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Il progetto della diga di Monte Nieddu – Is Canargius, fra i più osceni scempi ambientali e finanziari d’Italia.


cantiere dimesso della diga di Monte Nieddu-Is Canargius e vallata interessata dall’invaso

Ma che bella notizia: al suon di pifferi e tamburi, Assessori regionali, Sindaci, il Commissario governativo han avuto la gioia di annunciar per l’ennesima volta l’ennesima ripartenza dei lavori della diga di Monte Nieddu – Is Canargius, nel bel mezzo dei boschi del Sulcis.

I lavori erano già ripresi nel 2017, ma anche nel 2014, pure nel 2011.

Lavori avviati nel 1998, sospesi nel 2001 per contenziosi con il consorzio di imprese appaltatrici.

Uno dei più ingenti e osceni scempi ambientali e finanziari di questo povero Bel Paese.

Eppure la diga di Monte Nieddu – Is Canargius, nella Sardegna meridionale (Pula, Sarroch), incredibilmente non è presente nell’anagrafe delle opere pubbliche incompiute, frutto di un’esplicita previsione di legge (art. 44 bis del decreto-legge n. 201/2011, convertito con modificazioni nella legge n. 214/2011) e curato dal Servizio contratti pubblici del Ministero delle Infrastrutture e Mobilità sostenibile (MIMS), ai sensi degli obblighi di “rilevazione e pubblicazione dell’elenco anagrafe delle opere incompiute (Decreto del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti 13 marzo 2013, n. 42)”.

No, non è presente nell’elenco delle opere incompiute in Sardegna, aggiornato al 28 giugno 2024.

Sarroch-Villa S. Pietro, cantiere diga Monte Nieddu, cartello “inizio lavori” (1998)

I lavori finora fatti sono pari a meno del 20% dei lavori previsti.

Ma sono lavori dal sapore quasi archeologico, visto che il progetto risale al 1960 (sì, proprio 65 anni fa…), basati su calcoli pluviometrici di tutt’altra dimensione rispetto a quelli attuali: basti pensare che nel periodo 1980-2009 (dati Annali Idrologici A.R.P.A.S.) la piovosità media nella zona (Stazione Pula – Is Cannoneris) è stata sì di 978,4 millimetri, ma con un’evapotraspirazione potenziale media pari a 766 millimetri, dovuta alle alte temperature estive (vds. anche piano forestale particolareggiato Foresta demaniale Is Cannoneris, 2019).

L’approvazione da parte del Consiglio superiore dei lavori pubblici è del 1970 e la concessione di derivazione dell’acqua è del 1975.

Scempio ambientale, più di 172 ettari di bosco da distruggere in un sito di importanza comunitaria (S.I.C./Z.S.C. “Foresta di Monte Arcosu”, codice ITB041105), in assenza di alcuna procedura di valutazione d’impatto ambientale (V.I.A.), fatto riconosciuto (2014) dalla conclusione della procedura di accertamento EU-Pilot 5437/13/ENVI avviata su ricorso del GrIG da parte della Commissione europea.

Una storia infinita, ma anche uno scempio finanziario.

Un esempio di quello che non si deve fare.

Facciamo un po’ di conti.

87,5 miliardi di vecchie lire stanziati sul fondi comunitari P.O.P. 1994-1999 + altri 83 milioni di euro di fondi statali e regionaligià stanziati + 10-15 milioni di euro stimati (ma non stanziati) per la condotta di adduzione al potabilizzatore + altri 80 milioni di euro stimati (ma non stanziati) per le reti di distribuzione + una cifranon conosciutaper comporre il contenzioso con il Consorzio spagnolo Dragados y Fomento vincitore della precedente gara d’appalto europea (pretendevano 60 milioni di euro).

Nel 2021 dal Governo Draghi venne nominata (D.M. 18 aprile 2021) Angelica Catalano, direttore generale per le dighe del Ministero delle infrastrutture, quale Commissaria straordinaria per il completamento dell’opera con un budget di 270 milioni di euro.

