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Demani civici in Sardegna, presenti in quasi il 90% dei territori comunali.


il massiccio del Gennargentu innevato visto dalla Giara

anche su Il Manifesto Sardo (“Demani civici in Sardegna, presenti in quasi il 90% dei territori comunali“), n. 285, 1 giugno 2019

cascata Sette Fratelli

La presenza di terre collettive è stata finora accertata in 333 Comuni della Sardegna su 377 ben l’88,33%.

In quasi il 90% dei Comuni sardi sono, quindi, presenti terreni a uso civico, raccolti in rispettivi demani civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.legge n. 168/2017regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.legge regionale Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.).

Al termine delle operazioni di accertamento dei demani civici molto probabilmente più di un sesto dell’Isola risulterà a uso civico, complessivamente 4-500 mila ettari.

Boschi, pascoli, coste, terreni agricoli, zone umide, un grandissimo patrimonio collettivo di rilevante interesse ambientale.

Sono, infatti, in via di conclusione le operazioni di accertamento dei demani civici da parte dall’Agenzia Argea Sardegna, delegata in materia dalla Regione autonoma della Sardegna.

Sardegna, bosco

Sono ormai 97 i demani civici accertati in altrettanti territori comunali isolani nel periodo 2018-2019, che si aggiungono ai 236 precedentemente accertati e inclusi nell’Inventario generale delle Terre civiche(2012).

Nei mesi scorsi, dopo il vero e proprio risultato storico per la difesa delle terre collettive in Sardegna determinato dal primo recupero al demanio civico (addirittura in via bonaria) dei quasi 48 ettari di terreni occupati illegittimamente da Privati avvenuto recentemente a Carloforte, c’è stato un importantissimo segnale positivo dato dal Comune di Desulo che ha deciso, con la deliberazione consiliare n. 33 del 29 novembre 2018, adottata all’unanimità, segno della forte condivisione della proposta, di chiedere all’Agenzia regionale Argea Sardegna il trasferimento dei diritti di uso civico (art. 18 ter della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.) da poco più di 11 ettari di vari terreni non contigui a più di 1.577 ettari di boschi e pascoli del Gennargentu, per “ … incrementare il proprio patrimonio civico e tutelare sotto il profilo ambientale una vasta area boschiva. In particolare l’apposizione del diritto d’uso civico garantirà, alle generazioni future, l’inalienabilità, l’inusucapibilità e l’imprescrittibilità dei terreni sui quali si trasferirà il diritto”.

Gennargentu

Decenni di ignavia, di disinteresse, di cattiva gestione delle terre collettive in Sardegna stanno venendo consegnati, piano piano, al grande libro del passato anche grazie alla martellante campagna per la tutela delle terre collettive della Sardegna che il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sta conducendo da anni, da ultimo con l’istanza (30 maggio 2018) per il recupero ai rispettivi demani civici (art. 22 della legge regionale n. 12/1994 e s.m.i.) di migliaia di ettari di terreni a uso civico occupati illegittimamente da Privati e da Società immobiliari e l’emanazione dei provvedimenti di accertamento di ben 120 demani civici rientranti in altrettanti Comuni, nonché la razionalizzazione delle terre collettive.

Le terre collettive, un grande patrimonio ambientale con una funzione sociale ed economica di primaria importanza.

mare e coste (foto Benthos)

Più di 5 milioni di ettari  in tutta Italia, presenti un po’ dappertutto, la Sardegna è la regione italiana dove le terre collettive hanno maggiore estensione, 4-500 mila ettari.

Recentemente, con la legge n. 168 del 2017, la proprietà collettiva, anche in funzione di salvaguardia ambientale, ha ottenuto in sostanza rilievo costuzionale.

Il prossimo 8 giugno 2019 i demani civici della Sardegna saranno protagonisti a Tarquinia al I Convegno nazionale sui Domini CollettiviIl cammino delle Terre comuni. Dalle leggi liquidatorie degli usi civici al riconoscimento costituzionale dei domini collettivi”, una grande occasione per far conoscere meglio il valore ambientale e socio-economico delle terre collettive italiane.

Stefano Deliperi, Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

Tuscia, acquedotto romano

(foto Benthos, J.I., S.D., archivio GrIG)

  1. G.Maiuscolo
    giugno 1, 2019 alle 8:38 am

    (…) “Decenni di ignavia, di disinteresse, di cattiva gestione delle terre collettive in Sardegna stanno venendo consegnati, piano piano, al grande libro del passato anche grazie alla martellante campagna per la tutela delle terre collettive della Sardegna che il Gruppo d’Intervento Giuridico onlus sta conducendo da anni”.

    (…)”Più di 5 milioni di ettari in tutta Italia, presenti un po’ dappertutto, la Sardegna è la regione italiana dove le terre collettive hanno maggiore estensione, 4-500 mila ettari.”
    Che orgoglio per i Sardi e per la nostra terra!

    Gentilissimi ed efficaci dottori di “Gruppo”, vi arrivino la mia riconoscenza e la mia gratitudine per il vostro prezioso e faticoso lavoro che, va detto, sta dando grandi risultati.
    Con un abbraccio e con affetto.

    Io ( minuscolo )
    rispetto alla vostra grandezza interiore.

  2. Porico.
    giugno 1, 2019 alle 11:59 am

    Una battaglia che dal punto di vista etico- istituzionale andava fatta dagli eletti del popolo Sardo. Gli stessi invece stavano procedendo alla svendita secondo il collaudato metodo di saccheggio dei beni pubblici attualmente in voga. Questa è la più nobile e la più importante battaglia sostenuta dal GRIG . I Sardi non omologati dovrebbero perlomeno prenderne coscienza e dire “grazie”.

  3. giugno 1, 2019 alle 6:33 PM

    GRAZIE G.R.I.G.!

  4. Maria Pirina
    giugno 3, 2019 alle 12:53 am

    Per favore, come si fa a sapere se nel proprio territorio comunale vi sono zone di demanio civico? Esiste una mappaturaregionale dettagliata? Per esmpio, il territorio che costeggia un fiume dovrebbe essere demanio? Allora mi chiedo come mai vi insiste una attività imprenditoriale privata di sfruttamento delle sabbie e produzione di laterizi? Quali elementi occorre avere per porre correttamento il quesito agli uffici comunali? Grazie.

  1. gennaio 31, 2020 alle 7:29 PM
  2. marzo 1, 2020 alle 2:56 PM

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