Parchi naturali, miopìa e autolesionismo.

anche su Il Manifesto Sardo (“Parchi naturali, miopìa, autolesionismo“), n. 308, 16 giugno 2020.
Martedi 16 giugno 2020, alle ore 17.00, in prima convocazione, è fissato il Consiglio comunale di Pula (CA), che, su iniziativa della sindaca Carla Medau, dovrà esaminare la “proposta di riperimetrazione della quota di territorio del Comune di Pula” conferita al parco naturale regionale di Gutturu Mannu.
L’amministrazione comunale di Pula vuol ridurre la quota di territorio comunale conferita all’area naturale protetta da 5.654 ettari a 4.013 ettari.

Più di 1.600 ettari da sottrarre al regime di salvaguardia ambientale e corretta gestione del territorio che un parco naturale deve conseguire.
Quali sarebbero le motivazioni di questa scelta decisamente anti-ecologica e in prospettiva autolesionistica?
Secondo l’amministrazione comunale di Pula “a seguito di approfondite valutazioni svolte mediante il coinvolgimento di varie categorie di cittadini, è emerso che l’attuale configurazione del parco limita, oltre ogni normale esigenza di tutela dell’area protetta, la possibilità di libero transito lungo la strada di accesso e di delimitazione del parco, alle persone che la devono percorrere per effettuare escursioni e passeggiate naturalistiche, raggiungere punti di interesse e ai tradizionali cercatori e raccoglitori dei prodotti secondari del bosco quali funghi, asparagi selvatici, lumache, cicorie selvatiche, cardi selvatici, more di rovo, bacche di ginepro, muschi e altre specie vegetali, oltre che ai cacciatori regolari nell’esercizio della caccia”.
Conseguentemente, “gli escursionisti, naturalisti e semplici amanti delle passeggiate, nonché i cercatori di funghi e i cacciatori regolari nell’esercizio della caccia , non potranno recarsi nelle aree ove le proprie attività sono consentite, dovendo necessariamente, per poterle raggiungere, attraversare il parco con i propri veicoli e i propri attrezzi notoriamente costituiti da armi, munizioni, coltelli e simili, la cui introduzione all’interno del parco è vietata dalla disciplina che regolamenta l’uso del parco stesso”.

Ma è vero che il transito nella viabilità ricadente nel parco naturale è inibita a fungaioli, raccoglitori di cicoria, more, bacche, financo dei cacciatori?
No.
Il presupposto della richiesta è falso: non è vietato l’accesso a nessuno.
L’art. 5 del regolamento provvisorio di gestione del parco (deliberazione assembleare n. 2 del 17 gennaio 2020) afferma testualmente che “l’accesso al parco è libero”, così come sono consentiti trekking, passeggiate a cavallo e in mountain bike (art. 6), le riprese fotografiche e video (art. 13), la raccolta dei frutti del sottobosco (art. 17) e dei funghi (art. 18).
Sono naturalmente garantiti i diritti di uso civico (art. 8), mentre – com’è ovvio – a titolo d’esempio, sono vietati l’abbandono dei rifiuti (art. 10), il disturbo della quiete e dell’ambiente naturale (art. 16) e la caccia (art. 22).

E proprio nella caccia sta il punto, inconfessato e inconfessabile, della retrograda proposta deliberativa dell’amministrazione comunale pulese.
Infatti, il tentativo arrogante e ottuso di amputare una parte importante del parco nasce dalla richiesta formulata da anni e proveniente dal mondo venatorio locale, che vede l’assessore comunale ai lavori pubblici Emanuele Farneti fra i principali protagonisti. Una petizione con circa 300 aderenti, tradotta il 7 settembre 2016 in “proposta di delibera di iniziativa popolare”, poi approvata con deliberazione Consiglio comunale n. 31 del 29 settembre 2016.
Il parco naturale regionale del Gutturu Mannu, nato con la legge regionale n. 20/2014 e che con fatica inizia a muovere i primi passi dopo una (lunga) fase propedeutica, dovrebbe essere amputato perché lo pretende qualche centinaio di cacciatori.
Eppure le aree naturali protette – oltre alla fondamentale e sacrosanta funzione della salvaguardia ambientale – portano ricadute economico-sociali diffuse sul territorio interessato, soprattutto nelle tante attività collegate al turismo (soggiorno, escursionismo, ristorazione, consumo prodotti locali, ecc.) e nell’ottica dell’ampliamento della stagione turistica all’intero anno.

