Cagliari non ha bisogno di altro cemento invenduto, ha bisogno di qualità ambientale, più alberi e case a buon prezzo.
Il Consiglio comunale di Cagliari, con deliberazione del 21 aprile 2015 (22 voti a favore, 6 contrari e 2 astenuti), su proposta dell’assessore comunale all’urbanistica Paolo Frau, ha approvato il “Parere preventivo, ex articolo 15 del Regolamento edilizio – ditte Tepor Spa e più – area in Cagliari sita tra la via Messina e la via Bolzano – Piano Attuativo sottozona BS3*”.
In buona sostanza, il Consiglio comunale si è espresso favorevolmente in via preventiva per l’ennesimo caso di speculazione immobiliare in città: 5 palazzi, 73 appartamenti, 3.600 metri quadrati di parcheggi interrati (a pagamento), 2.400 metri quadrati di verde pubblico e 3.593 metri quadri edificati su 6.000 metri quadrati di superficie complessiva.
Si tratta di una zona – nel quartiere di Bonaria – sotto un costone classificato a rischio, dove già nel marzo 2006 si era verificata una frana, nonostante le relazioni geotecniche (1995-1996) escludessero qualsiasi pericolo. Una zona già destinata a “verde pubblico” di quartiere (zona “S 3 – servizi” nel vecchio P.R.G.), dove per anni è stata ubicata la depositeria comunale delle auto rimosse, a sua volta rimossa a suon di esposti ecologisti a causa dei reiterati fatti di inquinamento ambientale.
Una zona dove, pezzo a pezzo, tutte le aree destinate a “servizi pubblici” (verde pubblico, ecc.) sono state consegnate alla speculazione immobiliare, fra una centrale ENEL s.p.a. di trasformazione dell’energia elettrica dall’alta tensione (150 kv) e palazzoni. Una zona già pesantemente congestionata dal traffico veicolare, davanti alla Fiera campionaria della Sardegna.
Il piano attuativo dovrà comunque esser assoggettato a preventiva procedura di verifica di assoggettabilità a valutazione ambientale strategica (V.A.S.).
Ha voglia l’assessore comunale all’urbanistica Frau di vantare il “proficuo dialogo tra Amministrazione comunale e i privati che lo hanno proposto, che ha portato ad alcuni importanti risultati tra cui una progettazione di qualità”: si tratta di ottusa speculazione edilizia.
Ottusa sotto il profilo ambientale, perché aumenta il carico edilizio ai danni di quel verde pubblico che doveva esser realizzato.
Ottusa sotto il profilo imprenditoriale, perché finirà per aumentare gli appartamenti invenduti a Cagliari.
Cagliari ha 154.522 residenti (al 30 novembre 2014, dati ISTAT) e ne ha perso 13.358 dal 2001, pur avendo la bellezza di 5.090 unità immobiliari residenziali non occupate (dati ISTAT, censimento 2011).
Si potrebbe fare un elenco chilometrico delle nuove iniziative edilizie rimaste invendute.
Oltre 5 mila case non occupate, fra cui un notevole patrimonio immobiliare bisognoso di ristrutturazioni e risanamento.
Non solo: si ritrova con un’eredità mattonara dell’amministrazione comunale Floris di ben 1.192.935 metri cubi di volumetrie residenziali approvate nella consiliatura 2006-2011, in gran parte nelle famigerate “zone BS3*”[1] del P.U.C. con un vero e proprio massacro di verde pubblico e servizi nell’area urbana, ben poco evidenziato da un piano del verde piuttosto carente.
E parecchi di questa miriade di interventi edilizi, spesso e volentieri di carattere speculativo, oggi sono invenduti e nemmeno affittati, con buona pace dell’aristocrazia mattonara della Città del sole.
Cagliari non ha bisogno di nuovo cemento, non ha bisogno di ulteriore “consumo del territorio”[2], ha bisogno di case ristrutturate e di case a prezzi (acquisto, locazione) accessibili.
Soprattutto ha bisogno di più alberi, più verde pubblico.
Per ogni albero che, purtroppo, dev’essere rimosso, per qualsiasi causa, ne devono essere piantati dieci, possibilmente in prossimità dell’albero perso.
Cagliari ha bisogno di un serio e realizzabile piano di housing sociale, di una politica di incentivi per la ristrutturazione degli immobili e la dotazione ove possibile di impianti di produzione di energia da fonti alternative (pannelli fotovoltaici in particolare), di una politica di miglioramento qualitativo e incremento del verde pubblico, di un efficace accesso ai fondi comunitari per la riqualificazione delle aree urbane.