88,5 milioni di euro sono stati (ottobre 2022) inseriti nello schema di accordo tra la Regione e il Ministero delle Infrastrutture e della Mobilità sostenibili.

Sarroch-Villa S. Pietro, Monte Nieddu, il cantiere della diga

Oggi si stimano 163 milioni di euro di investimenti + altri 25 milioni di euro per lo sbarramento di Is Canargius + l’importo sconosciuto che sarà riconosciuto al Consorzio spagnolo + decine e decine di milioni di euro per le opere di adduzione e collegamento alle reti idriche esistenti, oggi non finanziati e nemmeno programmati.

Circa 250 milioni di euro, a volersi tener bassi, per un volume di invaso lordo di 35 milioni di metri cubi lordi, in realtà al massimo 27 milioni di metri cubi utili (7 milioni di metri cubi sono considerate “acque morte”, la cui potabilizzazione è complessa e molto costosa).

Almeno 9-10 milioni di euro per ogni milione di metri cubi di acqua concretamente utilizzabile.

Quanto costerebbe al litro?   

Quanto l’acqua minerale?

E non la vogliamo nemmeno inserire nell’elenco delle opere pubbliche incompiute?

Forse è fuori classifica per eccesso di vergogna?

studio per la V.I.A. del progetto della diga di Monte Nieddu – Is Canargius (1994). Il procedimento di V.I.A. non è mai stato svolto.

E’ uno dei peggiori e misconosciuti scempi ambientali e finanziari di tutta Italia.  Centinaia di milioni di euro letteralmente buttati per realizzare un inutile scempio ambientale.

Per capirci, il Lago Omodeo, creato dalla diga Eleonora d’Arborea (1997), ha un volume totale dell’invaso pari a 792 milioni di metri cubi d’acqua, con un invaso finora autorizzato di massimo 419 milioni di metri cubi di acqua: soldi ben spesi sarebbero quelli per le procedure finalizzate a un aumento dell’invaso autorizzato e un miglioramento della connessione fra i bacini.

In Sardegna ben 34 invasi medio/grandi con un volume d’invaso autorizzato pari a 1.824 milioni di metri cubi d’acqua (dati Agenzia per il Distretto Idrografico della Sardegna, 2024), ancora poco connessi fra loro e con reti di distribuzione troppo spesso carenti.

E’ semplicemente folle quanto accade nel settore della gestione dell’acqua per quanto concerne le reti di distribuzione: secondo il report ISTAT 2024 (riferito a dati 2022) in Sardegna le perdite dalle reti di distribuzione idrica sono in media del 52,8%.

Pettirosso (Erithacus rubecula)

Vuol dire che per un litro d’acqua che esce dal rubinetto ne sono stati immessi in rete più di due.

Le perdite nell’Isola sono più alte di 10 punti della media nazionale, il 42,4%, ma anche del sud Italia (50,5%) e addirittura quasi 20 punti sopra quelle del Nord ovest del Paese (33,5%). Si tratta di un leggero miglioramento visto che nel 2012 la percentuale di perdite si attestava sul 55% (dato Abbanoa)”, riporta l’A.N.S.A.

La rete di distribuzione dell’acqua cagliaritana perde anche più della media regionale, il 53,5%. Peggio ancora quella sassarese (il 63,4%), quella oristanese (il 60,4%) e, di poco, anche quella nuorese (il 55,4%).

Gaetano Salvemini, insigne meridionalista, diceva che “l’Acquedotto Pugliese ha sempre dato più da mangiare che da bere”.

E la diga di Monte Nieddu – Is Canargius?

Non sarebbe meglio impiegare quei 250 milioni di euro nel rifacimento delle reti idriche?

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

A.N.S.A., 15 gennaio 2025

Ripartono i lavori, la diga Monti Nieddu sarà pronta entro 2028.

