Alle battute finali il procedimento penale contro la marea nera nel Golfo dell’Asinara.

uccello marino incatramato
Davanti al Tribunale penale di Sassari in composizione monocratica (dott. Salvatore Marinaro) si è tenuta (18 settembre 2018) una nuova udienza del dibattimento penale riguardante la devastante marea nera che nel gennaio 2011 inquinò il Golfo dell’Asinara.
Ormai, come il Cielo ha voluto, siamo alle battute finali del lungo dibattimento penale avviato nel 2013 e il pubblico ministero Paolo Piras ha chiesto la condanna dei tre imputati a un anno di reclusione, con la sospensione condizionale della pena, e al risarcimento dei danni.
Nel procedimento penale, grazie all’istanza presentata l’8 ottobre 2013 dall’avv. Guido Rimini, del Foro di Sassari, è costituita parte civile (ordinanza 12 novembre 2013) l’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus.
Imputati nel processo per l’ingente sversamento di olio combustibile in mare sono l’allora direttore della centrale termoelettrica di Fiume Santo della multinazionale E.On, Marco Bertolino, Salvatore Signoriello, poi manager di E.On Produzioni Italia e direttore tra il marzo del 2000 e il luglio 2002, quando proprietaria dell’impianto era l’Endesa Italia s.p.a., e Francesco Capriotti, manager di Enelpower dal 2002 fino al settembre 2004.

Golfo dell’Asinara, marea nera, inquinamento
I reati contestati a tutti sono quelli inerenti al disastro ambientale colposo determinato dal crollo colposo aggravato dalla previsione dell’evento (riguardante la rottura dell’oleodotto, da cui derivò lo sversamento in mare) e deturpamento delle bellezze naturali (reato ormai prescritto).
E’ opportuno ricordare che la centrale termoelettrica di Fiume Santo (Porto Torres), oggi di proprietà della EP Produzione s.p.a., quando era proprietà della E.On era felicemente e serenamente dotata di certificazione EMAS ISO 14001 sul piano del rispetto dell’ambiente.
“Nella Centrale sono attualmente in funzione due gruppi di generazione a carbone ognuno della potenza nominale di 320 MW. Le due unità alimentate a olio combustibile, entrate in esercizio negli anni 1983-84, di potenza nominale di 160 MW ciascuna, sono state definitivamente fermate il 31/12/2013 e sono attualmente in fase di dismissione”, come dichiara E.P Produzione, che ha ottenuto la certificazione al nuovo sistema di gestione della qualità ISO 9001:2015.
Nel gennaio 2011 accadde però un vero e proprio disastro ambientale.
Lo sversamento di olio combustibile in mare interessò l’intero Golfo dell’Asinara: la maggior parte dell’olio combustibile andò a incatramare verso est il litorale fra Platamona e Marritza, ma la chiazza oleosa nera raggiunse anche spiagge, scogliere e calette della Gallura, fino alla Maddalena e Caprera, nel parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, giungendo, a ovest, fino alle coste dell’Asinara, omonimo parco nazionale.
Nel dibattimento penale è, quindi, presente il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus insieme alle amministrazioni locali lese dall’inquinamento e ad altre associazioni ambientaliste.
Non ci sono, invece, lo Stato e la Regione autonoma della Sardegna.
Non si sono costituiti parte civile.
Sono convitati di pietra.

Gabbiano reale (Larus michahellis, foto Cristiana Verazza)
Da un lato, con la mozione n. 281/32 approvata l’8 ottobre 2013 il Consiglio regionale sardo aveva impegnato la Giunta Cappellacci “ad attivarsi e ad attivare tutti gli strumenti messi a disposizione dalla legge vigente, affinché si costituisca parte civile ai sensi dell’articolo 74 e successivi del Codice di procedura penale, nella tutela dell’interesse della Sardegna in tutti i processi celebrati nel suo territorio nel quale sono contestati reati che presuppongono il presunto esercizio di condotte illecite che hanno determinato veri e propri disastri ambientali, comportando la grave compromissione delle condizioni ambientali della nostra Isola”.
