Il Fiume Tagliamento non combina disastri, chissà perché…
Il Fiume Tagliamento scorre dalle Alpi friulane al Mar Adriatico per circa 170 chilometri naturalmente.
Naturalmente, perché non è canalizzato, non è costretto entro argini troppo spesso in contrasto con la natura del corso d’acqua.
Ha un bacino di poco meno di 3 mila chilometri quadrati, ha carattere torrentizio e un letto fluviale largo fino a circa 2 chilometri.
E’ un fiume con struttura a canali intrecciati, cioè consistente in una rete di canali d’acqua intrecciati fra loro all’interno di un alveo ghiaioso molto profondo ed ampio.
E’ uno dei pochi fiumi in Europa ad aver mantenuto le sue caratteristiche naturali.
I centro urbani storici sono stati realizzati in siti sopraelevati, distanti dall’alveo del Fiume, che, in periodi di piena, può allargarsi sulle sponde con danni nettamente minori nelle aree golenali.
La pianura friulana è sedimentaria o alluvionale, cioè realizzata dai sedimenti del Fiume attraverso la sua divagazione da una parte all’altra del bacino alluvionale (pianura) in cui scorre, da millenni.
Il letto del Fiume si sposta, perché l’area che viene abbandonata dal corso d’acqua subduce, quindi si abbassa, mentre quella dove scorre, in virtù dei materiali che deposita, si alza. Naturalmente in tempi geologici.
Attualmente il Po e tutti gli altri fiumi della Pianura Padana sono costretti all’interno degli argini da 100/200 anni e le aree golenali (quelle di esondazione in caso di piena) sono occupate da case, strade e capannoni. Così, sistematicamente, gli argini devono essere alzati, in quanto il Fiume sedimenta materiali e, non potendo divagare, vede il suo letto crescere in altezza, mentre i terreni intorno sono sempre più in basso.
I Fiumi della Pianura Padana (e buona parte dei fiumi europei) oggi hanno un letto ben al di sopra del piano di campagna, con un rischio potenziale di grande devastazione per i terreni circostanti.
Un pericolo in crescita, anno dopo anno. Come l’altezza degli argini.
Il rischio nel caso del Fiume Tagliamento è molto minore, non da ennesima, calamità innaturale.
E non è un caso.
Altro che nuove dighe, altro che colpe degli Istrici…
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
(foto Turismo FVG)
Rispondi Cancella risposta
Questo sito utilizza Akismet per ridurre lo spam. Scopri come vengono elaborati i dati derivati dai commenti.
Commenti recenti
ricerca (inserire tags)
Mandiamo un’e-mail per difendere il territorio e le coste della Sardegna!
Argomenti
costa e sua salvaguardia
- piano paesaggistico regionale della Sardegna – normativa e cartografia
- "La colata", un libro contro la speculazione edilizia (sulle coste) in Italia
- l'Agenzia della Conservatoria delle coste della Sardegna, la sua "storia" e le sue prospettive
- giurisprudenza sul P.P.R. della Sardegna
- privatizzazione del demanio marittimo sui litorali italiani
- abusivismo edilizio, speculazione immobiliare: Baia delle Ginestre story
- stop alla speculazione edilizia sulla baia di Piscinnì
- Ingurtosu, Piscinas, Costa Verde: favole e cemento
- speculazione immobiliare mediante i campi da golf
- speculazione immobiliare mediante il "nuovo" piano paesaggistico
- la speculazione sul litorale di Rimigliano
- "Finestre sul Paesaggio", convegno su ambiente, pianificazione, legalità
- Rimbocchiamoci le maniche per difendere l'ambiente e il territorio della Sardegna!
- Reportage sulla speculazione immobiliare lungo le coste della Sardegna (2013)
- NO alla privatizzazione delle spiagge!
