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Anche l’I.S.P.R.A., come i Giudici amministrativi, boccia definitivamente la Regione autonoma della Sardegna sulla caccia a Lepri e Pernici sarde.


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Pernice sarda (Alectoris barbara, foto Raniero Massoli Novelli)

Detto francamente ‘sta storia del preteso “censimento” realizzato dall’Università degli Studi di Sassari per conto della Regione autonoma della Sardegna sulla consistenza di Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus) e Pernice sarda (Alectoris barbara) ha preso a noia, per non dire altro.

In realtà, lo stesso Dipartimento di Medicina Veterinaria dell’Università di Sassari aveva messo nero su bianco che si trattava di una “relazione preliminare” e la stessa Regione ha sempre parlato di “relazione preliminare”, ma – a tutti i costi – Regione e Associazioni venatorie han preteso che rappresentasse una base tecnico-scientifica sufficiente per aprire la caccia a Lepri sarde e Pernici sarde con un assurdo “carniere” potenziale complessivo di ben 71.974 Lepri sarde e 143.948 Pernici sarde per i 35.987 cacciatori autorizzati alla caccia in Sardegna secondo gli ultimi dati ufficiali disponibili (piano faunistico-venatorio della Sardegna in corso di approvazione).

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Pernice sarda (Alectoris barbara, foto Raniero Massoli Novelli)

Come noto, sul piano giuridico, il calendario venatorio regionale sardo 2018-2019, nella parte in cui prevede la caccia alla Lepre sarda e alla Pernice sarda, emanato con decreto dell’Assessore della Difesa dell’Ambiente della Regione autonoma della Sardegna n. 16139/13 del 20 luglio 2018, ha preso ben quattro sberle da Consiglio di Stato e T.A.R. Sardegna su ricorso delle associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico onlus (GrIG), Lega per l’Abolizione della Caccia (L.A.C.), Lega Anti-Vivisezione (L.A.V.), WWF, Lega Italiana Protezione Uccelli LIPU – BirdLife Italia, grazie all’avv. Carlo Augusto Melis Costa del Foro di Cagliari: infatti, con ordinanza Cons. Stato, Sez. III, 5 ottobre 2018, n. 4897 e con decreto presidenziale n. 4456 del 20 settembre 2018 è stata respinta l’istanza di sospensione degli effetti dell’ordinanza T.A.R. Sardegna, Sez. I, 13 settembre 2018, n. 275, che aveva confermato la sospensione del calendario venatorio adottata con decreto presidenziale T.A.R. Sardegna, Sez. I, n. 260 dell’1 settembre 2018.

Eppure, la Regione ha insistito e ha richiesto un ulteriore parere all’Istituto Superiore per la Protezione e la Ricerca Ambientale (I.S.P.R.A.), che pure si era già espresso negativamente (nota prot. n. 45393/T-A11 del 13 luglio 2018) sulla proposta di caccia a Lepri e Pernici proprio per l’assenza di adeguato censimento.

E l’I.S.P.R.A. ha risposto (nota prot. n. 58493 del 4 ottobre 2018), affermando, in buona sostanza, che “il monitoraggio di Lepre sarda e di Pernice sarda è stato realizzato solo su un numero ridotto di zone autogestite (19), per una superficie complessiva di circa 34.000 ha (pari all’1,5% della superficie agro-silvo-pastorale regionale) … i dati di densità ottenuti  per le due specie sono molto variabili tra le diverse zone campione e difficilmente estrapolabili a tutto il territorio regionale, in quanto non sempre coerenti con i modelli di vocazione regionale per le due specie” per concludere affermando ancora che “pur condividendo l’intenzione di avviare il monitoraggio di Lepre sarda e di Pernice sarda al fine di pianificare il prelievo delle due specie, si ritiene che la superficie interessata dalle attività di raccolta di dati non sia statisticamente sufficiente per ottenere dati attendibili sulla condizione della popolazione. Inoltre i dati ottenuti non sono stati utilizzati per proporre piani di prelievo di Lepre sarda e di Pernice sarda”.