Ovviamente, al pari di quanto fatto riguardo il procedimento penale sulle bonifiche mancate a La Maddalena, a suo tempo Ugo Cappellacci e la sua Giunta regionale han fatto orecchie da mercante.
Dall’altro, il Ministero dell’ambiente sarebbe stato frenato dall’Avvocatura dello Stato, mentre il prof. Paolo Dell’Anno, esperto di diritto ambientale, ricopriva il ruolo di consulente giuridico del precedente Ministro dell’ambiente Corrado Clini pur essendo difensore della E.On.
Conflitto non di legittimità ma di palese opportunità.
In seguito l’ex Ministro dell’ambiente Andrea Orlando aveva assicurato che avrebbe avviato una parallela causa civile per il risarcimento dei danni, come richiesto dal Gruppo d’Intervento Giuridico onlus fin dal gennaio 2011.
Finora non se ne sa nulla.
Oltre ai tentennamenti delle amministrazioni pubbliche competenti, è poi la santa prescrizione che porta a chiedersi se sarà mai definitivamente individuato e sanzionato un responsabile di quanto accaduto.
Dal canto nostro, non lasceremo nulla d’intentato per difendere l’ambiente violato e il popolo inquinato.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Porto Torres, marea nera, ricostruzione dell’incidente
da La Nuova Sardegna, 19 settembre 2018
Marea nera, il pm chiede un anno per i 3 imputati. Vertici E.On accusati di disastro ambientale colposo per lo sversamento di olio combustibile nel 2011. (Nadia Cossu)
Condanna di un anno per ciascuno dei tre imputati (con la sospensione condizionale della pena) finiti a processo davanti al giudice Salvatore Marinaro per disastro ambientale colposo e deturpamento delle bellezze naturali (reato prescritto). E’ questa la richiesta fatta dal pubblico ministero Paolo Piras per la vicenda del terribile inquinamento del 2011 quando 40mila litri di olio combustibile si riversarono in mare (era la notte tra il 10 e l’11 gennaio di sette anni fa) dalla banchina di Fiume Santo causando un disastro ambientale di incredibili proporzioni. Sotto accusa finirono il manager di Fiume Santo Marco bertolino, Salvatore Signoriello (amministratore delegato di E.On Produzioni) e Francesco Capriotti, manager di Enelpower dal 2002 fino al 2004. Un inquinamento che interessò il mare dell’Asinara inondando le acque di uno dei golfi più belli del Mediterraneo.
“Sedici chilometri di costa ‘densi’ di olio combustibile, 450 tonnellate di rifiuti raccolte, attività ricettive del litorale che hanno presentato domanda di risarcimento al Comune per il danno di immagine che ha avuto ripercussioni sulle loro attività”. Così, per citare una delle tante testimonianze rese in aula, il sindaco di Sorso Giuseppe Morghen aveva descritto gli effetti che l’inquinamento aveva prodotto nel litorale di Platamona. E proprio i Comuni di Sorso, Stintino, Castelsardo e Porto Torres si sono costituiti parte civile nel processo contro gli allora vertici di E.On insieme ad alcune cooperative di pescatori e associazioni ambientaliste.
Diversi testi della Procura durante il processo hanno spiegato che l’inquinamento non arrivò dalla nave che stava scaricando l’olio combustibile ma dalle condutture di terra – probabilmente non sottoposte alla dovuta manutenzione – che servivano a trasportare il prodotto dalla nave ai serbatoi. Nell’ottica dell’accusa gli imputati non avrebbero disposto le necessarie manutenzioni degli impianti che avrebbero potuto evitare lo sversamento di quell’enorme quantità di olio in mare. Ieri hanno discusso anche alcuni avvocati di parte civile, Antonio Meloni, Patrizia Foddai, Paolo Cosseddu (che rappresentano alcuni pescatori insieme al collega Pierluigi Carta) che hanno sollecitato provvisionali per centinaia di migliaia di euro.
