Milano, mattoni e giramento di frittate.


Milano, Galleria del Corso

Filippo Facci è un giornalista che spesso genera disaccordi, ma senz’altro intelligente.

Il suo commento sul pesante recente scandalo urbanistico a Milano è pertanto ben poco consono.

Non ci si può limitare a girare e rigirare la frittata per indicare il presunto livore sociale fra gli elementi degni d’attenzione.

Tiziana Parenti, non certo una sovversiva pauperista, ha affermato che “non solo a Milano ma ovunque, non possiamo non riconoscere che ormai viviamo in un sistema che marcisce l’economia, marcisce la società e ammazza la politica“.

No, Filippo Facci, sei intelligente, non puoi offendere l’intelligenza altrui e pure la tua parlando di “evanescenti accuse della procura”.

Le accuse sono anche abbastanza semplici: in soldoni, non puoi fingere la semplice ristrutturazione di una baracca, facendo un grattacielo.

Così non solo fai una speculazione immobiliare dipingendola di verde e definendola “rigenerazione urbana, ma stai violando la legge e derubando la collettività, che dovrà pagare i tuoi standard urbanistici, i sottoservizi e amenità simili.

«schadenfreude» e Sturmtruppen lasciamoli ad altre occasioni.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

P.S. nella seduta del 21 luglio 2025 del Consiglio comunale di Milano il sindaco Sala ha proclamatole mie mani sono pulite” e, naturalmente, lo prendiamo in parola. Ma qualcuno avrebbe dovuto ricordargli l’analoga dichiarazione nel memorabile film di Francesco Rosi Le Mani sulla città.

da Il Giornale19 luglio 2025

La Milano che corre e l’invidia dei social. Quelli che godono per l’inchiesta.

Il risentimento di chi si sente escluso da una città che premia sempre il merito. (Filippo Facci)

Milano corre e solo chi corre può inciampare – magari nelle sue stesse stringhe.
Tutto il resto, gli elogi della lentezza e le consolazioni di chi guarda la pista da lontano, è un conforto da messicani dopo la siesta.

Fuor di filosofie d’accatto, Milano non è mai storicamente cambiata: è sempre stata poco inclusiva e molto premiante soltanto per chi si faceva e fa il mazzo, è meritocratica per definizione. Ovvio che, da sempre, generi invidia: anche se invidia (magari sociale) non è neanche il termine corretto, perché l’invidia è spronante, è un incentivo che pone delle ambizioni e degli obiettivi: sull’invidia (sana) hanno fondato il sogno americano. In psichiatria parlerebbero semmai di gelosia: non il desiderio di avere quello che hai tu, ma il desiderio che tu non ce l’abbia più.

L’espressione migliore è tedesca, ed è «schadenfreude»: significa provare piacere per la sventura altrui, che a ben vedere è il sottotesto di molti commenti letti sui giornali (tutti i giornali) e di molte reazioni che all’apparenza parlano d’altro, di «gentrificazione», di classe media schiacciata in periferia (come se esistesse ancora, la classe media, e non fossimo tutti neo-proletariato) col risultato che ogni crepa milenese viene raccontata come un crollo, ogni indagine si fa allegoria, ogni inciampo la fine di un mito.

Tutti sdottoreggiano ma non ce n’è uno che sappia anche spiegare decentemente in che cosa consistano le evanescenti accuse della procura: a meno di intendere che fare anche i propri interessi, contemporaneamente a quelli della città, sia diventato un reato, e che a prestazione elevate non debbano corrispondere anche parcelle elevate.

Non c’è solo un risentimento da social: c’è è la ferita di chi guarda o guardava la Milano che costruiva, attraeva e brillava ma giocoforza che escludeva: dal centro, dal discorso, dal giro, dalla famosa narrazione. Continuano a chiamarla classe media, e ormai è diventata una categoria sociologica e non una realtà urbana: qualcosa che è evaporato sotto il sole del cambiamento.

Perché nel centro di Milano si lavora, ma non si abita. Meglio: si abita se si eredita, se si investe, se si partecipa ad aperitivi e apericene di chi ne fa solo prosecuzione del circuito lavorativo. Ma gli stipendi normali, gli orari normali, le vite normali, sono state spinte prima oltre la circonvallazione e poi oltre la tangenziale, poi, ancora, oltre il senso di essere a Milano. Ma anche di essere a Parigi, a Londra, a Berlino: tuttavia solo da noi si legge di gente che fa il cameriere in centro e si lamenta perché non può anche viverci. È il destino delle metropoli globali: splendide, verticali, sempre più distanti da terra. Ecco la parola, ennesimo prestito straniero: gentrificazione.

Dice che le città diventano più belle ma sono meno accessibili, più ordinate ma meno giuste, più vivibili ma non da tutti. Chi resta fuori guarda tutto con sospetto o con rancore: e non sono solo rapper, e neppure solo pendolari della malavita. Il malcontento e il livore assumono maschere piccolissimo-borghesi attraverso la retorica della mancata sicurezza e a nostalgia per un centro che non esiste più perché non è mai esistito: escludeva sempre qualcuno, soprattutto chi non teneva il passo della Milano che corre. Ma che ti corri, Milano? – lamenta il Paese con le stampelle. E così ogni cattiva notizia diventa un risarcimento simbolico, una rivincita emotiva.

