Un putrido disegno di legge per la caccia selvaggia.


Fringuello (Fringilla coelebs) e cartuccia

E’ stato depositato al Senato della Repubblica il disegno di legge “Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio” a iniziativa dei senatori Malan, Romeo, Gasparri, Salviti.

Si tratta – con qualche depurazione minima – dell’ignobile testo predisposto dal Ministro dell’Agricoltura, della Sovranità Alimentare e delle Foreste Francesco Lollobrigida, ma ritenuto indigeribile dal Governo Meloni.

Ben 44 Associazioni ambientaliste, animaliste, ecologiste avevano preso posizione nettamente contraria a tale disegno di legge distruttivo della fauna selvatica e della stessa sicurezza pubblica.

Ora siamo 46 e la battaglia continua, senza tregua, in Parlamento e in tutta Italia.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

DDL SULLA CACCIA presentato AL SENATO

IL DDL SULLA CACCIA È UN GRAVISSIMO ATTACCO ALLA NATURA, ALLA SICUREZZA DELLE PERSONE E ALLA VOLONTÀ DELLA MAGGIORANZA DEGLI ITALIANI MA ANCHE IL SEGNO DELL’IMBARAZZO DI GOVERNO DINANZI AL TESTO IMPROPONIBILE DI LOLLOBRIGIDA.

 CHIEDIAMO UN INCONTRO ALLE FORZE POLITICHE DI TUTTI GLI SCHIERAMENTI.

46 sigle ambientaliste, animaliste, scientifiche e del comparto economico sostenibile commentano il DDL Caccia presentato ieri.

Allungamento della stagione venatoria anche in piena migrazione, rilancio della cattura degli uccelli per richiamo vivo, caccia nelle aree demaniali, svilimento della scienza e dei pareri di Ispra, aumento del rischio per le persone e molto altro: il disegno di legge sulla caccia presentato ieri al Senato dai partiti di maggioranza è, al tempo stesso, una chiara sconfitta politica del Ministro Francesco Lollobrigida, che nei mesi scorsi aveva pubblicamente rivendicato la titolarità di queste misure, ma anche un brutale attacco alla natura, in violazione della direttiva Uccelli e della Costituzione italiana.

Pettirosso (Erithacus rubecula)

Questa retromarcia è la conferma di una strategia politica che cerca di nascondere la natura profondamente impopolare del provvedimento: si tratta infatti di un’azione grave nei contenuti, espressione di una visione superata, regressiva e minoritaria della natura e degli animali, concepita a uso e consumo esclusivo del mondo venatorio.

bossoli abbandonati in campagna da cacciatori

Le 46 sigle firmatarie di questo comunicato – rappresentative del mondo ambientalista, animalista, scientifico del comparto economico sostenibile – avevano formalmente chiesto al Ministro un incontro per confrontarsi su queste tematiche ma non hanno mai ricevuto risposta. Di fronte alla critica fondata e documentata, il Ministro ha scelto di rifugiarsi in accuse infondate, rivelando una preoccupante mancanza di rispetto istituzionale e di volontà di confronto.

Il testo del DDL presentato in parlamento ricalca quasi integralmente la bozza ministeriale già resa pubblica dalle associazioni. Le modifiche apportate sono minime e del tutto insufficienti a mitigare la gravità del provvedimento. Un esempio emblematico è il caso della caccia in spiaggia: viene mantenuta la possibilità di cacciare nelle aree demaniali, escludendo esplicitamente solo il demanio marittimo. Questo significa che, senza la mobilitazione delle associazioni, si sarebbe arrivati persino a permettere i fucili in riva al mare.

Una prova evidente di cosa sia capace il mondo venatorio e della disponibilità della politica ad assecondare anche le richieste più estreme.