Potrà contenere oltre 35 milioni di metri cubi di acqua.

Dopo anni di contenziosi ripartono i lavori per la realizzazione della diga sul rio Monti Nieddu a Sarroch che, se i tempi saranno rispettati, dovrebbe vedere la luce dopo 36 mesi di intervento, ossia a dicembre 2028,.

Oggi con la consegna del cantiere parte un cronoprogramma che prevede sei mesi per il completamento del progetto esecutivo, quattro mesi per la validazione e l’ottenimento delle autorizzazioni, arrivando al novembre 2025 per l’avvio delle lavorazioni di costruzione vere e proprie, Il tutto è affidato all’impresa Impresa Costruzioni Maltauro che ha redatto il progetto esecutivo e si occuperà della realizzazione dei lavori.

Si tratta di un’opera strategica da oltre 171 milioni, con un volume utile di 35,4 milioni di metri cubi di acqua, di cui 9,6 milioni per l’uso potabile e 25,8 milioni per l’irrigazione. La diga svolge anche la funzione di laminazione delle piene per mitigare il rischio idraulico e proteggere dalle inondazioni gli abitati di Villa San Pietro e Pula situati a valle. L’opera che si articola in tre infrastrutture, la diga sul rio Monti Nieddu, la traversa di Medau Aingiu sul rio Is Canargius e la galleria di collegamento tra gli invasi di Monti Nieddu e Is Canargius.
    Per i lavori il soggetto attuatore è il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale che svolge le funzioni di stazione appaltante. Dopo il collaudo tecnico amministrativo sarà gestita dall’Ente acque della Sardegna.
    “Quello di oggi è un passo importante – spiega l’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu – in un momento in cui stiamo fronteggiando una severa emergenza idrica regionale, la consegna della progettazione esecutiva della diga di Monti Nieddu, segna il cambio di passo di questa amministrazione sulla realizzazione di opere necessarie per il bene della comunità che vanno nella direzione della programmazione oltre le contingenze emergenziali”.
    “Non possiamo negare che i tempi si siano dilatati eccessivamente – sottolinea il presidente del Consorzio di bonifica Sardegna meridionale Efisio Perra – ma ora, superati tutti gli ostacoli, i lavori procedono nella giusta direzione.
    Indispensabile concentrarsi anche sulle opere a valle, le risorse già stanziate dalla Regione devono essere utilizzate immediatamente per avviare la progettazione”.

da L’Unione Sarda, 15 gennaio 2025

Il progetto. Sarroch, la diga di Monti Nieddu verrà completata: entro un anno la ripresa dei lavori.

Assegnato l’incarico per la realizzazione, un investimento da 163 milioni di euro. (Ivan Murgana)

Il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale ha assegnato l’incarico per la progettazione esecutiva e i lavori finalizzati al completamento della diga sul rio Monti Nieddu, nel territorio di Sarroch, con un investimento complessivo di 163 milioni di euro.

Il via libera alla riapertura del cantiere dell’opera è stato presentato questa mattina davanti alla centrale di controllo dell’invaso, incontro al quale hanno partecipato l’assessore regionale ai Lavori pubblici, Antonio Piu; il presidente del Consorzio di Bonifica, Efisio Perra; la commissaria governativa dell’opera, Angelica Catalano; il sindaco di Sarroch, Angelo Dessì; e quelli di Pula e Villa San Pietro, Walter Cabasino e Marina Madeddu.

L’importo prevede 89,5 milioni destinati alla progettazione e ai lavori, 40 milioni come somme a disposizione dell’amministrazione e circa 33,5 milioni già utilizzati nei precedenti appalti tra il 1998 e il 2019.

La nuova diga, con un’altezza di circa 80 metri e una capacità di accumulo pari a 35,4 milioni di metri cubi d’acqua, sarà la prima in Italia a essere costruita utilizzando il calcestruzzo compattato a rulli per il nucleo e il calcestruzzo vibrato per il paramento di monte. La diga sarà alimentata sia dalle acque del bacino idrografico del rio Monti Nieddu sia, in futuro, da quelle del bacino del rio IsCanargius, grazie alla realizzazione di un secondo sbarramento e di una galleria artificiale che collegherà i due invasi.