- il "piano paesaggistico dei sardi", un'operazione spregiudicata e deleteria per l'ambiente della Sardegna
- ricorso contro lo "stravolgimento" del piano paesaggistico regionale della Sardegna
- La Giunta Pigliaru revoca definitivamente lo stravolgimento del P.P.R. operato dalla precedente Giunta Cappellacci
- la proposta di legge regionale sarda favorevole al cemento sulle coste (2017)
coste di Tuerredda e Malfatano - cronaca di una speculazione edilizia annunciata
cultura a rischio, Anfiteatro romano
cultura a rischio, Tuvixeddu
demani civici e diritti d'uso collettivi
- i Demani civici e i diritti di uso civico, con particolare riferimento in Sardegna
- il demanio civico di Carloforte
- recuperare il demanio civico di Portoscuso, svenduto al peggior offerente
- demani civici e il nuovo "editto delle chiudende"
- "Terre civiche, un bene comune da salvaguardare", dibattito (Nuoro, 2012)
- Inventario generale delle terre civiche in Sardegna (2012)
- il Consiglio regionale approva il nuovo "editto delle chiudende" contro i demani civici sardi
- attuazione del nuovo "editto delle chiudende" in Sardegna
- la Corte costituzionale boccia il nuovo "editto delle chiudende"
- l'offensiva istituzionale contro i demani civici della Sardegna e la risposta ecologista.
- la difesa del demanio civico dei Piani di Castelluccio di Norcia.
- finalmente una norma regionale per la difesa dei demani civici sardi
- la "storia" dei diritti di uso civico in Sardegna negli ultimi decenni
democrazia a rischio in Italia
- la legge Alfano ci rende "disuguali" rispetto al "principe": firma contro!
- le legge ritorna un po' a esser uguale per tutti, grazie alla Corte costituzionale
- la proposta riforma costituzionale per favorire i peggiori farabutti
- riforma della giustizia, pretesa di impunità: l'Italia in ostaggio
- il Governo Letta e i suoi "azionisti" vogliono cambiare la Costituzione: impediamoglielo!
difesa degli "altri" animali, caccia, bracconaggio
- XXII campagna anti-bracconaggio della L.A.C. nel Cagliaritano (2018)
- bilancio della stagione venatoria 2014-2015, morti e feriti, "umani" e "altri" animali
- NO alla deregulation venatoria!
- il Cervo sardo
- il Lupo
- l'Orso marsicano
- l'Orso bruno in Italia e la schizofrenìa umana
- la Foca Monaca
- come faccio a vietare la caccia sul mio terreno?
- il Grifone
- diritto all'obiezione di coscienza "venatoria": fuori i cacciatori dal mio terreno!
difesa del territorio
- parchi naturali, una grande risorsa per l'Italia
- parco nazionale del Gennargentu-Golfo di Orosei, l'occasione persa
- parco nazionale dell'Asinara, luci e ombre
- parco nazionale dell'Arcipelago della Maddalena, passi in avanti
- parco naturale regionale del Molentargius-Saline, ancora in difficoltà
- l'assalto furbesco al demanio
- l'hard discount del federalismo demaniale
- la calamità "innaturale" annunciata di Capoterra (alluvione 2008)
- piano stralcio di assetto idrogeologico (P.A.I.) della Sardegna
- piano regionale delle attività estrattive (P.R.A.E.) della Sardegna
- piano antincendi 2016 per la Sardegna
- parchi naturali "motori" di crescita senza "benzina"
- "Ciclone Cleopatra": acqua, dissestro idrogeologico, sangue in Sardegna
- difesa delle Foreste demaniali in Sardegna.
- il decreto "Sblocca Italia", nuovi "incubi" ambientali e sociali
- abusivismo edilizio in un area naturale protetta: il parco naturale regionale "Molentargius-Saline"
- i gravi rischi di smantellamento del diritto penale ambientale.
- I piani paesaggistici vigenti in Italia
diritti civili
- L'India non è un paese per bambini
- scuola pubblica a rischio, in Italia
- pedofilìa e silenzi della Chiesa
- ma si può morire in pace?
- la Corte costituzionale aiuta la fecondazione assistita
- morti bianche alla Saras, Sarroch
- un po' di giustizia per le morti bianche alla Thyssen
- lucrosi rimborsi elettorali ai partiti
- il distacco dalla politica, le elezioni minimaliste cagliaritane
- uno stupro piccolo piccolo, minore
- crisi economica, crisi sociale
- libera repubblica di corrotti e corruttori
- la prima impresa italiana, la Mafia s.p.a.
- come l'Amministrazione regionale Cappellacci butta i nostri soldi
- Mario Monti, premier contro la crisi economico-sociale
- crisi economica, lacrime e sangue
- Governo Monti, due pesi e due misure. A fin di bene?