Ovviamente Milano resisterà coi suoi pregi e i suoi difetti, l’unica realtà italiana davvero agganciata al destino d’Europa.

Milano, Darsena dei Navigli, avifauna acquatica

(foto S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di adventurouspleasantlyf14163985c
    adventurouspleasantlyf14163985c
    luglio 23, 2025 alle 8:03 am

    Finalmente vedo citare la memorabile scena del film di Rosi. Se Sala l’avesse avuta presente avrebbe evitato con cura quella frase. Di certo ‘Le mani sulla città’ non è nel suo background…

  2. Avatar di capitonegatto
    capitonegatto
    luglio 23, 2025 alle 9:58 am

    ” L’ho fatto per i cittadini ” …. peccato che nessuno gli abbia chiesto QUALI !! Ma anche quale classe politica e imprenditoriale abbiamo !!

  3. luglio 23, 2025 alle 5:27 PM

    A.N.S.A., 23 luglio 2025

    Inchiesta urbanistica, Tancredi: ‘ho sempre agito nell’interesse del Comune’.

    L’ex assessore, ‘mai favorito Marinoni o altri’. E difende Sala. Memoria Marinoni: ‘Da pm giudizi morali e processo alla città’. Depositata dalla difesa al gip di Milano nella maxi inchiesta. Per lui i pm chiedono il carcere.

    “Ho sempre agito nell’interesse del Comune”: è questa la linea difensiva dell’ex assessore Giancarlo Tancredi, interrogato oggi dal Gip Mattia Fiorentini nell’ambito dell’indagine sulla gestione dell’urbanistica a Milano.

    Tancredi, da quanto si è appreso, ha affermato di non aver mai voluto favorire intenzionalmente il presidente della Commissione paesaggio, Giuseppe Marinoni, e di non avere inoltre mai lavorato “per i propri interessi”, di non aver mai preso “utilità”. Nel corso dell’interrogatorio, a quanto si è saputo, l’ex assessore non ha scaricato alcuna responsabilità sul sindaco Sala, di cui avrebbe invece difeso l’operato.

    Intanto, anche Federico Pella, ex manager di J+S per il quale i pm chiedono il carcere, ha risposto per oltre un’ora e mezza alle domande del gip Fiorentini. E poi Manfredi Catella, Ceo e fondatore di Coima, è entrato anche lui nella stanza al settimo piano del Tribunale per l’interrogatorio preventivo. Per lui la Procura chiede i domiciliari.

    La Procura ha riportato negli atti “giudizi morali” più che “elementi concreti” e la “sproporzionata ampiezza dell’indagine” è stata “impostata come un processo alla speculazione edilizia nei confronti dell’intera città di Milano”. Lo scrive il legale Eugenio Bono, difensore di Giuseppe Marinoni, ex presidente della Commissione paesaggio, in una memoria depositata stamani al gip di Milano Mattia Fiorentini nell’inchiesta sull’urbanistica. Il documento difensivo contesta, in particolare, le esigenze cautelari dei pericoli di inquinamento probatorio, fuga e reiterazione del reato per cui i pm hanno chiesto il carcere. 

    Ha scelto di avvalersi della facoltà di non rispondere nell’interrogatorio davanti al Gip, l’ex presidente della Commissione paesaggio del Comune di Milano, Giuseppe Marinoni. “Non c’è alcun episodio corruttivo, né nessun sistema per come è delineato dalla Procura”, ha spiegato l’avvocato Eugenio Bono, chiarendo che la difesa ha depositato al giudice una breve memoria difensiva solo sulle esigenze cautelari e che Marinoni si difenderà “nel dibattimento”.

    “Non c’è alcun episodio corruttivo e chiariremo tutto in dibattimento”, ha spiegato ai cronisti il difensore, dopo l’interrogatorio durato pochi minuti, il tempo per Marinoni di scegliere di non rispondere e di depositate una memoria difensiva, solo sulla “mancanza delle esigenze cautelari”.

    Ossia per spiegare al gip Mattia Fiorentini che non ci sono ragioni per applicare all’indagato una misura cautelare, men che meno il carcere. “Ci siamo limitati all’aspetto delle esigenze cautelari ed eserciteremo la nostra difesa nel dibattimento”, ha spiegato l’avvocato Bono, aggiungendo comunque che “non c’è alcun sistema corruttivo”. Hanno già preannunciato che risponderanno alle domande oggi per difendersi, invece, l’ormai ex assessore Giancarlo Tancredi (interrogatorio alle 11.45), e l’imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone (ore 15). Potrebbero difendersi con memorie Manfredi Catella, Alessandro Scandurra e Federico Pella.