Cardellini (Carduelis carduelis)

Il disegno di legge presentato ieri rappresenta un arretramento per tutti, perché:

  • impone una visione distorta della caccia, indicandola come strumento di tutela della biodiversità;
  • introduce una sanatoria per i trafficanti di uccelli usati come richiami vivi;
  • ribalta il principio di prevalenza della protezione della natura, come stabilito dalla Costituzione, dalla normativa europea e dalla giurisprudenza italiana;
  • trasforma le aree protette da valore da difendere a “problema” da contenere.

Questa impostazione tradisce anche i principi cardine della retorica politica della maggioranza: gli italiani non sono padroni a casa loroperché non potranno più godere della natura in libertà e sicurezza. La loro campagna, le aree protette, i boschi e le colline rischiano di diventare terreni di caccia per chiunque, anche per gli stranieri, attratti da un’Italia trasformata in un luna park venatorio dove poter massacrare la fauna selvatica senza rischiare conseguenze.

Le 46 sigle chiedono formalmente di essere ascoltate da tutti i Gruppi parlamentari, e confidano nella sensibilità e nel senso di responsabilità anche delle forze politiche di maggioranza.

Questo disegno di legge non è solo grave ed inaccettabile nei contenuti, ma è anche incompatibile con la volontà della maggioranza degli italiani, che vogliono più tutela per l’ambiente, più sicurezza, a partire da chi può accedere alle loro proprietà, più benessere animale, più rispetto per i beni comuni.

AFNI – ASSOCIAZIONE FOTOGRAFI NATURALISTI ITALIANI, ALI – Animal Law Italia ETS, Alleanza AntiSpecista Odv, Altura odv, Amici della Terra, Animal Aid Italia Odv, Animal Equality Italia, Animalisti Italiani, ASOIM – Associazione Studi Ornitologici Italia Meridionale OdV, Associazione ETICOSCIENZA APS, Attivisti Gruppo Randagio Odv, CIRF – Centro Italiano per la Riqualificazione Fluviale ETS, CISO – Centro Italiano Studi Ornitologici EARTH ODV, EBN, ENPA, Essere Animali ETS, Federazione Nazionale Pro Natura, FONDAZIONE AMBIENTALISTA MAREVIVO ETS, Fondazione Capellino, Fondazione Cave Canem, Gaia Animali & Ambiente OdV, Green Impact, Greenpeace, Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG), Gruppo Insubrico di Ornitologia ODV, Humane World for Animals Europe, ISDE Associazione Medici per l’Ambiente, LAC, LAV, LEAL Lega Antivivisezionista, Legambiente, LEIDAA, LIMAV Italia OdV, Lipu, LNDC ANIMAL PROTECTION, MAN, OIPA ITALIA ODV, Rete dei Santuari di Animali Liberi, Rewilding Appennines, SALVIAMO L’ORSO OdV – Associazione per la Conservazione dell’Orso Bruno Marsicano, Società Ornitologica Italiana – S.O.I., Stazione Romana Osservazione e Protezione Uccelli, Verdi Ambiente e Società, Waldrappteam, WWF Italia

Roma, 21 giugno 2025

qui l’analisi WWF del DDL Caccia

Cervo europeo (Cervus elaphus)

(foto L.A.C., P.F., S.D., archivio GrIG)

Categorie:"altri" animali, biodiversità, bracconaggio, caccia, difesa del territorio, Europa, Italia, sicurezza pubblica, società, sostenibilità ambientale Tag:, , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , , ,
  1. Avatar di GAVINO MELONI
    GAVINO MELONI
    giugno 22, 2025 alle 9:16 am

    Quando la gente sa solo lamentarsi e non fa niente per provare a cambiare le cose lasciando a governarci degli ignoranti, incompetenti, capaci solo di una politica becera, preistorica e di interesse economico personale, succedono anche queste cose. Che tristezza….

  2. giugno 22, 2025 alle 1:18 PM

    da Il Corriere della Sera, 21 giugno 2025

    Caccia, la riforma sarà in Parlamento ma si farà. Muro di 46 associazioni ambientaliste.