Questo intervento aggiuntivo avrà un costo stimato di 25 milioni di euro. L’avvio dei lavori di completamento della diga è previsto per l’autunno del 2025, dopo sei mesi dedicati alla progettazione esecutiva e alle verifiche necessarie. Il termine dei lavori è stimato per il dicembre del 2028.

L’Unione Sarda, 17 gennaio 2025
Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus)

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Gavino MELONI
    Gavino MELONI
    gennaio 16, 2025 alle 6:52 am

    In Baronia abbiamo seri problemi di perdite d’acqua nelle condotte. Non passa giorno che percorrendo le strade di comunicazione non si vedano perdite per strada che poi vengono riparate dopo mesi dopo continue insistenze delle amministrazioni comunali. Intanto però hanno installato la linea del gas (Soldi buttati via, creando un inutile disagio in tutti i paesi) a cui si sono allacciati quattro gatti perchè nessuno si fida.

    Giustissimo il detto “l’Acquedotto Pugliese ha sempre dato più da mangiare che da bere”. La cosa non è solo pugliese…

    Grazie GRIG,

  2. Avatar di pierluigifloris
    pierluigifloris
    gennaio 16, 2025 alle 2:26 PM

    In tutto questo racconto manca il dettaglio sulle ceneri tossiche con Cromo esavalente che saranno utilizzate per costruire la diga.

    Il progetto, sin dalle origini, prevvedeva di utilizzare le ceneri tossiche della termocentrale Enel di Portovesme. Ma con l’ inizio dei lavori, si disse che non erano idonee per via della bassa temperatura dei forni.
    Quindi occorreva trasportarle via mare dalla Spagna.

    La ditta appaltatrice spagnola, la Dragados, avviava un trasporto via mare con la motonave Ulla. Conteneva oltre 2200 tonnellate di ceneri di scarto di una centrale a carbone spagnola. 

    I programmi tuttavia subirono un cambiamento.

    La Dragados indirizzo’ la motonave verso un porto algerino, altro Paese dove la ditta spagnola aveva cantieri, tuttavia non fu concesso l’approdo e quindi si rese necessario trovare un altro porto.

    La motonave Ulla prosegui per la Turchia ma le proteste ambientaliste costrinsero l’armatore a lasciare alla fonda la motonave.
    Dopo 4 anni la motonave venne affondata rendendo quel tratto di mare interdetto alla pesca.

    Fu Greenpeace a denunciare la pericolosità della Mv Ulla e del suo carico. Gli effetti cancerogeni delle sostanze contenute nella nave, dissero gli ambientalisti, saranno lunghisshimi, quasi cento anni.

    Si vanta il Consorzio che sara’ il primo caso in Italia, di una diga costruita col metodo del cemento rullato.
    Nel frattempo il progettista e’ deceduto e cosi anche altri.

    Per Monte Nieddu arriveranno cosi ceneri tossiche che nessuno vorrebbe e qualora nel transito qualcosa andasse storta , si puo’ facilmente capire che il suolo ne verrebbe contaminato con le conseguenze del caso: Cromo esavalente e contaminazione delle acque destinate al consumo umano.

  3. gennaio 16, 2025 alle 2:33 PM

    Sempre più spesso mi chiedo se i nostri amministratori facciano certe scelte per scarsa competenza, pressappochismo o altro di molto peggio. Oppure se sia un mix di tutte queste cose assieme. Anche perché a un assessore non è rìchiesta la competenza su tutto, ma che si avvalga di esperti affidabili per ogni singolo aspetto. Poi, che la rete idrica è un colabrodo lo sanno anche i sassi, nessuno però se ne preoccupa.

