No allo scempio eolico di Cima le Fienaie!


Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inviato (3 ottobre 2016) un puntuale atto di intervento nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) interregionale relativo a un progetto di centrale eolica in loc. Cima le Fienaie, nei Comuni di Città di Castello, San Giustino (PG) e Mercatello sul Metauro (PU).

Il progetto di centrale eolica comprende n. 5 aereogeneratori (n. 4 nel territorio comunale di Città di Castello, n. 1 nel territorio comunale di San Giustino) da 3,3 MW ciascuno (potenza complessiva 16,5 MW), con fondazioni, strade di accesso, e opere di connessione alla rete elettrica nazionale (strade di servizio, cavidotti interrati, cabine di smistamento, stazione di trasformazione, elettrodotto aereo ad alta tensione 132 kV) in territorio comunale di Mercatello sul Metauro (PU).

Nonostante sia un obbligo di legge (art. 24 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.), solo la Regione Marche ha provveduto a pubblicare sul proprio sito web istituzionale il progetto e lo studio di impatto ambientale per consentirne l’esame da parte di cittadini, comitati, associazioni.

La Regione Umbria si è limitata a pubblicare solo l’avviso di deposito degli atti, magari sperando che nessuno a Città di Castello e a San Giustino venisse a sapere.   Il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha, pertanto, chiesto che venga dichiarata l’improcedibilità a causa dell’insanabile carenza procedurale.

Si tratta dell’ennesimo progetto di centrale eolica sull’Appennino Umbro-Marchigiano, in zona dove nemmeno risulta la presenza di vento costante tale da renderlo efficiente, fra i tanti progetti di centrali eoliche presentati da varie società delle energie rinnovabili, solo alcuni dei quali – fortunatamente – sono stati approvati, anche grazie alle azioni legali (2012) del Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.

Un paesaggio tanto caro ad artisti di ogni epoca, così a rischio senza nemmeno alcun reale beneficio per la collettività.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

(foto A.L.C., archivio GrIG)

  1. ottobre 5, 2016 alle 3:03 PM

    da Tuttoggi, 5 ottobre 2016
    “No a scempio eolico di Cima le Fienaie”, Gruppo Intervento Giuridico insorge.
    L’associazione ecologista ha inviato un puntuale atto di intervento nel procedimento di V.I.A. interregionale, “chiediamo venga dichiarata l’improcedibilità per carenza procedurale”: http://tuttoggi.info/no-scempio-eolico-cima-le-fienaie-gruppo-intervento-giuridico-insorge/361940/

    ———-
    22 settembre 2016
    Parco eolico a Città di Castello, il caso dopo il video di Sgarbi.
    Ecco il progetto.
    L’invettiva su Facebook del critico d’arte aveva suscitato molti dubbi e perplessità ma sono ben tre i Comuni interessati | Alcune associazioni marchigiane e M5S seguono il caso da marzo 2016: http://tuttoggi.info/parco-eolico-a-citta-di-castello-sgarbi-il-progetto/359196/

    __________________

    da Umbria 24, 12 ottobre 2016
    Parco eolico in Altotevere, si riaccende la polemica. M5s: «Inutile, non c’è vento».
    Dopo la protesta innescata da Sgarbi il caso approda in Regione ma il progetto è ancora in fase embrionale: http://www.umbria24.it/parco-eolico-in-altotevere-si-riaccende-la-polemica-m5s-inutile-non-ce-vento/417180.html

    ________________

    da Valtiberina online, 23 settembre 2016
    Anche Vittorio Sgarbi Tuona Contro La Realizzazione Dell’impianto.
    Nuovo parco eolico a Le Fienaie. Associazioni sul piede di guerra: http://www.valtiberinaonline.it/notizie/leggi/178929/

  2. Juri
    ottobre 5, 2016 alle 7:03 PM

    Follia pura.

  3. Riccardo Pusceddu
    ottobre 6, 2016 alle 2:45 am

    Ho controllato la ventosita’ di Cima le Fienaie e pur essendo di valore modesto e’ comunque fra i piu alti della zona. Vedere per credere:
    http://www.atlanteeolico.it/

    • ottobre 6, 2016 alle 6:28 am

      appunto, Riccardo, é “di valore modesto”.
      Uno scempio ambientale possono pure evitarselo.

      Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        ottobre 6, 2016 alle 9:36 am

        Oltre i 6 metri al secondo e’ sufficiente per rendere una turbina eolica redditizia sotto il profilo dell’EROEI (Energy Return On Energy Invested). Certo, ci sono aree piu ventose in Sardegna ma tu sostieni sempre che la Sardegna essendo gia piu che autosufficiente non deve contribuire a mitigare il riscaldamento globale! Cosa deve fare l’Italia come nazione secondo te?
        E poi lo scempio ambientale piu grosso e’ quello provocato dal non farle, le centrali eoliche, visto che esse sono, insieme al termodinamico, il modo piu efficiente di produrre energia dalle rinnovabili, se si eccettua l’idroelettrico che pero’ distrugge tutto, quello si, con l’invaso. Le uniche alternative alle rinnovabili, per contrastare il riscaldamento globale, sono il risparmio energetico che pero da solo non basta, e i tanto odiati combustibili fossili. Allora che dobbiamo fare secondo te?

      • ottobre 6, 2016 alle 10:26 PM

        lo “scempio più grosso” è produrre energia che nessuno utilizza e che lo Stato – cioè tutti noi italiani (tu, credo, paghi le tasse in Gran Bretagna) – deve comunque pagare. In più si fanno veri e propri scempi ambientali.
        Sono pure speculazioni e chiunque abbia gli occhi aperti con onestà se ne rende conto.
        Come ti ho detto parecchie volte, poi, dalla Sardegna in ogni caso non può andare verso la Penisola e la Corsica più energia di quanto già vada, perchè più di quanto portano i cavidotti SACOI e SAPEI non è possibile portare. In più, come ti ho già detto parecchie volte, non c’è alcuna norma che imponga la sostituzione dell’attuale produzione energetica da fonte “tradizionale” con quella da fonte rinnovabile.
        La migliore energia è quella che si risparmia, in primo luogo con l’efficienza energetica.
        Non ha alcun senso continuare a incentivare la sovraproduzione energetica e i relativi sprechi.
        Il danno al paesaggio e al territorio è un pesante danno ambientale, per chiunque abbia occhi per vedere.

        Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        ottobre 7, 2016 alle 12:53 am

        E quindi tu dove ti schieri? Lotti caparbiamente contro le rinnovabili piu’ efficienti invece che lottare per proporre la chiusura di alcune centrali a combustibili fossili (che comunque nel regime di libera concorrenza attuale finiranno col chiudere tutti i battenti a causa dei loro costi di gestione maggiori che le portano ad essere non competitive con gli impianti a energia rinnovabile – e anch’io te l’ho gia detto parecchie volte) oppure il potenziamento dei cavidotti. Mi spiace ma io trovo questo atteggiamento in palese contrasto con la tua credo genuina missione di salvaguardare l’ambiente e non solo nella nostra cara Sardegna ma globalmente.
        Ti riallego un link che spiega bene il concetto di concorrenza tra fossili e rinnovabili, a firma di un’ente super partes come la Assoelettrica:
        http://www.assoelettrica.it/blog/?p=3429
        Un’altra cosa che t’ho ripetuto parecchie volte e’ che le tasse gli italiani le pagano anche per gli impianti a combustibili fossili, solo piu subdolamente, visto che questi, al contrario degli incentivi sulle rinnovabili, non appaiano in bolletta!
        Il materiale in rete abbonda quindi mi limito a questo estratto tratto da:
        http://www.qualenergia.it/articoli/20130711-i-veri-costi-dell-energia-italia-e-quel-macigno-delle-fossili

        I costi non detti.
        Ma i prezzi dei prodotti energetici non dicono tutto circa i costi che i cittadini e le imprese devono pagare per soddisfare il proprio fabbisogno energetico. La Fondazione propone per questo di passare da una analisi dei prezzi a una dei veri costi dell’energia, includendo ad esempio i sussidi che in Italia vengono pagati ai combustibili fossili, attraverso agevolazioni fiscali o quant’altro, e che, a differenze di quelli per le rinnovabili, non rientrano in bolletta e non contribuiscono a formare i prezzi dell’energia (ma vengono comunque pagati dai cittadini e dalle imprese ad esempio attraverso la fiscalità generale).

