Imma Tataranni non si fa intimidire!


L’A.N.E.V., associazione che raggruppa le aziende produttrici di energia eolica, sfida Imma Tataranni e il senso del ridicolo, ma non abbiamo alcun dubbio: sicuramente Imma Tataranni, sostituto procuratore presso la Procura della Repubblica di Matera, non si farà intimidire.

Sul senso del ridicolo, poi, ognuno di noi può farsi un’idea e, magari, una sana risata  😀

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Fenicotteri rosa (Phoenicopterus roseus) in volo e centrale eolica

da Greenreport, 14 ottobre 2022

Rinnovabili, la disinformazione sull’eolico arriva nelle fiction Rai.

Anev chiede chiarimenti: «Rimaniamo sgomenti di fronte a una narrazione simile da parte del servizio pubblico».

L’Anev ha chiesto un riscontro urgente alla Rai, in relazione alla puntata di ieri, 13 ottobre 2022, della fiction “Imma Tataranni – Sostituto procuratore”, nel corso della quale si è perpetrato un attacco esplicito e ingiustificato nei confronti del settore eolico.

Nel corso della puntata si dà una descrizione errata e tendenziosa di un settore, come quello eolico, che è nella realtà foriero di benefici di natura ambientale ed economica, sempre più evidenti oggi, con la crisi energetica e climatica in atto.

Nello specifico, viene descritto un parco eolico molto vicino alle abitazioni, e questo non è veritiero, in quanto non è consentito dalla normativa attuale che non autorizza la realizzazione di impianti eolici in prossimità dei centri abitati, prevedendo una fascia di rispetto pari a sei volte l’altezza della torre di un aerogeneratore, considerando quindi l’attuale tecnologia una distanza pari a circa 500 m. È pertanto menzognero parlare di rumore molesto della turbina, che peraltro corrisponde solo all’attrito dell’aria con le pale eoliche e con la torre di sostegno e che le moderne tecnologie hanno ridotto al massimo.

Assemini, Macchiareddu, centrale eolica

Viene descritto l’impianto eolico come impattate sull’ecosistema e pericoloso per l’avifauna. Anche questa è una notizia falsa, perché vige l’obbligo per chi costruisce gli impianti eolici di effettuare degli studi sul territorio e di escludere le zone che interessano le rotte migratorie dei volatili.

Secondo l’Ispra, l’Istituto superiore per la protezione e la ricerca ambientale, l’eventuale impatto che potrebbe verificarsi con una turbina eolica, è inferiore a quello dovuto all’impatto degli uccelli con automobili, pali della luce e del telefono. Mentre, come sostiene il Wwf, i benefici che il settore eolico porta a fauna e avifauna, in termini di lotta al cambiamento climatico, sono superiori, considerando che sulla base di più di 200 lavori scientifici, si evidenzia che a causa delle emissioni di gas serra alcune specie sono in declino fino al 90% e con insuccesso riproduttivo totale e senza precedenti.

Sulle tematiche dell’inserimento dell’eolico nel territorio vigono attualmente normative molto restrittive in ambito europeo e quelle italiane sono tra le più severe in assoluto in termini di vincoli, limiti ed enti coinvolti nei processi di autorizzazione.

L’Anev, nel costante tentativo di armonizzare la presenza sul territorio di tale tecnologia, nel corso degli anni ha stretto collaborazioni fruttuose con le principali associazioni ambientaliste (Legambiente, Greenpeace, Wwf) che hanno portato alla sottoscrizione di un protocollo di intesa che prescrive per tutti gli associati delle best practices relative all’installazione di impianti eolici, con restrizioni ancor più vincolanti rispetto alla normativa vigente. Ha istituito inoltre un “Osservatorio sull’avifauna” che negli anni ha consentito di analizzare a fondo il comportamento di avifauna e chirotteri in relazione alla presenza di aerogeneratori con la finalità di minimizzare qualsiasi effetto nocivo non solo in termini di incidenti ma anche sui possibili effetti sulle rotte migratorie.

