44 mila “no” all’abbattimento dei Cervi sardi. E non finisce qui…
In poco più di un mese la petizione popolare per la salvaguardia del Cervo sardo promossa dall’associazione ambientalista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) sulla piattaforma Change.org ha superato le 44 mila adesioni.
Decine di migliaia di cittadini che rifiutano il piombo risanatore tanto caro a chi dovrebbe difendere l’ambiente, ma lo ignora, decine di migliaia di cittadini che vogliono difendere uno degli animali-simbolo della Sardegna e del Mediterraneo da un’ottusa politica ambientale intrisa di penosi interessi elettorali e venatori.
Il Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha provveduto nelle scorse settimane a inviare un primo elenco di sottoscrittori al Ministro della Transizione Ecologica Roberto Cingolani, all’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Gianni Lampis e al Presidente dell’I.S.P.R.A. Stefano Laporta, chiedendo se vi siano eventuali autorizzazioni per piani di abbattimento dell’ungulato a qualsiasi titolo e con quali motivazioni scientifiche.
L’I.S.P.R.A ha affermato chiaramente. (nota prot. n. 26660 dell’11 maggio 2022) che “non ha espresso pareri circa piani di controllo del Cervo sardo”.
Nessun parere – necessario per legge – quindi nessuna autorizzazione.
L’I.S.P.R.A. conferma, poi, l’assenza di censimenti aggiornati.
Come ricorda anche l’I.S.P.R.A., gli unici dati disponibili sulla consistenza dell’ungulato risalgono alla stima effettuata nel corso del Progetto LIFE “One deer, two Islands: conservation of Red Deer Cervus elaphus corsicanus in Sardinia and Corse”, cioè circa 10.600 esemplari in tutta la Sardegna.
Il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) è una sottospecie endemica della Sardegna e della Corsica del Cervo europeo (Cervus elaphus) e, solo dopo gli ultimi decenni di protezione, sta riuscendo con fatica a sfuggire al destino dell’estinzione a causa del bracconaggio, della distruzione degli habitat, degli incendi.
Incurante della grave situazione ecologica dell’ungulato simbolo della Sardegna, l’Assessore della difesa dell’ambiente della Regione autonoma della Sardegna Gianni Lampis ha pubblicamente dichiarato di voler riaprire la caccia al Cervo sotto forma di piani di abbattimento.
Lo ha dichiarato anche nell’aula del Consiglio regionale (29 marzo 2022, seduta pomeridiana n. 206).
La scusa è che in alcune zone (Arbus, Laconi) ve ne sarebbero troppi e causerebbero danni all’agricoltura, sebbene non vi siano censimenti aggiornati né una stima degli eventuali danni.
Se davvero così fosse, gli esemplari riconosciuti in eccesso potrebbero esser trasferiti in altre aree dell’Isola (o della Corsica) già verificate quali idonee, così com’è stato fatto in questi decenni per far riprendere salute alla sottospecie.
Firma e fai firmare la petizione per la salvaguardia del Cervo sardo, perché più siamo e maggiore forza avranno le nostre richieste di civiltà.
La petizione si firma qui https://chng.it/hptV6GJp
Gruppo d’Intervento Giuridico
Al Ministro della Transizione Ecologica,
all’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna,
al Presidente dell’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.),
il Cervo sardo (Cervus elaphus corsicanus) è una sottospecie endemica della Sardegna e della Corsica del Cervo europeo (Cervus elaphus).
Fra gli anni ’60 e ’70 del secolo scorso era ridotto a poco più di un centinaio di esemplari solo in Sardegna (dov’era inefficacemente protetto fin dal 1939), suddivisi in tre areali non comunicanti (Sette Fratelli, Sulcis, Montevecchio), mentre in Corsica si estingueva nel 1969.

Caccia, bracconaggio, distruzione degli habitat, incendi erano le cause dell’incombente pericolo di estinzione del Cervo sardo.
Solo una decisa opera di protezione e ripopolamento condotta dall’allora Ente Foreste della Sardegna, dal Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale e dal W.W.F. (con l’oasi naturale di Monte Arcosu) è riuscita a far diminuire il rischio per la sopravvivenza del Cervo del Mediterraneo, consentendo la reintroduzione in varie altre Foreste demaniali e in Corsica (a partire dal 1985).