- il referendum sulle modifiche costituzionali (4 dicembre 2016)
EcoSportello
edilizia, piano per la speculazione
- piano per l'edilizia e la speculazione in Sardegna
- ricorsi contro un c.d. piano dell'edilizia incostituzionale
- la leggina regionale sarda per il "mattone rapido"
- una "sberla" al c.d. piano per l'edilizia bis in Sardegna
- la Corte costituzionale si occuperà del c.d. piano per l'edilizia sardo
- il folle "piano casa" del Veneto
energia nucleare, "ritorno" in Italia
eolico, paesaggio, speculazione
- speculazione eolica in Sardegna
- la "cricca del vento" in Sardegna
- la "cricca del vento" su Annozero
- la speculazione eolica sul TG 3 nazionale
- speculazione eolica senza pianificazione energetica
- Appennino Umbro-Marchigiano, una selva di pale eoliche?
- Aree non idonee all'installazione di centrali eoliche – Sardegna
escursioni sulla Sella del Diavolo
G 8 a La Maddalena
gestione dei rifiuti
- rifiuti devastanti a Portoscuso
- piano regionale dei rifiuti urbani della Sardegna
- Portovesme, pattumiera europea dei fumi di acciaieria
- traffico illecito di rifiuti industriali da Portoscuso a giudizio
- lo "strano" inquinamento a Quirra
- 16° rapporto annuale sulla gestione dei rifiuti (A.R.P.A.S.) in Sardegna
- piano regionale di gestione dei rifiuti speciali (Sardegna)
grandi opere, grandi scempi ambientali e di denaro pubblico
la nostra acqua
- WISE, il portale europeo dell'acqua
- quanta acqua c'è in Sardegna?
- il folle progetto della diga di Monte Nieddu-Is Canargius
- reportage sulla diga senz'acqua, Monte Nieddu-Is Canargius
- l'incredibile progetto di dissalatore cagliaritano
- riparte la vergognosa diga di Monte Nieddu – Is Canargius!
- invasi idrici e rischio sismico, la follìa in Sardegna
- perchè i sardi rischiano di perdere l'acqua pubblica
la nostra aria
la nostra salute
- piombo nel sangue e deficit cognitivi nel Basso Sulcis
- uranio impoverito e salute
- la salute in fumo
- pesce marcio sul tuo piatto
- portale malattie rare – Regione autonoma della Sardegna
- lo "strano" inquinamento di Quirra, la salute, la giustizia
- Portoscuso, periferia di Taranto
- alterazioni del d.n.a. dei bambini di Sarroch, "picchi" di leucemie maschili nel Cagliaritano
- il silenzio dei sardi sui propri bambini avvelenati
- III Rapporto epidemiologico S.E.N.T.I.E.R.I. sulla salute nei siti inquinati
la Terra a rischio: i cambiamenti climatici
realtà di Cagliari
ricerca dell'energia rinnovabile
- il progetto di gasdotto Galsi lascia il posto a due rigassificatori?
- NO a questo tracciato del gasdotto Snam sull'Appennino
- in crescita la produzione di energia fotovoltaica in Italia
- il nuovo Piano energetico regionale della Sardegna (P.E.A.R.S.)
- il 17 aprile 2016 votiamo SI al referendum anti-trivelle!
Sardegna e fondi comunitari
Sardistàn e le sue cronache
- la Saras, un direttore di giornale e il Sardistàn
- le cornacchie domineranno il mondo, a iniziare dal Sardistàn
- poveri Gipeti, nel Sardistàn
- W il Sardistàn, oasi ecologica del giardinaggio!
- lotta dura senza esclusione di polpi per l'indipendenza del Sardistàn
- Sardistàn = Atlantidistàn?
- un direttore di giornale "cementato" per benino nelle sue posizioni
- Paolo Villaggio, pecore, Alcoa e Sardistàn
- i Sardi su Marte
siti web istituzionali
- Corte di Giustizia europea
- Presidenza della Repubblica Italiana
- Governo e Amministrazioni statali
- Senato della Repubblica
- Camera dei Deputati
- Corte costituzionale
- Ministero per i Beni e le Attività Culturali
- Ministero dell'Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare
- banca dati della Giustizia amministrativa
- banca dati dei vincoli ambientali/paesaggistici
- banca dati dei procedimenti di V.I.A.
- Regione autonoma della Sardegna
- Direzione regionale dei Beni culturali e paesaggistici per la Sardegna
- Corpo Forestale dello Stato
- Corpo Forestale e di Vigilanza Ambientale (Sardegna)
- Carabinieri – Comando per la tutela dell'ambiente
- Carabinieri – Comando per la tutela del patrimonio culturale
- Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.)