    Il ministro Lollobrigida ha informato il consiglio dei ministri che lo schema di ddl non sarà affrontato dal governo ma dai parlamentari. Presentato un testo da quasi tutti i capigruppo della maggioranza. (Alessandro Sala)

    Non ci sarà un intervento diretto del governo per la riforma della legge 157 che regola l’attività venatoria in Italia. Sarà invece rimpiazzato da uno schema di disegno di legge affidato al dibattito parlamentare e depositato ieri dai capigruppo dei partiti della maggioranza in Senato (Malan, Romeo, Gasparri e Salvitti), con l’eccezione di Noi Moderati. Ad annunciarlo in consiglio dei ministri è stato il titolare dell’Agricoltura, Francesco Lollobrigida, con un’informativa. La revisione delle regole per la caccia seguirà dunque il normale iter legislativo e non sarà oggetto di un’azione dell’esecutivo. 

    Procedura a parte, vengono confermate molte delle «indiscrezioni» che erano state diffuse dalle associazioni ambientaliste e che lo stesso governo aveva provato a definire come destituite di fondamento. Proprio la conferma dei provvedimenti che di fatto allentano le maglie ed estendono l’attività venatoria ha portato alla presa di posizione di 46 associazioni ambientaliste, animaliste e per la difesa del territorio che ora parlano di «attacco alla natura, alla sicurezza delle persone e alla volontà della maggior parte dei cittadini contrari alla caccia» e annunciano una mobilitazione nazionale. Chiedendo inoltre di essere coinvolte nel confronto parlamentare, visto che nella fase preparatoria  delle nuove norme sono state sentite solamente le organizzazioni venatorie.

    Le proposte di modifica della normativa in vigore dal 1992 erano state richieste a gran voce dal mondo venatorio e il centrodestra, da sempre molto vicino alla categoria, in particolare Lega e Fratelli d’Italia che hanno anche diversi eletti che sono essi stessi cacciatori, aveva sempre detto di voler mettere mano alla materia. Diversi parlamentari avevano avanzato proposte e disegni di legge, che a volte sembravano farsi concorrenza a vicenda. Sembrava infine che dovesse esservi un intervento diretto del governo, come annunciato dallo stesso Lollobrigida in più di un’occasione, cosa che avrebbe permesso di tagliare i tempi, se non altro per l’imprimatur pesante dell’esecutivo, ma le polemiche emerse negli ultimi mesi hanno probabilmente suggerito di riportare la questione nell’ambito del normale dibattito parlamentare. 

    Cosa prevede  il nuovo «schema»? Intanto cosa non c’è più. Non si sparerà  sulle spiagge, non ci saranno modifiche alle specie cacciabili, non si sparerà di notte e non si daranno licenze di caccia ai sedicenni. Tutte opzioni che erano state avanzate anche in precedenti proposte di legge, poi rimaste senza seguito. Le associazioni contestano tuttavia che tutto il resto del pacchetto di modifiche previste e più volte indicate come «non definitive» sia rimasto sul tavolo. A partire dalla premessa iniziale secondo cui «la caccia contribuisce alla tutela la biodiversità». 

    Il fronte ambientalista contesta poi la possibilità di allungare la stagione venatoria anche in periodi di migrazione, il sì alla cattura degli uccelli per richiamo vivo anche se non aumentano le specie catturabili a questo scopo, il tentativo di ridimensionare il ruolo dell’Ispra (l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale) i cui pareri scientifici sono spesso stati alla base di sentenze e provvedimenti che hanno posto limitazioni alla pratica venatoria, il via libera alla realizzazioni di nuovi appostamenti fissi. L’aumento delle aree in cui si potrà cacciare con l’estensione ai territori demaniali, seppure con l’esclusione delle spiagge, viene poi considerato pericoloso per la sicurezza generale per possibile sovrapposizione tra attività venatoria e attività ricreative nei boschi e in montagna.  