    Per le 11.45 è fissato l’interrogatorio di Giancarlo Tancredi, ormai ex assessore alla Rigenerazione urbana, indagato anche lui per concorso in corruzione, falso e induzione indebita e per il quale i pm chiedono i domiciliari. Per le 12.45 quello di Federico Pella, ormai ex manager di J+S, accusato di corruzione (chiesto il carcere). Di corruzione e induzione indebita (richiesta di domiciliari) deve rispondere Manfredi Catella, Ceo di Coima, il cui interrogatorio è previsto alle 14. Mentre quello dell’altro imprenditore Andrea Bezziccheri di Bluestone (chiesto il carcere), anche lui indagato per corruzione, è in programma per le 15. E l’interrogatorio di Alessandro Scandurra – ex numero due della Commissione paesaggio accusato di corruzione e falso – sarà l’ultimo.

  4. luglio 23, 2025 alle 5:34 PM

    A.N.S.A., 23 luglio 2025

    Inchiesta Milano, in 6 a processo per il caso Park Towers.

    Decisione del gup di Milano in una delle tranche delle indagini.

    La gup di Milano Alessandra Di Fazio ha disposto il rinvio a giudizio per i sei imputati sul caso delle Park Towers, il progetto di tre torri per 113 appartamenti, in zona Crescenzago, finito al centro di uno dei filoni delle indagini sulla gestione urbanistica per accuse di abuso edilizio, lottizzazione abusiva e falso.

    Vanno a processo l’immobiliarista Andrea Bezziccheri di Bluestone, il progettista Sergio Francesco Maria Asti, tre ex dirigenti e funzionari dello Sportello Unico Edilizia del Comune, Carla Barone, Francesco Rosata e Maurizio De Luca, e Roberto Vederio, rappresentante legale della Devero Costruzioni. 

    Il processo, come fissato nel decreto di rinvio a giudizio, inizierà il 12 novembre davanti alla decima penale. E tra gli imputati figura anche Bezziccheri, l’immobiliarista per il quale nella maxi indagine con più filoni il pool dell’aggiunta Tiziana Siciliano ha chiesto il carcere e che si difenderà oggi pomeriggio davanti al gip Fiorentini.

    Per la Procura quella sulle Park Towers, zona parco Lambro, sarebbe stata, come in altri casi, una “operazione speculativa a favore dell’investitore privato”, realizzata attraverso un’autocertificazione veloce per una ristrutturazione e non nuova costruzione, ossia la Scia, e non con un piano attuativo, come sarebbe stato necessario, con annessi servizi per i cittadini della zona, come verde e parcheggi.

    Contestate anche violazioni di leggi urbanistiche e paesaggistiche e, come in altri filoni, oneri di urbanizzazione pagati dai costruttori ma al ribasso. La gup ha stabilito che è necessario un processo per i sei imputati. Nelle indagini anche il gip Daniela Cardamone, nel gennaio 2024, pur rigettando la richiesta di sequestro del complesso immobiliare, aveva ritenuto di condividere l’impianto accusatorio formulato dai pm Marina Petruzzella, Paolo Filippini e Mauro Clerici, con accertamenti del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf. In questo procedimento, dopo l’abrogazione del reato di abuso d’ufficio, i pm avevano deciso di modificare un’imputazione in falso.

    La Corte dei Conti della Lombardia contesta un presunto danno erariale da 300mila euro.

    Bezziccheri aveva parlato anche in udienza preliminare, difeso dall’avvocato Andrea Soliani, spiegando che lui ha sempre “agito rispettando le norme, in assoluta trasparenza e buona fede”. Questo è il quarto processo scaturito dalle indagini sull’urbanistica: sono già avviati quello sulla Torre Milano di via Stresa, dove è stato citato come testimone dalle difese anche il sindaco Sala, quelli del progetto immobiliare di via Fauchè e sul Bosconavigli, complesso residenziale che dovrebbe sorgere nello storico quartiere San Cristoforo e firmato da Stefano Boeri, tra gli imputati.

  5. luglio 27, 2025 alle 12:43 PM

    A.N.S.A., 26 luglio 2025

    Boeri: ‘Sono un architetto non un cementificatore’.

    L’archistar, coinvolto nell’inchiesta milanese sull’urbanistica, si sfoga sui social: ‘Io oggetto di una violenta campagna diffamatoria’.

  6. luglio 30, 2025 alle 2:14 PM

    A.N.S.A., 30 luglio 2025

    Nell’indagine sull’urbanistica piovono decine di denunce.

    Inchiesta milanese si allarga dallo stadio fino a ‘Fili Cadorna’.

    Ne erano arrivate già tante negli ultimi tre anni, dopo l’avvio delle prime indagini, di segnalazioni via mail, a volte non molto precise né formali.

    Nelle ultime settimane, però, e soprattutto negli ultimi giorni, dopo le sei richieste di arresti nella maxi indagine sull’urbanistica e con la notizia rimbalzata sui media, in Procura a Milano sono state presentate decine di denunce o esposti di cittadini, assistiti da avvocati, per chiedere agli inquirenti verifiche su cantieri e palazzi, in gran parte progetti non ancora finiti al vaglio.