- Agenzia Regionale per la Protezione dell'Ambiente Sardegna (A.R.P.A.S.)
- Agenzia della Conservatorìa delle Coste della Sardegna
- il portale dei parchi e delle riserve naturali
- il portale dei parchi geominerari e di archeologia industriale
- parco nazionale dell'Arcipelago della Maddalena
- parco nazionale dell'Asinara
- parco naturale regionale di Porto Conte
- parco naturale regionale di Molentargius-Saline
- area marina protetta di Capo Caccia-Isola Piana
- area marina protetta del Sinis-Mal di Ventre
- area marina protetta di Tavolara-Punta Coda Cavallo
- area marina protetta di Capo Carbonara
- i parchi ambientali e storico-culturali della Val di Cornia
- parco faunistico del Monte Amiata
- parco faunistico del Monte Amiata
- elenco ufficiale delle aree naturali protette
- elenco delle zone umide di importanza internazionale
- Rete Natura 2000 in Italia (BioItaly)
- Conservatoire du Littoral
- Commissione Europea
- cartografia Z.P.S. – Sardegna
- cartografia S.I.C. – Sardegna
siti web rilevanti
- Amici della Terra
- Lega per l'Abolizione della Caccia
- Lexambiente – rivista giuridica telematica di diritto ambientale
- AmbienteDiritto – rivista giuridica telematica di diritto ambientale
- Patrimonio S.O.S.
- Comitato umbro-marchigiano No Tubo
- Federazione nazionale Pro Natura
- Comitato Salviamo Santa Lucia
- Monica Frassoni, Presidente dei Verdi europei
- Comitato per Campiglia
- Rete dei Comitati per la tutela del territorio – Toscana
- Eddyburg – urbanistica e società
- Associazione Vivere in Valdisieve
- Uguale per tutti, il blog dove magistrati e cittadini si confrontano
- il blog della Valle del Cedrino
- Associazione dei Comuni Virtuosi
- Scirarindi, portale della Sardegna naturale
- A.PRO.D.U.C., Associazione per la tutela degli usi civici e delle proprietà collettive
- Università degli Studi di Trento – Centro di documentazione sui demani civici e le proprietà collettive
- Gruppo di studio sui demani civici dell'Italia meridionale
- Annozero – RAI 2
- Report – RAI 3
- A.N.S.A. – Ambiente e Territorio
- Striscia la notizia
- Il Manifesto Sardo, informazione e approfondimenti
- Via dal vento, contro la speculazione eolica
- Forum nazionale "Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori"
- Andrea Zanoni, eurodeputato ecologista
- l'Astrolabio – newsletter degli Amici della Terra
- Comitato ambientale per la tutela del territorio di Costa Corallina, Olbia (OT)
- Comitato civico "No al Progetto Eleonora"
- Claudia Zuncheddu, consigliere regionale sarda indipendentista
- Comitato "Salviamo Tentizzos per Bosa"
- Emergenza Cultura – in difesa dell'articolo 9 della Costituzione
Testi normativi fondamentali
- Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)
- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
- indirizzi applicativi in materia di V.I.A. per i progetti di centrali eoliche
- Testo unico sull'urbanistica (Sardegna)
turismo e soggiorni convenzionati con il Gruppo d'Intervento Giuridico onlus
W il Blogroll!
la nuvola dei tags
"altri" animali abusi edilizi abusivismo edilizio acqua agricoltura alberi Alghero ambiente Amici della Terra aree urbane beni culturali biodiversità bonifica ambientale boschi bosco bracconaggio caccia Cagliari Carloforte Consiglio di Stato Corte costituzionale Corte di Cassazione coste demani civici difesa del territorio difesa del verde diritti civili diritti di uso civico dissesto idrogeologico edilizia energia energia eolica Europa fauna selvatica fonti rinnovabili giustizia grandi opere Gruppo d'Intervento Giuridico Gruppo d'Intervento Giuridico inquinamento Italia Lega per l'Abolizione della Caccia mare P.P.R. paesaggio parchi naturali pianificazione piano paesaggistico regionale Portoscuso procedimento di valutazione di impatto ambientale Regione autonoma della Sardegna rifiuti S.I.C. salute pubblica Sardegna Sella del Diavolo sentenza sequestro preventivo sito di importanza comunitaria società sostenibilità ambientale speculazione immobiliare spiaggia tagli boschivi terre collettive Toscana trasporti urbanistica usi civici V.I.A. V.Inc.A. Veneto verde pubblico Z.P.S. zone umidecome utilizzare il blog.
