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Ippodromo di Cagliari, pessime e assurde intenzioni dell’Amministrazione Truzzu.


Cagliari, PUC preliminare, trasformazione Ippodromo, scheda (2021)

La recente discussione nel Consiglio comunale di Cagliari sul piano di razionalizzazione delle partecipazioni nei vari organismi (società, consorzi, ecc.) dove l’amministrazione comunale è presente (società, consorzi, ecc.) è stata l’occasione per la Giunta per parlare del futuro dell’Ippodromo cittadino “Gen. A. Gutierrez”, attualmente gestito dalla Società Ippica di Cagliari s.r.l. in liquidazione.

Nella proposta preliminare di piano urbanistico comunale (P.U.C.), recentemente adottata dalla Giunta Truzzu, si vorrebbe destinare l’area dell’Ippodromo (18 ettari) a parco tematico Surf Park, con il solito contorno di alberghi, parcheggi, ristorazione, scuola di surf, gli immancabili campi di padel e di calcetto.

L’ennesimo tentativo speculativo sullo storico Ippodromo sembra proprio un effetto post prandiale in seguito a una peperonata al forno con le cozze.

Si afferma, con sprezzo dell’intelligenza altrui: “Non è infatti il primo esempio di questo tipo in Italia, come per esempio: Milano, Roma, Riccione, Livorno”.

Cagliari, PUC preliminare, trasformazione Ippodromo, tavola progettuale (2021) apparentemente simile a quella presentato (Wave Park Livorno, 2019) a Livorno e non realizzata

A parte le cacofonìe linguistiche, si tratta di due città senza mare (Roma e Milano), una città dove il mare fa solo pena rispetto al pur degradato Poetto (Riccione) e una città che ha pensato bene di buttare nel cestino il progetto malsano e s’è tenuta e ha rilanciato lo storico Ippodromo “Federico Caprilli” (Livorno).

Progetto che si vorrebbe riciclare a Cagliari, come le tavole suggeriscono (qui Cagliari, qui Livorno)?

L’inaugurazione dell’Ippodromo del Poetto risale al 29 aprile del 1929 e fin d’allora Cagliari fu un centro di riferimento nazionale per l’equitazione, il salto a ostacoli e le corse in piano.

Nel corso dei decenni, la città ha proposto all’attenzione nazionale e internazionale cavalieri di altissimo livello: da Paolo Dettori a Tonino Gutierrez, detentore per molti anni del record mondiale di salto a ostacoli realizzato nel 1938 con Osoppo. Poi ancora la medaglia d’argento alle Olimpiadi di Stoccolma Salvatore Oppes, la fondatrice del celebre Allevamento `De Nora’ Tona Scano Musio, fino all’olimpionico Paolo Racugno.

Se è vero che la storia dell’impianto del Poetto ha vissuto alti e bassi, attraverso la guerra mondiale e i declini fisiologici dovuti a carenze nella gestione, è vero anche che negli anni scorsi è stato oggetto di un progetto di riqualificazione (rifacimento pista, impianti, ecc.) curato dall’ing. Mauro Checcoli, fra i massimi esperti nel settore oltre che olimpionico nell’equitazione.

Un progetto diviso in lotti funzionali, da completare, con la previsione, tra l’altro, di tribune per duemila spettatori, scuderie per duecento cavalli, campi gara, maneggio coperto, sale scommesse, totalizzatore, parcheggi per mille posti-auto, ristorazione e servizi. Il tutto per un investimento complessivo di circa 6 milioni di euro, di cui 4 a suo tempo già stanziati.

Realizzare il progetto significherebbe dare lavoro a 150 persone e creare un indotto molto importante a livello regionale per il settore del Cavallo sardo.

Nel 2001 una petizione popolare per la difesa e il rilancio dell’Ippodromo, promossa anche dal Gruppo d’Intervento Giuridico, raccolse 1.500 adesioni in pochi giorni..

L’area, fra la spiaggia del Poetto e il parco naturale regionale del Molentargius,è vincolata sul piano ambientale e difficilmente uno stravolgimento simile potrebbe esser approvato.