«Rimaniamo sgomenti di fronte a una narrazione simile da parte del servizio pubblico – ha commentato Simone Togni, presidente dell’Anev – Viviamo nell’epoca dei cambiamenti climatici che stanno provocando catastrofi giornalmente, causando morti e incidendo sulla biodiversità. In tutto il mondo l’eolico è riconosciuto per i suoi benefici sociali e ambientali positivi perché produce energia pulita, a basso costo e aiuterà a svincolarci dal gas estero. Una descrizione così manipolata della realtà, non veritiera e faziosa, arreca un danno non solo al settore delle rinnovabili, ma anche agli utenti che fruiscono del servizio pubblico fornito dalla Rai”.

Lo sforzo continuo che quotidianamente operatori ed associazioni di settore svolgono non può essere vanificato da interventi disinformativi operati dal servizio pubblico.

In conclusione sorprende che il servizio pubblico Rai invece di fare una corretta informazione sui temi così importanti come quelli delle rinnovabili, dell’energia eolica pulita e inesauribile e che non comporta danni sull’ambiente, si faccia tramite di un messaggio così fuorviante e privo di fondamento scientifico, a valle del quale ci auguriamo vengano presi provvedimenti in modo tale da riparare a quanto trasmesso ieri sera.

Anev – Associazione nazionale energia del vento

da l’Astrolabio, 17 ottobre 2022

Giù le Mani da Imma Tataranni.

EOLICO E RAI TV.  Il Presidente dell’associazione delle imprese eoliche minaccia la Rai che per una volta (sic!), attraverso la libera espressione artistica del regista Francesco Amato, ha osato scalfire il mito delle rinnovabili a tutti i costi. Ma il sostituto procuratore Imma Tataranni, campione di ascolti, è una tosta che non si farà certo intimidire.

Ebbene sì, sono una che apprezza gli sceneggiati televisivi, proprio quelli della televisione generalista, quelli che, secondo una opinione un po’ snob, nessuno guarderebbe più e che, invece secondo me, grazie alla scoperta delle ambientazioni nelle antiche città e nelle suggestive province italiane, hanno una nuova capacità di incuriosire milioni di telespettatori, in Italia e all’estero. Destinati al grande pubblico, gli sceneggiati sono principalmente vettori di buoni sentimenti ma, non di rado, introducono il racconto di fatti e comportamenti legati all’attualità e al cambiamento di costume della società italiana.

Così, sono stata felicissima che fosse proprio la mia investigatrice preferita, Imma Tataranni, sostituto procuratore a Matera, interpretata da Vanessa Scalera, a rappresentare l’unico disagio sociale fortemente sentito ma del tutto ignorato dei nostri giorni: il dramma di chi assiste impotente all’occupazione di un territorio che ama da parte delle pale eoliche e dei grandi impianti fotovoltaici a terra e non può farci niente.

L’ultimo episodio della serie tratta dai romanzi di Mariolina Venezia racconta l’indagine su un omicidio dove viene ingiustamente sospettato il proprietario del terreno attiguo a una centrale eolica, ridotto alla disperazione dal rumore e dallo stravolgimento dell’habitat naturale provocato dalle pale.

Appennino Umbro-Marchigiano, Monte dei Sospiri dopo la realizzazione della locale centrale eolica (2016)

Pochi minuti di riprese dell’impianto, e di una torre eolica in particolare, immagini girate in modo magistrale dal regista e da operatori professionisti – come noi antieolici non ci siamo mai potuti permettere di realizzare – rendono il senso dello stravolgimento di un territorio naturale molto più di qualsiasi articolo o conferenza di esperti naturalisti. La fiction rai, in realtà, si limita a mettere in evidenza il rumore, il vulnus al paesaggio e il danno agli uccelli migratori. Ma tanto basta a identificarsi con i protagonisti, a comprendere il problema e le sue dimensioni.