    In pratica, da quanto si è saputo, dopo le perquisizioni di quasi due settimane fa a carico di più di una ventina di indagati, tra cui l’archistar Stefano Boeri, e dopo le richieste di misure per l’ormai ex assessore Giancarlo Tancredi, per lo sviluppatore immobiliare Manfredi Catella, per l’ex presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e per gli altri tre indagati, negli uffici al quarto piano del Palazzo di Giustizia si sono moltiplicati esposti e denunce, firmati da legali per conto di cittadini o condomìni, per lamentare situazioni simili a quelle già al centro di numerosi filoni di indagine.
    La tranche principale, quella sul “sistema deviato” con al centro la Commissione e le “tangenti-parcelle”, conta oltre 70 indagati, tra cui pure il sindaco Giuseppe Sala, e riunisce, tra gli altri, il filone su Tancredi, Catella, Marinoni e gli altri e quello sull’ex dirigente comunale Giovanni Oggioni, ex numero due della Commissione che era stato arrestato a marzo. Nel frattempo, il Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, nelle indagini dei pm Petruzzella, Filippini e Clerici e dell’aggiunta Tiziana Siciliano, sta continuando, sulla base di un ordine di esibizione dopo l’attività iniziata il 16 luglio, ad acquisire documentazione su almeno un’altra trentina di progetti immobiliari. Oltre a quelli già individuati che sono decine, alcuni citati nelle nuove carte depositate nei giorni scorsi.
    L’attività di raccolta e studio degli atti si starebbe focalizzando su alcune pratiche che riguardano imprese già coinvolte nelle indagini, sul capitolo degli studentati, come quello del progetto Scalo House, ma anche su figure di architetti-progettisti collegati alle società e agli ex componenti della Commissione. Tra questi i già indagati Paolo Mazzoleni, tra l’altro attuale assessore all’Urbanistica a Torino, e Sergio Asti, progettista anche rinviato a giudizio per il caso Park Towers.
    Un nuovo focus degli inquirenti, inoltre, riguarderebbe – come risulta pure da domande poste dai pm in recenti testimonianze di dirigenti comunali – l’operazione ‘Fili Cadorna’, grande progetto di rigenerazione urbana basato su un “accordo di programma” (strumento, per i pm, spesso usato per giustificare sulla carta l’interesse pubblico) per la riqualificazione della stazione Cadorna e anche di una zona del parco Sempione.
    L’attenzione del pool investigativo, tra l’altro, nelle ultime settimane si è concentrata pure sul tema San Siro, ossia sulla possibile vendita ai club dello stadio Meazza e delle aree limitrofe, ma anche su tutte le fasi precedenti. In più, come già venuto a galla, la Procura diretta da Marcello Viola lavora per approfondire altri aspetti: i fondi arrivati dall’estero nelle casse di imprese e sviluppatori immobiliari – all’attenzione ci sono già, in un caso, bonifici per 6,5 milioni di euro da Jersey – e quello di eventuali conti all’estero rintracciati con le perquisizioni.
    In più, saranno analizzati telefoni e dispositivi sequestrati agli indagati, tra cui quelli di Tancredi e Boeri. E tutto ciò mentre si attende, entro la fine della settimana, la decisione del gip Mattia Fiorentini sulle richieste di misure cautelari. 

  7. luglio 31, 2025 alle 4:24 PM

    decisione del G.I.P. presso il Tribunale di Milano.

    A.N.S.A., 31 luglio 2025

    Domiciliari per l’ex assessore di Milano Tancredi e ceo di Coima.

    Urbanistica, carcere per Bezziccheri. Altri tre ai domiciliari.

    Il gip di Milano Mattia Fiorentini ha disposto, accogliendo la richiesta dei pm, gli arresti domiciliari per l’ex assessore alla Rigenerazione urbana del Comune, Giancarlo Tancredi, e per il Ceo di Coima, Manfredi Catella, indagati nella maxi indagine sulla gestione dell’urbanistica.

    I provvedimenti sono stati eseguiti dal Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf.

    Da quanto si è appreso, il giudice ha riconosciuto in gran parte l’impianto accusatorio ipotizzato dalla Procura.
        Il gip Fiorentini ha disposto altri quattro arresti. In carcere è finito Andrea Bezziccheri, il patron di Bluestone.
        Sono invece stati posti ai domiciliari, oltre a Tancredi e Catella, Giuseppe Marinoni, presidente della Commissione per il Paesaggio del Comune sciolta lo scorso aprile, Alessandro Scandurra, architetto e componente della stessa Commissione, e Federico Pella, ex manager della società di ingegneria J+S. Le ordinanze sono state eseguite dal Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf.

    ——————-

    Gip non riconosce l’induzione indebita contestata a Sala.

    Cade l’accusa mossa dai pm anche a Stefano Boeri. L’ex assessore di Milano e il ceo di Coima ai domiciliari.

  8. agosto 14, 2025 alle 7:03 PM

    A.N.S.A., 14 agosto 2025

    Revocato l’arresto per l’ex assessore Tancredi e altri due.

    Riesame dispone interdittive per lui, Marinoni e Pella.

    Il Tribunale del Riesame di Milano ha revocato gli arresti domiciliari e disposto un’interdittiva di un anno per l’ex assessore comunale Giancarlo Tancredi, l’ex componente della commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella.

