Ma sono questi i “problemi” delle montagne?
“Croci sulle vette sì, croci sulle vette no”.
Le posizioni espresse recentemente dal C.A.I. hanno scatenato polemiche a non finire.
Davanti alla consueta ma evitabilissima orgia di opere pubbliche distruttive e dispendiose per la XXV Olimpiade invernale, davanti alla stradomania sulle Alpi, davanti alla sciagura ambientale dell’overdose di neve artificiale, davanti al massacro industriale delle Alpi Apuane, davanti alla follìa del proliferare delle stazioni sciistiche senza neve, davanti alla distruzione dei crinali appenninici grazie alla speculazione energetica, il problema è rappresentato dalle croci sulle vette?
Polemiche assurde, armi di distrazione di massa.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
A.N.S.A., 26 giugno 2023
‘Basta con le croci sulle vette’. E scoppia la polemica.
Santanchè e FdI all’attacco. Il presidente del Cai: ‘Mai presa posizione’.
Una proposta “insensata e inaccettabile”.
Un “atto di arroganza inutile e offensivo” ed espressione di un “ideologismo talebano”.
Le parole pronunciate qualche giorno fa dal direttore editoriale del Cai Marco Albino Ferrari durante un convegno organizzato all’Università Cattolica di Milano, in occasione della presentazione di un libro – “non saranno istallate nuove croci sulle montagne” – finiscono al centro di una polemica, con tanto di richieste di marcia indietro e dimissioni. É il centro destra ad insorgere, capitanato da FdI. Si fa sentire anche il governo che con la ministra Daniele Santanchè chiede al Club alpino di rimangiarsi la decisione, lamentandosi di non essere stata informata.
Santanchè al Cai, le croci sulle montagne non si toccano.
Così qualche ora dopo tocca al presidente Antonio Montani gettare acqua sul fuoco: “non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci in vetta in alcuna sede, tantomeno prendendo una posizione ufficiale”, assicura scusandosi personalmente con Santanchè “per l’equivoco”, nato da “dichiarazioni personali” di Ferrari e da un editoriale su ‘Lo Scarpone’. Il portale del club aveva evidenziato la larga concordanza emersa nel convegno “sulla necessità di lasciare integre le croci esistenti, perché testimonianze significative di uno spaccato culturale, e allo stesso tempo di evitare l’istallazione di nuovi simboli sulle cime”. L’editoriale parlava di una tesi “condivisa pienamente dal Cai” e aggiunge: nessuno intende rimuovere le croci che già ci sono, ma è “il presente caratterizzato da un dialogo interculturale che va ampliandosi e da nuove esigenze paesaggistico-ambientali, a indurre il Cai a disapprovare la collocazione di nuove croci e simboli sulle nostre montagne”. “Non c’è una posizione univoca e non si è mai trattato l’argomento” ribadisce Montani che poi assicura: se se ne parlerà “il ministero vigilante sarà sempre interpelato e coinvolto”.
Quando arriva il chiarimento di Montani, ormai però la polemica si è innescata. A partire all’attacco è Santanché. “Resto basita dalla decisione del Cai di togliere le croci dalle vette delle montagne senza aver comunicato nulla al Ministero. Non avrei mai accettato una simile decisione che va contro i nostri principi, la nostra cultura, l’identità del territorio, il suo rispetto” dichiara alle agenzie, invitando il presidente del club a “rivedere la sua decisione”. “Dovete passare sul mio corpo per togliere anche solo un crocifisso da una vetta alpina” attacca a testa bassa il segretario della Lega Matteo Salvini. Scende in campo anche il ministro della Pubblica amministrazione Paolo Zangrillo (Forza Italia): “Il dibattito sulle croci in cima alle vette, ritenute ‘anacronistiche e divisive’, mi lascia attonito”, dice indicando la croce come “punto di riferimento per gli scalatori” e simbolo religioso la cui “lezione di umanità è universale e valida per tutti”. Poi è un tutto susseguirsi di dichiarazioni indignate targate soprattutto FdI, che culmina con la richiesta di dimissioni per “chi ha avuto questa pensata” avanzata dal deputato Mauro Malaguti.
” Le croci sulle montagne della Lombardia e dell’Italia intera non si toccano e continueranno a essere installate quando ve ne sarà occasione” assicura il presidente della Lombardia Attilio Fontana, che dopo la smentita di Montani derubrica l’accaduto a “un’uscita improvvida, dettata forse dai primi caldi”. Smentita di cui prende atto con soddisfazione capogruppo di Fratelli d’Italia, Tommaso Foti, che avverte: “la croce non si tocca”.
(foto da 3nter.com, da mailing list ambientalista, S.L., archivio GrIG)





Stanno finendo gli argomenti di distrazione di massa, raschiano il fondo del barile…
Dio Patria Famiglia….probabilmente solo Famiglia, da quanto esce dall’inchiesta di Report sul ministro. Ma poi questi che difendono i simboli cristiani ma non hanno mai letto il Vangelo per capire che Cristo si comportava in maniera opposta alla loro, infatti danno del comunista a Papa Francesco che cerca di ricordarlo,che bisogna essere Cristiani nei fatti non a parole, non ostentando solo dei simboli croci rosari presepi ecc ecc. bisogna comportarsi da Cristiani care Mujeres
da Il Dolomiti, 26 giugno 2023
Croci in montagna, l’unica cosa anacronistica sono le polemiche. L’intervista a Marco Albino Ferrari: “Non ho mai chiesto di rimuoverle”.