        Eppure questi sussidi non vengono monitorati dal Governo, nonostante siano ingenti: secondo l’OCSE sono 2,1 miliardi di euro all’anno su alcuni settore chiave, che salgono secondo il Fondo Monetario Internazionale a 5,3 mld €/anno, includendo altre voci tra cui alcune esternalità. E sono proprio le esternalità l’altra voce importante dei costi nascosti dell’energia. Anche in questo caso non esistono studi ufficiali sull’argomento, ma uno studio condotto sulla Germania stima che l’inclusione dei costi esterni, a carico principalmente di nucleare e carbone, farebbe aumentare la bolletta energetica di 40 mld€, con un +40% per una famiglia tipo.

        Il Dossier prende anche in esame l’incidenza degli incentivi alle rinnovabili sui prezzi e sui costi dell’energia in Italia, analizzando i costi diretti, i costi e i benefici indiretti e le implicazioni sul piano strategico. Per quanto riguarda i costi diretti, gli incentivi alle rinnovabili del settore elettrico (che rappresentano la maggior parte degli incentivi) hanno raggiunto nel 2012 circa 10 milardi di Euro, il 16-17% della bolletta elettrica nazionale. Ma questi hanno inciso sull’aumento del prezzo del kWh degli ultimi anni solo per il 33%, mentre per il 57% questo è stato causato dall’aumento dei prezzi dei fossili. Sul piano dei costi e dei benefici indiretti il saldo economico è senz’altro positivo.

      • ottobre 7, 2016 alle 6:51 am

        quello che proprio non comprendi – o non vuoi accettare – é che non esiste alcun obbligo giuridico che imponga di chiudere le centrali da fonte “tradizionale” per favorire quelle da fonte rinnovabile.
        Piaccia o no, ma é così.
        Quindi non ha nemmeno senso dire “da che parte ti schieri”.
        Come GrIG siamo favorevoli alle rinnovabili, ma non con i paraocchi.
        L’ottuso sostegno alle rinnovabili “senza se e senza ma” porta a speculazioni e scempi. Soprattutto porta a energia ben foraggiata da soldi pubblici e inutile, visto che nessun la usa.
        La prima fonte energetica “pulita” é il risparmio.

        Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        ottobre 7, 2016 alle 4:08 PM

        Stefano, ma ti sei letto bene il mio commento? Dov’e’ che avrei detto che esiste un obbligo giuridico che imponga la chiusura delle centrali a combustibili fossili? E’ la libera concorrenza nel mercato dell’energia che provochera’ la chiusura o il ridimensionamento delle centrali tradizionali.
        T’ho anche allegato una pagina che spiega tutto cio’ ma tu niente. Hai avuto il tempo di leggerla? C’e’ qualcosa di inesatto in essa che mi faccia dare invece ragione a te?
        Ma almeno siamo d’accordo sul risparmio energetico anche se esso e’ una fonte per cosi dire “negativa” di energia visto che in realta’ di energia non ne crea affatto di nuova, solo impedisce che ne venga fatta dall’attuale mix di 90% fossile e 10% rinnovabili (le percentuali forse non sono corrette ma il divario e’ enorme).