  4. gennaio 16, 2025 alle 2:48 PM

    dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna

    Diga Monti Nieddu. Consegnata progettazione, assessore Piu: “Passo importante per un’opera al palo da oltre vent’anni”. (https://www.regione.sardegna.it/notizie/diga-monti-nieddu-consegnata-progettazione-assessore-piu-passo-importante-per-un-opera-al-palo-da-oltre-vent-anni)

    Cagliari, 15 gennaio 2025 – Questa mattina nella casa di guardia del cantiere della diga di Monti Nieddu – Sarroch (SU) è avvenuta la consegna delle attività relative alla progettazione esecutiva dei lavori di completamento della diga principale sul rio Monti Nieddu. Un’opera strategica da oltre 171 milioni, con un volume utile di regolazione pari a 35,4 milioni di metri cubi, di cui 9,6 milioni per l’uso potabile e 25,8 milioni per l’irrigazione. All’incontro con la stampa hanno partecipato l’assessore dei Lavori pubblici Antonio Piu, la Commissaria straordinaria per le dighe della Sardegna Angelica Catalano e il presidente del Consorzio di bonifica Sardegna meridionale Efisio Perra. “Quello di oggi è un passo importante – spiega l’assessore Piu – in un momento in cui stiamo fronteggiando una severa emergenza idrica regionale, la consegna della progettazione esecutiva della diga di Monti Nieddu, segna il cambio di passo di questa amministrazione sulla realizzazione di opere necessarie per il bene della comunità che vanno nella direzione della programmazione oltre le contingenze emergenziali. Dobbiamo con sempre maggiore determinazione guardare al tema idrico con un’ottica sistemica sia in termini di approvvigionamento che di mitigazione del rischio idrogeologico”.

    La diga svolge anche un’importante funzione di laminazione delle piene per mitigare il rischio idraulico e proteggere dalle inondazioni gli abitati di Villa San Pietro e Pula situati a valle. L’opera che si articola in tre infrastrutture, la diga sul rio Monti Nieddu, la traversa di Medau Aingiu sul rio Is Canargius e la galleria di collegamento tra gli invasi di Monti Nieddu ed Is Canargius, è inserita nel Sistema Idrico multisettoriale Regionale e dopo il collaudo tecnico amministrativo sarà gestita dall’Ente acque della Sardegna. Il soggetto attuatore è il Consorzio di bonifica della Sardegna meridionale che svolge le funzioni di stazione appaltante. “Non possiamo negare che i tempi si siano dilatati eccessivamente – sottolinea il presidente del Consorzio – ma ora, superati tutti gli ostacoli, i lavori procedono nella giusta direzione. Indispensabile concentrarsi anche sulle opere a valle, le risorse già stanziate dalla Regione devono essere utilizzate immediatamente per avviare la progettazione”.

    La consegna lavori di oggi arriva dopo un lungo contenzioso cominciato nel 2001 tra la prima stazione appaltante e l’Ati, che si è concluso nel 2020. Il 16 aprile 2021, con decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri, il Direttore Generale per le Dighe e le Infrastrutture idriche del Ministero delle Infrastrutture ed i Trasporti, Angelica Catalano, è stata nominata Commissaria straordinaria degli interventi prioritari, tra i quali c’è la diga di Monti Nieddu.

    Nel novembre 2021, il progetto definitivo per l’appalto integrato ha portato all’integrazione del finanziamento per il completamento della diga principale sul rio Monti Nieddu, con un quadro economico di 150.390.000 euro. L’appalto integrato del 1° lotto, sulla base del progetto definitivo redatto dal Consorzio di Bonifica Sardegna Meridionale, è stato affidato all’Impresa appaltatrice ICM (Impresa Costruzioni Maltauro) che ha redatto il progetto esecutivo e si occuperà della realizzazione dei lavori. Il cronoprogramma prevede, a partire dal 15 gennaio, sei mesi per il completamento della consegna del progetto esecutivo previsto per il 15 luglio 2025, quattro mesi per la validazione e l’ottenimento delle autorizzazioni, arrivando al novembre 2025 per l’avvio delle lavorazioni di costruzione. Il temine dei lavori è previsto dopo 36 mesi (dicembre 2028).

