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La tristezza di sparare agli “altri” animali per divertimento.


Domenica 10 gennaio 2021, macchia mediterranea della Gallura.

Giornata nella quale il Presidente della Regione autonoma della Sardegna aveva graziosamente concesso, su richiesta leghista, ai soli cacciatori di potersi muovere in tutto il territorio regionale nonostante le disposizioni di contrasto alla pandemia di coronavirus Covid-19.

Era pronta con la sua telecamerina a immortalare il suo atto di eroismo, ma non è andata proprio come si aspettava.

Piena solidarietà al Cinghiale.

Gruppo d’Intervento Giuridico odv Lega per l’Abolizione della Caccia

Cinghiale (Sus scrofa meridionalis, foto Raniero Massoli Novelli)

(foto Raniero Massoli Novelli, archivio GrIG)

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  1. Laura Morandotti
    gennaio 14, 2021 alle 1:11 am

    Miseria umana…

  2. Pietro Paolo
    gennaio 14, 2021 alle 9:01 am

    il cinghiale aggredisce??? ti sparano e non ti devi difendere.Vorrei chiedere alla padellara ( nel senso di tiratrice fallace) se ha raccolto bossoli che è la cosa più importante per il bosco che la ospita.

  3. LUIGI
    gennaio 14, 2021 alle 9:03 am

    1. cosa s’intende per “altri” animali?
    2. la caccia al cinghiale è consentita o no?

    • gennaio 14, 2021 alle 9:54 am

      le sveliamo un segreto, Luigi: anche la specie Homo sapiens sapiens fa parte del Regno Animale. La caccia al Cinghiale nelle modalità stabilite dalla legge e dai calendari venatori è consentita, chi lo ha negato, quel che lascia molto, molto perplessi è il volersi filmare e autocelebrare in un momento del genere. Forse non sarebbero d’accordo anche quei cacciatori che parlano a piè sospinto di “etica della caccia”.
      Non sarà così, ma fatte le debite proporzioni, l’atteggiamento ricorda https://gruppodinterventogiuridicoweb.com/2020/12/27/libidine-sanguinaria-calibro-12/
      Tutto qui, ma non è poco.

      Stefano Deliperi

  4. gennaio 14, 2021 alle 9:44 am

    i cacciatori sono un grande pericolo per chi vive la montagna con semplicità e rispetto (come quelli che fanno passeggiate e trekking, magari portandosi al seguito bimbi piccoli…):
    capita infatti di passeggiare spessissimo su migliaia di bossoli abbandonati in ogni bosco, prato o campo della Sardegna, e ci si ritrova spesso vicino a spari incontrollati (che siano poi vicino a case chi se ne importa vero?), a urla primitive e, oltre al rischio di essere impallinati da uno dei tanti cacciatori già “bevuti” di prima mattina, si corre pure il rischio di ritrovarsi vicino a qualche animale (a partire dai cinghiali) messo in allerta, quindi tutt’altro che pacifico, dal cacciatore che alle sue spalle è pronto a sfogare le proprie frustrazioni e la rabbia alcolica, col prode fucilino….

    • Juri
      gennaio 14, 2021 alle 10:56 am

      Esattamente. La caccia è pure fonte di un pesante inquinamento ambientale in luoghi ad alto valore ecologico. Tonnellate di piombo disperse nell’ambiente, centinaia di migliaia di bossoli disseminati ovunque e luoghi di “aggregazione” spesso trasformate in discariche di bottiglie, lattine, etc…
      Quanto al pericolo per la pubblica incolumità, il video è molto eloquente: spari a casaccio, anche nella direzione in cui dopo qualche secondo compare un “compagno” di caccia.

  5. Mara machtub
    gennaio 14, 2021 alle 10:12 am

    Davvero:che tristezza! Questa isterica incapace fa una figura di mrd ed è tanto ottusa da pubblicare il video che ha girato. Nessuna vergogna a certificare universalmente la sua pochezza.
    Spero che il cinghiale si sia salvato, anche se temo che rimanga per sempre squilibrato, dopo lo strillante incontro.

  6. Pietro Occhioni
    gennaio 14, 2021 alle 11:02 am

    Il terrore e la sofferenza del povero animale.