Sardegna, Giara, bosco mediterraneo

Sardegna, Giara, bosco mediterraneo

Insomma, per capirci, come sostenuto da parte ecologista, non siamo in presenza di un vero e proprio “censimento” valido per poter prevedere in qualche modo la caccia a Lepre sarda e di Pernice sarda e, in più, non è stato nemmeno utilizzato per la predisposizione del calendario venatorio.

Eppure i rappresentanti delle Associazioni venatorie in sede di riunione del Comitato faunistico regionale (10 ottobre 2018) non han pensato di meglio , mentre mezza Sardegna finiva ancora sott’acqua, che proporre una giornata di caccia a Lepre e Pernice sarda: proposta respinta a maggioranza dei componenti.

Lepri sarde e Pernici sarde sono quindi salve per il secondo anno di seguito.

Regione e Associazioni venatorie impareranno qualcosa, una buona volta?

Boh, non si sa.

Intanto, per far capire meglio come funzionano le cose, procederemo a chiedere quanto ci spetta in base alla sentenza T.A.R. Sardegna, Sez. II, 1 febbraio 2018, n. 65: volevamo lasciar perdere, ma quest’assurda ostinazione nel pretendere una caccia non dovuta e, in particolare, vari insulti e minacce comparsi in siti internet e pagine Facebook di associazioni venatorie ci han fatto cambiare idea.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

 

parere ISPRA, 10 ott. 2018, 1

parere ISPRA, 10 ott. 2018, 2

parere ISPRA, 10 ott. 2018, 3

Lepre sarda (foto Raniero Massoli Novelli)

Lepre sarda (Lepus capensis mediterraneus, foto Raniero Massoli Novelli)

 

(foto Raniero Massoli Novelli, S.D., archivio GrIG)

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  1. Michele
    ottobre 12, 2018 alle 9:09 am

    Si bocciano tutto….ma qui’ in gallura gli sparano lo stesso.

  2. M.A.
    ottobre 12, 2018 alle 9:09 am

    Buongiorno Grig. ISPRA non boccia propriamente nulla, anzi, da il suo primo parere POSITIVO per una mezza giornata a lepri e pernici, in funzione di quel 1,5%, giudicando i dati sulla consistenza faunistica nelle aree censite “in generale soddisfacenti”. E’ il CRF che a maggioranza ha deciso di non concedere la mezza giornata, per motivi burocratici-legali, ma come dice qualcuno: Febbraio non è lontano. I presupposti per andare a caccia la mezza giornata come consigliato da ISPRA c’erano tutti. E dal momento che anche i pareri ISPRA fanno testo, se ISPRA concede un parere Positivo per una mezza giornata con l’1,5% del territorio censito, quando arriveranno i censimenti di tutte le autogestite (pena la chiusura), se la densità delle specie faunistiche sarà in linea con i dati raccolti finora, il prossimo parere non potrà che essere nuovamente positivo. ISPRA è stata messa nelle condizioni di non smentirsi perchè in questo lavoro ha dato un parere positivo su delle densità. Le lepri e le pernici ci sono, e sono tante. Vorrà dire che se la natura sarà generosa l’anno prossimo ce ne saranno ancora di più. Ma a differenza dell’altra stagione, la nostra seppur piccola vittoria sai cos’è: ottenere un precedente storico, ovvero, mettere l’ISPRA nelle condizioni di darci un parere POSITIVO per il prelievo della nobile stanziale. Io non ne ricordo uno, tu? Non è poco specialmente se tutto ciò ci proteggerà da un possibile vostro ricorso, e da la possibilità ai cittadini che vogliono effettuare l’attività venatoria di pagare le tasse e le concessioni in funzione di un calendario venatorio emanato in maniera definitiva a Luglio, con la garanzia che questo non sia modificato a pochi giorni dall’apertura da un giudice di un TAR. Ringrazio il Dip. di Med. veterinaria dell’Università di Sassari per l’immenso lavoro svolto finora e tutti coloro che hanno collaborato per ottenere questa prima, ma grande vittoria burocratica 😀 .