Ma sui parchi, anche a livello comunale, il Comune di Pula riesce a distinguersi in negativo: con la deliberazione Consiglio comunale n. 4 dell’11 marzo 2010 e con il successivo atto pubblico Rep. n. 24216 del 23 luglio 2010 è stato costituito il Bioparco di Pula, nell’area militare dismessa della Batteria costiera “Corrado Boggio”, sul litorale di Santa Vittoria. Venti ettari sul mare dove realizzare aree faunistiche per rapaci (Avvoltoi e Aquila del Bonelli), predatori (Gatto selvatico, Martora), anfibi e rettili (Tartaruga), sentieri natura, aule didattiche, un centro di monitoraggio faunistico, centro per la riproduzione di Lepri e Pernici, un punto visita e ristoro.
A oggi il nulla, nonostante un accordo di programma per i lavori di “Manutenzione straordinaria e riqualificazione degli edifici del centro di monitoraggio faunistico nel Bioparco del Monte di Santa Vittoria” con l’Agenzia regionale Forestas (deliberazione Consiglio di amministrazione n. 173 del 18 dicembre 2013) e, soprattutto, un finanziamento di ben 880 mila euro per “Messa in sicurezza, valorizzazione e accessibilità del sito storico dell’Ex Batteria Corrado Boggio” grazie ai fondi comunitari POR FESR 2014-2020 (Asse VI, Azione 6.7.1), risorse non spese e nemmeno impegnate (dati al 17 gennaio 2020).
Lavori pubblici per cui l’assessore comunale ai lavori pubblici non ha evidentemente avuto modo di risolver qualcosa.
Turismo naturalistico, turismo scolastico, turismo culturale, ampliamento della stagione, ampliamento dell’offerta turistica, oltre che attività scientifiche e di tutela ambientale di primario livello, finora non è stato fatto nulla.
Almeno lì si è svolto lo Shardana Music Fest, tre giorni di musica reggae.
Chiedere di fare qualcosa in più è, evidentemente, chiedere troppo in questa Sardegna, a questa classe politica.
Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

(foto J.I., S.D., archivio GrIG)
Gent.mi DOTTORI,
siete incorreggibili: ancora con quella vignetta chi fai morri…
(…) “A seguito di approfondite valutazioni svolte mediante il coinvolgimento di varie categorie di cittadini, è emerso che l’attuale configurazione del parco limita, oltre ogni normale esigenza di tutela dell’area protetta, la possibilità di libero transito lungo la strada di accesso e di delimitazione del parco, alle persone”
Questa è la motivazione dell’amministrazione comunale che vuol “ ridurre la quota di territorio comunale conferita all’area naturale protetta da 5.654 ettari a 4.013 ettari.”
Questa la risposta del GRIG:
(…) “L’art. 5 del regolamento provvisorio di gestione del parco (deliberazione assembleare n. 2 del 17 gennaio 2020) afferma testualmente che “l’accesso al parco è libero” ( riscrivo perché sia più chiaro, usando la maiuscola: L’ACCESSO AL PARCO E’ LIBERO), così come sono consentiti trekking, passeggiate a cavallo e in mountain bike (art. 6), le riprese fotografiche e video (art. 13), la raccolta dei frutti del sottobosco (art. 17) e dei funghi (art. 18).
Sono naturalmente garantiti i diritti di uso civico (art. 8), mentre – com’è ovvio – a titolo d’esempio, sono vietati l’abbandono dei rifiuti (art. 10), il disturbo della quiete e dell’ambiente naturale (art. 16) e la caccia (art. 22)”.
Quel che segue nel post è… non aggiungo altro; leggendolo, capirete qual è l’aggettivo o nome del predicato che ho evitato di scrivere.
Serena giornata a tutti.
🦋🐦🌲🌲🌼
😃
I fondi comunitari li usano per distruggere altrimenti li lasciano lì, non sono capaci di fare altro
Carissimo Stefano,
e intero Gruppo GriG.
Non è certo da oggi che, in Sardegna, soffia il vento della restaurazione e dell’aggressione alla tutela ambientale.
Ne sono sintomi allarmanti le proposte RAS di erosione dei limiti imposti dalle leggi urbanistiche cha tanto fastidio danno alla lobby del cemento, ma non fanno certo meno danno immagini come quella postata nel sito di Forestas in cui compare un addetto con un asinello grigio dell’Asinara in braccio.
I disciplinari del parco vietano questa dannosa pratica di umanizzazione degli animali.
Tutte le maggiori testate hanno ripreso l’immagine.
Per cui la foto è la palese dimostrazione di cosa non si dovrebbe fare oltre che la documentazione di un illecito.
Ho coinvolto l’Ente Parco con una nota di protesta.
Nella pagina fb degli affetti dal mal d’asinara che gestisco abbiamo prodotte due fotografie di asinello bianco e asinello grigio, ottenute con modalità corrette sia nel trattamento dei selvatici che nello scatto,
Siamo in attesa delle decisioni del Parco dell’Asinara che dovrebbe compiere azioni a tutela dell’ambiente e ne daremo conto.
Nel frattempo chiediamo al GriG l’appoggio necessario per la nostra azione.