      • ottobre 7, 2016 alle 7:09 PM

        ho letto, Riccardo, ho letto.
        Ma non ho nessuna voglia di fare un romanzo di risposta a ogni tuo commento.
        Abbi pazienza, ma non fai riferimento a proprio nulla di risolutivo.
        Anche quando ti riferisci alla “priorità di dispacciamento” dimentichi che nel mercato italiano si da preferenza a
        “1) le offerte di vendita delle unità essenziali ai fini della sicurezza del sistema elettrico, od unità must run;
        2) le offerte di vendita delle unità di produzione alimentate da fonti rinnovabili non programmabili (ovvero unità di produzione che utilizzano l’energia solare, eolica, maremotrice, del moto ondoso, del gas di discarica, dei gas residuati dei processi di depurazione, del biogas, l’energia geotermica o l’energia idraulica, limitatamente in quest’ultimo caso alle unità ad acqua fluente)” (http://www.assoelettrica.it/blog/?p=3429).
        La priorità è data alle “unità essenziali ai fini della sicurezza del sistema elettrico”, cioè quelle dichiarate “essenziali” dallo Stato, perchè sicure e continue nella produzione. Si tratta di impianti termoelettrici, vengono individuati da Terna s.p.a., ecco l’elenco vigente: http://download.terna.it/terna/0000/0105/44.PDF.
        Solo dopo si va ad acquistare energia da fonte rinnovabile “non programmabile”.
        Se vi fosse “economia di mercato” senza alcun incentivo per qualsiasi impianto di produzione di energia elettrica, forse più della metà degli impianti da fonte rinnovabile esistenti in Italia chiuderebbe in breve tempo.

        Stefano Deliperi

    • Riccardo Pusceddu
      ottobre 9, 2016 alle 3:20 am

      Stefano, stando all’articolo che ho allegato le unita’ “must run” (termoelettriche) non hanno preferenza se il prezzo dell’energia da rinnovabili e’ inferiore a quelle.
      Ecco l’estratto dall’articolo che spiega la fattispecie:

      “Nel sistema elettrico italiano è previsto che in presenza di più offerte di vendita caratterizzate da uno stesso prezzo si applichi il seguente ordine di priorità:
      le offerte di vendita delle unità essenziali ai fini della sicurezza del sistema elettrico, od unità must run;
      le offerte di vendita delle unità di produzione alimentate da fonti rinnovabili non programmabili (ovvero unità di produzione che utilizzano l’energia solare, eolica, maremotrice, del moto ondoso, del gas di discarica, dei gas residuati dei processi di depurazione, del biogas, l’energia geotermica o l’energia idraulica, limitatamente in quest’ultimo caso alle unità ad acqua fluente);
      le offerte di vendita delle unità di produzione alimentate da fonti rinnovabili diverse da quelle di cui al punto precedente;
      le offerte di vendita delle unità di produzione di cogenerazione;
      le offerte di vendita delle unità di produzione CIP6/92 e delle unità di produzione d.lgs. 387/03 o l. 239/04;
      le offerte di vendita delle unità di produzione alimentate esclusivamente da fonti nazionali di energia combustibile primaria, per una quota massima annuale non superiore al quindici per cento di tutta l’energia primaria necessaria per generare l’energia elettrica consumata;
      offerte relative a contratti bilaterali;
      le altre offerte di vendita.
      I punti sopra elencati indicano che le unità di produzione alimentate da fonti rinnovabili (sia programmabili che non programmabili) hanno diritto alla priorità di dispacciamento ma solamente a parità di prezzo d’offerta e compatibilmente con la sicurezza del sistema elettrico. Anche la cogenerazione ad alto rendimento gode della priorità di dispacciamento ma in coda alle fonti rinnovabili. Il criterio principale con cui si stabilisce la precedenza del dispacciamento è quindi quello del prezzo, vengono dispacciati prima i pacchetti di energia meno cari e via via quelli di prezzo maggiore fino a raggiungere la quantità di energia complessivamente richiesta dal sistema, quindi un’offerta di un MWh eolico messa sul mercato ad un prezzo più elevato di un MWh da termoelettrico non avrebbe alcuna precedenza, ma è anche vero che implicitamente sono solo le fonti rinnovabili od ad altro titolo incentivate che possono permettersi di mettere sul mercato l’energia prodotta a 0 €/MWh e quindi in sostanza non si contendono il mercato ad armi pari con gli impianti tradizionali.”

