Saline di Carloforte: sì al sale, non allo scempio ambientale!


Saline di Carloforte

Le Saline di Carloforte sono una zona umida di estrema importanza sotto il profilo naturalistico, ecologico e storico-culturale.   

Sito di importanza comunitaria, destinate ad esser parte della riserva naturale regionale dell’Isola di San Pietro, tutelate anche con vincolo paesaggistico, presentano alcune delle più rilevanti rarità avifaunistiche sarde, italiane ed europee: dal Fenicottero rosa (Phoenicopterus roseus) al Gabbiano corso (Larus audouinii), dal Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus) alla Garzetta (Egretta garzetta), dal Falco pellegrino (Falco peregrinus) all’Avocetta (Recurvirostra avosetta), al Fraticello (Sterna albifrons).

Un vero e proprio gioiello naturalistico da gestire con estrema cura e attenzione.

Carloforte, Saline, raccolta del sale (1991)

Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus, gli Amici della Terra in collaborazione con il Liceo Linguistico e Socio-psico-pedagogico “Don G. Pagani” di Carloforte, a partire dai primi anni ‘90 del secolo scorso hanno elaborato ed aggiornato più volte un progetto di gestione integrata sostenibile.   Per ben due volte venne presentato, avendo quale capofila la Provincia di Cagliari (allora competente) e partner il Comune di Carloforte e una cooperativa artigiana locale, a valere su contributi LIFE Natura 2000 e 2002. Purtroppo, in ambedue i casi la proposta venne valutata molto positivamente a livello nazionale (Ministero dell’ambiente, della tutela del territorio e del Mare) e comunitario (Commissione Europea – Direzione generale Ambiente, decisioni dell’1 marzo 2001 e del 5 luglio 2002), ma non venne finanziata per carenza di fondi. 

Garzetta (Egretta garzetta) in volo sul canneto

Dopo la chiusura dell’attività saliniera (anni ’90 del secolo scorso) e la  dismissione dal demanio statale (era in consegna ai Monopoli di Stato – ramo saline, poi al concessionario Atisale s.p.a.) in favore della Regione autonoma della Sardegna, il Comune di Carloforte ne ha ottenuto l’acquisizione in comodato d’uso gratuito per operarvi un intervento di risanamento ambientale e di gestione sostenibile   (deliberazione Giunta regionale Sardegna n. 21/48 dell’8 aprile 2008 + allegato, deliberazione Giunta comunale n. 5 del 18 gennaio 2008) e deliberazione Consiglio comunale n. 3 del 15 gennaio 2009), conseguendo successivamente un finanziamento di 5 milioni di euro da parte della Regione autonoma della Sardegna (2016).

Ora è in corso il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al Progetto di Coltivazione e Recupero Ambientale per l’autorizzazione della Concessione Mineraria per l’estrazione di minerali di cloruro di sodio e prodotti correlati denominata “Saline di Carloforte” per conto della Saline di Mare s.r.l., società romana rappresentata da Antonangelo Casula, esponente politico, già sindaco di Carbonia.

Fenicottero rosa (Phoenicopter roseus)

Già nel 2012 la Società saliniera aveva provato a ottenere la concessione mineraria per l’estrazione del sale, ma il procedimento era stato sospeso “per problematiche di natura amministrativa” (nota Ass.to Industria R.A.S. prot. n. 4127 del 18 febbraio 2012).

L’obiettivo perseguito è “il riavvio delle operazioni di coltivazione per l’estrazione di circa 3000 Ton di sale il primo anno, 6000 ton il secondo anno per poi attestarsi su una produzione di circa 15.000 ton/anno per la durata della vigenza su una superficie amministrativa in concessione di circa 11,6 ettari e circa 89,5 ettari di pertinenze minerarie”.

Pur compatibile in linea teorica, l’attività saliniera proposta appare in concreto decisamente potenzialmente degradante per i rilevanti valori ambientali e naturalistici delle Saline.

Infatti, la proposta progettuale punta a ricavare a regime ben 15 mila tonnellate annue di salesu una superficie amministrativa in concessione di circa 11,6 ettari e circa 89,5 ettari di pertinenze minerarie”, in buona sostanza asservendo di fatto completamente le Saline all’attività estrattiva, con effetti negativi sulla presenza dell’avifauna selvatica a causa della pesante antropizzazione.

Cavaliere d’Italia (Himantopus himantopus)

La produzione saliniera degli ultimi anni di attività pregressa (anni ’70-’80 del secolo scorso) si aggirava sui 10-12 mila tonnellate su base pluriennale (raccolta ogni due-tre anni).  Attualmente,  per mantenerne le caratteristiche naturalistiche della zona umida, sarebbe opportuno prevedere una produzione saliniera di qualità di proporzioni limitate (5-6 mila tonnellate su base pluriennale, con raccolta ogni due-tre anni), prodotto di nicchia da commercializzare magari in una linea di prodotti locali.

Senza contare che l’attribuzione alla Saline di Mare s.r.l. delle Saline di Carloforte in concessione mineraria (89 ettari comprese le pertinenze) pregiudicherebbe l’intervento di risanamento ambientale e di gestione sostenibile già finanziato e attualmente in corso di predisposizione da parte del Comune di Carloforte.

L’associazione ecologista Gruppo d’intervento giuridico onlus ha inoltrato (24 giugno 2019) un atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di V.I.A. al Servizio Valutazioni Ambientali (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna con la richiesta di dichiarazione di non compatibilità ambientale del progetto attualmente proposto.

Sarà posta in essere ogni attività per la concreta tutela di un bene ambientale unico e di straordinario valore.