    Tutti e tre, arrestati lo scorso 31 luglio nell’inchiesta sull’urbanistica, sono stati liberati.

  9. agosto 22, 2025 alle 2:54 PM

    A.N.S.A., 22 agosto 2025

    Inchiesta sull’urbanistica, revocato l’arresto di Manfredi Catella.

    Il ceo di Coima torna libero per decisione del tribunale del Riesame.

    Il Tribunale del Riesame di Milano ha revocato gli arresti domiciliari per il fondatore e ceo di Coima Manfredi Catella.

    Il manager era l’ultimo tra gli arrestati su cui il Riesame doveva esprimersi.

    La scorsa settimana erano stati liberati l’ex assessore comunale all’urbanistica Giancarlo Tancredi, l’ex componente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella: per tutti e tre i giudici hanno disposto una misura interdittiva di un anno.

  10. settembre 15, 2025 alle 10:22 PM

    da Il Fatto Quotidiano, 15 settembre 2025

    Urbanistica Milano, quattro indagini verso la chiusura e due nuovi progetti sotto inchiesta. Il pool si allarga.

    La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha assegnato nelle scorse settimane fascicoli ad almeno tre nuovi sostituti del secondo dipartimento competente per gli illeciti edilizi e contro la pubblica amministrazione.

    Sono quattro le indagini sulla gestione dell’urbanistica a Milano che la Procura si appresta a chiudere per la parte che riguarda le ipotesi, contestate a vario titolo, di abuso ediliziolottizzazione abusiva e falso e nelle quali gli indagati sono progettisti, architetti, società con i loro responsabili e altri professionisti. In dirittura d’arrivo ci sono le inchieste che riguardano i progetti Scalo House, residenza universitaria in via Lepontina all’angolo con via Valtellina sequestrata a novembre dell’anno scorso, le Residenze Lac di via Cancano nell’area del Parco delle Cave (il cui sequestro è stato confermato dalla Cassazione, ndr) e Il Giardino Segreto un edificio residenziale chiamato di 61 appartamenti in via Lepontina.

    Anche il fascicolo che riguarda The Nest, ovvero Il Nido sette piani sorti al posto di una garage, in via Fontana, vicino al Palazzo di Giustizia, si sta avviando verso la definizione: per i pm, le due palazzine con una quarantina di appartamenti, per altro già venduti, sarebbero stati realizzati in un cortile non in modo conforme alle norme. La chiusura delle quattro inchieste, attesa per le prossima settimana, riguarda il capitolo edilizia. I pubblici ministeri andranno avanti, invece, con gli accertamenti su eventuali profili di corruzione e turbativa d’asta.

    Si va avanti anche ad indagare su altri progetti tra cui quello che porta il nome New Living composto da una torre di 22 piani e un edificio di 8 piani in via dei Rospigliosi, a San Siro, non molto lontano dallo Stadio Meazza, uno di quelli finiti nella maxi indagine che alla fine di luglio aveva portato a una serie di arresti domiciliari, tra cui quelli dell’ex assessore Giancarlo Tancredi e del ceo di Coima, Manfredi Catella, poi revocati dal Tribunale del Riesame. Provvedimenti che verranno impugnati dopo il deposito delle motivazioni.

    Il cantiere New Living era stato portato all’attenzione della Procura nel dicembre 2024 quando tre rappresentanti della Rete dei comitati della Città metropolitana di Milano, Valeria Bacchelli, Claudia Corbi e Irene Pizzocchero, avevano consegnato ai pm un esposto contenente documentazione e pratiche edilizie relative a 4 progetti immobiliari e cantieri, dopo averne consegnati una quindicina a luglio dello stesso anno.

    Intanto è stato deciso di allargare il pool di magistrati impegnato nel dossier sull’urbanistica. La procuratrice aggiunta Tiziana Siciliano ha assegnato nelle scorse settimane fascicoli ad almeno tre nuovi sostituti del secondo dipartimento competente per gli illeciti edilizi e contro la pubblica amministrazione: oltre a Giancarla Serafini anche alla pm Francesca Celle, co-assegnataria dell’inchiesta sul crollo dell’insegna Generali alla torre Hadid di City Life, e Giovanna Cavalleri, magistrata specializzata anche in reati economico-finanziari. La decisione di rafforzare il gruppo di lavoro sarebbe dettata dall’enorme mole di esposti presentati da cittadini, avvocati e comitati ambientalisti che denunciano la violazione di norme nazionali su altezze, distanze, densità edilizie, titoli abilitativi, l’assenza di piani attuativi e le edificazioni all’interno di corti e cortili. Inoltre, la scelta risponderebbe ai nuovi criteri organizzativi impostati dal Procuratore della Repubblica, Marcello Viola, che nel 2024 ha nuovamente attribuito “come già avvenuto in passato” la “competenza in ordine agli illeciti urbanistici e ambientali” al secondo dipartimento della Procura che si occupa di “delitti contro la pubblica amministrazione”, come la corruzione e la turbativa d’asta.

