Area marina protetta di Capo Carbonara, Punta Molentis. Se questa è davvero un’area protetta…
Ecco che cosa accade in un normale giorno d’estate, nell’agosto 2017, nell’area marina protetta (A.M.P.) di Capo Carbonara, gestita dal Comune di Villasimius.
Nella spiaggia di Punta Molentis, zona B dell’A.M.P., evidentemente, oggetto di uno strisciante svuotamento di ogni funzione di seria salvaguardia ambientale, peraltro già sostanzialmente compiuto anche all’isola di Serpentara, ora visitabile liberamente tranne una piccola porzione sul lato nord, e a Porto Giunco, dove si mira principalmente a fare cassa, con la realizzazione di un altro mega parcheggio da 2-300 posti auto, ossia un altro migliaia di persone in una spiaggia già sovraccarica.
Ecco quanto accade:
* delimitazioni delle aree dunali, forse scambiate per elementi decorativi, di cui infischiarsene allegramente in barba all’ordinanza balneare 2017 per la Sardegna (art. 3) che dispone il divieto di transito sulle dune;
* vecchie e nuove delimitazioni che si sovrappongono e pali divelti dalle mareggiate invernali lasciati a penzoloni, dando il senso di una totale incuria e menefreghismo (e allora, se l’andazzo è questo, perché non usare le dune come campi da bocce, come hanno fatto alcuni spensierati bagnanti?);
* ormeggio selvaggio a 80 m dalla riva anziché i 200 prescritti dall’ordinanza “balneare” della Regione Sardegna;
* pressione antropica fuori controllo con il piccolo promontorio oggetto di uno spaventoso sovraffollamento;
* parcheggio a pagamento che anziché fungere da argine all’invasione incontrollata pare puntare ad incentivarla, quasi che si anteponessero i facilissimi incassi ad esigenze minime di tutela. Come sembrano confermare “stalli di sosta” ricavati a colpi di ruspa in mezzo alla macchia mediterranea;
* gruppi elettrogeni in bella vista, senza insonorizzazione, a due passi dalla riva ad ammorbare l’aria e a ricoprire di particolato terreno e rocce di granito;
* viabilità d’accesso e campagna circostante trasformate in un vergognoso immondezzaio diffuso;
* totale assenza di controlli, in una giornata di pieno agosto, nonostante gli incassi del parcheggio (5 € a prescindere dal tempo di permanenza, che siano 12 ore o 5 minuti fa lo stesso), stimabili in 1000-1500 € al giorno, consentirebbero l’assunzione stagionale di almeno 5-6 addetti al controllo e alla pulizia.
Queste le condizioni in cui si presenta, nel cuore della stagione balneare, una zona (Punta Molentis, Villasimius) in teoria sottoposta a tutela rafforzata (B: riserva generale) all’interno di un’Area Marina Protetta, quella di Capo Carbonara.
E allora c’è davvero da chiedersi: ma se non fosse “protetta” cosa succederebbe?
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Villasimius, Punta Molentis, parcheggi ricavati con mezzi meccanici nella vegetazione (10 agosto 2017)
(foto J.I., archivio GrIG)
La presenza dell’Area Marina Protetta di Capo Carbonara è ormai divenuta impalpabile, a Punta Molentis come a Porto Giunco o a Porto Sa Ruxi.
Perlomeno a livello di tutela ambientale, perché il peso sulle casse pubbliche è invece considerevole.
E, stando cosi le cose, o l’AMP torna a svolgere la sua funzione o altrimenti è meglio chiuderla.
E comunque c’è da chiedersi come sia possibile che coloro che per obbligo istituzionale dovrebbero impedire simili scempi non siano chiamati a rispondere di omissioni così clamorose e sfacciate.
Si tratta di beni comuni di inestimabile valore e se non si è capaci neppure di impedire la loro trasformazione in un grande parcheggio-immondezzaio, o la distruzione del compendio dunale, ci si dimette o si “viene dimessi” seduta stante.