Cagliari, 1943 – 2023, per non dimenticare.
Domenica 12 marzo 2023 una trentina di escursionisti han fatto un percorso della memoria sul Colle di S. Elia, tra la Torre costiera dei Segnali e il Forte di S. Ignazio, da dove si domina la Città e il Golfo di Cagliari.
Un percorso della memoria perché è fondamentale ricordare momenti importanti per la vita del capoluogo sardo e dei suoi abitanti, soprattutto quando la guerra è pesantemente ritornata a due passi dall’Italia.

Nel 1943, ottant’anni fa, i tragici bombardamenti aerei alleati fra febbraio e maggio praticamente distrussero Cagliari.
Dopo Napoli fu Cagliari la città italiana più pesantemente bombardata nel corso della II guerra mondiale.
Nel 1950 venne decorata con la medaglia d’oro al valor militare.
Su 4.500 edifici esistenti prima del conflitto 720 andarono completamente distrutti e 540 furono gravemente danneggiati, altri 2.295 subirono invece danni minori e 855 risultarono mancanti di porte e finestre a causa degli spostamenti d’aria.
In totale il 75% degli edifici venne distrutto o reso inabitabile, mentre circa il 70% del patrimonio culturale cittadino venne ridotto in macerie.
Anche gli ospedali vennero bombardati senza alcun riguardo: il Convento di San Domenico, trasformato in ospedale e munito della “croce rossa” ben visibile, venne bombardato e sotto le macerie rimasero decine e decine di vittime.
Le vittime civili complessivamente furono più di mille, molto probabilmente più di duemila. Fra di esse andrebbero conteggiati anche i dispersi.
Fra i quarantamila e i settantamila cagliaritani abbandonarono le loro case e sfollarono in mezza Sardegna con ogni mezzo disponibile.
Così scrisse in un rapporto il capitano di fregata Francesco Murzi, comandante del 7° Gruppo Sommergibili: “… quasi completamente distrutta. Sono rimaste in piedi poche case …. Qualsiasi servizio di interesse pubblico è interrotto. L’energia elettrica potrà essere distribuita tra quindici giorni, ma solo a determinate zone di interesse militare. Il problema dell’acqua è gravissimo in quanto, … le condutture principali sono state distrutte … La città è pressoché deserta”.
Gli obiettivi delle incursioni aeree alleate erano il porto e gli aeroporti di Elmas e Monserrato.
Un altro obiettivo non dichiarato, ma intellegibile era la diffusione del terrore per ottenere il crollo del fronte interno, come veniva chiamato.
Dopo la conquista dell’Africa settentrionale magrebina, le incursioni aeree alleate (soprattutto i bombardieri B 17, le “fortezze volanti”, e i caccia pesanti Lightening P38) erano molto più agevoli.
Le forze aeree italo-tedesche non riuscivano a contrastarle e il dispositivo di difesa contraerea faceva quel che poteva davanti a centinaia di bombardieri con ampia scorta di caccia.
Una di queste postazioni antiaeree era proprio sul Colle, la batteria antiaerea C – 135.
Un’escursione attraverso la storia e la natura di uno dei luoghi più suggestivi della Sardegna e di tutto il Mediterraneo, che merita la più strenua salvaguardia e accorta valorizzazione.
Nel silenzio delle Istituzioni (scandalosa l’assenza di un’esposizione permanente cittadina su un momento così tragicamente rilevante per Cagliari), continuiamo a diffondere conoscenza e memoria.
E i cittadini apprezzano, per fortuna.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto d’epoca, C.B., S.D., archivio GrIG)
Grazie GRIG. Tenere viva la memoria è essenziale, per non ripetere gli errori del passato e ancor di più per apprezzare la fortuna del presente. (Noi che ci lamentiamo sempre e non abbiamo mai vissuto una guerra)
Buonasera. Da circa due mesi un gruppo di volenterosi camerotani ha scritto ad associazioni ambientaliste ed enti sovracomunali per impedire la manomissione con mezzi neccanici e poi con trenta tonnellate di tritolo della falesia sovrastante la spiaggia del Mingardo in zona Cala del cefalo- Vela. La falesia è patrimonio UNESCO, in zona SIC nel Parco nazionale del Cilento e purtroppo nessuno degli enti e delle associazioni contattate ha risposto, salvo due interrogazioni parlamentari successive al fattaccio, cioè all’ esplosione di trenta tonnellate di tritolo , a detta del sindaco necessarie per abbattere sassi pericolanti della falesia che incombeva sulla strada. In realtà l’ intento non si è raggiunto se si prevedono altre due esplosioni , di cui una per demolire un macigno che dopo l’ esplosione si è spostato al lato mare della strada, già da due anni in precarie condizioni causa erosione costiera . Ci sono due stanziamenti in ballo infatti : uno di oltre 6 milioni per la messa in sicurezza ( messa in sicurezza, non demolizione) del costone roccioso e oltre tre milioni per sopperire/frenare l’ erosione costiera che danneggia anche la via di collegamento fra Palinuro e Marina di Camerota. Mi chiedo e vi chiedo se questo uso demolitivo su un patrimonio Unesco sia legittimo. Grazie
per qualsiasi segnalazione scrivere a grigsardegna5@gmail.com, allegando alcune fotografie e gli eventuali atti disponibili. Grazie 🙂