Ciò può rendere disponibili i telespettatori a valutare più attentamente i limiti di una transizione energetica fondata su grandi impianti eolici e fotovoltaici, limiti che ci siamo sforzati di segnalare in questi anni a un’opinione pubblica disorientata e perplessa a causa dell’univocità del messaggio rinnovabilista trasmesso in modo acritico da tutti i mezzi di informazione.

In particolare: l’abnorme occupazione di territorio pregiato, agricolo o naturale; l’attacco alla tutela paesistica, in particolare dove le amministrazioni sono ancora inadempienti; l’addensamento di impianti nelle regioni del Sud a causa di una ventosità appena superiore alla media italiana e nonostante la maggiore domanda di elettricità provenga dal Nord del paese; la conseguente necessità di estendere la rete elettrica e i suoi rilevanti costi in bolletta; una ventosità comunque bassa che, nei siti migliori, non supera le 2.000 ore l’anno; la dipendenza dal mercato della sola Cina per gran parte dei componenti necessari alle installazioni e per la quasi totalità della filiera di produzione dei metalli e dei materiali. E, naturalmente, la non programmabilità dovuta all’intermittenza di queste fonti, che fa sì che gli impianti siano aggiuntivi e non sostitutivi delle centrali a gas che devono restare a disposizione (onerosa) della rete elettrica per far fronte alla domanda quando cala il sole o quando non c’è vento.

Lo sceneggiato aiuta, inoltre, a capire perché i cittadini che si trovano assediati dalle torri eoliche si sentano isolati e reietti, oltre che danneggiati. Nessuno è disponibile ad ascoltarli, si trovano a dover fronteggiare interessi colossali e la speculazione fondiaria; sono soggetti alla riprovazione generale – negazionisti! nemici del clima! – e finiscono per rappresentare l’incarnazione del Nimby, l’anatema coniato per designare gli egoisti che usufruiscono dei servizi comuni ma non vogliono impianti nel proprio giardino.

costruzione centrale eolica

Ora, comunque la si pensi, il trattamento censorio riservato a queste minoranze e alle residue associazioni che cercano di sostenerle (fra cui gli Amici della Terra e l’Astrolabio) non è congruo in un paese dove il rigasificatore di Piombino è bloccato da quasi tutte le rappresentanze locali dei partiti di maggioranza e di opposizione. Dove metà del paese è sommersa dai rifiuti perché il tabù dei termovalorizzatori è avallato persino dai vescovi. Dove, nonostante un referendum fallito, le poche trivelle nei nostri mari sono state fermate a causa di una cattiva stampa che le ha rese invise all’opinione pubblica. Dove, da anni, la localizzazione del deposito di rifiuti radioattivi, indispensabile per ospitare in sicurezza i residui di ospedali e centri di ricerca, oltre che quelli delle centrali chiuse, non è assistita da un’informazione adeguata e corretta, almeno da parte del servizio pubblico televisivo.

L’elenco sarebbe ancora lungo, ma serve solo a rilevare che delle ragioni di chi si oppone a impianti veramente strategici – come dimostra la crisi energetica in corso – sappiamo quasi tutto, anche quando si rivelano irragionevoli e irrazionali. 

Mentre chi difende il paesaggio – che, pure, dovrebbe godere di una protezione costituzionale – e persino chi vede stravolte le condizioni al contorno della propria proprietà fondiaria finisce in un cono d’ombra e non ha più nemmeno il diritto di protestare. In ossequio alla religione del vento e del sole, si diventa invisibili e innominabili.

