Migliorare la “giustizia”? Ma quando mai?


Nei giorni scorsi, fra parecchie polemiche, è stata approvata in terza lettura dalla Camera dei Deputati la proposta di legge relativa alla separazione delle carriere nell’ambito della magistratura ordinaria.

Ora il disegno di legge ritorna al Senato della Repubblica per l’approvazione definitiva, ma, non essendosi raggiunta la maggioranza dei due terzi dei componenti, l’ultima parola sarà degli elettori attraverso il prescritto referendum confermativo.

Il disegno di legge vien presentato dalla maggioranza governativa e dai favorevoli come la fondamentale riforma della giustizia, ma è realmente così?

Roma, Palazzo Chigi, sede della Presidenza del Consiglio dei Ministri

Ma “davvero la separazione delle carriere sarà la soluzione a tutti i problemi della giustizia?” si chiede Andrea Valentinotti, avvocato del Foro di Ravenna, svolgendo una serie di interessanti considerazioni.

In realtà, ‘sta benedetta riforma non incide minimamente sui veri e concreti problemi reali della giustizia in Italia.

Non s’interessa della spaventosa carenza di personale e di mezzi, dei millemila cavilli procedurali che rendono un percorso di guerra raggiungere uno straccio di giustizia, soprattutto in materia ambientale.

Roma, Corte di cassazione

Sì, è proprio così.

A puro titolo di esempio, qualsiasi legislatore pontifichi di qualsiasi riforma della giustizia mai si è voluto occupare seriamente dell’abusivismo edilizio, delle infinite vicende processuali che portano i relativi procedimenti penali alla prescrizione, perchè si tratta di risultati che fan comodo a tanti interessi particolari di troppe persone.

Un dibattimento penale, come quello dei contestati abusi edilizi a Tavolara, può vedere ben diciotto udienze, dodici delle quali di rinvio (il 66,66%).   Due terzi del processo è stato un mero rinvio e va bene così.

Olbia, Tavolara, sequestro preventivo (sett. 2019)

Qualcuno ha visto proteste o iniziative di qualsiasi parlamentare di qualsiasi partito politico?  Almeno la proposta di raddoppiare i termini di prescrizione per i reati ambientali e urbanistici?

Qualsiasi organizzazione forense ha proclamato una qualsiasi forma di protesta?

Qualsiasi associazione o sindacato di operatori della giustizia ha avviato una qualsiasi vertenza?

Eppure si tratta di reati fra i più diffusi in Italia.

Eboli, pubblicità vendita appartamenti abusivi

Nel  rapporto ISTAT “I REATI CONTRO AMBIENTE E PAESAGGIO: I DATI DELLE PROCURE (2006-2016)” si legge il dato sui reati di lottizzazione abusiva e di violazione del vincolo paesaggistico: “i procedimenti penali per le lottizzazioni e le violazioni su beni con vincolo paesaggistico, che sono un tipo specifico di violazione edilizia grave, dopo un picco nel 2010, diminuiscono in valore assoluto negli anni. Tuttavia la loro proporzione sul totale delle violazioni edilizie aumenta (17% del totale dei procedimenti nel 2006, 32,2% nel 2016) … La regione con la maggior incidenza di casi sulla popolazione coinvolta dal fenomeno dell’abuso edilizio e violazione del vincolo ambientale è, nel 2015, la Sardegna, seguita a distanza da altre regioni del Centro e del Meridione come Campania, Molise e Lazio”.

Domus de Maria, Piscinnì, demolizione degli abusi edilizi (1999)

Secondo i dati ISTAT – BES (punto 9, Paesaggio e Patrimonio culturale, 2022), “nel 2021 la proporzione è di 15,1 abitazioni abusive ogni 100 autorizzate”, in leggera diminuzione rispetto agli anni precedenti, “quando le nuove abitazioni illegali si stima fossero pari a circa il 20% di quelle autorizzate”, mentre “il fenomeno dell’abusivismo, infatti, si concentra soprattutto nel Sud e nelle Isole (dove mantiene livelli allarmanti, con valori dell’indice compresi tra 35 e 40) ed è presente in misura non trascurabile nelle regioni del Centro (dove il valore dell’indice è prossimo alla media Italia), mentre può considerarsi marginale in quelle del Nord” e “resta viva, in ogni caso, la preoccupazione per la situazione nel Mezzogiorno, dove una quota rilevante dell’attività edificatoria continua a svolgersi nella parziale o completa illegalità, producendo degrado del paesaggio, rischio sismico e idrogeologico, lavoro irregolare”.