Cagliari ha soprattutto bisogno, finalmente, della revisione del P.U.C. alla luce del piano paesaggistico regionale – P.P.R. (fondamentale passaggio anche per la soluzione virtuosa della vicenda del Colle di Tuvixeddu), come previsto dalla legge e imposto dal buon senso, e, conseguentemente, della rivisitazione e approvazione definitiva del piano attuativo del centro storico (“piano particolareggiato del centro storico – zona A del Comune di Cagliari e della Municipalità di Pirri”), che non può certo essere il buco della ciambella (il P.U.C. revisionato) inesistente.
E Cagliari, capitale della Sardegna e della sua area vasta, ha bisogno di concertare la sua pianificazione urbanistica con i Comuni contigui, perché si eviti quella squallida marèa di quartieri-dormitorio che sta sorgendo senza alcun criterio se non quello speculativo.
Se da un lato l’Amministrazione comunale cagliaritana – e il sindaco Massimo Zedda in prima persona – ha fatto bene a respingere la proposta di un vero e proprio nuovo quartiere a Su Stangioni[3], dall’altro – nonostante le più volte ribadite intenzioni da parte dell’assessore Frau – in quattro anni non ha fatto nulla di concreto per adeguare il piano urbanistico al piano paesaggistico regionale e affrancarsi dal pesante fardello mattonaro lasciato in eredità dalla precedente amministrazione Floris.
A questo punto che cosa voglion fare?
Riempire Cagliari di nuovo inutile e dannoso cemento, come sembrano presagire le stesse dichiarazioni dell’assessore Frau?
E dove sarebbe la differenza con il passato?
Una soluzione ci sarebbe: un provvedimento consiliare di sospensione temporanea di ogni procedimento di nuova trasformazione edificatoria per l’avvio della redazione dell’adeguamento del P.U.C. al piano paesaggistico regionale – P.P.R., come previsto dalla norma.
In fondo i diritti acquisiti sorgono con il rilascio del permesso di costruire e il settore edilizio ben potrebbe dedicarsi alle tante, necessarie, ristrutturazioni.
C’è un chiaro interesse pubblico a fermare l’ottuso consumo di territorio. Questa è una delle esigenze fondamentali di Cagliari.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra
qui la proposta di deliberazione approvata:
- ALLEGATO – INDAGINE GEOGNOSTICA – RELAZIONE GEOLOGICA – RELAZIONE GEOTECNICA.pdf
- ALLEGATO – RELAZIONE PARERE PREVENTIVO.pdf
- PROPOSTA DI DELIBERAZIONE PROT. N. 56 DEL 26.03.2015.pdf
- ALLEGATO – RELAZIONE PARERE PREVENTIVO – INTEGRAZIONE ALL’ANALISI SULLA SOSTENIBILITA’ DELLA REALIZZAZIONE DELL’AUTORIMESSA.pdf
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[1] Le zone “BS3*” sono mostri urbanistici prodotti dal connubio fra Amministrazione comunale Floris e la speculazione immobiliare kasteddaia. Si tratta di zone del piano urbanistico comunale – P.U.C. dove il proprietario può edificare sul 60% della superficie (con un indice volumetrico di 5 metri cubi per ogni metro quadro di superficie) in cambio della cessione gratuita del 40 % al Comune per la realizzazione di quei servizi pubblici (verde, parcheggi, ecc.) che, comunque, si ritengono necessari. Con, tanto per cambiare, la possibilità di deroga in favore dei costruttori: se si dimostra che l’intervento edilizio con le condizioni ordinarie non è redditizio, si può chiedere di monetizzare una parte della quota destinata ai servizi pubblici.
[2] E bene aveva fatto nell’autunno 2011 la Commissione consiliare “urbanistica” presieduta da Andrea Scano a dare parere negativo sulle nuove proposte edificatorie a Terramaini e al Fangario, dove in seguito (luglio 2012) ne era stata però approvata un’altra in area vicina.
