Una Festa della Donna un po’ diversa.
Un 8 marzo un po’ diverso quello di diverse donne di Portoscuso.
Con l’ordinanza n. 9 del 6 marzo 2014 il Sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda ha disposto il divieto a qualsiasi titolo la commercializzazione e distribuzione di vino, uva, peperoni, olive, zucchine e pomodori prodotti nel centro sulcitano in base alle risultanze delle indagini scientifiche dell’Azienda A.S.L. n. 7 di Carbonia.
Non è che l’ultimo atto, finora, della discesa all’Inferno in Terra per le popolazioni del basso Sulcis.
Nel gennaio 2012 così avvertiva un comunicato stampa dell’Azienda sanitaria locale n. 7 di Carbonia, in seguito all’acquisizione di dati dell’Istituto Superiore di Sanità e del Ministero dell’ambiente: “…si ritiene necessario informare la popolazione di Portoscuso di fare in modo di differenziare la provenienza dei prodotti ortofrutticoli da consumare per la fascia di età dei bambini da 0 a 3 anni. Occorre perciò fare in modo che in questa fascia di età non siano consumati esclusivamente prodotti ortofrutticoli provenienti dai terreni ubicati nel Comune di Portoscuso”.
In precedenza, già nel 2008 L’Università di Cagliari (Dipartimento di sanità pubblica, Sezione Medicina del lavoro) nel corso di una ricerca (Plinio Carta, Costantino Flore) affermò chiaramente la sussistenza di deficit cognitivi in un campione di bambini di Portoscuso, dovuto a valori di piombo nel sangue superiori a 10 milligrammi per decilitro. La letteratura medica, infatti, indica un’associazione inversa statisticamente significativa tra concentrazione di piombo ematico e riduzione di quoziente intellettivo, corrispondente a 1.29 punti di QI totale per ogni aumento di 1 µg/dl di piomboemia.
Oggi diverse donne hanno manifestato sotto il Palazzo di Giustizia di Cagliari. Bravissime, siamo con loro.
Non ci potrà mai essere un vero risanamento ambientale senza giustizia, nessuna festa senza sicurezza della salute nemmeno per i bambini.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
da La Nuova Sardegna, 8 marzo 2014
Piombo nella verdura: vietata la distribuzione. Portoscuso, ordinanza del sindaco in seguito ai dati diffusi dalla Asl di Carbonia I cittadini invitati a limitare drasticamente il consumo di alcuni alimenti. Tamara Peddis
PORTOSCUSO. Il sindaco di Portoscuso Giorgio Alimonda vieta la commercializzazione e la distribuzione di vino, uva, olive, pomodori, peperoni e zucchine che derivano dalle coltivazioni nel territorio comunale. E invita la popolazione a limitarne il consumo. Il divieto è contenuto in un’ordinanza pubblicata nel sito del Comune: un provvedimento adottato in via precauzionale su proposta del Dipartimento di prevenzione della Asl di Carbonia che ha svolto un’indagine ambientale-sanitaria nel territorio di Portoscuso. Lo studio, iniziato circa un anno fa, ha rilevato contaminazione di metalli pesanti in alcuni prodotti orticoli. Una conseguenza – è facile ipotizzare – delle intensissime attività industriali svolte per anni a Portovesme. Animali e latte. «Si tratta di contaminazione da piombo, cadmio, fluoro, risultato di un’attività industriale, problema noto da tempo – spiega Antonio Onnis, responsabile del Dipartimento prevenzione della Asl 7 –. Il monitoraggio delle situazioni a rischio continua in quanto intendiamo effettuare accertamenti più approfonditi, anche su animali e sul latte, perché ci preme fornire dati precisi e certi, anche per evitare strumentalizzazioni e fornire una giusta informazione ai cittadini». Precedenti. Nell’ordinanza emessa dal sindaco Alimonda, si fa riferimento alle precedenti valutazione di rischio sanitario determinato dall’assunzione di prodotti ittici lagunari e di alimenti coltivati, formulate dall’Istituto Superiore della Sanità e poi agli esiti degli accertamenti analitici derivanti dal prelievo di matrici biologiche animali e vegetali effettuate da giugno 2013 fino a ieri. Nell’ordinanza, che prevede la concessione di alcune deroghe alla commercializzazione (in seguito ad accurati controlli) si invita la popolazione a ricorrere solo saltuariamente al consumo dei prodotti che derivano dall’attività orticola . Indicazioni che devono intendersi prioritarie per le persone a rischio specifico come bambini, portatori di malattie croniche o debilitanti. I produttori coinvolti nell’attività di indagine ambientale e sanitaria sono stati informati dall’azienda sanitaria. Il sindaco chiede espressamente attraverso l’ordinanza che la Asl e gli altri enti competenti proseguano nel monitoraggio sanitario delle produzioni agricole e zootecniche ai fini della tutela dei cittadini. Bonifiche. «Il nostro obiettivo – ha spiegato Giorgio Alimonda – è arrivare a ottenere le bonifiche e il risarcimento del danno del processo di inquinamento». Lo stesso problema, insomma, che sta affrontando Porto Torres. «Le amministrazioni precedenti – continua il sindaco – hanno avviato la procedura del danno ambientale al ministero che più volte è stato sollecitato e sappiamo che sta operando per arrivare ai provvedimenti conseguenti: al momento l’ordinanza che ho emesso è un documento importante che può essere utilizzato anche da un privato cittadino che volesse intraprendere azioni per il risarcimento danni». Il sindaco per giovedì ha richiesto la convocazione del consiglio comunale. Manifestazione. Questa mattina Angelo Cremone, responsabile Sulcis Iglesiente del Movimento Sardegna Pulita e consigliere comunale di Portoscuso, sarà davanti al palazzo di giustizia di Cagliari, insieme alle donne i cui figli hanno vissuto il problema dell’inquinamento: «Sarà una manifestazione per ricordare l’8 marzo con le donne e al contempo sensibilizzare l’opinione pubblica. Sul problema dell’inquinamento nella nostra zona deve intervenire la magistratura e ci auguriamo che il sindaco avvii tutte le procedure per arrivare a riconoscere il grave danno arrecato a Portoscuso ed evitare che si verifichi quanto accaduto a Porto Torres».