    Sul fronte opposto il ministro fa notare come a distanza di oltre 30 anni dall’entrata in vigore dell’attuale normativa molte cose siano cambiate e come sia necessario adeguare le norme anche per fare fronte al proliferare della fauna selvatica, in particolare gli ungulati, che sono in aumento e che in alcune aree rappresentano un problema per le coltivazioni, per il sottobosco e anche per la sicurezza stradale oltre che per questioni sanitarie, nel caso dei cinghiali, per il diffondersi della peste suina africana. 

    • giugno 22, 2025 alle 1:22 PM

      da La Stampa, 22 giugno 2025

      Caccia, nuovo ddl arriva in Senato (ma senza la firma del governo). La protesta di 46 associazioni. (Loredana Diglio)

      La riforma della “legge sulla caccia” non è più un disegno di legge governativo, ma un disegno di legge presentato dai senatori Malan (Fratelli d’Italia), Romeo (Lega), Gasparri (Forza Italia) e Salvitti (Civici d’Italia). Quindi non più un testo blindato di paternità governativa, ma un ordinario ddl sul quale presto si aprirà il dibattito delle forze politiche parlamentari. Il varo del provvedimento potrebbe arrivare forse già prima dell’apertura della prossima stagione venatoria.

      La novità è emersa venerdì attraverso una nota del ministro dell’Agricoltura, della Sovranità alimentare e delle Foreste, Francesco Lollobrigida, che ha ufficializzato la presentazione al Consiglio dei ministri del ddl d’iniziativa parlamentare Modifiche alla legge 11 febbraio 1992, n. 157, recante norme per la protezione della fauna selvatica omeoterma e per il prelievo venatorio.

      “Lo schema è stato depositato al Senato della Repubblica dai capigruppo dei partiti di maggioranza, insieme al vicecapogruppo per i Civici d’Italia, dove inizierà il suo percorso parlamentare”, si legge nella nota. “In quel contesto si svolgeranno i lavori per adeguare la legge al nuovo contesto e tutte le categorie coinvolte avranno modo di rappresentare le loro istanze”.

      Sullo schema di ddl sono intervenute subito criticamente 46 sigle ambientaliste, animaliste, scientifiche e del comparto economico sostenibile che parlano di un “gravissimo attacco alla natura, alla sicurezza delle persone e alla volontà della maggioranza degli italiani, ma anche il segno dell’imbarazzo del Governo dinanzi al testo improponibile di Lollobrigida”. Contestualmente, le associazioni chiedono “un incontro alle forze politiche di tutti gli schieramenti”.

      Cosa prevede il disegno di legge sulla caccia

      Secondo la relazione introduttiva al ddl, “le modifiche muovono da una considerazione olistica della caccia, non ridotta a mero abbattimento di esemplari di fauna selvatica, ma intesa come attività sportiva e motoria, avente importanti ricadute di ordine culturale, economico e sociale, come avviene da tradizione secolare, nonché suscettibile di concorrere al contenimento delle specie invasive, al monitoraggio della consistenza faunistica ottimale, alla tutela degli habitat naturali”. Nel testo inoltre si legge: “si riconosce l’attività venatoria quale espressione di una tradizione nazionale, che trova altresì riscontro nella Convenzione per la salvaguardia del patrimonio culturale immateriale, conclusa a Parigi il 17 ottobre 2003. Si aggiunge, inoltre, che, esercitata compatibilmente con le istanze di conservazione della fauna selvatica, l’attività venatoria concorre alla protezione dell’ambiente e all’equilibrio ecosistemico”.