    • ottobre 12, 2018 alle 3:12 PM

      tu sei fra quelli – cacciatori – che non vogliono capire e scambiano un’elemosina potenziale per un parere favorevole.
      Contenti voi, contenti tutti.
      Un sussulto di buon senso ha assistito da ultimo la Regione autonoma della Sardegna.
      Per il resto, aprite il salvadanaio, perché – in solido – ci dovete 3 mila euro 😊, naturalmente destinati ai futuri ricorsi contro i calendari venatori 😁😁😁
      Buona serata 🌄

      Stefano Deliperi

      • M.A.
        ottobre 12, 2018 alle 4:41 PM

        Si, si chiamala pure elemosina potenziale. Ma per noi che seguiamo da anni le vicende del mondo venatorio è un precedente storico. Questa elemonisa non poteva essere concessa senza un parere positivo dell’ISPRA limitatamente a quella giornata, ottenuto grazie al lavoro svolto da un altro ente pubblico: Università di Sassari. Tutto questo è stato ottenuto in buona parte grazie ai vostri ricorsi che hanno fatto emergere le negligenze di chi di dovere ed hanno obbligato indirettamente gli inadempienti da anni ad agire ed esporsi, e tutto ciò sarà utilizzato in futuro come base per trasformare l’elemosina in una donazione congura a ciò che si può chiedere al capitale naturale. Niente di più. Avete fatto bene a chiedere il compenso che vi si deve, anche perchè in virtù di quello accaduto quest’anno potrà essere l’ultimo ricorso che vincete per il prelievo di queste due specie. Sai bene che fin quando la caccia sarà tutelata da una legge dello Stato, non esisterà colore di un partito poilitico o movimeno in grado di vietare tale attività. Spesso però per tornaconti politici ed elettorali siamo stati boicottati, ma grazie a voi, stiamo ottenendo anche il modo di avere le armi per difenderci e sono sicuro che presto la musica cambierà. Un bacione 😀 😀

      • ottobre 12, 2018 alle 5:45 PM

        l’I.S.P.R.A., se sai e vuoi leggere, ha detto chiaro e tondo che il preteso “censimento” era inesistente.

        Se si ripresenta la stessa situazione l’anno prossimo, col cavolo che andate a caccia di Lepri e Pernici.

        Buona caccia 😛 😛 😛

        Stefano Deliperi

  3. Porico.
    ottobre 12, 2018 alle 2:02 PM

    Adesso ci si mette anche l’ISPRA. Come influirà la ferale notizia sui vecchi cacciatori? Viene in mente l’intervento pubblicato sulla “NUOVA” del 30 Settembre c.a. – Una straziante lettera ove un vecchio cacciatore ,costretto ad ascoltare il canto mattutino delle pernici senza poterle uccidere a fucilate ,si sente intristito e privato di questa impagabile emozione. Come farà a spiegare a moscè- il suo fedele cane- che non si è trattato di un errore , ma di una scelta civile, il fatto di aver proibito di sparare su animali in estinzione?

  4. Pino
    ottobre 13, 2018 alle 9:20 PM

    Evidenzio e sottolineo, che tanto chi se ne frega se è stata proibita ufficialmente la caccia a lepri e pernici, tanto la si spara ugualmente e non solo nel N Sardegna ma anche in campidano e nel sulcis e i furbi, in barba a tutti, rientrano a casa con pernici e qualche lepre nello zaino, mentre chi preposto alla sorveglianza DORME o magari consuma un una lauta colazione al bar.

    Ma!!!!!!! vorrei sottolineare……..
    Il problema del bracconaggio non esiste………!!!!!!!
    non ci sono sufficienti e consistenti segnalazioni……..

    POVERI NOI…..
    QUANDO FINIRA’ QUESTA IMBECILLITA’???????

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