(foto T.C., S.D., archivio GrIG)




Solidale con le donne che manifestano davanti al palazzo di giustizia per proteggere la salute dei propri figli e la propria.
la donna deve essere sempre in prima fila per proteggere madre natura deturbata dalle violenze di uno “sviluppo” contro natura. brave!
Ecco il conto salato che i cittadini pagano e ,continueranno a pagare, per le attivita’ industriali di alcuni individui senza scrupoli , che pur di arricchirsi non si curano di cosa puo succedere ad un territorio per gli inquinanti che sono il sottoprodotto di quelle attivita’.
Gli industriali di quella risma , falliscono, si arricchiscono, delocalizzano, mentre i cittadini e il loro territorio inquinato restano li a ricordare fisicamente la violenza subita.
Mi unisco virtualmente alle donne di Portoscuso. Questa tragedia era già annunciata trent’anni fa ed è incredibile che non si sia ancora provveduto a bonificare Portoscuso e dintorni (Chi ci ha abitato, come me, la chiamava familiarmente Portoschifo.. eppure sarebbe stato un paradiso, senza cecità e connivenza degli amministratori di allora: a che serve avere un lavoro se poi vedi morire i tuoi figli?).
siete rimasti in pochi a denunciare “Mortovesme”, il killer che uccide a tutte le età
da La Nuova Sardegna, 8 marzo 2014
Piombo nella verdura: vietata la distribuzione.
Portoscuso, ordinanza del sindaco: i cittadini invitati a limitare drasticamente il consumo di alcuni alimenti. (Tamara Peddis): http://lanuovasardegna.gelocal.it/regione/2014/03/08/news/piombo-nella-verdura-vietata-la-distribuzione-1.8812883
da La Nuova Sardegna, 13 marzo 2014
Portoscuso. Inquinamento, l’Asl vieta anche di vendere il latte. (Tamara Peddis) (http://lanuovasardegna.gelocal.it/carbonia/cronaca/2014/03/12/news/veleni-a-portoscuso-stop-alla-vendita-del-latte-c-e-piombo-1.8838146)
Dopo il divieto di commercializzare prodotti orticoli, il Comune di Portoscuso dovrà vietare tramite ordinanza anche la commercializzazione del latte ovino e caprino prodotto negli allevamenti del territorio comunale. E’ quanto affermato dal responsabile del reparto di prevenzione dell’asl 7 Antonio Onnis nel corso del consiglio comunale in cui si discuteva della situazione ambientale e sanitaria del paese. Nel latte analizzato, su otto allevamenti complessivi due presenterebbero contaminazioni da piombo con valori doppi rispetto ai limiti di legge. Il monitoraggio dell’azienda sanitaria continua e si allarga anche ai comuni che confinano con Portoscuso: Gonnesa, San Giovanni Suergiu e Carbonia. L’amministrazione – ha detto il sindaco Giorgio Alimonda – intende fare chiarezza e tutelare la salute dei cittadini.
Anche se cercano di continuare a fare finta di niente,anche a carloforte è tempo di fare analisi.Si muore solo di cancro,malattie cardiovascolari e si lotta per sopravvivere con le affezioni respiratorie e la dialisi.Complici tutte le amministrazioni nessuna esclusa,che nonostante ci siano dati certi continuano a nascondere la verità.
da La Nuova Sardegna, 17 marzo 2014
Sardegna la più inquinata d’Italia: “Subito le bonifiche”. Manifestazione davanti al municipio di Portoscuso: http://lanuovasardegna.gelocal.it/carbonia/cronaca/2014/03/17/news/sardegna-la-piu-inquinata-d-italia-subito-le-bonifiche-1.8868754
da Sardinia Post, 12 aprile 2014
Portoscuso, latte al piombo da smaltire. Il sindaco emette tre ordinanze: http://www.sardiniapost.it/cronaca/latte-piombo-portoscuso-sindaco-emette-ordinanze/
” tavoli tecnici e politici per l’individuazione delle cause”
Mi auguro che sia una fantasia giornalistica, siamo alla follia totale!
Ho capito ora il tuo commento sicuramente riferito al latte al piombo di porcovesme.I nostri referenti politici sono dei veri terroristi,perchè con il loro omertoso silenzio stanno condannando a morte sicura migliaia di persone.Immaginatevi a quanti bambini fino a poco tempo fà veniva somministrato il latte al piombo e quanti per ignoranza lo stanno ancora bevendo.Formaggi,mozzarella,lricotta. La carne stessa………è veramente un’infamia che nessuno muova un dito per il diritto alla salute,con tutta la catena alimentare inquinata.Con quale coraggio si organizzano sagre con i prodotti del territorio?Cerchiamo sempre di nascondere ,ma oramai il re è nudo.In europa girano più video e informazioni sui siti sardi inquinati di quanto possiate immaginarvi,altro che turismo enogastronomico.
Si caro Shardana, mi riferivo alla dichiarazione riportata nell’ultimo articolo. Volevo dire che spero sia davvero un’invenzione giornalistica, diversamente bisognerebbe prendere il “dichiarante politico” ed impiccarlo per i piedi. Possibilmente sopra la vasca dei fanghi rossi. Ciao