[3] Si tratta di un piano di lottizzazione di iniziativa privata (qui una parte) di ingenti dimensioni: 807 nuove unità immobiliari (430 residenze private + 377 residenze economico-popolari), 97 esercizi commerciali (due torri alte 45 metri), 3.000 residenti previsti, criteri e materiali di bio-edilizia, nella località Su Stangioni – Is Trincas (19,2 ettari, cioè 192.000 metri quadri, di cui 116.000 metri quadri di edilizia residenziale pubblica, 32.000 metri quadri di servizi, 44.000 metri quadri di verde pubblico e privato), vie pedonali, metropolitana e strade sottoterra, presso l’ex inceneritore (e oggi stazione di stoccaggio dei rifiuti del Comune di Cagliari), la S.S. n. 131 e la S.S. n. 554, una serie di piccoli proprietari e cooperative sono i soggetti proponenti (complessivamente circa 150 proprietari). Attualmente sono terreni agricoli, ma qualificati nel vigente piano urbanistico comunale – P.U.C. edificabili in varia misura (sottozona urbanistica I.C., quadro normativo n. 2/1, unità cartografica 8). Non vi sono particolari vincoli ambientali o storico-culturali (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), ma un carico ambientale complessivo piuttosto pesante. L’operazione sarebbe tutt’altro che a costo zero per le casse pubbliche: basti pensare alla realizzazione della linea della metropolitana e alla viabilità principale, oggi completamente assenti. Inoltre, l’autorizzazione definitiva è in ogni caso vincolata agli esiti del procedimento di valutazione ambientale strategica – V.A.S. (determinazione Dirigente Settore ecologia Provincia di Cagliari n. 119 dell’1 settembre 2011 + relazione istruttoria) e del procedimento di valutazione di impatto ambientale – V.I.A. (direttiva n. 2011/92/UE, decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.).
(tavola e rendering progettuale da Sardegna Oggi e Casteddu online, foto S.D., archivio GrIG)
da Sardinia Post, 24 aprile 2015
Cagliari, Grig: “Basta speculazioni immobiliari, alla città non serve nuovo cemento”: http://www.sardiniapost.it/cronaca/cagliari-grig-basta-speculazioni-immobiliari-alla-citta-non-serve-nuovo-cemento/
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da Casteddu online, 24 aprile 2015
Nuovi palazzi in via Bolzano, gli ecologisti:”Stop cemento a Cagliari”.
Duro comunicato di Stefano Deliperi: “Il Comune ha detto sì all’ennesima speculazione immobiliare”. (Federica Lai): http://www.castedduonline.it/cagliari/centro-storico/22700/nuovi-palazzi-in-via-bolzano-gli-ecologisti-stop-cemento-a-cagliari.html
Cagliari, 25 aprile 2015
Palazzi in via Bolzano, protestano gli ecologisti: “Zone verdi di Bonaria consegnate ai costruttori”.
Il Gruppo di Intervento giuridico contro l’ok del Consiglio comunale alla costruzione dei nuovi edifici davanti alla Fiera: “Aumenta il carico edilizio ai danni di quel verde pubblico che doveva esser realizzato”: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=17597
La “politica del fare”, aprire strade, richiuderle, mettere transenne, toglierle, fare fuffa.
e intanto la città diventa sempre più fatiscente e vengono giù cornicioni e balconi….
qualcosina si muove.
da Sardinia Post, 7 maggio 2015
Cagliari, intesa Regione-Comune su adeguamento Piano urbanistico: http://www.sardiniapost.it/politica/enti-locali-intesa-regione-comune-cagliari-su-adeguamento-piano-urbanistico/
finalmente riapre l’Orto dei Cappuccini (http://www.cagliariturismo.it/it/luoghi/i-luoghi-della-storia-316/cavita-sotterranee-e-grotte-153/orto-dei-cappuccini-36) 😛
da Sardinia Post, 10 maggio 2016
Cagliari, dopo il lavoro di riqualificazione ha riaperto l’Orto dei Cappuccini: http://www.sardiniapost.it/cronaca/cagliari-riaperto-lorto-dei-cappuccini-sentieri-fragole-ulivi-rosmarino/
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da Sardegna Oggi, 10 maggio 2016
Cagliari, nuova vita per l’Orto dei Cappuccini: http://www.sardegnaoggi.it/Cronaca/2016-05-10/32378/Cagliari_nuova_vita_per_lOrto_dei_Cappuccini.html
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da CagliariPad, 10 maggio 2016
Prati per i bimbi, frutteto e erbe aromatiche: riapre l’Orto dei Cappuccini.
Riapre l’Orto dei Cappuccini: dopo gli interventi di riqualificazione un altro spazio verde dal grande valore simbolico e importante dal punto di vista archeologico e storico-culturale restituito ai cagliaritani e ai turisti: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=28849