  11. settembre 16, 2025 alle 9:41 PM

    da Milano Today, 16 settembre 2025

    Non è stata dimostrata la corruzione: ecco perché il Riesame ha liberato l’architetto Scandurra.

    L’architetto, ex membro della Commissione paesaggio, era accusato di avere ricevuto incarichi da sviluppatori immobiliari in cambio della sua “opera” in commissione. Ma per il Riesame si tratta di “argomentazioni svilenti” e di un quadro che alla fine risulta confuso.

    L’arresto di Alessandro Scandurra (architetto ed ex membro della Commissione paesaggio, che era finito ai domiciliari nell’ambito della maxi inchiesta sull’urbanistica milanese) è stato annullato, il 12 agosto, dal Tribunale del Riesame perché, tra l’altro, non è stata dimostrata la corruzione con l’imprenditore Manfredi Catella, di cui era accusato.

    Lo si evince dalle motivazioni, appena depositate, della decisione del Riesame. I giudici hanno quindi ritenuto che non sussistessero i gravi indizi di colpevolezza necessari per applicare una misura cautelare, insieme ad altre condizioni.L’ipotesi di corruzione

    Secondo la procura, Scandurra avrebbe ottenuto incarichi prestigiosi, e ben remunerati, da parte di alcuni sviluppatori immobiliari grazie al fatto di essere all’epoca membro della Commissione paesaggio, teoricamente quindi in grado di orientarne le scelte. E, sempre secondo la procura, si sarebbe astenuto soltanto in occasione di voti su progetti da lui firmati, ma non su progetti altrui, presentati però da sviluppatori con cui aveva rapporti professionali.

    Il Riesame, nelle motivazioni dell’annullamento dei domiciliari, ha usato parole piuttosto dure. Poiché per il Riesame non è dimostrato il patto corruttivo, “non si comprende – si legge in un passaggio – sulla scorta di quali evidenze il gip abbia ritenuto che gli incarichi di progettazione siano stati affidati a Scandurra in ragione della sua funzione pubblica e non dell’attività di libero professionista”. 

    “Semplificazione svilente”

    Sempre per i giudici del Riesame, “è svilente la semplificazione argomentativa” con cui prima la procura e poi il gip hanno rispettivamente chiesto e disposto gli arresti domiciliari per Scandurra. Una semplificazione che porterebbe a “un quadro fattuale confuso” che “non permette di apprezzare” se l’architetto avesse, concretamente, “polarizzato intorno a sé una cerchia di imprenditori” disposti a “pagarlo” per puntare a pareri favorevoli della Commissione paesaggio.

    Abuso d’ufficio (ma non è più reato)

    Più nel dettaglio, secondo il Riesame la “retribuzione del pubblico ufficiale” (cioè la parcella professionale a un membro della Commissione) non è sufficiente a trarne una “violazione del dovere di imparzialità”, cioè la corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio. Semmai, per il Riesame, nel caso di mancata astensione durante il voto su progetti presentati da imprenditori con cui i singoli membri avevano rapporti di lavoro, la fattispecie più idonea sarebbe stata quella dell’abuso d’ufficio, tuttavia questo reato è stato abrogato ad agosto 2024.La fattura per il Pirellino

    Per quanto riguarda il caso specifico del Pirellino di via Melchiorre Gioia, l’edificio acquistato da Coima di Manfredi Catella dal Comune di Milano e su cui era stato elaborato un progetto che coinvolgeva Stefano Boeri, il Riesame ha sottolineato l’amicizia tra Scandurra e Boeri e ha contestato la ricostruzione del gip su una fattura da 28mila euro emessa da Scandurra a favore di Coima a luglio 2023.

    Per il gip, che aveva accolto la tesi della procura, quella fattura era “da reputarsi falsa” perché temporalmente distante rispetto al settembre del 2022, data a cui faceva riferimento il contratto, e differente nell’importo rispetto a quella che originariamente sarebbe stata prevista.

    Per il Riesame, invece, la fattura è riferita all’attività svolta da Scandurra per Coima e ammonta all’importo concordato tra le due parti, ed emessa a conclusione dell’iter di aggiudicazione definitiva del lotto.

  12. settembre 22, 2025 alle 10:05 PM

    A,N.S.A., 22 settembre 2025

    Riesame su urbanistica, corruzione con il contributo di Tancredi.

    ‘Mercimonio Marinoni-Pella, attitudine criminale ex assessore’.

    C’è stato un “mercimonio della funzione pubblica” tra l’allora presidente della Commissione paesaggio Giuseppe Marinoni e il manager Federico Pella, con il “contributo” dell’allora assessore del Comune di Milano Giancarlo Tancredi, e che configura il reato di “corruzione impropria” con la “vendita della funzione” pubblica, “messa a libro paga”.

    Lo scrive il Tribunale del Riesame nelle motivazioni depositate per i tre indagati nell’inchiesta sull’urbanistica, ai quali ha applicato misure interdittive, al posto dei domiciliari.