Ma prima delle norma giuridiche dovrebbe arrivare il buon senso, che, però, non si vende al mercato.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv

Roma, Piazza di Siena, Antonio Gutierrez e Osoppo, record mondiale di salto a ostacoli (mt. 2,44)

(documenti proposta P.U.C. preliminare di Cagliari, foto d’epoca)

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  1. dicembre 16, 2021 alle 10:56 am

    da Cagliari online, 15 dicembre 2021
    Surf Park all’Ippodromo di Cagliari, il Grig contro Truzzu: “Tentativo speculativo dopo una peperonata con le cozze”.
    “Nel 2001 una petizione popolare per la difesa e il rilancio dell’Ippodromo, promossa anche dal Gruppo d’Intervento Giuridico, raccolse 1.500 adesioni in pochi giorni. L’area, fra la spiaggia del Poetto e il parco naturale regionale del Molentargius,è vincolata sul piano ambientale e difficilmente uno stravolgimento simile potrebbe esser approvato”: https://www.castedduonline.it/surf-park-allippodromo-di-cagliari-il-grig-contro-truzzu-tentativo-speculativo-dopo-una-peperonata-con-le-cozze/

    _________________________

    da Gioco News, 16 dicembre 2021
    CAGLIARI, UN PARCO TEMATICO PER SURFISTI NELL’AREA DELL’IPPODROMO: https://www.gioconews.it/ippica/69364-cagliari-un-parco-tematico-per-surfisti-nell-area-dell-ippodromo

    _____________________________________

    da You TG, 15 dicembre 2021
    Cagliari, nell’ex ippodromo un surf park: il piano del Comune che divide: https://www.youtg.net/canali/in-sardegna/41983-cagliari-nell-ex-ippodromo-un-surf-park-idea-fantapolitica-per-l-opposizione

  2. dicembre 16, 2021 alle 6:48 PM

    “Progetto malsano”, “ennesimo tentativo speculativo”: mah…
    Non vedo “alberghi” nella tavola illustrativa, “parcheggi e ristorazione” esistono pure nel progetto alternativo di rilancio dell’ippodromo. Perche’ no agli “immancabili campi di padel e di calcetto”? Mi sembrano sport validi tanto quanto l’equitazione, anzi piu’ popolari e capaci di soddisfare un pubblico piu’ ampio. Nutro invece qualche dubbio sull’ “indotto molto importante per il settore del Cavallo sardo”. Non dimentichiamo che la societa’ che gestisce l’ippodromo sta fallendo.
    Perche’ poi il surf park deve essere per forza “malsano” e “stravolgere” il valore ambientale dei luoghi? Stiamo parlando di una piscina scoperta, non di una raffineria di petrolio…
    Quanto ai premi e alle glorie passate dell’ippica cagliaritana, massimo rispetto – ma resta uno sport di nicchia che al momento “sequestra” una vasta area che potrebbe essere meglio dedicata ad attivita’ a beneficio di TUTTI

    • dicembre 16, 2021 alle 9:29 PM

      non c’è scritto da nessuna parte che il surf è “malsano”, è “malsano” il progetto (con tanto di alberghi, ben citati nell’idea progettuale, prima immagine di questo articolo) di sbaraccare l’Ippodromo esistente, con un progetto di riqualificazione già realizzato per due lotti (manca il terzo) costati già milioni di euro di fondi pubblici per un’alternativa di fatto irrealizzabile per vincoli ambientali esistenti, investimenti ancora una volta di soldi pubblici tanto ingenti quanto inesistenti.
      Lei forse non sa quanto conta il comparto equino in Sardegna (es. https://www.regione.sardegna.it/j/v/2568?s=155564&v=2&c=394&t=1) e quanta ricaduta economico-sociale può avere diffusamente sul territorio regionale.
      Non stiamo parlando di quattro cavalli e due nobilotti e nobilotte.
      Si documenti, poi ne riparliamo.

