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A Portoscuso la catena alimentare è ormai irrimediabilmente compromessa?


Portoscuso, porto e zona industriale di Portovesme

Portoscuso, porto e zona industriale di Portovesme

E’ pervenuta la risposta (nota prot. n. PG/201416911 dell’11 giugno 2014) da parte della Direzione generale dell’Azienda USL n. 7 di Carbonia riguardo la richiesta di informazioni a carattere ambientale e di adozione degli opportuni interventi inoltrata (30 aprile 2014) dall’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus  concernente la predisposizione e lo svolgimento di un adeguato monitoraggio della qualità delle sostanze destinate al consumo alimentare prodotte nel territorio comunale portoscusese (regolamento CE n. 466/2001).

Erano stati coinvolti anche il Ministero dell’ambiente, gli Assessorati regionali della difesa dell’ambiente e della sanità, il Comune di Portoscuso, l’A.R.P.A.S., la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Cagliari e la Commissione europea.

La situazione esposta dalla Direzione generale dell’Azienda USL n. 7 di Carbonia, frutto di analisi e monitoraggi che si protraggono da lunghi anni, appare decisamente orientata verso gli scenari peggiori: forse la stessa catena alimentare è ormai compromessa.

Infatti, “gli esiti” dei monitoraggi condotti con la stretta collaborazione dell’I.S.P.R.A. e dell’Istituto Superiore di Sanità hanno portato alla “richiesta al Sindaco del Comune di Portoscuso di adozione di provvedimenti contingibili e urgenti che al momento consistono in:

* divieto di commercializzazione/conferimento del latte ovicaprino prodotto da sette allevamenti operanti sul territorio comunale con avvio a distruzione presso impianto autorizzato;

divieto di movimentazione in vita e di avvio a macellazione dei capi allevati presso le attività produttive del territorio, nelle more della effettuazione di verifiche  mirate sulla eventuale presenza di diossina nelle carni;

* permane il divieto di raccolta dei mitili e dei granchi nel bacino di Boi Cerbus;

*  permane divieto di commercializzazione e raccomandazione di limitazione del consumo di prodotti ortofrutticoli e vitivinicoli prodotti nel territorio”.

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

In poche parole,  a Portoscuso non si può vendere il latte ovicaprino né fare allevamento ovicaprino, non si possono raccogliere mitili e crostacei, non si possono vendere frutta, verdura e vino, chi li consuma lo fa a rischio e pericolo.

Quanto accaduto negli ultimi anni è emblematico.

Nel gennaio 2012 l’Azienda sanitaria locale n. 7 di Carbonia, dopo aver acquisito i dati di una recente relazione dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dell’ambiente, così aveva ammonito: “…si ritiene necessario informare la popolazione di Portoscuso di fare in modo di differenziare la provenienza dei prodotti ortofrutticoli da consumare per la fascia di età dei bambini da 0 a 3 anni. Occorre perciò fare in modo che in questa fascia di età non siano consumati esclusivamente prodotti ortofrutticoli provenienti dai terreni ubicati nel Comune di Portoscuso.

In precedenza, nel dicembre 2009 era – ancora una volta – il turno dell’inquinamento da piombo nel vino (16 campioni su 60 superavano del doppio il limite massimo di 0.2 mg/kg di piombo) e nei molluschi bivalvi: i risultati delle analisi svolte sul mosto dall’A.R.P.A.S. erano giunte da un mese, ma nessun’autorità competente aveva preso provvedimenti, mentre il Sindaco di Portoscuso emetteva un’ordinanza contenente il divieto di raccolta e consumo dei molluschi bivalvi.

In questi ultimi mesi è stato è il turno del latte di pecora, troppo ricco di piombo, e del latte di capra, troppo ricco di diossina.

Insomma, non ci vuol molto a supporre una compromissione della stessa catena alimentare.

In base al regolamento CE n. 466/2001 sono prescritti limiti di tollerabilità degli inquinanti nelle sostanze destinate all’uso alimentare e precisi monitoraggi degli alimenti: in varie occasioni le associazioni ecologiste Amici della Terra e Gruppo d’Intervento Giuridico ne hanno richiesto lo svolgimento alle amministrazioni pubbliche competenti, sempre con risposte tranquillizzanti. Ora non più.

Facussa

Facussa

Eppure la situazione dovrebbe esser ben diversa.

