E’ fatta: fermate le ricerche petrolifere nel Mar di Sardegna!


Balena (da National Geographic)

Si è concluso il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di indagine geofisica 2D – 3D proposto dalla Società norvegese TGS-NOPEC Geophysical Company ASA nell’area dell’istanza di prospezione a mare “d.2 E.P.-TG” in una vastissima area del Mar di Sardegna ampia kmq. 20.922.  

Il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare – Direzione generale Valutazioni Ambientali ha emanato il provvedimento conclusivo, assolutamente negativo: i Cetacei e tutta la fauna marina sono salvi!

Il decreto Ministero Ambiente n. 183 del 14 luglio 2017 ha, infatti, negato la compatibilità ambientale del progetto di ricerca petrolifera.

Tartaruga marina (Caretta caretta)

Naturalmente ne siamo fortemente soddisfatti, in particolare per la difesa del Santuario Pelagos, il Santuario per i Mammiferi marini istituito come area marina protetta di interesse internazionale e area specialmente protetta di interesse mediterraneo (A.S.P.I.M.), in base all’Accordo internazionale sottoscritto a Roma il 25 novembre 1999, ratificato con legge n. 391/2001.

Come noto, l’attività di prospezione a mare generalmente consiste in “spari” di aria compressa (airgun) per un tracciato complessivo di migliaia di km. per un periodo di 10 settimane.  I suddetti “spari” hanno una cadenza ravvicinata (uno ogni 5-15 secondi), con intensità sonora variabile fra 240 e 260 decibel, intensità superata in natura solo da terremoti ed esplosioni di vulcani sottomarini.

airgun, modalità di ricerca (da “A deaf Whale is a dead Whale”, Oceana)

Al contrario di quanto sostenuto dal Soggetto proponente (“gli impatti ambientali … nel complesso non sono risultati né elevati né irreversibili”), come documentato scientificamente, il danno alle specie di Cetacei e di Tartarughe marine ben presenti nell’area marina interessata sarebbe devastante, sia sul piano uditivo che sotto il profilo dell’orientamento, come riportato dalla letteratura scientifica (vds. S. Mazzariol e altri, Sometimes Sperm Whales (Physeter macrocephalus) Cannot Find Their Way Back to the High Seas: A Multidisciplinary Study on a Mass Stranding, in Plos One, 2011).   Altrettanto potrebbe ipotizzarsi per le specie ittiche, anche di interesse commerciale, con indubbi riflessi negativi sull’economia del settore della pesca.

La procedura di V.I.A. era stata avviata nel 2015: all’avvìo il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus era intervenuto con un atto di “osservazioni” (2 febbraio 2015). In seguito, dopo le richieste di integrazione da parte del Ministero dell’Ambiente, la Società energetica aveva depositato (luglio 2016) ulteriore documentazione tesa a supportare la propria istanza di ricerca petrolifera, riguardo cui il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva inoltrato (30 luglio 2016) un nuovo atto di intervento.

Balena franca nordatlantica (Eubalaena glacialis) con piccolo

Ricordiamo che per analoga istanza presentata dalla Schlumberger Italiana s.p.a. in relazione ad analogo progetto di prospezione a mare per la ricerca di idrocarburi nella stessa area marina (avverso il quale l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus aveva presentato l’atto di intervento nel procedimento di V.I.A. con “osservazioni” del 24 giugno 2014), il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare, di concerto con il Ministero per i Beni e le Attività Culturali e il Turismo, ha provveduto a negare la compatibilità ambientale, con decreto n. 240 del 12 novembre 2015[1], concludendo negativamente anche la procedura di richiesta di titolo per ricerca ed estrazione idrocarburi.

In ambedue i casi il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha coinvolto il Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare (titolare del procedimento), il Servizio valutazione impatti (S.V.A.) della Regione autonoma della Sardegna, il Parco nazionale dell’Asinara, il Parco naturale regionale di Porto Conte, l’Area marina protetta del Sinis – Mal di Ventre e tutti i Comuni rivieraschi (Alghero, Bosa, Cuglieri, Magomadas, Narbolia, Porto Torres, San Vero Milis, Sassari, Stintino, Tresnuraghes, Villanova Monteleone). Ha messo, inoltre, a disposizione di chiunque fosse interessato un fac simile di atto di intervento nel procedimento di V.I.A.: Comuni, comitati e singoli cittadini ne hanno virtuosamente approfittato.

Non c’è e non ci può esser spazio per simili progetti dal pesante impatto sull’ambiente e la fauna marina, ben venga una vera e propria alleanza internazionale per bandirli dal Mediterraneo!

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

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[1] In precedenza la Commissione tecnica V.I.A./V.A.S. aveva emesso l’articolato parere negativo n. 1650 del 7 novembre 2014.