Carlo Hendel
da Cagliari online, 15 giugno 2020
La denuncia del Grig: “Il Comune di Pula vuole ridurre l’area protetta del parco di Gutturu Mannu”.
Ridurre l’area protetta di Gutturu Mannu? Per il Grig si tratta di una scelta “anti-ecologica e autolesionistica”: https://www.castedduonline.it/la-denuncia-del-grig-il-comune-di-pula-vuole-ridurre-larea-protetta-del-parco-di-gutturu-mannu/
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da Buongiorno Alghero, 15 giugno 2020
GUTTURU MANNU DEVE “DIMAGRIRE” – MENO TERRITORIO AL PARCO: https://www.buongiornoalghero.it/contenuto/0/11/165256/gutturu-mannu-deve-dimagrire-meno-territorio-al-parco
Mi spiace, ma qua state sbagliando battaglia
1) E se vi dicessi che l’area del Parco di Gutturu Mannu è completamente ricompresa all’interno del Parco Geominearrio?
2) E se vi dicessi che la vita di questo parco dipende completamente dai bilanci comunali, fatta eccezione per un contributo regionale iniziale da 150.000 €?
3) E se vi dicessi che il regolamento che avete citato è in contrasto con la Legge istitutiva del Parco stesso?
Una sola cosa avete azzeccato ed la questione degli interessi per l’attività venatoria: attraversare un parco armati non si può.
Per quanto riguarda la sottrazione di tutele è quanto di più lontano dalla realtà, in quanto è già un’area di riserva faunistica, vi sono poi due importanti aree SIC e un’oasi WWF, e forse sto dimenticando qualcos’altro.
Di fatto questo parco serve solo ed esclusivamente a mantenere calda qualche poltrona e niente più.
Risorse ed energie che potevano essere impegnate in maniera più proficua, e perchè no, far funzionare finalmente il Parco Geominerario.
…è una sua idea, non nostra 🙂
In ogni caso:
1) sì, lo sappiamo. E quindi?
2) non è così, riceve un contributo regionale annuale (art. 25 della legge regionale n. 20/1994), recentemente ha anche ottenuto un milione di euro di fondi comunitari (http://www.regione.sardegna.it/j/v/2568?s=400998&v=2&c=392&t=1);
3) non risulta.
Noi, invece, riteniamo che l’istituzione del parco naturale regionale di Gutturu Mannu possa consentire una migliore salvaguardia ambientale e, in particolare, la promozione delle aree interessate sul piano di una corretta fruizione turistica. Forse la mancanza di una poltrona è proprio una delle motivazioni di questa assurda proposta di “amputazione” del parco.
Infine, il parco geominerario ha finalità ben diverse, quelle della tutela e valorizzazione del grande patrimonio di archeologia mineraria sardo.
Buona serata.
Stefano Deliperi
Perciò secondo voi è meglio abbondare, mah, ho i miei dubbi. Anche perchè si distraggono risorse importanti.
Poi non sono per niente d’accordo sul fatto che il Geoparco abbia finalità diverse, ricordo un semplice passo del suo statuto:
” Art. 2 – Finalità e attività del Parco
1. Il Parco geominerario storico e ambientale della Sardegna, nel rispetto degli impegni che gli enti locali hanno assunto con la sottoscrizione della “Carta di Cagliari”, persegue la finalità di assicurare la conservazione e la valorizzazione del patrimonio tecnico-scientifico, storico-culturale ed ambientale dei siti e dei beni ricompresi nel territorio di cui al precedente art. 1 ove le popolazioni locali hanno svolto nel tempo un’intensa attività estrattiva e di utilizzo delle risorse geologiche e minerarie, e di garantire uno sviluppo economico e sociale dei territori interessati in un’ottica di sviluppo sostenibile.