    __________________________________________

    dal sito web istituzionale del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale (https://cbsm.it/novita/comunicato-stampa/diga-monti-nieddu-conferenza-stampa)

    Come noto, la realizzazione dell’invaso di Monti Nieddu e Is Canargius – ìl cui iter realizzativo si protrae da decenni – costituisce un’infrastruttura determinante per lo schema idrico del territorio sud-occidentale della Sardegna, mirato a garantire l’approvvigionamento idrico al potabilizzatore di Sarroch, l’irrigazione della piana di Pula e la sicurezza idrogeologica nei territori a valle. Il recente affidamento dei lavori all’impresa vincitrice del bando di gara, mirato alla realizzazione dell’intervento denominato “Utilizzazione irrigua e potabile dei Rii Monti Nieddu, Is Canargius e bacini minori – Lavori di completamento della diga principale sul rio Monti Nieddu,” rappresenta un tassello importante per l’auspicata conclusione dell’opera. A margine di questa premessa, mercoledì 15 gennaio 2025 alle ore 10:00 – presso la casa di guardia sita in loc. Monti Nieddu – avrà luogo la consegna delle attività inerenti alla progettazione esecutiva, cui farà seguito una conferenza stampa indetta per sottolineare l’importanza dell’opera a beneficio della collettività agricola e cittadina.

    Programma dell’evento

    Saluti Istituzionali:

    • dott. Angelo DESSI Sindaco di Sarroch

    Interverranno:

    • dott. On.le Antonio PIU Assessore regionale ai Lavori Pubblici della Regione Autonoma della Sardegna 
    • dott. agr. Efisio PERRA Presidente Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale 
    • dott. ing. Angelica CATALANO Direttore Generale per le Dighe e le Infrastrutture Idrauliche del Ministero delle Infrastrutture e Trasporti – Commissario Straordinario per le Dighe in Sardegna

    Sono stati invitati i Consiglieri Regionali, i Sindaci del territorio, le Organizzazioni Professionali Agricole, gli Amministratori Consortili.

  5. gennaio 16, 2025 alle 3:05 PM

    da Cagliari Today, 16 gennaio 2025

    Diga Monte Nieddu, l’attacco degli ambientalisti: “Scempio finanziario che distrugge il paesaggio”.

    Il Grig interviene duramente sulla riapertura della struttura nel sud Sardegna: ecco perché: https://www.cagliaritoday.it/green/diga-monte-nieddu-attacco-ambientalisti-grig.html

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    da Alghero Live, 16 gennaio 2025
    Il progetto della diga di Monte Nieddu – Is Canargius, fra i più osceni scempi ambientali e finanziari d’Italia: https://algherolive.it/2025/01/16/il-progetto-della-diga-di-monte-nieddu-is-canargius-fra-i-piu-osceni-scempi-ambientali-e-finanziari-ditalia/

  6. gennaio 24, 2025 alle 2:46 PM

    sprecano i soldi con un’inutile diga, ma non riparano le condutture che perdono più di metà dell’acqua che portano.

    Poi si lagnano della “siccità”. Senza pudore.

    A.N.S.A., 23 gennaio 2025

    Siccità, mancano 60 milioni metri cubi acqua nel sud Sardegna.

    Sos Consorzio per 2025, Coldiretti chiede tavolo per interventi. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2025/01/23/siccita-mancano-60-milioni-metri-cubi-acqua-nel-sud-sardegna_2b14e7d9-15a5-41c7-be07-432af0645acf.html)

    Nel 2024 netta diminuzione delle superfici irrigate nel sud dell’Isola: dai 20mila del 2023 a meno di 15 mila ettari quest’anno.