Infatti, che Imma Tataranni costituisca un’eccezione assoluta nel panorama dell’informazione, compresa la filmografia e persino la pubblicità, lo testimonia l’aggressiva protesta contro la Rai degli “imprenditori delle rinnovabili”, che si dicono addirittura “sgomenti” di una narrazione che porterebbe danno agli utenti del servizio pubblico. Ad esporsi sopra le righe è il solito Simone Togni, il prodigo presidente dell’Anev, l’associazione delle imprese dell’eolico, che da oltre 20 anni non trascura alcun ambito di comunicazione ed è, infatti, stupefatto che gliene sia sfuggito uno, e così efficace. Ora, dall’alto del suo ruolo di intoccabile depositario della verità rivelata, Togni si augura che, verso i responsabili di tanta improntitudine, “vengano presi provvedimenti in modo tale da riparare a quanto trasmesso”.

“Eddai, Togni, scenni giù”, direbbero a Roma: Imma Tataranni, sostituto procuratore a Matera, si è guadagnata la fama di incorruttibile e ha totalizzato 4 milioni e mezzo di telespettatori.

centrale eolica

(foto da mailing list ambientalista, A.L.C., C.B., S.D. archivio GrIG)

  1. Donatella Mercatelli
    ottobre 21, 2022 alle 10:20 am

    per me che non guardo quasi mai la TV e mi dispiace a questo punto di non sapere nemmeno che esistesse Imma Tataranni, leggere questo articolo è stato molto interessante, grazie GrIG!

  2. sardo
    ottobre 21, 2022 alle 11:58 am

    Quanto vorremmo che ci fossero tante Imma anche in Sardegna!

  3. ottobre 21, 2022 alle 2:55 PM

    l’A.N.E.V. continua imperterrita nella propria ricerca del ridicolo 😮

    A.N.S.A., 20 ottobre 2022
    Rai a imprese eolico, Imma Tataranni è pura fantasia.
    Anev protestava per puntata su inchiesta sulle pale. (https://www.ansa.it/basilicata/notizie/2022/10/20/rai-a-imprese-eolico-imma-tataranni-e-pura-fantasia_0f88a15f-4fbc-40ba-9b6b-72fe4cde071f.html)

    ROMA, 20 OTT – La fiction “Imma Tataranni – Sostituto procuratore” “appartiene al genere delle opere di pura fantasia” e “prescinde dal requisito della verità”.

    Lo ha scritto la direttrice di Rai Fiction, Maria Pia Ammirati, in risposta a una lettera aperta di protesta da parte dell’associazione delle imprese italiane dell’eolico, l’Anev.

    Lo rende noto la stessa Anev in un comunicato.
    L’associazione aveva contestato la puntata del 13 ottobre, in cui il personaggio indagava sull’installazione di pale eoliche vicino all’abitato in Basilicata. Le pale venivano presentate come molto rumorose e pericolose per l’avifauna. Anev nella lettera aperta aveva spiegato che per legge non si possono installare turbine vicino alle abitazioni, che le pale grazie alle tecnologie moderne sono molto silenziose, che per legge vanno installate dopo uno studio sull’avifauna in loco, e che comunque lspra e Wwf ritengono trascurabili i pericoli per gli uccelli.
    Nella risposta la direttrice di Rai Fiction dichiara che “il prodotto in questione appartiene al genere delle opere di pura fantasia, caratterizzate da esigenze puramente artistiche; la narrazione degli eventi pertanto prescinde dal requisito della verità” e “dialoghi e contesti sono, infatti, frutto della libertà artistica degli autori”. “In un siffatto contesto, per lo più immaginario – prosegue Ammirati -, lo spettatore è consapevole di assistere ad una artificiosa ricostruzione” e “non sarà certamente portato a ritenere che sia stato scrupolosamente rispettato un criterio di verità”.
    “Ringraziamo il Direttore di Rai Fiction e la RAI tutta che ci risponde alla lettera di richiesta di chiarimenti in modo esauriente – scrive l’Anev nel suo comunicato -. Continuiamo però a non comprendere la ragione di una scelta così anacronistica di aver voluto mistificare la realtà per ottenere un effetto di discreditamento di una fonte pulita come quella derivante dall’eolico”.

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