Ilpiano di disinquinamento per il risanamento del territorio del Sulcis – Iglesiente(D.P.C.M. 23 aprile 1993), sulla base della dichiarazione di zona ad alto rischio ambientale (D.P.C.M. 30 novembre 1990, legge regionale n. 7/2002), ed il successivo accordo di programma attuativo (D.P.G.R. 3 maggio 1994, n. 144) hanno in gran partebeneficiato economicamentele medesime industrie responsabili dello stato di inquinamento dell’area. L’obiettivo era quello del disinquinamento e del risanamento ambientale. Obiettivo, a quanto pare, miseramente fallito, tant’è che sono risultate in seguito molto negative le caratteristiche qualitative del fondo naturale delle acque e dei suoli, come accertato (2009) dall’A.R.P.A.S.

Di fatto è sempre peggiore la situazione ambientale e sanitaria di Portoscuso.

In un ambiente ormai fortemente degradato e contaminato, tanto da vantare record poco lusinghieri, anche nel campo del deficit cognitivo infantilee della piomboemia: già nel 2008 l’Università di Cagliari (Dipartimento di sanità pubblica, Sezione Medicina del lavoro) nel corso di una ricerca (Plinio Carta, Costantino Flore) affermò chiaramente la sussistenza di deficit cognitivi in un campione di bambini di Portoscuso, dovuto a valori di piombo nel sangue superiori a 10 milligrammi per decilitro. La letteratura medica, infatti, indicaun’associazione inversa statisticamente significativa tra concentrazione di piombo ematico e riduzione di quoziente intellettivo, corrispondente a 1.29 punti di QI totale per ogni aumento di 1 µg/dl di piomboemia.

A Portoscuso si va dai fumi di acciaieria, che vedono il centro suscitano diventarne la pattumiera d’Europa, al bacino dei fanghi rossi e al relativo inquinamento, dagli sversamenti in mare di inquinanti alle discariche illecite di rifiuti tossico-nocivi, alle nubi di fluoro, ai traffici illeciti di rifiuti industriali.

Carloforte, centro storico visto dal mare

Carloforte, centro storico visto dal mare

E le preoccupazioni per la qualità dell’ambiente e della salute pubblica, giustamente, si estendono ai Comuni vicini, come Carloforte.

Non è un caso che in Sardegna – nella mitica isola del sole, del mare e delle vacanze – vi sia la maggiore estensione nazionale di siti contaminati: complessivamente 447.144 ettari rientrano nei due siti di interesse nazionale (S.I.N.) per le bonifiche ambientali del Sulcis-Iglesiente-Guspinese (D.M. n. 468/2001) e di Sassari-Porto Torres (L.n. 179/2002). Recentemente (31 gennaio 2013) è stato riclassificato quale sito di interesse regionale (S.I.R.) l’Arcipelago della Maddalena (O.P.C.M. 19 novembre 2008). Evitiamo noi sardi una volta tanto vittimismo e ignavia, è necessario realizzare bonifiche ambientali, riconversioni economico-sociali e anche almeno un po’ di giustizia.

Vogliamo voltare pagina una buona volta?  Forse siamo ancora in tempo.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

 

Cagliari, Palazzo di Giustizia, sit in ecologista

Cagliari, Palazzo di Giustizia, sit in ecologista

 

ordinanza sindaco Portoscuso n. 27 del 28 aprile 2014 (distruzione e smaltimento latte caprino Allevamento Anna Maria Claudia Gessa)

ordinanza sindaco Portoscuso n. 25 dell’11 aprile 2014 (distruzione e smaltimento latte ovino Allevamento Giuseppina Melis)

ordinanza sindaco Portoscuso n. 24 dell’11 aprile 2014 (distruzione e smaltimento latte ovino Allevamento Gianpaola Pinna)

ordinanza sindaco Portoscuso n. 23 dell’11 aprile 2014 (distruzione e smaltimento latte ovino Allevamento Giuseppe Ennas)

 

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

Portoscuso, polo industriale di Portovesme

 

 

comunicato stampa ASL n. 7 (23 gennaio 2012)

 

 

(foto per conto GrIG, S.D., archivio GrIG)