    • gennaio 14, 2021 alle 2:08 PM

      Ecco appunto: un perfetto delirio nei fatti seguito da un perfetto delirio nelle parole… Grazie di questa fantastica testimonianza

  7. Cristiana Verazza
    gennaio 14, 2021 alle 11:53 am

    Inaccettabile 😦

  8. M.A.
    gennaio 14, 2021 alle 1:11 PM

    Buongiorno, sinceramente io vedo una normalissima scena di caccia, e di scene del genere le domeniche in Sardegna se ne vivono a migliaia. La ragazza ha avuto sangue freddo ed è riuscita ad allontanare il cinghiale, peccato per lei che non sia riuscita a concludere l’abbattimento, anche se dubito che abbia fatto molta strada. Ultimamente con le fotocamere collocate nei cappellini o nel fucile stesso si riprende la scena di caccia in maniera tale da riprendere il momento e godere nuovamente dell’azione vissuta nei giorni successivi o con gli amici. E’ quella frazione di secondi in cui avviene l’incontro con il selvatico e in cui il cacciatore dev’essere pronto per abbatterlo la vera “libidine” cal. 12 : l’azione di caccia. Molte domeniche quando si va in posta, si gode solamente dello scovo dei cani e ci si accontenta di ascoltare la canizza e le musica dei battitori, ma il cinghiale magari passa nella posta del compagno non nella nostra. Quando il caso o la fortuna vuole però che quei 10, 20 o 30 lunghissimi secondi vengano vissuti personalmente da noi è un overdose di adrenalina che alimenta la nostra passione. Questo vale per ogni tipo di caccia. Chi è appassionato delle beccacce gode della scena che si sviluppa in quella manciata di secondi tra la ferma del cane e il frullo…un attimo. A chi piace cacciare il coniglio gode in quel momento che si sviluppa tra lo scovo e il missile grigio che schizza a 100 km/h…ogni forma di caccia per l’appassionato cacciatore, ha il suo momento che anima e nutre la sua passione. Ed è proprio quel momento, ciò che spinge ad alzarsi alle 3 del Mattino, farsi 300 km durante i giorni di riposo, ci spinge a non sentire il gelido freddo di Gennaio, o il caldo asfissiante di Settembre, ci porta a non aver paura di lampi e tuoni, acquazzoni o grandinate…. Ecco il perché di un filmato.

    • gennaio 14, 2021 alle 1:21 PM

      ..ma che bella, l’etica della caccia.
      Ma c’è “godimento”, come lo chiami, anche quando il Cinghiale fracassa il cacciatore?
      Vi divertite anche così?

      Stefano Deliperi

      • M.A.
        gennaio 14, 2021 alle 1:36 PM

        Non confondere la libidine che prova il cacciatore con l’etica della caccia? Che c’entra. La caccia rimane etica perchè è un’attività legale dove si ammazza un animale selvatico libero, che ha vissuto la sua esistenza in Natura riproducendosi e morendo per assolvere lo scopo per cui è stato creato: diventare cibo per chi è un gradino sopra lui. O mi vorrai dire che non è etico provare libidine per un cacciatore mentre spara e ammazza un cinghiale? La libidine è insita in tutti i predatori in natura. Chi non ha insita quella libidine non caccia. Hai mai sentito di lupi o orsi appagati dalla libidine? E’ uno dei tanti motivi per cui sono capaci di sterminare un gregge intero, fa parte della loro natura, è insito nel loro istinto. Per il resto Deliperi, il rischio del cinghiale che fracassa il cacciatore è il rovescio della medaglia ed è da annoverare nell’elenco che ho fatto nel commento precedente, insieme al rischio di prendersi una palla di rimbalzo e perdere la vita. Tutti i cacciatori sono coscienti del rischio e tutti i praticanti decidono di affrontarlo perchè la voglia di vivere quel momento, è maggiore della paura del pericolo. Diversamente uno la domenica mattina se ne sta coricato al calduccio nel letto.