Questo è un blog, quindi viene aggiornato senza alcuna periodicità e quando si ha qualcosa di interessante da scrivere. Non può pertanto considerarsi un prodotto editoriale ai sensi della legge 7 marzo 2001, n. 62 e successive modifiche ed integrazioni. I curatori, inoltre, non hanno alcuna responsabilità per quanto riguarda i siti web ai quali è possibile accedere tramite i collegamenti posti all’interno di questo blog, forniti come semplice servizio agli utenti della rete. Il fatto che il blog fornisca questi collegamenti non implica l’approvazione dei siti stessi, sulla cui qualità, contenuti e grafica è declinata ogni responsabilità. I contenuti inseriti in questo blog sono frutto di esperienze dirette o tratti da fonti di informazione pubbliche. In questo spazio virtuale si rispettano le regole comuni di Netiquette, ossia le buone maniere generalmente osservate nelle comunicazioni in Rete. Naturalmente la “navigazione” è libera, mentre i commenti sono liberi ma moderati dai curatori del blog, ci affidiamo al buonsenso, all’educazione e all’intelligenza dei nostri visitatori. Eventuali commenti anonimi, diffamatori, offensivi, pretestuosi, ripetitivi e fuori tema rispetto agli articoli presenti non verranno resi pubblici. In questo blog, pur avendo disponibile un vasto archivio informatico, possono eventualmente essere pubblicati materiali riportati da altri siti web, con esclusiva finalità informativa, così come da questo blog possono essere tratti materiali citandone la fonte. Condizioni generali presenti sul web. Tuttavia, a semplice richiesta di chi ne avesse titolo, tali materiali saranno rimossi.
Informativa sulla privacy.
Ai sensi del Provvedimento ” Individuazione delle modalità semplificate per l’informativa e l’acquisizione del consenso per l’uso dei cookie” (Gazzetta Ufficiale n. 126 del 3 giugno 2014) dell’8 maggio 2014, con cui il Garante per la Protezione dei Dati Personali detta le regole sulle modalità di adempimento agli obblighi di rilascio dell’informativa e di acquisizione del consenso degli utenti in caso di utilizzo di cookie, si informa che nella configurazione attuale della servizio di Web Analytics ShinyStat in utilizzo i cookie che garantiscono il servizio sono in regime di OPT-OUT, quindi NON NECESSITANO DI CONSENSO PREVENTIVO ALL’INSTALLAZIONE (c.d. “Informativa breve”).
Questo perchè la tecnologia utilizzata da Shiny prevede sistemi di aggregazione ed anonimizzazione dei dati che rendono già conforme alla normativa questo blog.
Riguardo l’informativa sulla Privacy e sui Cookie (c.d. “Informativa estesa”), ai sensi dell’art. 13 del Codice della Privacy, si invita alla consultazione della pagina web http://www.shinystat.com/it/informativa_privacy_generale_free.html
Il visitatore di questo blog potrà negare il proprio consenso all’installazione dei cookie di ShinyStat modificando opportunamente le impostazioni del proprio browser o cliccando sull’apposito link per attivare l’opt-out:
http://www.shinystat.com/it/opt-out_free.html.
Grazie per l’attenzione!
Archivio mensile
amministrazione blog
Blog Stats
- 4.993.427 hits
Ben detto! 👍
Faccio una domanda stupida: cavare la ghiaia e la sabbia dal fondo dei fiumi, per togliere sedimento, siuterebbe o creerebbe altri problemi?
Dopo cent ann e tri mis er aqua la torna ai soeu paés.
Dopo cent’anni e tre mesi l’acqua torna al suo paese.