  1. capitonegatto
    giugno 12, 2014 alle 9:55 am

    Quanti Cantone ci vorrebero per sanare quest’altro aspetto del malgoverno di questo paese, isola o penisola non importa ? Troppi controlli sono la causa ? Balle . Se, se ne mettono pochi , al massimo la torta di pochi sara’ piu ricca. E’ la qualita’ e serieta’ dei controlli la chiave di volta. E’ chiaro che se serve l’acciaio lo si deve produrre , ma attenzione a non distruggere i beni primari dei cittadini. Si , ma come fare ? La ricetta c’e’ : serieta’, competenza, trasparenza, coinvolgimento dei cittadini prospettando pro e contro di ogni intervento sul territorio, ecc,ecc. Si , ma abbiamo un masterscef che la sappia mettere in pratica ?? A questo quesito solo i cittadini possono dare risposta con il prossimo voto, e a tutte le associazioni di denuncia dei problemi .

  2. giugno 12, 2014 alle 3:05 PM

    da Sardinia Post, 11 giugno 2014
    Portoscuso, catena alimentare ‘spezzata’ dai veleni: http://www.sardiniapost.it/cronaca/portoscuso-catena-alimentare-spezzata-dai-veleni/

    _______________________________________

    da CagliariPad, 11 giugno 2014
    Portoscuso, piombo e diossina in vino, latte, frutta e verdura. “Catena alimentare compromessa?”
    Gruppo di Intervento giuridico: “Non si può vendere il latte ovicaprino né fare allevamento, non si possono raccogliere mitili e crostacei, non si possono vendere frutta, verdura e vino, chi li consuma lo fa a rischio e pericolo”: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=9184

    _____________________________

    da Provincia del Sulcis Iglesiente, 12 giugno 2014
    Emergenza ambientale a Portoscuso, domani vertice al ministero: http://www.laprovinciadelsulcisiglesiente.com/wordpress/2014/06/emergenza-ambientale-a-portoscuso-domani-vertice-al-ministero/

  3. Nico
    giugno 12, 2014 alle 3:08 PM

    ho notato il silenzio su una notizia gravissima come questa: il territorio di Portoscuso è “morto” e non c’è un giornale che ne parli, tutti dietro alle cazzate di Mauro Pili.

  4. shardana
    giugno 12, 2014 alle 3:37 PM

    Purtroppo CAP,i cittadini hanno votato chi vuole continuare a tenere in piedi le fabbriche dei veleni .Non a caso il pdexmenoelle ha preso un fracco di voti,di scambio logicamente.Se voti rubiu la cricca sulcitana continua a ingrassare e la popolazione a morire.Ci siamo dimenticati che Soru il modernista è per il carbone sulcis e,sempre lui aveva aumentato le scorie da smaltire a portovesme.Perchè alla fine la portovesme funziona come un bruciatore.Avete letto oggi nell’unione sarda quanto hanno fatto sparire quelli della ILA,anche loro trafficavano in alluminio e invece di spendere i soldi per le migliorie della fabbrica se li pappavano.Che belle abbuffate sulle spalle e la salute della gente,vi và bene che il sistema è dalla vostra parte e si vede altrimenti la portovesme non continuerebbe a scaricare nell’aria, di notte in maniera massiccia tutti i veleni che scarica.Mi chiedo Grig e spero di ricevere anche una risposta,ma perchè la procura o chi per lei non muove un dito contro questo genocidio?Perchè l’ENEL può continuare a bruciare merda,come del resto la portovesme senza che nessuno intervenga?Una cosa sono le ordinanze che vietano la vendita di prodotti avvelenati un’altra sono i controlli sui prodotti che vengono lasciati vendere sui banchi dei mercati senza specificarne la provenienza.questo vale per frutta,prodotti ortofrutticoli,pesce,uva e di conseguenza vino,cozze,vongole,pesci d’allevamento.A proposito,qualcuno mi deve spiegare come a boe cerbus si vieti la raccolta di molluschi bivalvi e non di spigole,orate,muggini…………Vi chiedo Grig,ma una denuncia di omissione alla comunità europea nei confronti di chi tace complice non servirebbe a qualcosa?

    • giugno 13, 2014 alle 2:32 PM

      quello che in questo povero Paese manca sono i controlli amministrativi, per cui tutti sperano che arrivi la magistratura e i carabinieri a sirene spiegate, quando dovrebbero, semplicemente, essere i vigili sanitari a perlustrare i mercati.
      Una denuncia a chi e per che cosa?
      L’esposto in proposito l’abbiamo già fatto (più volte) e questi sono i primi riscontri.