      • gennaio 14, 2021 alle 2:39 PM

        ..allora si tratta di “libidine della caccia”?
        Per carità, personalmente mi sveglio presto molto spesso, ma la libidine la provo per altro 🌈
        Stefano Deliperi

    • gennaio 14, 2021 alle 2:46 PM

      Ecco appunto: un perfetto delirio nei fatti seguito da un perfetto delirio nelle parole… Grazie di questa fantastica testimonianza

    • gennaio 14, 2021 alle 2:54 PM

      e si! si sa che quasi tutti i cacciatori per non sentire il gelo e darsi la carica si zavorrano dalla mattina presto con birra e superalcolici…poi questa delirante descrizione sembra un racconto epico che narra le gesta di alessandro magno pronto a far guerra con le sue truppe, quando la realtà è che trattasi di 4 pellegrini imbevuti di alcool, che devono sentirsi dio per pochi secondi, a rischio di spararsi a vicenda, sparare e mettere in pericolo chi passeggia tranquillamente per la natura, riempire di bossoli tutta la sardegna, e sentirsi “membri” importanti del cerchio della vita….mamma mia come state messi male ragazzi!

      • M.A.
        gennaio 14, 2021 alle 6:23 PM

        Ma che caspita farnetichi Carlo? Da quanto scrivi pare che il delirio dovuto all’alcool non sia solo dei cacciatori! 😀 😀 😀
        Stefano, la libidine della caccia è come la libidine della pesca, non so se hai mai provato l’emozione di stare in una scogliera in inverno mentre stai tirando fuori dall’acqua una bella orata o una bella spigolona che ti piega in due la canna e tu tra l’adrenalina che ti spinge a recuperare l’animale, godi del momento, pur con l’ansia che si spezzi la lenza tra gli scogli a causa del suo tentativo frenetico di opporre resistenza alla lenza che pian piano l’avvicina verso la riva. O non so se conosci la stessa libidine del cercatore di funghi che trova “sa moba”, ossia la buttata dei funghi che in pochi metri quadri dopo tanto camminare ti fa riempire il cestino…ce ne sono veramente tante libidini di questo genere e per chi piace è veramente bello. E’ la libidine la benzina delle passioni o degli hobby. La tecnologia e la digitalizzazione ha facilitato la condivisione del momento. Se fate una ricerca su YouTube di filmati del genere, o di bellissime pescate o di fantastiche raccolte ne trovate quante ne volete. A che serve pubblicare? Condividere il momento con chi può capire perchè ha la medesima passione. Ciò che prima avveniva il giorno dopo nei bar, nei circoli, o in qualche punto di ritrovo solo che il racconto dell’azione spesso veniva enfatizzato, motivo per cui alle orecchie di chi non era presente alcune azioni descritte, come ad esempio quella vissuta dalla ragazza nel video, spesso veniva bollata come bugia…e infatti ironicamente c’era spesso la diceria che il cacciatore è un “frabanciu” (bugiardo). Oggi i video invece testimoniano l’evento e sinceramente fa piacere gustarsi una scena di caccia vissuta anni prima, assieme a dei compagni o degli amici a 4 zampe che magari non ci sono più.

      • gennaio 14, 2021 alle 7:18 PM

        ..mi dispiace, mai provata alcuna “libidine” nell’uccidere qualsiasi essere vivente.

        Stefano Deliperi

      • gennaio 15, 2021 alle 10:44 am

        branca, branca, branca!
        leon, leon, leon!
        armata brancaleone avanti tutta!
        https://www.castedduonline.it/iglesias-cacciatore-colpito-a-una-gamba-da-un-proiettile-sparato-da-un-compagno/

  9. Raffaella
    gennaio 14, 2021 alle 7:40 PM

    Sono sempre meno i cacciatori che conoscono il significato di “etica della caccia”, questa signora, o signorina, ne è un esempio così scomposto e imbarazzante che, d’ora in poi, dovrebbe trascorrere le sue domeniche così vuote di senso, evidentemente, davanti al caminetto a leggere i classici. Che tristezza!

  10. Antonio Leone
    gennaio 14, 2021 alle 9:51 PM

    Un ringraziamento a chi (GrIG) ci fa conoscere certi esemplari umani (cattivi esempi di umanità) che francamente speravamo già inoltrati sulla via dell’estinzione, o almeno non più capaci di alzare la testa e parlare ad alta voce! Sappiamolo dunque: c’è ancora molto da fare prima di ritenere vinta la battaglia contro l’insensibilità. E’ un percorso lungo, che inizia con la consapevolezza di quanto la morale si sia poco affermata, anche nei paesi che si autodefiniscono civili. Del resto la morale di fatto non viene insegnata nelle scuole; neppure nelle scuole italiane, dove ancora regna incontrastato l’insegnamento della Religione Cattolica. In un Paese dove tutti sono disposti a condividere i valori cristiani, non molti sanno che una delle prime cose che Gesù volle cambiare durante il suo ministero, fu l’usanza barbara di sacrificare a Dio degli animali.

