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Porto Torres, scarichi in mare delle acque di ENI Rewind, ennesime immissioni di cui non si sentiva il bisogno.


Porto Torres, zona industriale

Al termine della conferenza di servizi decisoria presso la Città metropolitana di Sassari la ENI Rewind s.p.a. – la società del Gruppo ENI che gestisce le bonifiche ambientali nei siti industriali del Gruppo – è  stata autorizzata a scaricare direttamente nelle acque del porto industriale di Porto Torres i reflui trattati nei processi di bonifica nella locale area industriale, senza dover utilizzare il depuratore consortile dei Consorzio Industriale Provinciale di Sassari.

La motivazione sarebbe esclusivamente di natura economica, contrari i pareri del Consorzio Industriale e del Comune di Porto Torres, favorevoli quelli dell’ISPRA e dell’ARPAS.

La decisione della conferenza di servizi apre la via al rilascio della nuova autorizzazione integrata ambientale (AIA) in modifica e integrazione della precedente (n. 1 del 18 maggio 2018).

Asino (Equus asinus)

Piuttosto preoccupante la decisione assunta, perché – innanzitutto – la presenza del Sito d’Interesse Nazionale (SIN) delle aree industriali di Porto Torres (che si estende per ben 4.622 ettari, di cui 1.874 a terra e 2.748 a mare) impone la certezza di non aggravare i carichi inquinanti nell’area e il principio di precauzione (artt. 191 TFUE e 301 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) impone l’utilizzo delle migliori tecnologie per il raggiungimento della massima sicurezza di tutela ambientale.

Decine e decine di migliaia di residenti e lavoratori di Sassari e Porto Torres meriterebbero, invece, ben maggiore incisività nelle bonifiche ambientali: in proposito, si ricordano, infatti, gli “eccessi di rischio” per i tumori maligni, i tumori al polmone e per le malattie dell’apparato respiratorio certificati dal VI Rapporto SENTIERI, Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento (2023, pag. 273).

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Porto Torres, zona industriale

da L’Unione Sarda, 23 dicembre 2025

Scarico in mare delle acque di falda: Eni Rewind ottiene il via libera.

Nei prossimi giorni la formalizzazione dell’Aia-Autorizzazione integrata ambientale. (Mariangela Pala)

Eni Rewind Spa è autorizzata al rilascio diretto delle acque di bonifica in mare, nello specchio acqueo del bacino interno del porto industriale di Porto Torres. La Conferenza di servizi decisoria, convocata ieri mattina dalla Città Metropolitana di Sassari, ha espresso parere favorevole autorizzando la multinazionale a conferire le acque trattate nel nuovo punto di scarico SF2 localizzato dalla società, senza passare per il depuratore consortile gestito dal Consorzio industriale provinciale di Sassari.

All’incontro erano presenti anche i rappresentanti dell’Arpa di Sassari, del Comune di Porto Torres e del Cipss. Nei prossimi giorni la formalizzazione dell’Aia- Autorizzazione integrata ambientale. Comune e Consorzio, entrambi contrari alla procedura, avevano espresso parere negativo presentando le relative prescrizioni. «Condividiamo pienamente le osservazioni del Comune turritano riguardo alla necessità di implementare un sistema di ridondanza progettato per garantire una maggiore sicurezza rispetto a quello proposto da Enirewind», ha detto Simona Fois, presidente del Cips. «Sebbene la conferenza di servizi abbia dato esito favorevole allo scarico a mare da parte di Eni Rewind, riteniamo che la questione della caratterizzazione ambientale, – aggiunge – estesa all’intero porto industriale, resti di fondamentale importanza. L’ottenimento dell’autorizzazione non esonera, infatti, dalla necessità di acquisire un quadro tecnico e scientifico completo e aggiornato delle matrici ambientali coinvolte: acqua, sedimenti e biota».

bonifiche ambientali, campa Cavallo...

L’intera area del porto industriale dovrà, quindi, essere oggetto di una caratterizzazione ambientale completa per la quale sono già disponibili risorse per 2.119.727 euro. Nel luglio scorso, infatti, l’Assessorato regionale alla Difesa dell’Ambiente ha proposto al Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica di individuare proprio il Consorzio Industriale Provinciale di Sassari come soggetto attuatore di tali attività di caratterizzazione.