      Stefano Deliperi

  5. shardana
    giugno 12, 2014 alle 3:46 PM

    Più che di Mauro pili che a torto o a ragione dice delle cose giuste i riflettori sono puntati su chi dorme in tenda o chi và a Roma a battere caschi.Ma nessuno parla delle migliaia di persone che muoino di cancro,di infarto,di malattie respiratorie………tutti zitti se no vi additano.Mi chiedo anche come possano i medici anche quelli generici stare zitti su queste situazioni,la chiesa,gli operai stessi che fuori dal lavoro raccontano di cose raccapriccianti,ma poi su F.B.attaccano chi pubblicizza i dati.VERGOGNATEVI

  6. giugno 12, 2014 alle 6:15 PM

    da La Nuova Sardegna, 12 giugno 2014
    Portoscuso, l’Asl conferma i rischi sull’alimentazione.

    A Portoscuso non si può vendere il latte ovicaprino, non si possono raccogliere nè mitili nè crostacei, non si possono vendere frutta, verdura e vino. E chi li consuma lo fa a suo rischio e pericolo. Questo è quanto è emerso dalla risposta della Asl di Carbonia al gruppo d’intervento giuridico. L’associazione ecologista aveva chiesto di effettuare un monitoraggio sulla qualità delle sostanze destinate al consumo alimentare prodotte nel territorio comunale di Portoscuso. nella sua risposta dettagliata la Asl ha invitato il sindaco a prendere provvedimenti urgenti per vietare la vendita di latte ovicaprino, l’allevamento di pecore e capre, la raccolta di mitili, il commercio di frutta e verdura.

  7. shardana
    giugno 13, 2014 alle 2:18 PM

    Vai a dire alla gente che il vino che produce,beve e vende è al piombo,ti impallina con il fiato.Chi controlla la frutta del piccolo produttore sulcitano che vende in strada o al mercato?Anche ponzio pilato se ne era lavato le mani e con le ordinanze si sono parati il culo ma dai controlli sono latitanti.HASTA GRIG

  8. shardana
    giugno 13, 2014 alle 2:19 PM

    Mi scuso,ma perchè poi solo a portoscuso?

  9. Zizu'
    giugno 16, 2014 alle 12:22 am

    Vista la situazione e il precedente a taranto chiedo a Grig : Possiamo avere dati anche su un campione di latte materno ? Compreso Carloforte ? .grazie

  10. Bio IX
  11. Domenico Mugugno
    agosto 2, 2014 alle 5:17 PM

    Miracolo.ALLELUIA ALLELUIA dopo le ultime analisi la asl ha deciso che le carni ,il latte ,i formaggi degli allevamenti di portoscuso e dintorni si possono di nuovi mangiare e bere e il sindaco alimonda con una nuova ordinanza annulla il divieto precedente che ne vietava la vendita Tutto viene rimesso in commercio,chissà che gli ignari turisti(pochi per fortuna) non si comprino un pò dio casu visto che il casu marzu non si può vendere.In un mese sparito l’inquinamento da DIOssina,mi chiedo cosa può essere cambiato……….un miracolo sicuramente.

  12. Carlo Forte
    agosto 2, 2014 alle 7:06 PM

    Forse Domenico,non era DIOssina ma BIOssina

    • Bio IX
      agosto 3, 2014 alle 5:05 PM

      Sarà tutto tornato, come sempre, entro i limiti di legge, quindi ci si ammalerà e si morirà a norma di legge. Meglio di così … si muore

  13. Shardana
    agosto 3, 2014 alle 8:20 PM

    ……….e continueranno a rubare(mi direte, quando hanno mai smesso)soldi e vite umane,tutti insieme appasionatamente.Con le fabbriche che devono trasformare i fanghi rossi in inerti,con le migliorie della ex ILA,con l’ALCOA che scaricherà il fluoro a cielo aperto,con lo smaltimento di rifiuti radioattivi alla PORCOVESME SRL,con il bacino dei fanghi rossi sempre più FANGHI e meno ROSSI,con l’ARPAS che dice che è tutto a norma,con la chiesa che più gente muore e più si riempie il paradiso di vittime innocenti,con il bacino di voto di scambio,anche quello sempre più rosso,se nò come faceva pigliaru a prendere tanti voti,con la ASL, che dice che le uova hanno la diossina per gli incendi scoppiati in zona!con l’ENEL che continua a scaricare bio masse e carbone tranquillamente all’imbarco dei traghetti,con il vento che semina polveri inquinanti in mare e banchina,e GREENPEACE che non parla mai della centrale a carbone di portovesme e dei morti che semina.Ma DIO si ricorderà di voi,statene certi perchè il male che state facendo è veramente grande.