  11. donatella
    gennaio 15, 2021 alle 12:06 am

    M.A. Ma pensa davvero quello che ha scritto?

  12. gennaio 15, 2021 alle 11:07 am

    ..chissà se ha provato “libidine” o cose simili.

    A.N.S.A., 15 gennaio 2021
    Incidente caccia nel Sulcis, 56enne ferito ad una gamba.
    Fucilata sparata per errore da un suo compagno di battuta. (https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2021/01/15/incidente-caccia-nel-sulcis-56enne-ferito-ad-una-gamba_0aa197b0-b2e0-44b5-8dc8-2fc4f3d21490.html)

    Incidente di caccia nel Sulcis. Ieri un 56enne è stato raggiunto da una fucilata alla gamba ed è attualmente ricoverato in ospedale, non in pericolo di vita.

    L’uomo era impegnato in una battuta di “caccia grossa” (al cinghiale) a Iglesias in località Rio Anguiddas quando è stato raggiunto da una fucilata esplosa per errore da un 76enne che era impegnato nella battuta con lui.

    Immediata la richiesta di soccorsi e l’arrivo sul posto di un’ambulanza del 118 e dei carabinieri. Il ferito è stato trasportato all’ospedale Sirai di Carbonia dove è stato sottoposto a un intervento chirurgico: le sue condizioni non sono gravi. I carabinieri hanno sequestrato il fucile dell’anziano.

  13. gennaio 15, 2021 alle 12:51 PM

    M.A….nel 2021 ancora per sentirsi l’adrenalina addosso c’è bisogno di uccidere? miiiiiii….ci sono tanti sport per sfogarsi, anche di contatto, e te la puoi prendere con chi si può difendere e , magari, anche “dartele”…..sai quanta bella adrenalina! eh, ma ci vuole coraggio, quello vero

  14. M-A-
    gennaio 15, 2021 alle 2:42 PM

    Gentili utenti, che chi pratica l’attività venatoria provi una certa libidine durante l’azione di caccia, cerca-incontro-abbattimento del selvatico penso sia innegabile. Idem per la pesca e la raccolta dei funghi. Se non ci fosse l’indole presente in ognuno di noi, coltivata dalle tradizioni e dalla nostra stessa natura nelle generazioni, caccia – pesca e raccolta non esisterebbero. La “libidine venatoria”, per dirla alla Deliperi, è quell’emozione derivante dal vivere il momento, input che spinge gli appassionati a praticare l’hobby. Oltre l’emozione, che reputo una parte insita del meccanismo della predazione, un’altra componente fondamentale è l’indole onnivora ossia ciò che ci spinge a cacciare, pescare, allevare o ricercare per il gusto nel mangiarlo. Il cacciatore pratica la caccia grazie ad un istinto ancestrale derivante dal connubio tra libidine ed indole. Non vado a caccia di animali che non mangio e non raccolgo funghi che non mangio, NON rischio la mia vita per un qualcosa che non mi piace fare o mangiare. Qualcuno va a funghi e raccoglie e mangia funghi che non conosce? Mi piace raccogliere, pescare e cacciare gli animali che mangio. Signora Paola, sono un onnivoro convinto, e pertanto come avrà capito finalizzo la predazione con la nutrizione per giustificare eticamente (o moralmente) la morte di un altro animale. Cuciniamo le prede (per definizione animali nati per diventare cibo di chi sta in una posizione di vantaggio nella piramide alimentare) e le mangiamo, e spesso i piatti che ne vengono fuori sono molto prelibati. Personalmente sono dei gusti che saltuariamente ricerco ma senza abusarne. Un po’ come il nostro “casu marzu” o “callu e crabittu” per intenderci. (Sa di cosa parlo vero? Prodotti lattiero-caseari per palati forti ). Che male c’è unire l’utile al dilettevole? Non voglio dilungarmi sul commento del sig. Leone perchè se dovessi esporre ciò che è morale o meno, rischierei di uscire fuori tema rivolgendomi specialmente a tutti coloro che giudicano ma sono onnivori – ipocriti e che contribuiscono direttamente o indirettamente a causare condizioni lager degli allevamenti e via dicendo. Deliperi, per il resto come ho già detto ieri, l’istinto venatorio è molto più forte del rischio del pericolo. Se così non fosse, uno appenderebbe il fucile e starebbe a casa. Ne conosco tanti. Si comprano il pollo in rosticceria la domenica dopo la messa, e si guardano la partita in TV. I cacciatori sono tutti assicurati per legge e sanno a cosa potrebbero andare incontro per cause dirette o accidentali. Un po’ come guidare. Si sa qual è il rischio e anche il pericolo di entrare in un veicolo. Quando presi la patente ricordo che c’era un ragazzo molto spericolato. L’istruttore per placare la sua mania da pilota gli disse: ”quando entri in una macchina, se non sei prudente o se gli altri non sono prudenti, è come se stessi entrando in una bara”.