Il Cervo sardo è sottospecie faunistica prioritaria ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE (Allegato II), sottospecie faunistica rigorosamente protetta ai sensi della Convenzione internazionale di Berna(Allegato II), esecutiva con legge n. 503/1981, sottospecie faunistica particolarmente protetta ai sensi dell’art. 2 della legge n. 157/1992 e s.m.i. (l’uccisione di un esemplare è sanzionata penalmente ai sensi dell’art. 30), tutele garantite conseguentemente anche dalla legge regionale Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.

La Carta delle vocazioni faunistiche della Sardegna, atto programmatorio ufficiale della Regione autonoma della Sardegna, stima la presenza del Cervo sardo complessivamente in un’area di circa 60 mila ettari del territorio regionale e individua un’area potenziale di circa 400 mila ettari, con ambiti ottimali di reintroduzione nell’area del Gennargentu fino al Supramonte, alle codule ogliastrine, fino a Quirra, così da ricongiungersi con l’areale dei Sette Fratelli – Sàrrabus. Così il complesso Monti di Alà – Monte Albo, parte della Nurra, il Montiferru, il Monte Arci, il Sinis, il Limbara (pp. 253 e ss.), dove potrebbero esser reintrodotti più di 16 mila esemplari (secondo gli ultimi dati disponibili – marzo 2018 – si stima in circa 10.600 esemplari la popolazione complessiva esistente, vds. scheda informativa del Progetto LIFE “One deer, two Islands: conservation of Red Deer Cervus elaphus corsicanus in Sardinia and Corse”).
Altri 2.500 esemplari sono stimati presenti in Corsica.
In alcune zone (Laconi, Arbus) vengono lamentati danni all’agricoltura, senza tuttavia alcun riscontro accertato.
Nessun censimento aggiornato, nessuna valutazione concreta dei reali danni all’agricoltura (il report sui danni arrecati alle produzioni agricole dalla fauna selvatica in Sardegna (2008-2013)è del 2015), comunque risarciti con fondi regionali, nessuna adozione di misure alternative (recinzioni, erbari per selvatici, trasferimenti degli esemplari in eccesso in aree naturalisticamente valide) come pur richiesto dalla legge.

Giusto per capire il tenore di simili allarmi, nell’ottobre 2016 si parlava di 12 mila Cervi sardi solo nell’Iglesiente e di 100 milioni di euro di danni ogni anno causati all’agricoltura dalla fauna selvatica in Sardegna, quando i dati ufficiali della Regione autonoma della Sardegna (censimento 2015) indicavano in 4.270 i Cervi sardi presenti in tutto il territorio regionale.
Eppure, nei giorni scorsi, l’Assessore della difesa dell’ambiente Gianni Lampis (originario di Arbus) ha affermato pubblicamente di voler eliminare un bel po’ di cervi mediante piano di abbattimento: “Quattro mesi dopo un tavolo permanente sulla problematica con i Comuni e le Province, la decisione è di chiedere al Ministero della Transizione Ecologica di superare l’imposizione nazionale di specie protetta. Seguiranno azioni condivise col sostegno di Ispra” (L’Unione Sarda, La Regione: “Aprite la caccia al cervo”, 2 aprile 2022).
Ad Arbus sono previste elezioni comunali anticipate (12 giugno 2022) e saranno coinvolti cacciatori abilitati da specifico corso per l’eventuale piano di contenimento del Cervo sardo.
Sono certamente coincidenze, così come l’ammessa vicinanza dell’Assessore Lampis al mondo venatorio.
A parte il fatto che curiosamente si dimentica che – oltre all’innegabile valore ecologico della presenza del Cervo sardo – la specie costituisce un richiamo d’interesse turistico straordinario per l’area dell’Arburese-Guspinese, in ogni caso, gli esemplari che eventualmente venissero ritenuti in eccesso dall’Assessorato regionale della Difesa dell’Ambiente, con il necessario supporto tecnico-scientifico dell’I.S.P.R.A., del Corpo forestale e di vigilanza ambientale e dell’Agenzia Forestas, potrebbero esser catturati e reintrodotti, con le opportune procedure, in aree naturalmente vocate e già individuate dagli atti di programmazione regionali: si tratta di uno di quei “metodi ecologici su parere dell’Istituto nazionale per la fauna selvatica” che devono essere posti in essere per legge (art. 19, comma 2°, della legge n. 157/1992 e s.m.i.). prima anche solo di pensare a qualsiasi eventuale abbattimento.