Proseguiranno le parti civili il 25 ottobre e il 18 dicembre sarà la volta dei difensori Giuseppe Conti e Paolo Dell’Anno.

ginepro, mare, cielo
(immagine da La Nuova Sardegna, foto Cristiana Verazza, S.D., archivio GrIG)
Il vero disastro , che continua in questo paese, e’ la lungaggine della giustizia e l’iniquita’ e certezza della pena. Inquinare, incassare soldi non dovuti, sara’ sempre una passeggiata per questi personaggi !!
al largo della Corsica.
A.N.S.A., 7 ottobre 2018
Collisione tra navi in Corsica, in mare una chiazza di 10 kmq.
Motonave ha colpito portacontainer. Allarme inquinamento: http://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/10/07/collisione-tra-due-navi-al-largo-corsica_f881c71e-1cfd-4b1b-b895-46968cda95cf.html
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da Il Fatto Quotidiano, 7 ottobre 2018
Corsica, allarme inquinamento dopo scontro tra navi: “Chiazza di carburante da 10 chilometri quadrati in mare”: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/07/corsica-allarme-inquinamento-dopo-scontro-tra-due-navi-chiazza-di-carburante-da-10-chilometri-quadrati-in-mare/4676905/
A.N.S.A., 9 ottobre 2018
Collisione tra navi in Corsica, in mare una chiazza estesa 20 km.
Motonave ha colpito portacontainer, allarme inquinamento: https://www.ansa.it/sito/notizie/cronaca/2018/10/07/collisione-tra-navi-in-corsica-in-mare-una-chiazza-di-10-kmq_8326e311-81b0-4352-b3d5-36576e1dc285.html
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da Il Fatto Quotidiano, 9 ottobre 2018
Incidente navi tra Corsica e Italia, Ispra: “Se meteo peggiora, recupero più difficile e il combustibile può colpire i pesci”.
La collisione fra un traghetto e una portacontainer avvenuta domenica mattina nel mar Tirreno, tra la Corsica e Capraia, ha provocato la fuoriuscita di sostanze inquinanti che si sono estese per 27 chilometri nella zona del Santuario dei cetacei. Il recupero è in corso, ma l’Istituto di protezione e ricerca ambientale avverte: “Aumento del moto ondoso porterà la chiazza nera sotto la superficie del mare e apparirà solo quando sarà in prossimità della costa”: https://www.ilfattoquotidiano.it/2018/10/09/incidente-navi-tra-corsica-e-italia-ispra-se-meteo-peggiora-recupero-piu-difficile-e-il-combustibile-puo-colpire-i-pesci/4680778/
..è affascinante la capacità d’inquinare di ‘sta gente…
da La Nuova Sardegna, 13 giugno 2019
Disastro ambientale nell’area industriale di Porto Torres, indagati tre dirigenti Syndial.
Scoperta una discarica abusiva di quattro ettari utilizzata per raccogliere gli scarti di processi chimici del fosforo: http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2019/06/13/news/disastro-ambientale-a-porto-torres-indagati-tre-dirigenti-syndial-1.17835792?ref=hfnsssea-1
nessun colpevole, la canaletta evidentemente si è suicidata…
da La Nuova Sardegna, 18 settembre 2019
Marea nera a Fiume Santo: assolti tutti gli imputati.
La formula scelta dal giudice Salvatore Marinaro: «Il fatto non sussiste». Il pm Paolo Piras aveva chiesto la condanna a un anno di reclusione: http://www.lanuovasardegna.it/sassari/cronaca/2019/09/18/news/marea-nera-a-fiume-santo-assolti-tutti-gli-imputati-1.17883631