    • gennaio 15, 2021 alle 3:11 PM

      ..personalmente saró un bimbo sempliciotto, ma non riesco proprio a immaginare nemmeno un po’ di “libidine” in un’azione che si conclude nella morte di un essere vivente.
      A me le zanzare pungono moltissimo e le ammazzo (se ci riesco) senza alcun senso di colpa, ma non provo la minima “libidine”.

      Stefano Deliperi

      • M.A.
        gennaio 15, 2021 alle 3:42 PM

        Deliperi, in generale ciò che ci separa potrebbe essere una questione di empatia, di consapevolezza, di vissuto o di contesto. Non sei un bimbo sempliciotto, sei una persona che potrebbe giudicare immorale un’attività che non conosce nel profondo ma solo di facciata, dai fatti di cronaca. Provo empatia per i maiali negli allevamenti intensivi che non riescano a girarsi nelle celle, provo empatia per tutti quegli animali nati e allevati in condizioni inopportune. Provo empatia per gli animali soggetti a danni fisici a causa della selezione affinché sviluppino un maggior tenore di carne. Provo empatia per i cagnolini umanizzati della signora benestante privando l’animale stesso della dignità di cane. Provo empatia per tutti coloro che umanizzano gli animali per colmare dei vuoti interiori. Provo empatia per chi ripudia la sua stessa natura. A me piace cacciare e piace mangiare le prede che caccio, ma reputo non etico e immorale uccidere questi animali, anche per mangiarli, nei modi e tempi non contemplati dalla legge. Reputo immorale chi fa bracconaggio tutto l’anno senza rispettare i cicli biologici delle specie. E’ immorale soffocare e far morire con una lenta agonia una preda strozzata da un cavetto metallico o soffocata dal vischio, quando la morte in Natura ( ossia la predazione) è un fenomeno regolato anche dal punto di vista biochimico per far si che duri un determinato lasso di tempo. Non ho mai visto un predatore soffocare per ore e ore la preda. La fucilata è forse la morte più rapida. E’ immorale cacciare animali prettamente notturni (lepri, conigli, cinghiali) la notte mentre pascolano tra i campi con l’ausilio dei fari. Non conoscono il pericolo, sono inermi e vulnerabili. E’ come sparare ad un barattolo. E’ immorale non ricercare un animale precedentemente ferito per abbandonarlo e cercarne un altro. Personalmente è immorale sparare alla preda che mi parte dai piedi senza l’azione del cane. Questa è etica della caccia. NON E’ IMMORALE UCCIDERE PER NUTRIRSI. Ognuno ha la sua etica e come sai la rispetto. Io coltivo la mia. Buona serata.

      • gennaio 15, 2021 alle 6:27 PM

        in Europa, oggi, nessuno “vive” di caccia. Tu stesso non digiuni o diventi vegetariano da febbraio (quando la caccia chiude) a settembre (quando la caccia riapre).
        Il “mangio quello che caccio” è per te un pensiero consolante, ma irreale.
        Trovo, poi, semplicemente assurdo e incomprensibile la “libidine” del togliere la vita a un essere vivente senza nessuna necessità di sopravvivenza, solo per “divertimento”, “diletto”, “hobby”, chiamalo come vuoi.
        Conosco la morte e l’empatìa, ma la vediamo in modo molto diverso.
        Buona serata 🌈