    Per il 2025, nonostante le piogge dei giorni scorsi, lo scenario sembra ancora peggiore: mancano all’appello almeno 60 milioni di metri cubi di acqua.
        Sono alcuni dei numeri emersi in un incontro tra le organizzazioni agricole ed il Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale per un primo bilancio della stagione.
        Efisio Perra, presidente del Cbsm, è preoccupato: “La mancanza delle piogge sta condizionando le attività del Consorzio.

    Ad oggi le prospettive di assegnazione delle risorse idriche per il Campidano saranno inferiori rispetto allo scorso anno. Siamo in attesa della convocazione di un incontro con l’Autorità di Bacino per capire meglio gli scenari. Non abbiamo ancora aperto la stagione irrigua primaverile ma il taglio delle assegnazioni agli agricoltori sarà almeno del 50%”. Nel sistema del Flumendosa mancano oltre 200 milioni di metri cubi di acqua rispetto al 2023. Presentate anche alcune proposte per far fronte all’emergenza. Anche per questo Coldiretti chiede un tavolo permanente con Regione, Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale (CBSM) e organizzazioni professionali agricole, per accelerare interventi e risposte all’emergenza idrica. Obiettivo: coordinare e velocizzare il piano di interventi infrastrutturali del Consorzio di Bonifica della Sardegna Meridionale. Inviata una lettera agli assessori dell’Agricoltura e dei Lavori Pubblici, Gian Franco Satta e Antonio Piu. “L’obiettivo – osserva Coldiretti – è quello di garantire una gestione efficiente e sostenibile delle risorse idriche nel territorio e attivare tutta una serie di azioni per tamponare le emergenze e sostenere le aziende agricole in questo momento di difficoltà. I numeri registrati in questi ultimi 10 anni nel territorio mostrano – spiega l’organizzazione con il presidente di Cagliari Giorgio Demurtas – una perdita di circa 1.200 ettari di superficie agricola utilizzata (oltre 346 mila ettari del 2010 contro i poco più di 345 mila nel 2020. Calato anche il numero di aziende totali, passate nel Sud Sardegna dalle 23.304 nel 2010 alle 16.629 del 2020 (6.675)”.

    Per Alessandro Abis, presidente Confagricoltura Cagliari “con questi numeri alcune coltivazioni potrebbero non partire con gravi conseguenze per i territori e per l’indotto che l’agricoltura genera, bisogna fare tutti gli sforzi per garantire l’acqua ad usi irrigui”. “Ci sono filiere produttive che in questi anni si sono strutturate grazie alla disponibilità idrica garantita dal Consorzio di Bonifica – dichiara Matteo Frau Presidente CIA Cagliari – una riduzione drastica delle assegnazioni metterebbe in ginocchio molte aziende oltre al rischio di perdere posizioni di mercato”.

  7. gennaio 30, 2025 alle 2:46 PM

    ma fate una bella diga che si risolve tutto!

    da L’Unione Sarda, 29 gennaio 2025

    Acqua, la rete di Cagliari è un colabrodo: persi 21 milioni di litri al giorno.

    Spreco enorme: sarebbe sufficiente al fabbisogno di 70mila persone. Abbanoa: problema grave, è la nostra priorità. Farris: scarsa capacità gestionale. (Mauro Madeddu) (https://www.unionesarda.it/news-sardegna/cagliari/acqua-la-rete-di-cagliari-e-un-colabrodo-persi-21-milioni-di-litri-al-giorno-olmz57g7)

    Roba da non crederci. Di tutta l’acqua immessa ogni giorno nei 380 chilometri di rete di distribuzione in città, oltre un terzo viene buttato via. Tradotto: ogni giorno gettiamo via per colpa delle condotte colabrodo oltre ventuno milioni di litri d’acqua. Stimando un consumo medio giornaliero di poco meno di 300 litri al giorno per ogni persona, si parla di un volume capace di soddisfare ogni giorno le esigenze idriche di oltre settantamila persone. A pagare il conto sono tutti i cagliaritani, indistintamente, perché si tratta di acqua potabile che ha già subito un costoso processo di depurazione. Benvenuti a Cagliari, la città dove la rete idrica fa letteralmente acqua da tutte le parti. Le condotte vecchie e usurate si aprono e, quando succede, interi quartieri restano ore, quando va bene, più spesso giorni, senza acqua nei rubinetti. Senza considerare l’acqua che si perde.