Resta viva la preoccupazione di chi vorrebbe legalità ambientale e decenza, non certo di chi – ai vari livelli – dovrebbe intervenire legislativamente e organizzativamente in ‘sta povera Italia.

Lo ha ricordato bene Gian Antonio Stella su Il Corriere della Sera, solo poche settimane fa.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

da Il Corriere della Sera, 22 luglio 2025

Quegli abusi edilizi e i silenzi di Nordio.

Il fenomeno dell’abusivismo edilizio è il reato più diffuso in Italia ma il ministro della Giustizia non ne parla mai. (Gian Antonio Stella)

In quarantaquattro anni da quando è finito la prima volta nel notiziario Ansa (per un’inchiesta sul terrorismo) Carlo Nordio ha collezionato fino a ieri 5.955 notizie in cui parla lui o di lui parlano altri. In 4.212 casi è associato a «giustizia», 1.195 a «carceri», 346 a «separazione delle carriere», 119 a «veloci*» in tutte le varianti sul tema della velocizzazione dei processi, 88 a «abuso» e «ufficio»… Di un solo reato in mezzo secolo pare non essersi mai occupato, l’abusivismo edilizio: zero. Meglio, una citazione c’è, ma perché l’ex presidente della Consob Guido Rossi citava 29 anni fa gli abusi edilizi («la gente continua a farli perché sa che prima o poi arriva il condono») dicendosi ostile «all’ipotesi avanzata dal pm Carlo Nordio per uscire da Tangentopoli che a suo giudizio potrebbe essere un “primo passo verso la depenalizzazione del falso in bilancio”». Fine. 

Possiamo perciò scommettere che il ministro della Giustizia indifferente alla piaga delle costruzioni abusive che infesta da sempre l’Italia e ha devastato il paesaggio soprattutto nel Sud, con danni al turismo e alla nostra reputazione, non è stato scosso dalla notizia che il processo per un cantiere abusivo di una villa sull’isola sarda di Tavolara teoricamente protetta da tutte le tutele paesaggistiche possibili sia finito in prescrizione dopo diciotto udienze (diciotto!) di cui dodici (dodici!) di rinvio: il 66,66%. In pratica, accusano Stefano Deliperi e il Gruppo di intervento giuridico che avevano denunciato l’edificio fuorilegge, «due terzi del processo è stato un mero rinvio». Per «legittimo impedimento del giudice titolare», «l’assenza dei testi della difesa», «mutata la persona del giudice», «sostituzione del magistrato titolare trasferito»… E via così, dal lontano 2019. 

Dicono i dati storici dell’Istat che mediamente gli edifici tirati su abusivamente rappresentano il 17% del totale. Vuol dire che un italiano su sei vive o fa le vacanze in case parzialmente o del tutto fuorilegge. Conferma uno studio Cresme di giugno che «il fenomeno dell’abusivismo edilizio, pur in leggera diminuzione, continua a rappresentare un problema significativo, soprattutto nelle regioni del Sud. Le percentuali riscontrate sono particolarmente elevate in Calabria e Basilicata, con un preoccupante 54,1%, seguite da Campania con il 50,4% e Sicilia con il 48,2%». In pratica è il reato più commesso dagli italiani. Eppure…

(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di Donatella Mercatelli
    Donatella Mercatelli
    settembre 21, 2025 alle 3:16 PM

    Delle cose serie e delle possibili serie soluzioni non se ne parla proprio…grazie GrIG!

  2. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    settembre 21, 2025 alle 10:08 PM

    Per le case fuorilegge, basterebbe che chi eroga servizi di E.E. o acqua siano autorizzati per legge , a non fornire questi servizi in mancanza di attestazione sulla concessione edilizia comunale.

    • Avatar di giulio
      giulio
      ottobre 3, 2025 alle 11:47 am

      che però vuol dire altra burocrazia … sappilo

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