Canton Ticino – da PensieriParole.it
un caso fra i tanti.
da Il Fatto Quotidiano, 27 maggio 2023
Faenza, la “Casa sul fiume” finita sott’acqua ricorda i precedenti di Aulla e Alessandria. L’urbanista: “Miopia progettuale generalizzata, serve revisione epocale”. (Thomas Mackinson) ()
“Fu un’opportunità molto allettante, certo”. Momento di pausa. “Ma no, col senno di poi non valeva la pena costruire in quell’area”. Nello Liverani è un faentino fortemente attaccato alla comunità che spala fango da giorni dopo l’esondazione di uno dei tre fiumi di Faenza, dove sono stati estratti tre cadaveri. Un tempo erano occupati dalla “Liverani pelli”, finché la famiglia li ha venduti. Al posto dei capannoni giudicati ormai “incompatibili con l’area” nel 2002 sorge un bel condominio residenziale con 36 appartamenti e 45 garage sotterranei. La particolarità è il nome stesso, che molto dice dell’Italia edificata sul rischio: la “Casa sul fiume” si chiama, ma con la piena è diventata una casa nel fiume, con l’acqua salita a un metro e mezzo seppellendo tutto.
“Un caso, non l’unico, emblematico di una miopia progettuale generalizzata” spiega Gabriele Bollini, urbanista che lavora con le pubbliche amministrazioni e già dirigente nel comune di Bologna, fa parte del Comitato scientifico della Rete per l’emergenza climatica e ambientale dell’Emilia-Romagna, per la quale ha steso la proposta di legge di iniziativa popolare per il contrasto al consumo di suolo. Insegna Pianificazione e progettazione sostenibile all’Università di Modena e Reggio Emilia. Uno che mangia piani urbanistici a colazione ma urla da 30 anni contro l’incultura dell’edificazione selvaggia che affligge l’Italia. Dopo cinque secondi manda le foto di un negozio a Bologna, in via Saffi, letteralmente “esploso” per la forza del Ravone. Poi quelle satellitari del nuovo polo logistico di Alessandria in costruzione nel bacino del Po, per il 95% in area a elevata pericolosità idraulica. Non dimentica Aulla, dove perfino la sede della Protezione Civile e dei Vigili del Fuoco sono state costruita nell’alveo del Magra, che quando è esondato non han potuto intervenire perché si erano imbottigliati da soli. Il 19 aprile scorso il tribunale di Massa ha assolto 11 imputati per l’esondazione che nel 2011 causò due morti.
Bollini non ha risparmiato critiche anche alla legge contro il consumo di suolo sbandierata dall’Emilia Romagna nel 2017: “Abbiamo continuato a consumarlo allo stesso ritmo degli anni precedenti, anche in aree a pericolosità idraulica”. Una chiacchierata con lui è illuminante perché dice le cose come stanno e lo fa da sempre. Tanto che da giorni si deve districare tra le interviste, che sia Piazza Pulita, la tv tedesca o altri giornali quando per anni nessuno o quasi lo ha ascoltato. “Non mi piace la parte del grillo parlante”, dice senza tirarsi indietro, sia mai che stavolta lo ascoltino.
“Il sonno della Regione genera mostri” hanno scritto ieri gli ecoattivisti facendo irruzione in aula. Lei li forma pure, che idea si è fatto?
Che hanno ragione. Non si può continuare a “consumare” suolo a questo ritmo: 19 ettari al giorno, 2 mq al secondo.
Ci spiega bene la questione della legge “a consumo zero”?
Nel 2017 arriva questa legge di governo del territorio che assume come obiettivo il consumo di suolo zero, dovevano seguire piani urbanistici coerenti all’obiettivo ma di proroga in proroga abbiamo continuato a consumare suolo allo stesso ritmo, anche in aree a pericolosità idraulica. Nel 2021 le aree occupate da superfici artificiali è pari all’8 % in aree a pericolosità elevata, ovvero allagabili con tempo di ritorno tra 20 e 50 anni, 11,9 % in aree a pericolosità media (tra 100 e 200) e al 12,3 % in aree a bassa pericolosità (200 anni). Un fallimento annunciato sotto il peso dei soliti interessi cementiferi.
Li ha toccati con mano?
Non faccio nomi ma proprio l’altro giorno ricordavo con un collega un episodio tipico. Quando ero dirigente in Provincia un sindaco del Bolognese era venuto da noi a elemosinare una modifica della linea di demarcazione del rischio idraulico che avevamo segnato sul piano territoriale di coordinamento perché impedivano la costruzione dell’area di Pinco Pallo. “Ecco, questa linea qui non è che puoi spostarla un pochettino, raddrizzarla il tanto che basta a fare uscire la parte non edificabile?”.