    Nel provvedimento a carico dell’ex assessore i giudici parlano della sua “elevata attitudine criminale”.    I giudici Pendino-Ghezzi-Tenchio con le motivazioni dei provvedimenti depositate oggi hanno riconosciuto i gravi indizi di colpevolezza nella corruzione contestata a Marinoni, Pella e Tancredi, riqualificandola da “corruzione per atti contrari ai doveri d’ufficio” a “corruzione per l’esercizio della funzione”.    Marinoni, secondo la ricostruzione del Riesame, sarebbe stato a “libro paga” di Pella e l’allora assessore Tancredi ha “consapevolmente concorso al perfezionamento del patto corruttivo” tra i due, “favorendo il conferimento del patrocinio comunale all’iniziativa sui ‘Nodi e porte metropolitane'”. E si sarebbe messo “a disposizione per agevolare le attività poste in essere dal tandem studio Marinoni srl e J+S spa”, di cui Pella era manager. Questa “piena consapevolezza” di Tancredi, per i giudici, emerge in modo inequivocabile dalle chat acquisite nell’inchiesta del Nucleo di polizia economico finanziaria della Gdf, coordinata dall’aggiunta Tiziana Siciliano e dai pm Petruzzella, Filippini e Clerici della Procura diretta da Marcello Viola. Sempre l’assessore, scrive il Riesame, invece di mettere fine alla situazione di “conflitto di interessi” di Marinoni, si “adoperava per la positiva riuscita della collaborazione” tra i due, consolidando “l’accordo illecito”. E attraverso Marinoni, in uno schema di presunto scambio di favori, l’allora assessore avrebbe potuto favorire imprenditori privati nell’edilizia e urbanistica, mentre Pella aveva il vantaggio anche del “canale privilegiato con la politica cittadina”. E con Tancredi, in particolare, “in grado di assicurare il buon esito dei progetti presentati” alla Commissione paesaggio. Per i tre indagati le esigenze cautelari, secondo il Riesame, possono essere contenute con le misure interdittive e non servono gli arresti domiciliari, come da dispositivi già depositati a metà agosto, dopo gli arresti di fine luglio.

  13. novembre 13, 2025 alle 2:03 PM

    A.N.S.A., 13 novembre 2025

    Cassazione sul caso urbanistica, ‘Catella non va arrestato’.

    ‘Nemmeno Scandurra e Bezziccheri’. Respinto il ricorso del pm di Milano.

    La Cassazione, respingendo il ricorso della Procura di Milano, ha confermato i provvedimenti del Riesame con cui sono stati revocati, lo scorso agosto, per assenza di gravi indizi sulla presunta corruzione, gli arresti domiciliari per il Ceo di Coima, Manfredi Catella, e per uno dei componenti della Commissione paesaggio del Comune, Alessandro Scandurra, e la misura cautelare per il patron di Bluestone, Andrea Bezziccheri, l’unico che era finito in carcere, a fine luglio, nella maxi inchiesta sulla gestione dell’urbanistica.

    La sesta sezione penale della Suprema Corte, dopo l’udienza di ieri, ha depositato il dispositivo della sentenza con cui ha dichiarato “inammissibile” il ricorso della Procura milanese (motivazioni nelle prossime settimane), confermando di fatto la revoca delle ordinanze d’arresto, decisa dal Riesame, per Catella, difeso dagli avvocati Francesco Mucciarelli e Adriano Raffaelli, per Scandurra, difeso dal legale Giacomo Lunghini, e per Bezziccheri, assistito dal difensore Andrea Soliani.

    Il sostituto pg di Cassazione Cristina Marzagalli ieri aveva chiesto di dichiarare infondati i ricorsi presentati dalla Procura contro i provvedimenti del Riesame per Scandurra e Bezziccheri e già nei giorni scorsi la stessa pg aveva proposto, con un intervento scritto, il rigetto dell’atto di impugnazione dei pm milanesi su Catella.

    Nell’atto del pg veniva riportato “che le risultanze in atti non dimostrano la formazione, né l’operatività di un accordo corruttivo tra Scandurra e Catella”, non potendosi sostenere che “i pagamenti delle fatture da parte” di Coima “siano riconducibili ad un accordo corruttivo anziché correlate ad attività professionale effettivamente prestata da Scandurra e regolarmente contabilizzata”.

  14. dicembre 11, 2025 alle 2:06 PM

    A.N.S.A., 11 dicembre 2025

    Inchieste sull’urbanistica, la Gdf sequestra un palazzo in zona Brera a Milano.

    Al suo posto c’era un edificio del ‘700. I pm, ‘abuso edilizio’. Gli indagati sono 27.

    Nuovo sequestro nella maxi indagine sulla gestione dell’urbanistica a Milano.

    Questa volta il Nucleo di Polizia Economico Finanziaria della Gdf, in esecuzione di un provvedimento del gip, ha messo i sigilli a un palazzo in zona Brera, in pieno centro storico.

    Si tratta di un complesso residenziale di lusso – due edifici di 4 e 11 piani – in via Anfiteatro, su un’area rimasta vuota dal 2006 in seguito alla demolizione di un palazzo settecentesco composto da due corpi di 5 e 3 piani. In questo capitolo di inchiesta, che riguarda abusi edilizi e ipotizza anche il falso, ci sono 27 indagati. Il caso era già spuntato negli atti dei pm.