  14. ottobre 29, 2014 alle 2:52 PM

    da L’Unione Sarda, 29 ottobre 2014
    Falda acquifera osservata speciale. Metalli pesanti negli strati sotterranei dell’area industriale di Portoscuso, che rientra nei terreni in fase di bonifica. (Antonella Pani): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20141029093355.pdf

  15. novembre 17, 2014 alle 2:54 PM

    da Sardinia Post, 17 novembre 2014
    Fanghi rossi, parziale dissequestro del bacino e due richieste di rinvio a giudizio. (Piero Loi): http://www.sardiniapost.it/cronaca/fanghi-rossi-parziale-dissequestro-bacino-richieste-rinvio-giudizio/

  16. Maggio 13, 2015 alle 2:52 PM

    ciliegina sulla torta.

    da L’Unione Sarda, 13 maggio 2015
    PORTOVESME. Eurallumina, parte il piano per la centrale a carbone: http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_231_20150513085252.pdf

  17. Maggio 25, 2015 alle 5:47 PM

    da Sardinia Post, 25 maggio 2015
    Report segreto su Portovesme, inferno di veleni che aspetta le bonifiche. (Piero Loi): http://www.sardiniapost.it/cronaca/report-segreto-su-portovesme-inferno-di-veleni-che-aspetta-le-bonifiche/

  18. giugno 2, 2015 alle 11:13 PM

    da Sardinia Post, 2 giugno 2015
    L’Eurallumina sapeva dei rifiuti pericolosi. Ma non ha fatto niente. (Piero Loi): http://www.sardiniapost.it/cronaca/leurallumina-sapeva-dei-rifiuti-pericolosi-ma-non-ha-fatto-niente/

  19. Bio IX
    giugno 3, 2015 alle 10:34 am

    Dall’intervista di Roberta Doricchi a Stefano Montanari: Quali sono gli effetti e le conseguenze dell’inquinamento? ( http://www.vitalmicroscopio.net/2015/06/01/quali-sono-gli-effetti-e-le-conseguenze-dellinquinamento/ )
    RD – A questo proposito e uscendo dall’argomento dei vaccini, ho letto di uno studio della Columbia University (ndr: questo è il link http://www.mailman.columbia.edu/news/toxic-combination-air-pollution-and-poverty-lowers-child-iq ) riguardante i bambini che, in qualche modo, si sono incrociati con l’inquinamento.
    SM – Già in passato quell’università si era occupata dei bambini obesi e della frequenza altissima con cui questi si ammalano di asma in ambienti inquinati. Lo studio appena pubblicato di cui lei parla è interessante e mi permetta di fare un minimo di autocelebrazione. Noi, mia moglie ed io, quelle cose le diciamo e le scriviamo da molti anni tra l’indifferenza generale. Speriamo che ora, dopo che si è pronunciata un’istituzione come la Columbia University che ha avuto 101 Premi Nobel tra le sue mura, e pensi che l’Italia in tutta la sua storia ne ha avuti 20, qualcuno si svegli. In sintesi, dopo 7 anni di ricerca e una miriade di bambini studiati è risultato chiaramente che i cervelli di coloro che vivono in aree inquinate o, addirittura, quelli la cui madre ha condotto la gravidanza in zone inquinate hanno un quoziente intellettivo sensibilmente inferiore a quello dei loro coetanei abitanti in ambienti più fortunati. Questo con quanto ne consegue.
    RD – E che cosa ne consegue?
    SM – Molto brutalmente, inserendo nel gruppo elementi non all’altezza si ottiene una diminuzione di competitività da parte di una nazione. E allora, ancora molto brutalmente, se non vogliamo una popolazione di cretini dobbiamo smettere di sporcare aria, acqua, terra, cibo e farmaci. Ma la cosa non è affatto una sorpresa. A parte i nostri studi, era già risultato chiaro un risultato analogo nei bambini abitanti nei pressi degli inceneritori di rifiuti. Questo da ricerche americane e giapponesi. Detto a margine, non mi stupirei se fra una decina d’anni qualcuno aprisse gli occhi e si accorgesse che alcuni effetti dei vaccini assomigliano tanto ad alcuni effetti dell’inquinamento ambientale. Ma, con tutto il rispetto dovuto per quelli che passano per essere luminari e magari, chissà, lo sono davvero, essere un po’ tonti fa parte del gioco. Molto semplicemente e senza che occorra essere di geni per capirlo, al di là di un’infinità di cavilli strumentali a proteggere interessi non proprio nobili, l’inquinamento fa male. Aria, acqua, farmaci o cibo fa posa differenza.