Bonaccini dice “ne usciremo come col terremoto”
Il gioco di squadra e la mobilitazione servono, ma terremoto e alluvione sono due cose diverse. Non si può solo ricostruire nello stesso luogo rinforzando gli argini quando la scelta urbanistica a monte è sbagliata. Condomini come “la casa sul fiume” non possono continuare ad essere edificati, e meno che meno situazioni come quella di Aulla nuova, o del negozio esploso dalla forza del Torrente Ravone in via Saffi a Bologna.
Andiamo alle soluzioni, come invertire la rotta?
Per ridurre gli effetti di scelte sbagliate non servono più opere, ma una revisione epocale della gestione dei fiumi e del territorio. Certo servono le arginature ma non sono sufficienti, anche perché c’è un limite di altezza degli argini (non possono crescere all’infinito): dobbiamo dare più spazio ai fiumi, invertendo una tendenza secolare e dunque non tanto alzare gli argini ma arretrarli. Solo così si evita l’accumulo di volumi di acqua impossibili da far passare e si risponde anche all’altro fenomeno dettato dai cambiamenti climatici della siccità. Ma ci crede lei che chi governa questo Paese possa mai invertire il paradigma recuperando spazio all’agricoltura e allo sviluppo antropico?
Continui l’elenco, magari ora l’ascoltano…
Bisogna riconquistare i terreni al demanio pubblico, ripristinare aree di laminazione naturale delle piene, eliminare le coperture di cemento dai corsi d’acqua prima che lo facciano da soli (come ha fatto il torrente Ravone a Bologna), ricostruire ponti più alti e proporzionati a portate più elevate, delocalizzare aree residenziali e produttive e infrastrutture a rischio. Si deve ristabilire la funzionalità dei sistemi fluviali e attivare una gestione integrata delle acque meteoriche nelle nostre città utilizzando soluzioni basate sulla natura (Nature Based Solutions), così come già previsto dagli indirizzi comunitari e anche dal nostro Piano Nazionale di Adattamento ai Cambiamenti Climatici.
Il cambiamento climatico, l’evento “eccezionale” non sono alibi?
Il clima c’entra eccome, con buona pace di quell’onorevole Lucio Malan che si ostina a dire che ha sempre piovuto così. Prendo i dati di Castel del Rio, un comune che sta nella collina tra Bologna e la Romagna, nel bacino del Santerno. L’evento più grave del Novecento è avvenuto nel ’39 quando scesero 434 mm in tutto il mese. Quest’anno ha fatto 480 mm ma concentrati in 4 giorni.
Torniamo alla lezione, tocca combinare rischio alluvione e siccità. Come?
E’ possibile perché i due fenomeni sono connessi. Quando su un terreno con copertura naturale in campagna piove, circa il 50 per cento si infiltra in maniera superficiale o profonda, un 40 per cento evapotraspira dal suolo e dalle piante, e solo un 10 per cento defluisce in maniera orizzontale in superficie. Poi ci sono vari strati di urbanizzazione, si riduce l’infiltrazione e l’evaporazione – perché non ci sono le piante – e nelle nostre città asfaltate, cementificate, impermeabilizzate un 55 per cento dell’acqua che piove defluisce orizzontalmente sulla superficie. È chiaro che in queste condizioni vie e strade possono diventare fiumi in piena, che travolgono qualsiasi cosa creando grossi problemi. Per contro il terreno da cui l’acqua defluisce via si desertifica ulteriormente.
Dunque, come diminuire questa doppia vulnerabilità?
Non abbandonando le campagne, ma mantenendole. Non asfaltando e cementificando in questa maniera, quindi rendendo le città più resilienti e verdi, in modo tale che la pioggia violenta possa essere assorbita di più.
Gli esempi negativi che cita le danno ragione. Ma ci sono esempi virtuosi cui ispirarsi?
Alcuni tentativi in questo senso sono stati fatti anche in Romagna, ad esempio Montone, Rabbi, Ronco, ma di fronte ad eventi di questa intensità serve uno sforzo di ordini di grandezza maggiore, un cambiamento che nessuno ha avuto il coraggio di affrontare, ma che rappresenta l’unica capacità di futuro che abbiamo di fronte.
Sono pienamente d’accordo, più preme la mano dell’uomo più i fiumi diventano pericolosi, aggiungendo anche la modalità delle precipitazioni che sta cambiando visibilmente negli ultimi decenni .