      Ne consegue che se l’energia prodotta dagli impianti a fonti rinnovabili costa meno allora e questa ad essere usata prima delle unita’ “must run” termoelettriche. E infatti questo e’ proprio quello che succede in caso di sovrapproduzione di energia da rinnovabili: si immette energia in rete che e’ stata venduta a costo zero, come spiega ancora l’articolo della Assoelettrica:

      “Che venga in qualche modo tolta la priorità di dispacciamento alle fonti rinnovabili non programmabili è un timore non fondato, il problema è semmai che con il calo della domanda elettrica a seguito della crisi economica si assiste ad una reciproca cannibalizzazione di quote di mercato tra rinnovabili e impianti tradizionali, situazione che con una penetrazione sempre maggiore di rinnovabili non programmabili potrebbe portare alla chiusura anche di quegli impianti termoelettrici necessari a garantire la fornitura nei mesi invernali o quando a causa delle condizioni meteorologiche il sole non brilla su buona parte dell’Italia e necessari a garantire i servizi di rete per consentire una gestione del sistema, caratterizzato da una quota sempre maggiore di impianti intermittenti, in condizioni di sicurezza.”

      E comunque non e’ del tutto vero che le fonti rinnovabili non sono regolari. Quando il sole non brilla sulla maggior parte d’Italia il vento magari infuria. Piu e’ grande il territorio dal quale si preleva l’energia da rinnovabili piu’ risulta improbabile che non ne venga prodotta abbastanza, a patto che ci siano abbastanza impianti. Il tempo non e’ mai lo stesso in tutta Europa per esempio. Se ci fossero abbastanza impianti da fonti rinnovabili si potrebbe spostare l’energia da essi prodotta nei posti dove le condizioni climatiche fossero meno propizie per la produzione di energia. Piu impianti ci sono, meglio e’.

      Per quanto riguarda gli incentivi di mercato per le rinnovabili, t’ho gia detto che ce ne sono anche per gli impianti a combustibili fossili solo che non si vedono in bolletta ma vengono pagati direttamente dallo Stato alle imprese costruttrici, come per esempio e’ successo recentemente in Inghilterra per la centrale nucleare ad Hinckley Point: il governo inglese ha garantito un prezzo minimo dell’energia che verra’ prodotta dall’impianto fino mi pare al 2025! E tutto senza che in bolletta appaia niente. Il prelievo fiscale verra’ effettuato sulle tasse sul reddito.
      La verita’ e’ che senza tutti questi incentivi e sgravi fiscali e contributi vari per la ricerca, sarebbero gli impianti termoelettrici a chiudere i battenti invece di quelli eolici e simili.
      Un saluto e scusa se ti faccio lavorare troppo per rispondermi ma lo faccio per il bene di informare correttamente i frequentatori di questo blog. Un sano dibattito aiuta infatti a farsi un’opinione piu’ corretta, confrontando le posizioni contrarie e mettendo in evidenza le eventuali falle nell’argomentazione.

      • ottobre 9, 2016 alle 7:32 am

        con tutto il rispetto, Riccardo, preferisco leggermi il dato normativo: il regime di essenzialità in Italia é attualmente appannaggio esclusivo di impianti termoelettrici.
        Il resto sono sogni e chiacchiere.
        Buona giornata.

        Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        ottobre 9, 2016 alle 2:34 PM

        Ammesso che l’Assoelettrica scriva il falso; ma non dovrebbe essere uno dei compiti di un’associazione ambientalista benemerita come il GrIG quello di proporre dei cambiamenti al quadro normativo esistente e di trasformare i sogni in realta’? Lo fate con i Piani Paesaggistici, il Piano Energetico Regionale, il calendario venatorio, Portovesme, ecc. ecc. Quindi perche’ non farlo anche a favore degli impianti eolici? Mi dispiace Stefano ma non posso fare a meno di confermare la mia opinione (tra l’altro parzialmente ammessa da te tempo fa) che tu non pensi che il riscaldamento globale sia irrefutabile e che il paesaggio vada lasciato quindi stare cosi’ com’e’.

      • ottobre 9, 2016 alle 5:53 PM

        che sole e vento siano fonti energetiche “non continuative” è un dato di fatto sul piano tecnologico attuale, che piaccia o no.
        Gli impianti termoelettrici dichiarati “essenziali” sono tali sul piano giuridico perchè produttivi di energia “continuativa”.
        Per il resto, pensa quel che vuoi, ci mancherebbe altro: se vuoi veder rosso un muro dipinto di bianco, fai pure 🙂

        Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        ottobre 10, 2016 alle 1:17 am

        L’Assoelettrica mi spiega come funziona in dettaglio il mercato dell’energia elettrica e tu invece mi fai delle metafore sul colore dei muri. A chi devo credere?