      Stefano Deliperi

  3. Alex
    dicembre 19, 2021 alle 9:57 am

    La ringrazio per le chiarificazioni e il link: interessante il discorso ippovie/ turismo rurale ma non condivido l’ottimismo sugli ippodromi. Mi sono documentato ulteriormente.
    – Le scommesse ippiche (principale introito su cui campano gli ippodromi) sono crollate del 70% in Italia dopo la legalizzazione di casino’ online e slot machine (https://www.ilgiornale.it/news/sport/febbre-cavallo-sparita-scommesse-picco-9-anni-1358598.html)
    – Crisi anche in Europa e Stati Uniti con -20% nell’ultima decade (https://www.statista.com/statistics/1017245/us-horse-racing-tracks-market-size/)
    – Media cavalli deceduti per corse in ippodromo: 10 al mese (https://www.horse-angels.it/network/cavalli/focus-sull-ippica/i-problemi-dell-ippica-dalla-parte-del-cavallo.html), in California gli ecologisti di solito si mobilitano CONTRO e non PRO gli ippodromi (!)
    Insomma perché investire ancora in un settore AGONIZZANTE? Il fatto che oltre 20 anni fa abbiamo investito (male, col senno di poi) milioni di euro di fondi pubblici nell’ippodromo non deve costituire oggi un tabù rispetto a progetti alternativi.

    • dicembre 19, 2021 alle 5:38 PM

      le cose non stanno proprio come lei le descrive:

      – il settore ippico non è finalizzato esclusivamente alle “corse ippiche”, soprattutto in una realtà come quella sarda, che – con tutta evidenza – non sembra conoscere. Circa 2.500 allevamenti con molte iniziative (es. http://www.sardegnaagricoltura.it/argomenti/incrementoippico/). Un ippodromo non vuol dire esclusivamente “corse ippiche”, ma equitazione, salto ostacoli, allevamento, preparazione e valorizzazione dei puledri, svernamento (dai più importanti centri equestri del Nord Europa vengono a svernare sulle rive del Mediterraneo). Poi l’inclusione fra le manifestazioni nazionali SNAI significa anche l’accesso al totalizzatore e alle relative ripartizioni del monte scommesse;

      – avrà letto che i decessi dei cavalli riportati nel link che ha segnalato (https://www.horse-angels.it/network/cavalli/focus-sull-ippica/i-problemi-dell-ippica-dalla-parte-del-cavallo.html) non riguardano l’Italia, dove la partecipazione di un cavallo a qualsiasi concorso ippico o di equitazione è preceduta da apposita idoneità fisica e obbligatoriamente valutata da veterinario;

      – che il settore sia “agonizzante” lo dice lei. vada a raccontarlo a quei sempliciotti dei livornesi che han preferito rilanciare lo storico Ippodromo “Federico Caprilli” piuttosto che trasformarlo in un disneyano Surf Park condito di cemento;

      – un’associazione ambientalista contrasta una proposta di radicale trasformazione con impiego di corposi fondi pubblici di un’area di rilievo ambientale e oggi destinata a un’attività di impatto ambientale pressochè nullo per realizzarvi un Surf Park sul mare con un bel po’ di cemento per condimento.

      Buona serata.

      Stefano Deliperi

      • Alex
        dicembre 22, 2021 alle 11:59 PM

        – Che il settore dell’ippica sia agonizzante non lo dice solo il sottoscritto ma anche diversa stampa nazionale (es. https://www.linkiesta.it/blog/2012/04/darsi-allippica-meglio-di-no-50000-posti-a-rischio/). – – – Quanto al cemento sono d’accordo: l’area deve mantenere una destinazione d’uso sportiva e non commerciale. Al Poetto esiste un problema di malamovida e delinquenza giovanile, lo sport è spesso un efficace strumento di contrasto. La scelta di QUALE sport (ippica, padel, surf, calcetto, minigolf, basket, etc) la lascerei alla volontà popolare e a opportune valutazioni economiche. Faccio notare che, se l’ippica stenta (oltre a essere collegata al gioco d’azzardo e alla sofferenza di animali, anche in Italia es. https://www.horseprotection.it/it/news/17/3311/ippica_muore_un_cavallo_in_pista_a_cesena_aveva_solo_5_anni_ma_gi_116_corse_sulle_spalle), il padel è lo sport che cresce più rapidamente al mondo.