Dopo le polemiche innescate da Salvini e Santanchè l’intervista a Marco Albino Ferrari: “Eliminare le croci di vetta? Non lo ho mai detto, sono un elemento culturale delle nostre montagne che va preservato. Il Cai le guarda con rispetto, non a caso continua a occuparsi della loro manutenzione, ripulendole dagli adesivi e restaurandole quando sono pericolanti”: https://www.ildolomiti.it/montagna/2023/croci-in-montagna-lunica-cosa-anacronistica-sono-le-polemiche-lintervista-a-marco-albino-ferrari-non-ho-mai-chiesto-di-rimuoverle
senza parole.
da Il Dolomiti, 28 giugno 2023
Croci in montagna, il portale dei Cai in sciopero: “Chiediamo a Lacasella e Ferrari di ritirare le dimissioni”.
Il comunicato dei collaboratori in sciopero: “Finché il Cai non assumerà una posizione chiara e trasparente, libera da ingerenze politiche e travisamenti, e non avrà confermato nei loro ruoli Lacasella e Ferrari, ci asterremo dal produrre nuovi contenuti per le pagine del portale Lo Scarpone”. (https://www.ildolomiti.it/montagna/2023/croci-in-montagna-il-portale-dei-cai-in-sciopero-chiediamo-a-lacasella-e-ferrari-di-ritirare-le-dimissioni)
TRENTO. Non si placano le polemiche che riguardano l’opportunità o meno di piantare nuove croci sulle cime delle montagne. Per la verità tutto è iniziato dopo che alcune testate giornalistiche hanno riportato erroneamente le posizioni espresse da Marco Albino Ferrari, direttore editoriale e responsabile delle attività culturali del Cai, e da Pietro Lacasella (antropologo e scrittore) autore di un articolo dal titolo “Croci di vetta: sbagliato rimuoverle, anacronistico istallarne di nuove”.
La posizione era chiara: piantare nuove croci (soprattutto se monumentali come quella che si voleva mettere sul Baldo) non ha più molto senso. Peraltro la posizione è stata condivisa anche da alcuni esponenti di rilievo del Vaticano. Tuttavia gran parte della stampa di Destra e diversi politici, fra cui ben due ministri, hanno sollevato un vespaio di polemiche.
Le polemiche hanno raggiunto una tale intensità che persino il presidente generale del Club alpino italiano, Antonio Montani, ha voluto prendere le distanze, scaricando di fatto i suoi stessi collaboratori. “Non abbiamo mai trattato l’argomento delle croci di vetta in alcuna sede – ha sostenuto Montani – tanto meno prendendone una posizione ufficiale. Quanto pubblicato è frutto di dichiarazioni personali espresse dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari durante la presentazione di un libro. Personalmente, come credo tutti quelli che hanno salito il Cervino, non riesco ad immaginare la cima di questa nostra montagna senza la sua famosa croce. Voglio scusarmi personalmente con il Ministro (Santanché ndr) per l’equivoco generato dagli articoli apparsi sulla stampa e voglio rassicurare che per ogni argomento di tale portata il nostro Ministero vigilante sarà sempre interpellato e coinvolto”.
Una nota che ha fatto storcere il naso a molti fra cui i collaboratori de “Lo Scarpone” (il portale del Cai dove erano apparsi i primi articoli sulle croci di vetta) che hanno indetto uno sciopero: “Vogliamo manifestare la nostra vicinanza a Pietro Lacasella e Marco Albino Ferrari, chiedendo loro di ritirare le dimissioni e di tornare alla guida della testata”.
Di seguito il testo integrale della nota sottoscritta dai collaboratori de “Lo Scarpone”.
In quanto collaboratori del portale online del Cai “Lo Scarpone” siamo colpiti da come i due articoli sul significato simbolico delle croci di vetta, pubblicati dal suo curatore Pietro Lacasella, siano stati travisati e decontestualizzati.
Il mondo dei social network e della stampa ha ribaltato il significato delle parole di Lacasella, attribuendo al Cai la volontà di eliminare le croci di vetta. La polemica si è allargata sempre più coinvolgendo persino due ministri della Repubblica, che hanno insistito nel travisamento.
La posizione assunta dalla presidenza Cai, che ha di fatto preso le distanze da Lacasella e dal direttore editoriale Marco Albino Ferrari (quest’ultimo coinvolto direttamente nella polemica perché partecipe della presentazione di un libro riguardante le croci di vetta a cui gli articoli di Lacasella avevano dato voce), ha amplificato ulteriormente le critiche ingiustificate rivolte loro, spingendoli alle dimissioni.
Siamo stupiti da come la presidenza Cai non abbia difeso chi con passione e professionalità si occupa di raccontare le nostre montagne e la nostra cultura, riportando la discussione nel merito dei reali contenuti degli articoli.
Vogliamo manifestare la nostra vicinanza a Pietro Lacasella e Marco Albino Ferrari, chiedendo loro di ritirare le dimissioni e di tornare alla guida della testata. Auspichiamo altresì una presa di posizione da parte della presidenza Cai in tal senso. Pertanto, finché il Cai non assumerà una posizione chiara e trasparente, libera da ingerenze politiche e travisamenti, e non avrà confermato nei loro ruoli Lacasella e Ferrari, ci asterremo dal produrre nuovi contenuti per le pagine del portale “Lo Scarpone”.