    I disagi

    È vero, va detto, il problema si verifica molto meno rispetto al passato (ma comunque sempre troppo spesso) dopo che Abbanoa sta mettendo in campo un piano per il risanamento generale dell’intera rete cittadina. «Stimiamo perdite per un terzo dell’acqua immessa in rete», spiega Gianluca Panduccio, responsabile dell’unità organizzativa complessa di Abbanoa. «La lotta contro le perdite», che è un problema nazionale, «rappresenta uno degli obiettivi principali di Abbanoa e gli investimenti in campo sono una testimonianza», sottolinea il presidente del consiglio di amministrazione, Giuseppe Sardu.

    Tutto questo gigantesco problema delle tubature che si rompono ripetutamente è dovuto alle pessime condizioni delle tubature, specialmente nel tratto di rete finale, quello che porta il servizio fino ai rubinetti delle case dei cagliaritani. Sono gli acciacchi dell’età: per questa ragione sempre più spesso qualche tubo si rompe, provocando improvvisi allagamenti e di conseguenza le strade vengono chiuse al traffico. «Ogni anno le squadre di Abbanoa garantiscono in media circa 900 interventi di manutenzione che comprendono la banale riparazione di una perdita idrica, l’efficientamento di impianti o la sostituzione integrale di tratti di condotte», spiega il direttore generale di Abbanoa, Stefano Sebastio.

    La dispersione

    Il problema più grande è quello delle perdite. Si lega allo spettro della siccità, che per quest’anno, dopo le le piogge delle scorse settimane, lascia tranquilli. «Il rischio di restrizioni di acqua non c’è, né per fortuna non ci sarà. Un pericolo che non avevamo prima, tantomeno oggi dopo le ultime piogge», dice Gianluca Panduccio. Ma negli invasi c’è sempre il pericolo che il livello scenda sotto il “minimo” e allora l’occhio cade di nuovo lì, a quello che succede sottoterra. La dispersione della rete idrica: ovvero, quanta acqua viene persa dai tubi non arrivando alla destinazione finale. Come detto, i primi a pagarne le conseguenze sono le famiglie cagliaritane che, a turno, lamentano abituali irregolarità nell’erogazione idrica. Ma il danno economico lo paghiamo tutti, perché che si tratta di acqua potabile che ha già subito un costoso processo di depurazione. «Stiamo già predisponendo sistemi di regolazione di pressione che consentono di ridurre le pressioni dove queste non sono necessarie e far sì che le reti siano meno sollecitate», spiega ancora Panduccio, responsabile dell’unità organizzativa di Abbanoa.

    «Un grande malato»

    Sul piano delle reti idriche, Cagliari è come un paziente malato da molti anni. «Quando ero presidente dell’Autorità d’ambito», fino alla metà degli anni Duemila, quella che oggi è l’Egas, «avevamo a disposizione 800 milioni di euro per sviluppare un piano d’ambito delle opere», che interveniva proprio sulle perdite e sulla depurazione, spiega Giuseppe Farris, consigliere comunale di CiviCa 2024. «A distanza di una decina d’anni dalla scrittura di quel piano, molti interventi dovevano ancora essere effettuati. Se oggi abbiamo ancora questo grave problema delle perdite, significa che quello che è mancato non sono le risorse. Il problema è la gestione di tutti questi anni di Abbanoa, un gigante su piedi di argilla che non ha la neccessaria capacità gestionale e organizzativa».

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