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    da Milano Today, 11 dicembre 2025

    Urbanistica, sequestrata torre ‘Unico-Brera’ a Milano: monolocali a 700mila euro, 27 indagati.

    Si tratta di un progetto immobiliare dei costruttori Carlo e Stefano Rusconi con la RS srl punta a trasformare due ruderi settecenteschi di 5 e 3 piani, demoliti nel 2006, in una torre di 11 piani.

    Non c’è “pace” per l’edilizia di Milano: giovedì mattina i militari del Nucleo di polizia economico finanziaria della guardia di finanza stanno hanno dato esecuzione a un decreto di sequestro preventivo disposto dal gip di Milano, Mattia Fiorentini, del cantiere ‘Unico-Brera‘ nella centrale via Anfiteatro 7.

    Si tratta di un progetto immobiliare dei costruttori Carlo e Stefano Rusconi con la RS srl punta a trasformare due ruderi settecenteschi di 5 e 3 piani, demoliti nel 2006, in una torre di 11 piani per oltre 34 metri, 27 appartamenti e 45 abitanti potenziali. 

    I lavori avrebbero dovuto completarsi nel 2025 e sono stati autorizzati, come in altre decine di casi finiti sotto la lente della magistratura, con una Scia (Segnalazione certificata di inizio attività) come “ristrutturazione edilizia” nel 2019 e, successivamente, con un’altra Scia in variante nel 2023.Ci sono 27 persone indagate

    Sono 27 le persone indagate per abusi edilizi, lottizzazione abusiva e falso fra imprenditori, architetti, ex componenti della commissione per il paesaggio e funzionari comunali. Per la Procura, anticipa LaPresse, non ci può essere ristrutturazione su “un’area libera”, perché demolita oltre 10 anni prima dell’avvio dei lavori, argomento su cui nelle scorse settimane i pm hanno incassato il via libera del Consiglio di Stato che ha stabilito fra i limiti della ristrutturazione la “contestualità” fra abbattimento e ricostruzione scrivendo come non si possa “ritenere” che da una “demolizione” esista una “sorta di ‘credito volumetrico’ che il proprietario può spendere in ogni epoca. Monolocali a partire dal 660mila euro

    Il “prezzo di partenza” degli appartamenti sequestrati nel cantiere ‘Unico-Brera’ di via Anfiteatro 7 a Milano è “fissato da 660.000 euro” con “incrementi in base alla dimensione, all’affaccio e al piano, servizi e amenities inclusi”, si legge sul sito dell’iniziativa immobiliare che la guardia di finanza sta sigillando in queste ore.

    Dell’esecuzione del provvedimento di sequestro è stato informato l’avvocato Federico Papa, uno dei legali dei costruttori Rusconi. L’edificio, quasi completato, prevede la realizzazione e vendita di un bilocale, 2 trilocali, un appartamento su più livelli e 23 monolocali definiti modello “Unico”, come il nome dell’iniziativa. 

    Le contestazioni della Procura

    Tra le contestazioni della Procura di Milano ci sarebbe anche la destinazione dell’area: il piccolo lotto su cui insistevano ruderi di edifici settecenteschi demoliti nel 2006 era stato acquisito dal Comune a prezzo di esproprio nel 1980 nell’ambito degli allora Piani di zona. Nel 2005 l’amministrazione lo avrebbe destinato a un progetto di “risanamento conservativo” per 9 case popolari all’interno di una disciplina che avrebbe vietato interventi senza piano attuativo o permesso convenzionato e messo dei limiti inderogabili di altezze, densità e standard minimi per la popolazione. 

    Per i pm Petruzzella-Clerici-Filippini-Siciliano quelle regole sono ancora oggi in vigore perché sarebbero state mantenute nei successivi Pgt 2012 e 2020. Nel 2006-2007 gli edifici storici sono stati demoliti e poi il 31 dicembre 2010 l’area venduta a BNP Paribas per circa 20,9 milioni di euro. La banca francese l’ha rivenduta ai costruttori Rusconi nel 2018 che hanno avviato il progetto ora finito sotto accusa nonostante una sentenza del Consiglio di Stato nel 2021 a loro favorevole.Il progettista è un ex componente della commissione per il paesaggio

    Il progettista di ‘Unico-Brera’, Marco Emilio Cerri, è un ex componente della commissione per il paesaggio fra 2021 e 2024 e nel corso dell’indagine è stato destinatario di un’interdittiva per falso a marzo nell’inchiesta che ha portato all’arresto per corruzione e depistaggio dell’ex direttore dello Sportello unico edilizia, Giovanni Oggioni.

    La torre, che visivamente si ‘appoggia’ a un condominio di corso Garibaldi, in passato ha sollevato le ire dei residenti con ricorsi a Tar Lombardia e Consiglio di Stato che avevano visto uscire vittoriosi il Comune di Milano e i costruttori Rusconi, gli stessi attualmente a processo per la ‘Torre Milano’ di via Stresa. 

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