«La nostra posizione non rappresenta un rifiuto ideologico, – prosegue Simona Fois – ma piuttosto un invito a procedere con maggiore responsabilità, garantendo che ogni passo sia basato su dati oggettivi e verificabili. Se la caratterizzazione ambientale fosse realizzata su tutto lo specchio acqueo delimitato dal porto industriale, sarebbe possibile monitorare efficacemente l’impatto dello scarico e identificare con maggiore chiarezza eventuali responsabilità in caso di alterazioni della qualità ambientale». Resta la disponibilità del Cips a collaborare, con la Regione e il Ministero dell’Ambiente per l’esecuzione della caratterizzazione dell’area marino-costiera, «al fine di garantire che le azioni necessarie per tutelare l’ambiente e sostenere lo sviluppo industriale- conclude Simona Fois – procedano in parallelo, senza compromettere la qualità dell’ecosistema».

(foto da mailing list ambientalista, S.D., archivio GrIG)

  1. Avatar di swimmingbread3e29d5bd5b
    swimmingbread3e29d5bd5b
    dicembre 24, 2025 alle 11:13 am

    Le acque sono state analizzate? Che cosa contengono? Metalli pesanti? Cocktail microbiologici? Perche’ vengono chiamati acqua di falda? L’articolo non e’ immediatamente comprensibile.

    • dicembre 24, 2025 alle 11:34 am

      sono “acque di falda” perchè sono nel sottosuolo dell’area industriale di Porto Torres, rientrante in specifico S.I.N.
      Sono in corso – molto lentamente – i previsti interventi di bonifica ambientale, alla cui base ci sono analisi e studi linkati nel presente articolo (vds. https://www.provincia.sassari.it/ente/avvisi/123).

      • Avatar di swimmingbread3e29d5bd5b
        swimmingbread3e29d5bd5b
        dicembre 24, 2025 alle 11:41 am

        Grazie mille! Ottimo lavoro GRIG! Helen

  2. dicembre 24, 2025 alle 12:08 PM

    da L’Unione Sarda, 24 dicembre 2025

    Scarichi a mare di Eni a Porto Torres, il Grig: «Decisione preoccupante per l’ambiente».

    Deliperi: «Le motivazioni dell’autorizzazione sarebbero di natura esclusivamente economica». (Mariangela Pala)

    Preoccupa gli ambientalisti la decisione della Conferenza di servizi, convocata dalla Città Metropolitana di Sassari, che autorizza Eni Rewind a scaricare direttamente nelle acque del porto industriale di Porto Torres i reflui trattati nei processi di bonifica nell’area industriale, senza dover utilizzare il depuratore consortile del Consorzio industriale provinciale di Sassari.

    Contrari i pareri del Cips e del Comune di Porto Torres, favorevoli quelli dell’Ispra e dell’Arpas. «La motivazione sarebbe esclusivamente di natura economica», sostiene Stefano Deliperi, presidente nazionale del Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG). «Una decisione piuttosto preoccupante – sottolinea –  perché innanzitutto la presenza del Sito d’Interesse Nazionale (Sin) delle aree industriali di Porto Torres, che si estende per ben 4.622 ettari, di cui 1.874 a terra e 2.748 a mare, impone la certezza di non aggravare i carichi inquinanti nell’area e il principio di precauzione stabilisce l’utilizzo delle migliori tecnologie per il raggiungimento della massima sicurezza di tutela ambientale».

    La decisione della conferenza di servizi apre la via al rilascio della nuova Autorizzazione integrata ambientale (Aia) in modifica e integrazione della precedente (del 18 maggio 2018). «Decine e decine di migliaia di residenti e lavoratori di Sassari e Porto Torres meriterebbero, invece, ben maggiore incisività nelle bonifiche ambientali», spiega Deliperi «in proposito, si ricordano, infatti, gli “eccessi di rischio” per i tumori maligni, i tumori al polmone e per le malattie dell’apparato respiratorio certificati dal VI Rapporto Sentieri- Studio epidemiologico nazionale dei territori e degli insediamenti esposti a rischio da inquinamento».

    Il Piano strategico di Eni Rewind potrebbe ripercuotersi anche sui lavoratori di Asa- Asi servizi ambientali srl, la società in house di proprietà del Cips che gestisce il depuratore consortile.

    «Il problema è legato al calo del conferimento di migliaia di metri cubi di volumi dei reflui nel depuratore»,  aveva osservato Gianfranco Murtinu, segretario territoriale Filctem Cgil, «e questo si ripercuoterà sulle fatture di Asa, la società che risentirà del principale sostentamento derivante da Eni. Con questa consapevolezza Asa, si stava attrezzando con progetti di altro genere per contenere le perdite prospettate, una tenuta della società che ci preoccupa per lo stato dei lavoratori».

    Alcune quote di volumi sono utilizzate all’interno dell’azienda Eni Rewind, dopo essere state monitorate da società esterne, per produrre acqua demineralizzata destinata ad usi industriali e chimici e distribuita alle controllate di Eni, Versalis e Matrìca.  

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