 

Saraghi (Diplodus Rafinesque)

 

La Nuova Sardegna, 20 luglio 2017

 

L’Unione Sarda, 20 luglio 2017

(foto National Geographic, A.N.S.A., da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Mara
    luglio 20, 2017 alle 11:45 am

    Bellissima notizia! Ancora e sempre: GRAZIE G.R.I.G.!

  2. luglio 20, 2017 alle 3:05 PM

    da Il Manifesto Sardo, 20 luglio 2017
    E’ fatta: fermate le ricerche petrolifere nel Mar di Sardegna: http://www.manifestosardo.org/e-fatta-fermate-le-ricerche-petrolifere-nel-mar-di-sardegna/

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    da L’Unione Sarda, 20 luglio 2017
    Airgun, stop del governo alle ricerche di petrolio sull’Isola: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/07/20/airgun_stop_del_governo_alle_ricerche_di_petrolio_sull_isola-68-625231.html

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    da Sardinia Post, 19 luglio 2017
    No definitivo del ministero dell’Ambiente all’air gun nel Mar di Sardegna: http://www.sardiniapost.it/senza-categoria/no-definitivo-del-ministero-dellambiente-allair-gun-nel-mar-sardegna/

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    da Sardegna Oggi, 19 luglio 2017
    No all’airgun nel mar di Sardegna. “Salvo il santuario dei cetacei”: http://www.sardegnaoggi.it/Home_Page/2017-07-19/36993/No_allairgun_nel_mar_di_Sardegna_Salvo_il_santuario_dei_cetacei.html

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    da Casteddu online, 19 luglio 2017
    No alle bombe d’aria nei mari sardi: in salvo balene e tartarughe.
    Il progetto di ricerca petrolifera nei nelle acque isolane, quello che prevdeva gli spari ad aria compressa, non si farà. L’annuncio l’ha dato l’associazione ambientalista Gruppo di intervento giuridico. Grig: “Esultano i cetacei e tutta la fauna marina”: http://www.castedduonline.it/sardegna/sassari/49455/no-alle-bombe-d-aria-nei-mari-sardi-in-salvo-balene-e-tartarughe.html

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    da Vistanet, 19 luglio 2017
    Fermate le ricerche petrolifere nel Mare di Sardegna: gongolano ambientalisti e animalisti: https://www.vistanet.it/cagliari/blog/2017/07/19/fermate-le-ricerche-petrolifere-nel-mare-di-sardegna-gongolano-ambientalisti-e-animalisti/

  3. aldo Brambilla
    luglio 20, 2017 alle 3:35 PM

    Un incubo che faceva temere il peggio e immaginare l’invasione, del bellissimo e incontaminato mare di Sardegna, fatta da piattaforme per l’estrazione d’idrocarburi; tutto questo per soccombere ad una assurda strategia di continuare a sfuttare le misere risorse d’idrocarburi del mare Mediterraneo a scapito dell’ambiente:cambiamento climatico dovuto all’utilizzo dell’energia fossile,distruzione del patrimonio ittico e impatto nefasto sull’economia turistica
    Il decreto del Ministero dell’Ambiente del 14 luglio scorso, negando alla società norvegese TGS-NOPEC la compatibilità ambientale alla ricerca petrolifera nel mare di Sardegna ha messo fine ad un incubo durato 2 anni.
    Si è cosi riusciti a salvare un inestimabile patrimonio grazie alla notevole mobilitazione del GRIG che ha coinvolto mondo istuzionale e società civile della Sardegna. A questi si sono aggiunti sostegni di peso delle associazioni ambientali francesi quali Nation Ocean, ZEA,che informati dal Comitato inBosa dei rischi che poteva correre tutto il mediterraneo nord occidentale compreso tra mare di Sardegna, isole Baleari spagnole e Parco naturale dei cetacei francese si sono rapidamente mobilitati nei confronti delle istuzioni spagnole, francesi e della Corsica.
    L’azione concordata tra i governanti delle 2 isole vicine, verso i rispettivi governi ha certamente contribuito a bloccare la decisione quasi pronta di dare l’accordo per la ricerca di fossili nel mare di Sardegna.

    Noi di inBosa siamo entusiasti del contributo portato da questa collaborazione internazionale tra comitati, che è ancora una volta la prova che l’unione porta spesso a risultati inesperati su obbiettivi di bene comune e auspichiamo che questi legami si tengano vivi, pronti a fare ripartire l’azione comune in caso di necessità.
    aldo brambilla per Comitatoin Bosa

  4. Gianluigi Manca di Nissa
    luglio 20, 2017 alle 6:07 PM

    Bravi! Gianluigi Manca di Nissa ingegnere minerario.

  5. Anabel Rodriguez
    luglio 21, 2017 alle 1:47 PM

    Basta !

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