Gruppo d’intervento giuridico onlus

Cavalieri d’Italia (Himantopus himantopus) nelle Saline di Carloforte

(foto C.S., S.D., archivio GrIG)

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  1. Porico
    giugno 24, 2019 alle 12:28 PM

    Certe persone si sono ,hai noi , rivelate dei predatori senza scrupoli. Sarei curioso di verificare il quadro economico relativo alla produzione di sale comune nell’isola di Carloforte. Sicuramente una attività destinata a risucchiare risorse pubbliche e con scarse possibilità di competere sul mercato. Vedasi le saline di Porto botte- Sant’Antioco ,per esempio. (Ubicate per altro in una situazione decisamente migliore.) I beni pubblici non dovrebbero mai essere concessi ,tanto meno a mestatori politici o a loro cliens , senza una seria verifica economica.
    Perché non si è pensato, per esempio, alla talassoterapia collegata al turismo ?Nessun impatto ambientale e sicuro richiamo turistico internazionale.

    • G.Maiuscolo
      giugno 24, 2019 alle 2:05 PM

      Bell’idea, la sua, PORICO, sulla talassoterapia collegata al turismo.
      Mi piace; ma non deve piacere a me e nemmeno a lei, gentile Porico.
      Ma agli amministratori locali.

      Però, lei…sta fornendo l’idea e non è male…

      • Porico.
        giugno 24, 2019 alle 5:51 PM

        Gli amministratori ,spesso, non riescono a vedere il bene comune e, altrettanto spesso, ragionano solo in termini di impiego di risorse pubbliche. A molti “Piace vincere facile” come in una recente pubblicità televisiva. Senza rischi, con i soldi degli altri insomma. L’idea imprenditoriale suggerita andrebbe seriamente verificata e, nel caso, adottata. Di sicuro le saline Saline resterebbero al naturale ,come vasche di evaporazione , fauna compresa.

  2. giugno 24, 2019 alle 3:11 PM

    da Cagliari online, 24 giugno 2019
    Saline di Carloforte, il Grig: “Sì al sale, no allo scempio ambientale”.
    “Pur compatibile in linea teorica, l’attività saliniera proposta appare in concreto decisamente potenzialmente degradante per i rilevanti valori ambientali e naturalistici delle Saline”: https://www.castedduonline.it/saline-di-carloforte-il-grig-si-al-sale-no-allo-scempio-ambientale/

    __________________

    da Vistanet, 24 giugno 2019
    Saline di Carloforte. Il GrIG: “No all’abuso su estrazione del sale, si tuteli anche la fauna”: https://www.vistanet.it/cagliari/2019/06/24/saline-di-carloforte-il-grig-no-allabuso-su-estrazione-del-sale-si-tuteli-anche-la-fauna/

    ______________________

    da La Nuova Sardegna, 25 giugno 2019
    Carloforte. Riaprono le saline, il Grig si oppone.
    L’attività potrebbe causare danni alla zona umida e alla biodiversità: http://www.lanuovasardegna.it/regione/2019/06/25/news/riaprono-le-saline-il-grig-si-oppone-1.17842591

    _____________________

    da L’Unione Sarda, 26 giugno 2019
    Carloforte. Polemica sulla salina.

    “Si al sale, no allo scempio ambientale”: il Gruppo di intervento giuridico interviene sul progetto di rilancio della salina di Carloforte. Nell’ambito della Valutazione di Impatto Ambientale, nei giorni scorsi si è svolta la presentazione al pubblico del progetto della società Saline di mare.
    Il Gruppo di Intervento Giuridico annuncia di aver presentato delle osservazioni al procedimento di Via per chiedere la dichiarazione di “non compatibilità ambientale” del progetto. “Pur compatibile in linea teorica – scrive il Gruppo di Intervento Giuridico – l’attività saliniera proposta appare decisamente degradante per i rilevanti valori ambientali e naturalistici delle Saline.
    La proposta progettuale punta a ricavare a regime 15 mila tonnellate annue di sale, in buona sostanza asservendo completamente le saline all’attività estrattiva, con effetti negativi sull’avifauna selvatica”. Secondo il Grig per non pregiudicare le caratteristiche naturalistiche del sito la produzione di sale dovrebbe assestarsi su 5-6 mila tonnellate su base pluriennale (A.Pa.)

  3. gennaio 2, 2020 alle 10:24 PM

    buone notizie per Carloforte 😀

    A.N.S.A., 2 gennaio 2020
    Costa, 2 milioni per quattro aree marine protette.
    Capri, Capo Spartivento, Isola San Pietro e Costa di Maratea: https://www.ansa.it/canale_ambiente/notizie/natura/2020/01/02/costa-2-milioni-per-quattro-aree-marine-protette_1d413d20-900c-4fd2-a2fe-f80cf91ec779.html

  4. Srdn
    gennaio 11, 2020 alle 11:43 am

    Nell’isola di Pietro si raccolgono firme contro l’area marina protetta….. Gli abbbbusivi, quelli che vivono di pesca ma non sono pescatori, quelli he vendono il pescato ai ristoranti o quelli che si pagano le ferie con le immersioni sono preoccupati.

    • gennaio 11, 2020 alle 12:15 PM

      ..non meraviglia, l’area marina protetta difende gli interessi dell’ambiente e della collettività, non gli abusi e gli abusivi.

  5. Srdn
    gennaio 11, 2020 alle 11:48 am

    C’é una cosa da dire, i VERDI di oggi sono quelli che IERI combattevano contro l’area marina protetta. Lunga vita ai nuovi ecologisti.

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