Come la speculazione energetica “divora” il territorio.
La petizione Si all’energia rinnovabile, no alla speculazione energetica! si firma qui.
Fabrizio Quaranta, ricercatore e socio GrIG, ha fatto una seria riflessione sulla recente alluvione di progetti di centrali di produzione energetica da fonti rinnovabili che affligge il nostro Bel Paese.
Eccola, buona lettura.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
Quanto sta accadendo oggi in Italia nell’ambito della transizione energetica sta dando corpo ai peggiori incubi sulla sorte di boschi, campagne, prati, pascoli, ambienti naturali e paesaggi storici del nostro Bel Paese.
Il pur sacrosanto passaggio all’utilizzo delle fonti di energia rinnovabile dalle fonti fossili tradizionali in assenza di pianificazione e anche di semplice buon senso sta favorendo le peggiori iniziative di speculazione energetica, oltretutto incentivata da risorse pubbliche che paghiamo nelle bollette.
Uno Stato responsabile che abbia veramente a cuore il bene comune, dovrebbe favorire certo la transizione energetica verso le rinnovabili, ma nel contempo bloccando l’assalto della speculazione energetica ai già insufficienti terreni agricoli, al prezioso suolo naturale ancora non consumato e ai suoi ineludibili servizi ecosistemici, alla bellezza universale del paesaggio, all’identità storico-culturale che motiva il turismo locale, unico contrasto allo spopolamento delle aree interne.
Istanze ben descritte e motivate nella petizione promossa dal GRIG:
https://chng.it/JLwSMbPkLm
in cui si chiede semplicemente di agire in maniera giusta e razionale, favorendo le rinnovabili ma solo nei tanti, troppi, ambienti già consumati o sui tantissimi tetti gia’ disponibili per migliaia di kmq e che se venissero usati anche in minime percentuali permetterebbero di soddisfare ampiamente il fabbisogno energetico, come indicano i dati di ISPRA (ente scientifico fra i più seri e documentati in Italia) ma salvaguardando nello stesso tempo quanto di più prezioso abbiamo nel nostro Paese: paesaggio e biodiversità, patrimonio storico culturale e soprattutto produzioni agro-alimentari di cui siamo pericolosamente carenti (solo per il grano si sono persi 500mila ettari in pochi anni, ne manca ormai oltre il 50%, e di quasi tutte le altre materie prime alimentari la carenza è anche più grave visto il drammatico consumo di suolo e la rapida diminuzione della SAU (superficie agricola utilizzabile).
Purtroppo la Storia ci insegna che a decidere sono i forti gruppi economici, spesso appoggiati dalla grande stampa e dal circo mediatico, non certo le esigenze della popolazione e del territorio.
Non a caso società cinesi stanno comprando migliaia di ettari nei luoghi più integri e iconici d’Italia (Sardegna, Tuscia, Marche …), “colpevoli” di avere ancora territori relativamente meno antropizzati, trasformando suggestivi paesaggi agricoli e naturali in immense squallide lande desolate di lugubri paramenti funebri fotovoltaici a terra. Un pericoloso e irreversibile “Land grabbing“, in casa nostra stavolta.

Oltretutto il vorace appetito che si è scatenato è finanziato con le nostre bollette, di cui una bella fetta serve appunto a reperire risorse per questi speculatori selvaggi.
Quello che si è salvato dalla speculazione edilizia, probabilmente soccombera’ alla ben più organizzata speculazione energetica. Non a caso le Sovrintendenze vengono nuovamente additate come principale “ostacolo al luminoso progresso” con analogo linguaggio intimidatorio usato nel passato dai peggiori squali palazzinari.
Il giro di affari e di prebende pubbliche è troppo appetitoso perché non vi si infilino organizzazioni mafiose come già emerso in tante sentenze passate in giudicato tra cui quella del noto latitante recentemente arrestato.
E infine un accorato appello linguistico: non permettetevi di chiamare subdolamente “parchi” queste palesi e offensive schifezze.
Fabrizio Quaranta
(foto da Google Earth, mailing list ambientaliste, per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)






POSIZIONE POLITICA ok.pdf
Il giorno gio 9 mag 2024 alle ore 08:12 Gruppo d’Intervento Giuridico
il green deal europeo è l’obiettivo da traguardare o anche superare.
Vi è dentro, esplicitamente, il concetto del giusto, riferito alle modalità di attuazione di questo ambizioso, con qualche incognita e rischio, nuovo “sbarco sulla luna” per i cittadini europei. È “giusto” regolamentare, disciplinare, vugilare sulle iniziative prospettate: i Comuni, le Regioni, gli Stati… la Cittadinanza tutta, non deve perdere di vista l’obiettivo finale in termini di tempistiche e risultati. È facile confondere il dito con la luna: meno slogan e più fermezza, proposte ed efficacia comunicativa.
No a tutto, proprio No.
Un SI a valle di una non pregiudiziale analisi e regolamentazione… certamente SI.
Le centrali a carbone in Sardegna sono regolarmente in marcia e non solo quelle. Il mondo della Mobilità? Del risparmio energetico…
Tante gocce raccolte creano un …Oceano. Il sogno kennedyano!
E perché questo “traguardo” deve essere raggiunto massacrando il suolo sardo a vantaggio di tutte le altre regioni e degli speculatori anche extra europei?
Dobbiamo diventare la pila e la pattumiera del resto dell’italia?
Non sarebbe più logico aspettarsi che ogni territorio provveda autonomamente?
Mi è stato fatto notare altrove, e l’altro giorno ho avuto modo di transitarci e vedere di persona, come l’area tra San Gavino, Villacidro e Guspini sia letteralmente tempestata di pale eoliche. Uno spettacolo tristemente impressionante.
Siamo con amici nella Rota Vicentina, cammino dei Pescatori del sud portoghese: 224 km di falesie a picco sul mare, circondati da milioni di alberi, cespugli, fiori, nidi di cicogna, vento profumato, immense spiagge senza nessun balneare ad appiattire il paesaggio, tutto ben segnato e curato. Ci sono migliaia di educati e felici camminatori da tutto il mondo. E infatti i paesi sono rinati, ripopolati, restaurati, pieni di posti di lavoro. Nessuna concessione agli immondi banditi speculatori energetici devastatori della terra e futuro altrui. E noi in Sardegna e Tuscia invece….