2. A tal fine sono poste in essere le seguenti attività:
a) recuperare e salvaguardare, per fini ambientali, scientifici, formativi, culturali e turistici, i cantieri e le strutture minerarie e i siti geologici con particolare riguardo a quelli ambientalmente più compromessi ed a quelli più rappresentativi sotto l’aspetto tecnico-scientifico e storico-culturale;
b) recuperare e salvaguardare, nel rispetto delle disposizioni definite in materia dal decreto legislativo n.42/2004 in particolari strutture museali e archivistiche il patrimonio di archeologia industriale e quello archivistico e documentale, librario e fotografico di interesse conoscitivo della storia e della cultura mineraria;
c) proteggere e salvaguardare, compatibilmente con il risanamento ambientale dei siti e le previsioni e prescrizioni del Piano paesaggistico regionale gli habitat e il paesaggio culturale generato dall’attività mineraria;
d) proteggere e salvaguardare le zone di interesse archeologico individuate ai sensi dell’articolo 142 del decreto legislativo n.42/2004 e i valori antropici delle attività umane connesse all’espletamento delle attività minerarie;
e) promuovere e sostenere attività educative, ricreative, sportive e artistico-culturali compatibili con i valori da salvaguardare e valorizzare;
f) promuovere, sostenere e sviluppare nel quadro dello sviluppo sostenibile attività di formazione e di ricerca scientifica e tecnologica nei settori delle georisorse, dei materiali innovativi, dell’ambiente, del patrimonio culturale e del paesaggio e delle fonti energetiche alternative, anche attraverso la costituzione, con altri soggetti pubblici e privati, di centri di formazione e di ricerca di eccellenza a livello internazionale;
g) collaborare con gli enti locali e con le istituzioni nazionale e internazionali competenti al fine di concorrere, con attività di promozione e di sostegno, alla creazione nel territorio del Parco di un nuovo processo integrato di sviluppo sostenibile nei settori del turismo ecologico e culturale, dell’artigianato tradizionale e innovativo locale, della trasformazione industriale delle materie prime locali, anche attraverso la realizzazione delle relative opere infrastrutturali, da realizzarsi prioritariamente attraverso il restauro delle strutture esistenti riducendo di conseguenza il consumo di ulteriore territorio;
h) curare, d’intesa con gli enti locali preposti, il coordinamento degli interventi di bonifica, di riabilitazione e di recupero dei compendi immobiliari ex-minerari di cui agli specifici piani previsti dalle norme vigenti.
i) svolgere, in riferimento alla geologia dell’intera Sardegna, attività di carattere esclusivamente scientifico e culturale anche a scopo divulgativo.
3. In ogni caso, sono fatte salve, nell’attuazione degli interventi di cui al presente articolo, le competenze autorizzato rie specificamente attribuite agli enti locali e ai sensi del D.Lgs. 42/2004 al Ministero dei beni e delle attività culturali e del turismo.”
il parco geominerario ha quale finalità fondamentale quella di salvaguardare e valorizzare i beni e le aree di archeologia mineraria, che sono una minima parte dell’area perimetrata nel parco.
Finalità ben diverse sono quelle di un parco naturale quale quello del Gutturu Mannu. Le trova nella legge regionale n. 20/1994.
Pretendere di “amputare” un parco naturale per gli interessi particolari di qualche centinaio di cacciatori è una delle cose più becere che un amministratore pubblico può fare e lo qualifica per bene.
Buona serata.
Stefano Deliperi
Siamo ai limiti del comico; il Parco deve essere lasciato com’è; sappiamo come vanno queste cose; un pezzo alla volta il territorio viene sottratto per essere “riqualificato” dai soliti geni…
I Politici – (si, si usa ancora questo nobile eufemismo per definire la turba famelica di voti di scambio che si è istallata sugli scranni pubblici )- sono insofferenti e ostili alle regole costruite dalla società civile per tutelare i beni comuni. Ai cittadini sembra offensivo e persino anacronistico il fatto che esistano ancora i così detti “cacciatori” . Questi infatti si sentono investiti da supremo diritto di saccheggio : la selvaggina la considerano roba loro.
Leggo sul quotidiano locale che due escursionisti, a Cala Birìala, Baunei, si sono smarriti, immagino durante la loro visita in luoghi di incomparabile bellezza, ma dimostrando di essere stati poco prudenti. ( lo sostengo pur ignorando la loro conoscenza reale dei luoghi).
Stiamo, infatti, parlando di AMBIENTE straordinario, per la sua bellezza e per la sua specificità, ma anche di ambiente che dovrebbe essere calpestato con cura, se non addirittura lasciato alla sua tranquillità.
Mi chiedo e chiedo a chi è in grado di darmi una qualche risposta:
CHI paga per l’intervento, tra le altre cose rischiosissimo sia per i Vigili del Fuoco, coraggiosi e generosi, sia per i due escursionisti che si sono, in modo poco avveduto, occorre aggiungere, in luoghi così difficili ed impervi?
CHI PAGA?
Grazie
Parco geominerario…………. Stiamo parlando di clan, che hanno fatto del bene comune un feudo per far lavorare parenti e banchettare con danaro pubblico. Basta assistenzialismo mollate l’osso e andatevi a rompere il collo per vivere…. Stiamo ancora a parlare di gestione dei parchi, dopo 40 di immobilismo e disinformazione……
apertura di alcuni accessi al mare.
A.N.S.A., 18 agosto 2020
Via sbarre da lottizzazioni Pula, ingresso libero a spiagge.
Primi interventi al Pinus Village. Medau,proficua collaborazione https://www.ansa.it/sardegna/notizie/2020/08/18/via-sbarre-da-lottizzazioni-pula-ingresso-libero-a-spiagge_349793f7-3a33-438f-8d0a-6d7a8cbfba3b.html