  20. giugno 11, 2015 alle 2:52 PM

    da L’Unione Sarda, 11 giugno 2015
    PORTOVESME . Piccole barriere idrauliche nei terreni di ciascuna fabbrica.
    Falda acquifera inquinata, le industrie faranno la bonifica. (Antonella Pani): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20150611093159.pdf

  21. agosto 3, 2015 alle 2:56 PM

    da L’Unione Sarda, 3 agosto 2015
    Portoscuso, dopo 15 anni iniziano le bonifiche dai veleni industriali. (Antonella Pani): http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/08/03/portoscuso_dopo_15_anni_iniziano_le_bonifiche_dai_veleni_industri-68-428492.html

  22. Terrae
    agosto 3, 2015 alle 5:14 PM

    Che pessimista che sono!

    Secondo me hanno semplicemente ri-iniziato a spendere soldi.

    Che bonifica è quella del c.d. Piazzale Samin, quando adiacente c’è il c.d. Campetto Eurallumina che i rifiuti te li fa vedere già a bordo campo?

    E poi c’è quella strana nuova strada, da nulla a niente con due curve pericolose in 100 metri, costruita sull’area del Piazzale prima della sua bonifica …

    … Coi lavori pubblici, a Portoscuso, è buona norma non fermare lo sguardo alla sola superficie, evitando di farsi infinocchiare da un pò di verdura d’arredo.

    Insomma, come si dice dall’altra parte del Canale: “Sopra bello liscio. Sotto merda e piscio”.

    Speriamo vada meglio con la bonifica delle strade waeltz.

  23. agosto 11, 2015 alle 6:34 PM

    da L’Unione Sarda, 11 agosto 2015
    Bomba ecologica a Portovesme. Ultimatum del Comune alla “Whaoo”: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/08/11/bomba_ecologica_a_portovesme_ultimatum_ai_vertici_della_whaoo-68-429787.html

  24. dicembre 2, 2015 alle 2:58 PM

    i “misteri” degli alimenti “ripuliti”.

    da L’Unione Sarda, 2 dicembre 2015
    Sulcis, il giallo della diossina fantasma nel latte e nella carne: indaga Procura. (Enrico Fresu): http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2015/12/02/sulcis_il_mistero_della_diossina_fantasma_indaga_la_procura-68-448844.html

    ___________________________________________________________________________

    da Sardinia Post, 2 dicembre 2015
    Diossina nel latte del Sulcis: prima c’è, poi scompare. Ora indaga la Procura: http://www.sardiniapost.it/in-evidenza-5/diossina-nel-latte-del-sulcis-prima-ce-poi-scompare-ora-indaga-la-procura/

  25. Maggio 19, 2016 alle 2:56 PM

    da L’Unione Sarda, 19 maggio 2016
    Portovesme: insabbiato il dossier che scotta sull’inquinamento ambientale: http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca/2016/05/19/portovesme_insabbiato_il_dossier_che_scotta_sull_inquinamento_amb-68-498465.html

  26. Terrae
    giugno 16, 2016 alle 12:24 PM

    Ma il divieto di consumo alimentare è decaduto o è ancora vigente?

    A Boi Cerbus, lato mare, c’è sempre qualcuno che si appassiona a rastrellare il fondo della laguna in cerca di arselle e bocconi.

    E chissà se pescano solamente per la cucina di casa.

    No, perché se non si vede qualcuno che passa a controllare e a far rispettare il divieto, dev’essere che il divieto è stato rimosso. O no?

  1. giugno 14, 2014 alle 2:02 PM

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