      • ottobre 10, 2016 alle 6:34 am

        ti ho semplicemente posto il provvedimento formale che individua gli impianti definiti “essenziali” per la produzione di energia, poi credi a chi vuoi.
        Buona giornata.

        Stefano Deliperi

      • Riccardo Pusceddu
        ottobre 10, 2016 alle 7:04 am

        E io t’ho semplicemente scritto cosa dice la legge, secondo quanto riportato dall’Assoelettrica, ovvero che l’energia degli impianti definiti “essenziali” ha diritto alla priorita’ di dispacciamento solo a parita’ di prezzo con le rinnovabili. Qualora il prezzo di queste ultime risulti inferiore allora la priorita’ passa ad esse invece che agli impianti “must run”.

      • ottobre 10, 2016 alle 3:27 PM

        ma il fatto che questi impianti termoelettrici siano in funzione e rendano parecchi soli ai rispettivi titolari non ti suggerisce nulla?
        Possiamo, serenamente, farcene una ragione o dobbiamo continuare a discutere sul sesso degli angeli?

        Stefano Deliperi

  4. Aldo Loris Cucchiarini
    ottobre 8, 2016 alle 7:14 PM

    Mi permetto di intervenire nella discussione. La Cima delle Fienaie si trova in un’area remota, densa di foreste e servita da stradine di montagna. La realizzazione del “parco” eolico sarebbe in pratica la realizzazione di un’area industriale in mezzo ad una foresta. Conosco la zona, ma basta guardare le foto aeree per capirlo. E’ pieno di animali selvatici anche rari. L’atlante del vento da velocità di c.ca 5 km l’ora a 50 mt dal suolo. I dati forniti dalla ditta proponente sono di parte e comunque si possono definire dati quelli raccolti in situ in un solo anno ?
    Ma ipotizziamo pure che il vento ci fosse, questo autorizza a devastare una delle poche zone ancora allo stato naturale del paese ? Mi sembra un ossimoro: per salvare l’ambiente dal cambiamento climatico ci apprestiamo a dare l’assalto alle ultime zone ambientalmente più integre. Il prof Ragni, dell’università di Perugia ha definito l’area in questione “la sorgente stessa della diffusione della fauna selvatica in Umbria e nelle Marche”. E poi ci sono gli aspetti paesaggistici. E’ civile deturpare un bene comune per produrre un po’ di energia? Non è forse ora che anche nel nostro paese si cominci a ragionare in termini un po’ più elevati di quelli “pragmatici” per i quali si può sacrificare un po’ di natura per l’energia “pulita” ?

    Aldo Cucchiarini

    • Riccardo Pusceddu
      ottobre 9, 2016 alle 3:45 am

      Egregio Sig. Cucchiarini,
      una centrale eolica forse sara’ pure un impianto industriale ma c’e’ una bella differenza con altri tipi di impianti industriali come l’Ilva di Taranto o la SARAS a Sarrock da noi in Sardegna! Le pale eoliche occupano infatti solo un ristrettissimo spazio che praticamente corrisponde solo al diametro della torre di supporto della turbina e alla viabilita’ di collegamento tra le varie torri.
      L’atlante del vento che ho allegato io riporta invece una velocita’ di oltre 6 metri al secondo anche se non viene specificata l’altezza del rilevamento ma presumo che si tratti di proiezioni analitiche derivate da pochi anemometri sparsi nelle vicinanze. Potrebbe essere cosi gentile da allegare la fonte dalla quale ha tratto la velocita’ di 5 metri al secondo da Lei menzionata nel Suo commento?
      Dal Suoi rilievi sul riscaldamento globale, mi pare di capire che Lei lo consideri alla stregua di qualche albero abbattuto per far posto alle torri e alla viabilita’. Le assicuro che il riscaldamento globale e’ un fenomeno ben piu’ grave per il pericolo che questo comporta per gli ecosistemi ed i paesaggi, non solo italiani ma in tutto il mondo.
      Il sito interessato dall’impianto infatti tornerebbe presto alle condizioni di naturalita’ preesistenti mentre il riscaldamento globale altera gli ecosistemi, e conseguentemente il paesaggio, per millenni a venire.
      Qui non si tratta di produrre “un po’ di energia”. Si tratta della necessita’ improrogabile di cambiare approccio sulla produzione energetica e di fare le centrali eoliche in piu’ posti possibili (e anche quelle termodinamiche che insieme a quelle eoliche hanno le rese piu elevate a fronte delle spese di costruzione).
      Solo cosi potremmo veramente tutelare il paesaggio e l’ambiente. Lo status quo portera’ invece ad un cambiamento drastico anche se dilazionato nel tempo, dei paesaggi che stanno tanto a cuore a me come a Lei.