      • dicembre 23, 2021 alle 11:00 am

        abbiamo capito che il padel le piace, ma è una questione di gusti.
        Non si è ancora capito per quale motivo dovrebbe esser legittimata e finanziata con ingenti soldi pubblici una speculazione immobiliare ammantata di “sport”.
        Il settore del cavallo (non solo “ippica”) soffre le difficoltà di quasi tutti i settori con rilevanza economica a causa prima della crisi economica mondiale aggravata dalla ben nota pandemia di coronavirus Covid-19, di cui in tanti ci siamo accorti.
        Ma un settore che conta 2500 allevamenti in Sardegna difficilmente può dirsi “agonizzante”.
        Tanto è “agonizzante” che a Livorno, caso inopinatamente citato da chi vorrebbe “far fuori” l’Ippodromo del Poetto, lo storico Ippodromo “Federico Caprilli” è stato riqualificato e rilanciato (vds. https://it.wikipedia.org/wiki/Ippodromo_Federico_Caprilli, https://www.livornosera.it/eventi-livorno/ippodromo-caprilli-al-via-le-corse-il-calendario-con-le-date/).
        Come le ho già scritto, ogni manifestazione in Italia è seguita da puntuali controlli veterinari sulla salute dei cavalli, poi se non le interessa è tutt’altro paio di maniche.
        I 75 box per cavalli dell’Ippodromo del Poetto, per la cronaca, sono tutti occupati, alla faccia della “agonia”.
        Buon Natale!

        Stefano Deliperi

  4. Gio.
    dicembre 27, 2021 alle 11:15 am

    Concordo spesso e volentieri con i contenuti e le iniziative del GRIG e approvo anche in questo caso il giudizio complessivo sulla inopportunità e poca decenza del progetto presentato dal Comune. Cionondimeno non si può ne si deve nascondere il fatto che il settore dell’allevamento dei cavalli sia, a Cagliari e nella sua area metropolitana, del tutto residuale. E’ pur vero che ci sono luoghi in Sardegna dove queste attività sono ancora diffuse e vitali (Oristano, Chilivani e dintorni), ma più per scelte politiche che per tradizione, ritengo, non si è localizzato a Cagliari e nella sua area circostante, un polo di riferimento per questo settore. L’ippodromo è abbandonato da decenni, e fa più bella figura di se come canneto ormai, che come struttura sportiva. Partendo dal presupposto che nessun futuro impiego può ne deve ledere i valori principali della tutela dell’ambiente e del paesaggio, in un contesto così delicato, esistono delle analisi che possono ben orientare la scelta dell’uno o altro impiego dell’area, come l’analisi benefici / costi, e che, non necessariamente promuoveranno la conservazione di uno spazio destinato all’equitazione. Con buona pace di tutti.

    • dicembre 27, 2021 alle 6:35 PM

      ma nessuno pensa all’Ippodromo di Cagliari quale riferimento “minimalista” per la sola area del Cagliaritano.
      L’Ippodromo – così come recentemente fatto a Livorno – potrebbe e dovrebbe essere la “vetrina del Cavallo” per tutta la Sardegna.
      Posizione ottimale, vie di collegamento, collegamenti aerei, maggiore bacino d’utenza, costituiscono dei punti di forza in proposito.
      L’Ippodromo non è “abbandonato da decenni” (i 75 box per Cavalli sono tutti occupati), è volutamente sotto utilizzato da decenni, il che è ben diverso.
      Una scelta politica stupida e autolesionista, tant’è che del progetto complessivo ne sono stati realizzati due lotti su tre.
      E tale scelta politica fa capire quanto pesi la solita, consueta, brama speculativa dove la proposta destinazione surfistica e sportiva fa da specchietto per le allodole per i soliti, consueti, progetti alberghieri e di servizi commerciali vari (fatti da chi?).

      Buona serata.

