetta dove sono state riscontrate la massima contaminazione con il 100% di anomalie larvali . Analisi con questo metodo sono state fatte anche alla Punta e all’Isola Piana e anche in quei casi risulta una significativa tossicità. Tra tutta la Sardegna la nostra zona insieme a quella di Cagliari, e Porto Torres risultano le zone in cui sono state riscontrate le più alte contaminazioni .Lo studio ricorda come le microfaune sono utili per individuare aree che necessitano di risanamento, tutela e protezione.
Queste analisi seguono altre rese note negli ultimi anni e non fanno altro che delineare un quadro critico della salubrità del nostro mare, ricordiamo che nel 2009 e nel 2011 sia Matzaccara che a Boe Cerbus nei granchi, nelle vongole e nelle arselle fu trovato piombo e si decise di vietarne la raccolta. Inoltre le analisi effettuate sul mare intorno all’isola di San Pietro, dall’Università di Cagliari nel 2009, dirette dal Professor Marco Schintu rilevarono, in varie specie di alghe concentrazioni di metalli pesanti quali Cadmio, Piombo, Zinco e Rame.
Lo studio ricorda che la contaminazione da Metalli Pesanti ed IPA in questo tratto di mare “è legata sia alla geochimica della zona che alla presenza del polo industriale” che include produzioni di piombo, cadmio, zinco (Portovesme srl), energia elettrica a carbone/biomasse dell’Enel, produzioni di alluminio in dismissione (Alcoa) e sulla costa la gigantesca discarica dei fanghi rossi (Eurallumina) che sta sprofondando nelle falde acquifere e il mare.
I cittadini continuano a subire una situazione che è sempre più drammatica infatti queste sostanze si bioaccumulano nell’organismo, costituendo un rischio non solo cancerogeno, ma anche genotossico. Metalli Pesanti e IPA possono passare al resto dell’ ecossistema marino, e quindi potrebbe innescarsi il passaggio da un organismo all’altro cioè il fenomeno della “biomagnificazione” che va ad affiancarsi a quello della bioaccumulazione. E’ scontato ricordare che questi gravi episodi di inquinamento oltre a mettere a rischio la salute degli animali e del mare, compromettendo il delicato ecosistema, causano un rischio sanitario per tutti i cittadini. Episodi che contribuiscono a danneggiare ulteriormente l’ambiente e la salute di chi vive su questo territorio.
Chiediamo alle autorità competenti di avviare immediate verifiche e che Arpas e Asl avviino immediatamente indagini più approfondite. Cosa aspettano le Amministrazioni comunali, Provinciali e gli Regionali a dare risposte urgenti, prendere immediati provvedimenti mettendo in atto politiche di bonifica e riconversione?
Comitato Carlofortini Preoccupati e Tabarchin Pau Ben in Cumun
(foto per conto GrIG, T.C., S.D, archivio GrIG)
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- l'Astrolabio – newsletter degli Amici della Terra
- Comitato ambientale per la tutela del territorio di Costa Corallina, Olbia (OT)
- Comitato civico "No al Progetto Eleonora"
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- Comitato "Salviamo Tentizzos per Bosa"
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- Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)
- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
- indirizzi applicativi in materia di V.I.A. per i progetti di centrali eoliche
- Testo unico sull'urbanistica (Sardegna)
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Gli effetti deleteri dei metalli pesanti sulla salute sono stati ampiamente studiati ma, in medicina, se ne sottovaluta l’importanza come causa primaria di patologie nervose, degenerative e tumorali: inoltre la loro rimozione dall’organismo non è agevole e deve essere accompagnata da politiche volte a ridurre l’esposizione della popolazione a tali sostanze al pari di altri inquinanti.
da L’Unione Sarda, 1 febbraio 2013
Portovesme, il progetto. Falda inquinata, ecco come ripulire l’acqua: http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/68440_Falda_inquinata_ecco_come_ripulire_lacqua.pdf
inquinamento a mare, in Toscana.
da Il Fatto Quotidiano, 3 settembre 2017
Solvay, pesci morti lungo le Spiagge Bianche della Toscana: la procura indaga sugli sversamenti di ammoniaca.
Il 29 agosto, forse le quantità sversate sono state superiori ai limiti consentiti a causa di un malfunzionamento. I rilevamenti dell’Arpat dovranno stabilire con certezza le cause di morte degli animali, ma i primi campionamenti mostrano livelli di ammoniaca “superiori a quelle riscontrate durante i monitoraggi routinari”. Si fa strada l’ipotesi di un divieto di balneazione esteso a tutta la spiaggia dove la sabbia è candida per il carbonato di calcio scaricato dalla sodiera più grande d’Europa. L’azienda: “Mai smentito possibili correlazioni. Stiamo collaborando con Arpat per verificare la situazione e dare le spiegazioni necessarie. (Veronica Ulivieri): http://www.ilfattoquotidiano.it/2017/09/03/solvay-pesci-morti-lungo-le-spiagge-bianche-della-toscana-la-procura-indaga-sugli-sversamenti-di-ammoniaca/3831764/