      • aldo
        ottobre 10, 2016 alle 12:54 am

        Guardi sig Riccardo,

        si tratta di impianti industriali di dimensioni immani di dimensioni apocalittiche, visibili a distanze lineari superiori ai 50 km. La loro presenza è in grado di danneggiare l’economia dei luoghi inrteressati. Se qualcuno proponesse la costruzione di un “opera” di questo tipo vicino alle mie strutture turistiche dovrei chiudere e mandare a casa diversa gente. Mi creda, non si rinaturalizzerà nulla, specie dopo che avranno costruiti strade immense al posto delle attuali mulattiere. I lavori di sbancamento e tarsposto materiali impiegherebbero colonne di mezzi pesanti per un anno. Quanto tempo occorrerebbe per riassorbire tutto il carbonio emesso ?
        Ribadisco il concetto che ho espresso semplificandolo: se per “salvare il pianeta” dopo decenni di scelte sbagliate, non possiamo distruggere il pianeta con scelte che vanno nella stessa direzione (affari & finanza). Se le proposte sono queste c’è qualcosa che non torna.
        Io ho parlato anche di impatto sulla fauna, ma chissà perchè ho la sensazione che per lei sia un fatto irrilevante. Vero?

        cordilamente

        Aldo C.

    • Juri
      ottobre 10, 2016 alle 8:11 PM

      Concordo al 100%.
      Devastare gli ultimi angoli di natura rimasti con il pretesto di produrre energia mentre ne sperperiamo quantità spaventose per inefficienze o utilizzi totalmente “voluttuari”.
      Ripeto, follia pura.

  5. febbraio 7, 2017 alle 2:50 PM

    la “pala” eolica impazzisce.

  6. febbraio 11, 2017 alle 9:40 PM

    ..e a Guspini casca…

    A.N.S.A., 11 febbraio 2017
    Pala eolica finisce su cavi elettrici.
    Incidente nelle campagne di Guspini, evitati altri danni: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2017/02/11/pala-eolica-finisce-su-cavi-elettrici_12debe81-27f7-446a-88a9-249c97b1e95b.html

    _______________________

    da L’Unione Sarda, 11 febbraio 2017
    Guspini, una pala eolica si spezza e finisce sui cavi della corrente: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2017/02/11/gonnosfanadiga_una_eolica_si_spezza_e_finisce_sui_cavi_della_corr-68-569183.html

    ________________

    da La Nuova Sardegna, 11 febbraio 2017
    Gonnosfanadiga, pala eolica cade sui cavi: rete elettrica in tilt.
    Ci sono volute ore per intervenire, i vigili del fuoco hanno dovuto attendere a lungo prima che l’Enel staccasse l’energia elettrica. (Luciano Onnis): http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2017/02/11/news/gonnosfanadiga-pala-eolica-cade-sui-cavi-rete-elettrica-in-tilt-1.14861352?ref=hfnscaea-1

  1. No trackbacks yet.

Rispondi

Inserisci i tuoi dati qui sotto o clicca su un'icona per effettuare l'accesso:

Logo di WordPress.com

Stai commentando usando il tuo account WordPress.com. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto Twitter

Stai commentando usando il tuo account Twitter. Chiudi sessione /  Modifica )

Foto di Facebook

Stai commentando usando il tuo account Facebook. Chiudi sessione /  Modifica )

Connessione a %s...

Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.

%d blogger hanno fatto clic su Mi Piace per questo: