Agonia di una perla del Mediterraneo.

Teulada, spiaggia di Tuerredda “satura” (agosto 2018)
Soffocata, coperta da ombrelloni e lettini, ridotta a una kasbah, assediata da centinaia di auto roventi sotto il sole, avvolta da olio solare e odori da cucina.
Solo il mare, dove yacht e gommoni parcheggiano in doppia fila, mantiene gli straordinari colori del Mediterraneo.
La sabbia non si vede più, calpestata da migliaia di presenze quotidiane.
E’ la spiaggia di Tuerredda, a Teulada (CA), nei mesi estivi letteralmente soffocata da chioschi, ombrelloni, parcheggi mentre dovrebbe esser salvata da un rigido numero chiuso di auto e bagnanti, come alla Pelosa di Stintino, per capirci.

Teulada, Tuerredda, l’afflusso di bagnanti aumenta fino a “saturare” ogni spazio, come e peggio della Riviera romagnola o il litorale di Ostia (agosto 2018)
Ma, grazie anche all’ignavia della Regione autonoma della Sardegna, prodiga di inattuate ecologicissime linee guida per la gestione delle spiagge, all’Amministrazione comunale – dispostissima anche a farla assediare dal cemento – e ai vari imprenditori turistici che lucrano sul luogo non importa un beneamato fico secco.
Nemmeno una stilla di vergogna.

Teulada, Tuerredda, “bandiera blu” (agosto 2018)
Hanno la mitica bandiera blù.
Svetta su uno dei parcheggi, assegnata dalla Fondazione per l’Educazione Ambientale (F.E.E.): nell’immaginario collettivo, grazie anche a un’informazione superficiale, è sinonimo di qualità ambientale, in realtà i criteri di assegnazione sono molto di manica larga e spesso e volentieri rappresentano un grossolano maquillage d’immagine per veri e propri scempi ambientali.[1]

Teulada, Tuerredda, afflusso di auto e bagnanti (agosto 2018)
Nel mentre Tuerredda agonizza e, continuando così, fra qualche anno ne rimarrà solo il ricordo.
Grazie all’ignavia, all’avidità, all’ipocrisia e al becerume.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
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[1] “I parametri? Di ogni genere. Dalle “eccellenti” acque di balneazione ai regolari campionamenti effettuati nel corso della stagione estiva dalle agenzie regionali nell’ambito del Programma nazionale di monitoraggio passando per la depurazione delle acque reflue o la copertura fognaria, almeno all’80%. Ma sono considerate nella valutazione anche la raccolta differenziata, le aree pedonali e le piste ciclabili, le caratteristiche delle spiagge (personale, accessibilità, servizi), l’educazione ambientale nelle scuole del posto. Così come la qualità delle strutture alberghiere e la certificazione ambientale e delle procedure delle attività istituzionali e delle strutture turistiche presenti sul territorio” (La Repubblica, “Bandiere Blu. L’eccellenza in 293 spiagge”, 11 maggio 2016).

Teulada, Tuerredda come Natura l’ha fatta
(foto S.D., archivio GrIG)
Non dimentichiamo il danno forse piu’ grave causato dall’eccessivo numero di bagnanti (ma anche dagli addetti alla pulizia delle spiagge, quando ci sono): l’asporto di sabbia che si appiccica ai piedi e finisce dentro a zaini e buste varie.
Dopo milioni di anni di ininterrotta erosione, la sabbia cosi preziosamente formatasi va inesorabilmente ma letteralmente a finire in pattumiera o nella fogna.
Questo fenomeno e’ poco conosciuto ma e’ stato studiato abbastanza bene per una delle piu’ famose spiagge del mondo, quella di Copacabana in Rio de Janeiro, dove si stima in non ricordo piu’ in quanti centimetri all’anno l’assottigliamento dello strato arenoso delle parti piu’ calpestate.
esiste anche questo fra i vari fattori di degrado di Tuerredda!
Purtroppo è un fenomeno incontrollabile ed alimentato dall’ingordigia di chi ci specula sopra. Posso fare l’esempio della costa del golfo di Orosei dove io opero come guida ambientale e dove l’interesse dei fornitori di servizi senza scrupoli se ne frega totalmente delle regole. Il controllo ufficiale si può dire che è assente. Gli ospiti che fanno la vacanza da noi vengono inoltre abbindolati con foto delle varie cale vuote e incontaminate poi hanno la sorpresa quando ci arrivano….
Quando riesco con molta difficoltà a convincerli che ci sono anche posti veramente così e li accompagno a scoprirli rimangono affascinati dalla bellezza di una natura eccezionale.
Si potrebbe agire molto meglio a vantaggio di tutti, fornitori di servizi e utilizzatori. Ma questa è fantascienza………?!?!?
A.N.S.A., 16 agosto 2018
Allarme Grig, Tuerredda sta scomparendo. Proposta terapia d’urto, rigido numero chiuso come alla Pelosa. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2018/08/16/allarme-grig-tuerredda-sta-scomparendo_8ac45932-1d8e-471b-908b-e1cf46adba75.html)
La spiaggia di Tuerredda, a Teulada, è “soffocata, coperta da ombrelloni e lettini, ridotta a una kasbah, assediata da centinaia di auto roventi sotto il sole, avvolta da olio solare e odori da cucina. Solo il mare, dove yacht e gommoni parcheggiano in doppia fila, mantiene gli straordinari colori del Mediterraneo. La sabbia non si vede più, calpestata da migliaia di presenze quotidiane”. E’ la denuncia del Gruppo di intervento giuridico che sollecita una terapia d’urto per uno dei litorali più belli della costa sud-occidentale.
Dovrebbe esser salvata da un rigido numero chiuso di auto e bagnanti, come si è fatto alla Pelosa di Stintino – osserva Stefano Deliperi del Grig – Ma, grazie anche all’ignavia della Regione autonoma della Sardegna, prodiga di inattuate ecologicissime linee guida per la gestione delle spiagge, all’Amministrazione comunale e ai vari imprenditori turistici, non importa un beneamato fico secco a nessuno”.
“Hanno la mitica bandiera blu – incalza l’associazione – Svetta su uno dei parcheggi, assegnata dalla Fondazione per l’Educazione Ambientale (F.E.E.): è sinonimo di qualità ambientale, in realtà i criteri di assegnazione sono molto di manica larga e spesso e volentieri rappresentano un grossolano maquillage d’immagine. Nel mentre – conclude il Grig – Tuerredda agonizza e, continuando così, fra qualche anno ne rimarrà solo il ricordo”.
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da Sardinia Post, 16 agosto 2018
IL CASO. Tuerredda ‘satura’, denuncia Grig: “Agonia di una perla del Mediterraneo”: http://www.sardiniapost.it/ambiente/caso-tuerredda-satura-denuncia-grig-agonia-perla-del-mediterraneo/
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Vacanze sarde tra divieti e permessi: ecco le regole contro i cafoni del mare. (Francesca Mulas): http://www.sardiniapost.it/ambiente/vacanze-sarde-tra-divieti-e-permessi-ecco-le-regole-contro-i-cafoni-del-mare/
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da Cagliaripad, 16 agosto 2018
Spiaggia di Tuerredda, associazione ambientalista: “Una perla del Mediterraneo in agonia”: https://www.cagliaripad.it/330144/spiaggia-tuerredda-associazione-ambientalista-agonia-perla-del-mediterraneo
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da Casteddu online, 16 agosto 2018
Allarme rosso per Tuerredda: “Spiaggia in agonia, una delle perle del Mediterraneo rischia di morire soffocata da ombrelloni e lettini”.
Il durissimo allarme del Grig: “La spiaggia di Tuerredda nei mesi estivi letteralmente soffocata da chioschi, ombrelloni, parcheggi mentre dovrebbe esser salvata”. Come? “Con un rigido numero chiuso di auto e bagnanti”: http://www.castedduonline.it/allarme-rosso-per-tuerredda-spiaggia-in-agonia-una-delle-perle-del-mediterraneo-rischia-di-morire-soffocata-da-ombrelloni-e-lettini/
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da Vistanet, 16 agosto 2018
Tuerredda soffocata da chioschi, ombrelloni e parcheggi. La denuncia del GrIG: “Necessario il numero chiuso”: https://www.vistanet.it/cagliari/2018/08/16/con-la-felpa-pesante-il-15-agosto-ma-era-per-nascondere-la-bottarga-rubata-arrestato-un-48enne-di-nuraminis/
“mentre dovrebbe esser salvata da un rigido numero chiuso di auto e bagnanti, come alla Pelosa di Stintino, per capirci”. GRIG, alla Pelosa non c’è nessun numero chiuso…
ma c’è una serie molto rigida di norme di salvaguardia (deliberazione C.C. Stintino n. 26 del 23 maggio 2018, vds. http://www.comune.stintino.ss.it/download/eyJpdiI6IlUzQ29Wb3BYXC90XC9CUDlxNWpPc0VnUT09IiwidmFsdWUiOiI5Y0k5Uk9iUEZld3VGT1ltWEFJZ3Q1dkw5VzJwM21iVzg4cjZjaEkzencwPSIsIm1hYyI6IjRmMzUwOTQxMDk3MTE4NTQ5ZWE2OWE0YTI5Y2E0YTNlYzBmOGQ0ZjIzY2JmYjNhZGFjYWVmMGU2NGI3MjhhZjUifQ==/regolamento_uso_spiaggia_e_litorale_2018.pdf).
E’ un “numero chiuso” di fatto: più di tanti, in quelle condizioni, non possono entrare…
Apprezziamo le lodevoli iniziative del commune di Stintino, ma la frase in questione “rigido numero chiuso di auto e bagnanti, come alla Pelosa” è inesatta e fuorviante.
per chi continua indefesso a lucrare sui beni ambientali a danno della loro natura é, invece, una fortuna la presenza di posizioni come le sue.
Lei ha davvero compreso il senso dell’articolo, continui a fissare il dito e si perda la luna.
Cronache Teuladine.
Pure Tramatzu e sabbie bianche necessiterebbero di una forma qualsiasi di tutela. Una ragnatela di interessi a creato un sistema ferreo ,totale, capillare e coinvolgente. Sistema protetto che impedisce di fatto ,a chi non ne fa parte ,di accedere alle decisioni pubbliche. Il sistema ,in un modo o nell’altro , gravita unicamente sullo sfruttamento senza regole dei beni ambientali . A protezione del sistema vi sono ambienti e personaggi impensabili. Doc. a disposizione ,qualora ci fosse interesse da parte di chiunque.
Penso che il numero chiuso sia un provvedimento di attuare molto in fretta, ma anche organizzare le passerelle e far lavare i piedi ai turisti all’uscita. Ottimo esempio alla Pelosa.
Dobbiamo tutelare le nostra natura .
D’accordo, a questo punto non resta da fare altro che chiedere l’imposizione del n° chiuso in tutte le spiagge di pregio, ma allo Stato, non ai singoli Comuni che piangerebbero per la mancanza dei soldi dei parcheggi o di qualche panino e ombrellone.
Chissà che questo sia il momento buono
da La Nuova Sardegna, 17 agosto 2018
TEULADA. L’allarme degli ambientalisti “Tuerredda sta scomparendo”.
La spiaggia di Tuerredda è “soffocata, coperta da ombrelloni e lettini, ridotta a una kasbah, assediata da centinaia di auto roventi sotto il sole, avvolta da olio solare e odori da cucina. Solo il mare, dove yacht e gommoni parcheggiano in doppia fila, mantiene gli straordinari colori del Mediterraneo. La sabbia non si vede più, calpestata da migliaia di presenze quotidiane”. E’ la denuncia del Gruppo di intervento giuridico che sollecita una terapia d’urto per uno dei litorali più belli della costa sud-occidentale. Secondo l’associazione ambientalista la spiaggia potrebbe essere salvata imponendo un rigido numero chiuso di auto e bagnanti, come è stato fatto alla Pelosa di Stintino. “Purtroppo – fa notare Stefano Deliperi – grazie anche all’ignavia della Regione, prodiga di inattuate linee guida per la gestione delle spiagge, all’amministrazione comunale e ai vari imprenditori turistici non importa un beneamato fico secco di salvare la spiaggia”. “Hanno la mitica bandiera blù – incalza l’associazione – che Svetta su uno dei parcheggi, assegnata dalla Fondazione per l’Educazione Ambientale. Dovrebbe essere sinonimo di qualità ambientale, in realtà i criteri di assegnazione sono molto di manica larga e spesso e volentieri rappresentano un grossolano maquillage d’immagine. Nel frattempo – concludono i responsabili dell’associazione – Tuerredda agonizza e fra qualche anno ne rimarra solo il ricordo”.
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Tuerredda bellissima ma non si vede. (Francesco Bove, Roma)
Ho visto una bella foto che pubblicizzava “l’intramontabile bellezza delle spiaggia di Tuerredda”. Mosso dalla curiosità ho affrontato un lungo viaggio dalla Costa Smeralda fino alla suddetta spiaggia lo scorso anno. Lo stupore è stato impressionante per quello che ho potuto vedere con i miei occhi dopo tanto cammino per mare per raggiungere la meta.
La spiaggia di Tuerredda è un bel sito naturale trasformato da costruzioni invasive di bar e ristoranti e un affollamento di persone con sdraio e ombrelloni che hanno completamente sommerso quella bellezza naturale non più osservabile, ma per l’appunto da “immaginare”.
Ogni commento è superfluo.
Purtroppo negli ultimi anni la Tuerredda è proprio così come è stata ripresa. Chioschi (in particolare il più grande, con il ristorante) continuano a noleggiare lettini ed ombrelloni e ti ritrovi sempre con i piedi del vicino sulla testa! Neanche a Jesolo siamo ridotti in questi stati! DEVE essere pensata una qualche soluzione ed una strategia per salvaguardare questi posti paradisiaci! Ho fatto una foto, tempo fa, cercando di riprendere dall’alto lo scenario: ombrelloni e lettini e spiaggianti senza soluzione di continuità. La spiaggia non si vede…
Come la descrivi tu la faccenda sembra un problema estetico o un problema per i bagnanti costretti a stare tutti attaccati in spiaggia. Purtroppo i problemi piu’ gravi come l’asportazione della sabbia formatasi in milioni di anni di erosione e il danno alla vegetazione e agli animali non si vedono affatto. Sono danni enormi ma invisibili nel breve periodo. L’ennesima conferma che la maggiorparte delle volte i danni piu’ gravi sono sempre quelli a lungo termine perche’ sono piu’ subdoli e non si vedono subito.
Argomento che mi pare sia stato ampiamente trattato da te e da tanti altri interventi, prima del mio post. Non intendevo assolutamente sminuire la gravità dei problemi di asportazione della sabbia e di danni alla vegetazione, che ovviamente sono maggiori quanto più numerosa è la presenza umana…
Considerando il bagnante medio, si, hai ragione. Piu’ ce ne sono e peggio e’ per la sabbia e l’ecosistema.
Un’altra minaccia per la sabbia e’ inoltre rappresentata dagli addetti alla pulizia, nelle spiagge dove ce ne sono. Quando raccolgono i rifiuti lasciati in spiaggia dai bagnanti, tolgono solo una parte della sabbia che ci rimane attaccata o intrappolata dentro (nel caso delle bottiglie) e quindi asportano anche loro un sacco di sabbia visto che dubito molto che dove portano la spazzatura raccolta si recuperi la sabbia e la si riporti in spiaggia!
Una volta a Capo Spartivento ne ho parlato con un’addetto che quando gli ho descritto il problema e’ caduto dalle nuvole: non ne sapeva niente, era del tutto ignaro. Di sabbia dai rifiuti ne toglieva il piu’ possibile ma solo per evitare di appesantire il sacco che doveva tirarsi dietro!
Sono anni che lamentiamo una gestione criminale ( in senso ambientale) della spiaggia e dell’immediato retrospiaggia, invaso da immondizia e resti dovuti al funzionamento del ristorante. Lamentele vane, perchè ogni anno le cose si ripetono invariabilmente con lo stesso modo di sfruttamento dissennato dell’ambiente. Al punto che ci siamo chiesti dalla protezione di chi derivi la sicumera mostrata nel continuare con un “andazzo” del tutto insensibile alla salvaguardia dell’ambiente. All’inizio del mese di giugno sono addirittura arrivate delle ruspe a spianare il letto che il fiume si era scavato con le piogge torrenziali di tempo prima! Letto da sempre esistente e che da sempre forma la famosa punta, non più esistente ormai.
e adesso pure la melma.
da Casteddu online, 7 settembre 2018
Allarme a Tuerredda: mosconi, liquami e schiuma accanto alla spiaggia: http://www.castedduonline.it/allarme-tuerredda-liquami/