Pertanto, i sottoscritti cittadini
CHIEDONO
* al Ministro della Transizione Ecologica l’adozione di ogni provvedimento finalizzato al mantenimento del divieto di caccia assoluto al Cervo sardo e l’inibizione di piani di abbattimento sotto qualsiasi forma giuridica;
* all’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna la rinuncia a qualsiasi forma giuridica di piani di abbattimento del Cervo sardo, la promozione dei necessari censimenti faunistici e delle verifiche degli eventuali danni localizzati all’agricoltura, nonché la promozione degli opportuni trasferimenti degli esemplari verificati in esubero nelle singole aree con la reintroduzione nei siti già individuati dagli atti di programmazione regionali (Carta delle vocazioni faunistiche);
al Presidente dell’I.S.P.R.A. l’adozione dei provvedimenti di diniego alle proposte di piani di abbattimento del Cervo sardo sotto qualsiasi forma giuridica in assenza dei metodi ecologici previsti dalla legge, nonché il sostegno per gli interventi di cattura e trasferimento degli esemplari verificati in esubero nelle singole aree con la reintroduzione nei siti già individuati dagli atti di programmazione regionali (Carta delle vocazioni faunistiche).
Si ringrazia per l’attenzione.
(foto C.F.V.A., Angelo Pani, S.D., archivio GrIG)
Ma perché non pensare alla re-introduzione della Lince (le ultime linci sarde si estinsero per l’azione di molti bracconieri e cacciatori nei primi decenni del 1900?). La lince è quel felino in grado di limitare il numero di molti ungulati (cervidi e cinghiali). Ricreare un tipo di Lince tipo-sarda (magari da un paio di coppie di Linci dei Pirenei da far incrociare con un paio di coppie di Linci euro-asiatiche) potrebbe risolvere definitivamente le soluzioni idiote di certi politici, in vena di facezie a buon prezzo.
la Lince (Lynx lynx) non è mai esistita in Sardegna. Esiste il Gatto selvatico (Felis silvestris sarda), piuttosto raro.
Il predatore del Cervo sardo in natura può essere solo l’Aquila reale (Aquila chrysaetos), solo per i piccoli.
Mi permetto di dissentire. Quando scrivo qualcosa significa che l’ho letto da qualche parte. L’articolo era titolato “La lince in Italia” e diceva: (1) “Sulle ALPI, un tempo, era presente la sottospecie Lynx lynx alpina, oggi estinta”. (2) In SARDEGNA, invece, viveva la Lynx lynx sardiniae anche questa ormai scomparsa.
In Italia, dopo un tentativo di ripopolamento che ha avuto scarso successo, la lince europea, nella sottospecie Lynx lynx carpathicus è ancora presente, in modo estremamente sporadico, nel Parco Nazionale del Gran Paradiso e nel Parco Nazionale dello Stelvio.
di Lince in Sardegna, sul piano scientifico, parlò solo Pasquale Mola nel 1908, venendo poi smentito. Si trattava di Gatto selvatico (vds. https://en-m-wikipedia-org.translate.goog/wiki/Sardinian_lynx?_x_tr_sl=en&_x_tr_tl=it&_x_tr_hl=it&_x_tr_pto=sc).