      Con queste premesse, i 18 articoli dello schema di ddl sostanzialmente confermano l’impianto di quanto anticipato dalla bozza in circolazione nei giorni scorsi, tranne qualche limatura seguita alle critiche degli ambientalisti: non vi è più la previsione di ampliare a tutti gli esemplari di specie cacciabili la possibilità di essere catturati per essere ridotti a richiami vivi, tuttavia viene data un’ampia possibilità di utilizzarli (riapertura degli impianti di cattura dei richiami, eliminazione di ogni limite nel possesso di uccelli da richiamo provenienti da allevamento) con la conseguente difficoltà di controllo; viene esclusa la possibilità di cacciare sulle spiagge (demanio marittimo); è stato eliminato il punto che consentiva gare di caccia con anche di notte e in periodi di nidificazione.

      La reazione delle associazioni al ddl sulla caccia

      “Allungamento della stagione venatoria anche in piena migrazione, rilancio della cattura degli uccelli per farne richiami vivi, caccia nelle aree demaniali, svilimento della scienza e dei pareri di Ispra, aumento del rischio per le persone e molto altro: il disegno di legge sulla caccia presentato al Senato dai partiti di maggioranza è un brutale attacco alla natura, in violazione della Direttiva Uccelli e della Costituzione italiana”, scrivono in una nota le 46 sigle, che non abbassano la guardia e proseguono nella battaglia a difesa della fauna selvatica ritenendo la proposta di riforma “un’azione grave nei contenuti, espressione di una visione superata, regressiva e minoritaria della natura e degli animali concepita a uso e consumo esclusivo del mondo venatorio”. Quanto alle modifiche apportate rispetto alla bozza, per le 46 sigle “sono minime e del tutto insufficienti a mitigare la gravità del provvedimento”.

      Dunque, l’allarme resta alto: “la campagna, le aree protette, i boschi e le colline rischiano di diventare terreni di caccia per chiunque, anche per gli stranieri, attratti da un’Italia trasformata in un luna park venatorio”, scrivono le associazioni, che lamentano inoltre di non essere state ascoltate dal ministro Lollobrigida, pur avendo chiesto un confronto sul tema. “Chiediamo ora di essere ascoltate da tutti i gruppi parlamentari, confidando nella sensibilità e nel senso di responsabilità anche delle forze politiche di maggioranza. Questo disegno di legge non è solo grave ed inaccettabile nei contenuti, ma è anche incompatibile con la volontà della maggioranza degli italiani, che vogliono più tutela per l’ambiente, più sicurezza, a partire da chi può accedere alle loro proprietà, più benessere animale, più rispetto per i beni comuni”.

  3. giugno 22, 2025 alle 1:31 PM

    da Fanpage, 21 giugno 2025

    La riforma della legge sulla caccia arriva in Senato ma senza firma del governo: cosa succede ora.La revisione della legge sulla protezione della fauna selvatica è stata formalmente depositata in Senato, ma con un passaggio di mano significativo: non sarà un disegno di legge governativo, bensì parlamentare. Il testo, sostenuto da quasi tutta la maggioranza, propone cambi sostanziali alla legge 157/92, ma è già al centro di critiche durissime da parte del mondo ambientalista. La scelta dell’esecutivo di sfilarsi potrebbe rallentare l’iter e segnare una prima battuta d’arresto per il fronte pro-caccia. (Francesca Moriero)

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    da Il Fatto Quotidiano, 21 giugno 2025

    Caccia, Lollobrigida sbugiarda se stesso: la riforma spara-tutto arriva in Senato. E per il ministro è una sconfitta.

    Il governo rinuncia a intestarsi il disegno di legge, che ora dovrà seguire l’iter parlamentare “classico”. Per il ministro all’Agricoltura è uno smacco. Confermate le anticipazioni nel merito de ilFatto.it. (Alberto Marzocchi)

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    da IMG Press, 21 giugno 2025

    Protezione animali: 46 sigle lanciano l’allarme sul DDL Caccia appena presentato al Senato.

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    da Antenna Sud, 22 giugno 2025

    46 sigle ambientaliste unite contro il DDL Caccia.

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