      Stefano Deliperi

  5. giugno 29, 2022 alle 2:40 PM

    da La Nuova Sardegna, 29 giugno 2022
    «Il mondo del cavallo è vivo. Produzione in costante crescita».
    Raffaele Cherchi, direttore generale dell’agenzia regionale Agris: «Non solo è stato arrestato il trend negativo, ma si è riusciti a invertirlo». (Roberto Petretto) (https://www.lanuovasardegna.it/regione/2022/06/28/news/il-mondo-del-cavallo-e-vivo-produzione-in-costante-crescita-1.100027333)

    Sassari Non ci stanno a passare come i protagonisti di un settore allo sbando: allevamento, commercializzazione, utilizzo sportivo del cavallo in Sardegna sono stati un fiore all’occhiello riconosciuto in tutto il mondo. Poi la crisi: seria e articolata. Ma dalla quale forse si sta uscendo: «Il mondo del cavallo mostra segni di ripresa: il calo del 60-65 % delle fattrici in produzione (e, aggiungerei, di tutti gli altri indicatori) è veritiero ma si riferisce al periodo che va dalla soppressione dell’Istituto incremento ippico (2005) sino al 2013-2014 – dice Raffaele Cherchi, direttore generale dell’agenzia regionale Agris – . Il dato consolidato riferibile al 2018 è, invece, di 280 anglo arabi, quasi tutti di linea “corsa” più 201 aella italiano. Mentre negli ultimi 20 anni il picco più basso della produzione è stato nel 2014 con soli 173 Anglo Arabi e 220 Sella italiano. Dal 2014 ad oggi la produzione (fattrici coperte e soggetti nati) è in costante crescita e recupero».

    L’Agris, dopo l’uscita di scena dell’Istituto di incremento ippico, è il referente regionale per il settore dell’allevamento equino: «Dal 2013 la Regione – dice ancora Raffaele Cherchi, consapevole degli errori commessi precedentemente, ha iniziato a interessarsi nuovamente del comparto mettendo in campo degli interventi, inizialmente a favore soltanto del sistema ippica-ippodromi».

    Interventi di sostegno e di impulso che si sono perfezionati con l’introduzione, nella legge finanziaria del 2015. In particolare dell’articolo 16 che prevede degli stanziamenti «per il rilancio coordinato del comparto ippico nelle more dell’approvazione di una legge di riordino del comparto ippico ed equestre».

    «Ogni anno la Regione ha confermato negli strumenti normativi e con apposite deliberazioni della Giunta regionale, tale finanziamento in attesa dell’approvazione della legge del comparto. Da allora, seppure nelle mille difficoltà di un finanziamento annuale che non consente una programmazione di ampio respiro, sono state messe in campo una lunga serie di azioni a favore delle varie componenti del comparto: ippica, salto ostacoli, endurance, dressage, completo di equitazione, allevamento, tradizione».

    Azioni che hanno consentito «non solo di arrestare il trend negativo ma d’invertirlo decisamente – prosegue il direttore di Agris -. Per essere ancora più chiari se non ci fossero stati tali interventi della Regione, i 3 ippodromi della Sardegna sarebbero chiusi da un pezzo. È ingeneroso non considerare quanto sinora è stato fatto ricordando a tutti che la Sardegna è l’unica Regione italiana che interviene in maniera così importante sul comparto ippico compensando, almeno in parte, anche le gravissime carenze dei livelli di responsabilità nazionali».

    Qualcosa è stato fatto, ma di certo non basta. Ferma nei cassetti del consiglio regionale c’è una legge che è già passata al vaglio delle commissioni competenti e che ora attende l’esame dell’aula. Da due anni. «Ora si attende che dall’intervento emergenziale si passi a quello strutturale e coordinato previsto dalla norma – conclude Cherchi -. L’immagine della Sardegna del cavallo, nelle ultime due decadi ha perso molto della sua fama positiva e che è quanto mai necessario avere un quadro normativo di riferimento aggiornato».

    Non è neanche facile delineare un quadro preciso dello stato dell’arte: «Ad oggi non esiste ancora un dato preciso sulla consistenza degli equidi in Italia e sulla sua distribuzione tra razze, attitudini eccetera. né gli organi preposti, sinora, hanno potuto fornire un feedback annuale della situazione. Chiunque volesse avventurarsi nell’operazione di descrivere dettagliatamente il quadro attuale si dovrebbe armare di tempo e molta pazienza per ricostruire i vari dati non aggregati e custoditi a livello nazionale».

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