“La lince sarda con il nome scientifico Lynx sardiniae fu proposta dal biologo italiano Pasquale Mola nel 1908 per due esemplari zoologici di un gatto di Nuoro in Sardegna che facevano parte della collezione zoologica dell’Università di Sassari . [1] [2] Questi esemplari furono rivalutati nel 1911 da Alessandro Ghigi che li identificò come gatti selvatici sardi ( Felis lybica ). [3] La valutazione di Gighi è stata corroborata nel 1981 da un biologo italiano che ha esaminato l’esemplare montato ancora disponibile inizialmente descritto da Mola.[4]
lince sarda
Classificazione scientificae
Regno:
Animalia
Phylum:
Cordati
Classe:
mammiferi
Ordine:
carnivori
Sottordine:
Felicità
Famiglia:
Felidi
Sottofamiglia:
Feline
Genere:
Lince
Specie:
L. lince
Sottospecie:
Ll. sardegna
Nome trinomiale
Lynx lynx sardegna
( Mola , 1908)
Mola ha descritto la lunghezza del corpo di questi esemplari come 50 cm (20 pollici) con una coda lunga 25 cm (9,8 pollici) e un’altezza della spalla di 35 cm (14 pollici). Il loro pelo lungo e fitto era fulvo sul dorso e biancastro sul ventre. Li considerava un incrocio tra una lince e un gatto domestico.
Mola, P. (1908). “Considerazioni sopra un problematico incrocio di Felidi” . Bollettino della Società zoologica italiana . 2. 9 : 42–45.
Mola, P. (1908). “Ancora della Lince della Sardegna” . Bollettino della Società zoologica italiana . 2. 9 : 46–48.
Ghigi, A. (1911). Ricerche faunistiche e sistematiche sui Mammiferi d’Italia che formano oggetto di caccia . Natura. vol. II. Pavia: Tipografia Successori Fratelli Fusi. pagine 7–48.
Ragni, B. (1981). “Gatto selvatico. Felis silvestris Schreber, 1777″. In Pavan, M. (a cura di). Distribuzione e biologia di 22 specie di Mammiferi in Italia . Roma: Consiglio Nazionale delle Ricerche. pp. 105–113.”
sul Gatto selvatico sardo:
Gatto selvatico (Felis silvestris lybica var. sarda, Forster 1780): https://www.parcogutturumannu.it/news/gatto-selvatico-felis-silvestris-lybica-var-sarda-forster-1780/
da Quotidiano Sociale, 20 maggio 2022
Cervo sardo: superate le 44.000 firme in un mese per la sua tutela: https://www.quotidianosociale.it/cervo-sardo-superate-le-44-000-firme-in-un-mese-per-la-sua-tutela/
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da Sardinia Post, 20 maggio 2022
Cervo sardo, prosegue la mobilitazione contro gli abbattimenti: https://www.sardiniapost.it/ambiente/cervo-sardo-prosegue-la-mobilitazione-contro-gli-abbattimenti/
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da SardegnaGol, 22 maggio 2022
La petizione del Gruppo d’Intervento Giuridico: “44 mila no all’abbattimento dei Cervi sardi”: https://www.sardegnagol.eu/la-petizione-del-gruppo-dintervento-giuridico-44-mila-no-allabbattimento-dei-cervi-sardi/#:~:text=La%20petizione%20del%20Gruppo%20d'Intervento%20Giuridico%3A%20%E2%80%9C44%20mila,’abbattimento%20dei%20Cervi%20sardi%E2%80%9D.&text=In%20poco%20pi%C3%B9%20di%20un,superato%20le%2044%20mila%20adesioni.
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da Casteddu online, 20 maggio 2022
Protesta on line contro la caccia al cervo in Sardegna: 44 mila adesioni.
“La scusa è che in alcune zone (Arbus, Laconi) ce ne sarebbero troppi e causerebbero danni all’agricoltura, sebbene non esista una stima dei danni. Se davvero così fosse, gli esemplari in eccesso potrebbero esser trasferiti in altre aree dell’Isola idonee”: https://www.castedduonline.it/caccia-cervo-sardegna/
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da Sassari Oggi, 20 maggio 2022
“Vogliono uccidere il cervo sardo”, una petizione contro l’abbattimento: https://www.sassarioggi.it/cronaca/petizione-salvare-cervo-sardo-abbattimento-sardegna-20-maggio-2022/
Pian piano si arriva a 100mila, e vai!
..per ora abbiamo superato le 45 mila adesioni, non esageriamo 😉
Si Abbattono muri Non animali senzienti
Il Conformismo impera, Perché anche voi che amate la natura, l’ambiente e gli animali non usati termini più rispettosi verso i nostri cugini?
Anche con le Parole si aiuta a cambiare il modo di pensare