        Stefano Deliperi

      • M.A.
        gennaio 15, 2021 alle 8:45 PM

        Permettimi solo una precisazione Deliperi, il sillogismo non è “mangio perchè uccido” ma “uccido perchè mangio”. Il mangiare la preda abbattuta non è una “consolazione” per giustificare l’uccisione dell’animale. Su che base si reggerebbe la nostra nutrizione diversamente? L’animale lo uccido perchè desidero mangiarlo, mi piace il suo sapore. Io caccio solo ciò che mangio, e mangio in maniera consapevole tutto il resto, come dici giustamente tu, evitando tutto ciò che nuoce all’ambiente. Difficilmente mi vedrai in qualche “All you can eat”. Dirai, oggi nel 2021 potresti farne a meno di ammazzare un cinghiale, un coniglio o 20 tordi per farmi un pasto, dal momento che l’industria zootecnica sforna animali da carne in maniera eccessiva ma per miei motivi etici, ecologici e perfino salutistici preferisco 150000 volte uccidere per mangiarlo, e quando lo faccio, lo so fare e mi piace. Mi piace anche macellare, sezionare e cucinare. Se non mi piacesse, seguendo la mia etica, sarei un vegano.

        Buona serata

      • gennaio 15, 2021 alle 10:16 PM

        ..non ci siamo capiti: è una consolazione pensare di esser “etico” perchè mangi quel che uccidi. Ma questo se vale, vale solo per il periodo venatorio, per il resto vai “a caccia” in un supermercato, altrimenti saresti vegetariano.
        Per come la penso io, il tuo discorso non regge. Tutto qui.
        Buona serata.

        Stefano Deliperi

    • gennaio 15, 2021 alle 4:08 PM

      Be che la sua alternativa alla caccia sia stare davanti alla TV ci fa capire che visione della vita (comprendente invece tantissime cose che si possono fare nel tempo libero senza inquinare, abbruttirsi, disturbare gli altri, essere pericolosi per sé, per gli altri e per la natura, senza uccidere alla ricerca di fioche adrenaline o reminescenti libidini adolescenziali) lei possa avere…

      • M.A.
        gennaio 15, 2021 alle 7:03 PM

        Carlo io durante il mio tempo libero quando è aperta la stagione venatoria vado a caccia, quando chiude vado a funghi, a pesca, cerco lumache, cerco tartufi. Mi piace la Natura, la conosco e in quanto capitale naturale so sfruttarla in maniera sostenibile. ti dirò di più? mi piace talmente tanto che ricarico le pile per affrontare al meglio la settimana lavorativa. Adoro l’azione di caccia e vedere i miei cani all’opera. Durante le stagioni estive mi dedico al trekking. Ho delle buone basi micologiche e faunistiche. Vorrei sviluppare maggiori conoscenze botaniche ed entomologiche. Mi dedico all’orto, alla vigna. Faccio sport. Leggo. Seguo il calcio. Cucino esclusivamente ciò che porto a casa, tutto il resto lo mangio volentieri, ma delego gli altri. Dolci, dolcetti non mi attirano. Cucino saltuariamente certi piatti tipici. giudicati strani per i tempi moderni: fave con le cotiche, ceci con stinco, piedini di agnello in pastella, testa in cassetta, nervetti, lingua, tratalia, sa cordula, maialetto o agnello allo spiedo, la selvaggina. Funghi sott’olio, glia asparagi, me la cavo discretamente con il pesce. Apprezzo questi sapori, e saltuariamente se voglio mangiarli, o vado in agriturismo o mi devo arrangiare. Dato il momento storico, mi arrangio! Per praticare le mie passioni ho girato in lungo e in largo la Sardegna, e tuttora, mi piace scoprire posti nuovi e condividerli.

  15. Antonio Leone
    gennaio 16, 2021 alle 1:18 am

    Basta così, vi prego. E buon appetito al sig. M.A. e, soprattutto, Buona Caccia!

  16. amico
    gennaio 17, 2021 alle 6:27 PM

    Manco la vergogna della pessima figura ha fermato questa poveretta dal diffondere la sua eroica. Tutto molto triste, compreso ogni esibizionismo mediatico.

  17. Patrizia
    gennaio 17, 2021 alle 7:20 PM

    Vergognoso che una donna si sia messa a filmare una presunta uccisone per fortuna il cinghiale si è difeso ! W il cinghiale .

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