La botte piena e la serva ubriaca della Regione Veneto.
Con Deliberazione di Giunta Regionale n. 1100 del 18 agosto 2015 la Regione Veneto ha emanato le “Linee guida contenenti indicazioni per attività di controllo numerico delle nutrie.”
Da allora, i Comuni veneti, secondo il solito processo di emulazione ed omologazione che li contraddistingue, fanno a gara a chi approva l’ordinanza sindacale ammazza–nutrie contenente più scemenze, e nel minor tempo possibile.
Ecco che, come un’epidemia, le ordinanze sindacali anti–nutrie si stanno diffondendo in tutti i comuni del Veneto e occupano le pagine dei giornali un giorno sì e uno no.
Ma tra tutte le sciocchezze che si sentono e si leggono, nell’Allegato A alla Dgr n. 1100 del 18 agosto 2015 – che costituisce parte integrante del provvedimento – la Regione Veneto ne ha messa per iscritto una in particolare:
“si rende necessario proseguire nell’attuazione di interventi di controllo numerico della specie nutria, anche in conseguenza della mancanza di fattori naturali di regolazione numerica, ivi compresa l’assenza di predatori”
Dunque, secondo la Regione Veneto, la nutria, con un tasso intrinseco di accrescimento più potente delle esplosioni demografiche di locuste e delle fioriture di fitoplancton nei laghi – dal momento che non è soggetta a fattori naturali di regolazione (!) – è anche esentata dall’avere predatori. Wow!
Purtroppo per la Nutria però, ma anche per la Regione Veneto, la crescita incontrollata non è diffusa in natura.
Aldo Tonelli, della Lega Italiana Protezione Uccelli, è uno dei più brillanti fotografi naturalisti e ornitologi padovani.
Grazie al suo approccio alla natura rispettoso e soprattutto curioso, umile e non arrogante, è già riuscito a fotografare due scene che smentiscono quanto affermato dalla Regione Veneto, dalle province e dai comuni: uno scatto con cui ha impresso sulla pellicola l’immagine di una volpe con una nutria in bocca, e un fotogramma, ricavato da una sequenza video ottenuta con fototrappola, dove si vede una volpe sfuggente mentre stringe una nutria tra i denti.
La prova che ciò che afferma la Regione Veneto è infondato.
Gli scatti di Tonelli fanno il paio con quanto immortalato dal fotografo Luca Iancer all’Isola della Cona, dove si vede una volpe che preda una nutria sulla neve.
La volpe svolge, quindi, un ruolo importantissimo e insostituibile nel mantenimento degli equilibri ecosistemici.
Eppure, il Calendario per l’esercizio venatorio della Regione Veneto – stagione 2015/2016, prevede che la volpe (Vulpes vulpes) sia specie cacciabile dal 20 settembre 2015 al 31 gennaio 2016: l’intera durata della stagione venatoria! Non solo: le volpi continuano ad essere sterminate, da cacciatori e Polizia Provinciale, all’interno delle ZRC (Zona di Ripopolamento e Cattura) e, nel raggio di 500 metri tutt’attorno, anche da marzo a giugno, con i cuccioli presenti nelle tane. E ancora: da agosto a fine febbraio, all’aspetto durante la mietitura, braccate mentre la mietitrebbia taglia le vie di fuga, di giorno e di notte, con la ricerca con faro mentre si imbraccia una carabina o un fucile ad anima liscia. Nelle sole ZRC del Padovano, nel triennio 2010 – 2012, sono state ammazzate 758 volpi (225 nel 2010, 229 nel 2011, 304 nel 2012).
E tutto questo per cosa?
E’ la stessa Giunta Provinciale a smascherarsi, con la Deliberazione n. 70 del 20/05/2013, avente per oggetto: “Piano di controllo numerico della volpe nelle zone di ripopolamento e cattura nella Provincia di Padova per il triennio 2013/2015”. In questa deliberazione si legge:
“ABBATTIMENTI IN TANA. E’ questo senza dubbio un metodo efficace soprattutto per la conservazione del patrimonio faunistico, poiché è nel momento in cui deve alimentare la prole che la volpe caccia più assiduamente la piccola selvaggina di interesse venatorio”.
“MONITORAGGI: […] Per verificare l’efficacia degli interventi si effettueranno nel triennio dei monitoraggi della volpe e della piccola selvaggina stanziale in particolare lepri, fagiani e starne in un campione di zrc in cui verrà effettuato il controllo.”
E ancora, nel testo della Delibera di Giunta Provinciale che ha adottato il 20.05.2013 il Piano di Controllo della Volpe 2013-2015, si legge:
“CONSIDERATO: che numerose ricerche e pubblicazioni dimostrano che la presenza della volpe contribuisce in maniera sensibile al calo della densità delle specie preda quali lepre, fagiano e starna”
“CONSTATATO: che il piano di controllo e di contenimento della volpe scaduto il 25.03.2013 ha consentito per il triennio 2011-2013, di mantenere nelle zrc buone densità di lepri e di fagiani…”
Quindi, le volpi si uccidono nel solo interesse dei cacciatori, che non vogliono contendenti nella caccia a lepri, fagiani e starne.
Ecco che gli amministratori della Regione Veneto, così come quelli di province e comuni, pretendono di avere tutto, anche le cose che per loro stessa natura si escludono a vicenda: non vogliono le nutrie ma non vogliono neppure le volpi. Quando avranno ammazzato tutto e saranno rimasti soli, come nel corto d’animazione “Man” di Steve Cutts[1], compiaciuti si siederanno sul trono a contemplare la distruzione circostante.
Allora, non resterà che sperare nell’arrivo degli alieni.
Ente Nazionale Protezione Animali – Padova
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus – Veneto
Coordinamento Protezionista Padovano
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[1] https://www.youtube.com/watch?v=WfGMYdalClU
(foto Luca Iancer, Aldo Tonelli)
l’homo italicus dai tempi dei romani e’ geneticamente portato alle chiacchiere di lana caprina; insomma + portato ad elucubrare che a fare.
ecco l’ennesimo falso problema; volutamente non mi addendro in problematiche ambientali legate alla catena alimentare anche se ne avrei i titoli ( osservo solo che se accoppiamo tutte le volpi purtroppo avremo un predatore in meno) ma prevenendo le lagne dei bifolchi che lamentano predazione volpina alle propie galline xche’ non vogliono dotarsi di un qualsiasi cane che abitando di notte coi polli e famigliarizzando con essi da piccolo non permetterebbe a NESSUNA volpe neppure di avvicinarsi, dichiaro che se ci nutrissimo di nutrie come facciamo di lepri potremmo contribuire al loro controllo. comunque riscontro che pur frequentando fiumi e canali non ne vedo quasi mai. quindi nell’auspicare che non si arrivi ad imbottirle di anticoncezionali come si vorrebbe fare con i cinghiali e che si fa’ ( gioco forza) con i piccioni cittadini si dia libero sfogo ai cacciatori che diversamente impallinerebbero i canarini della siora maria ( siamo in veneto) unendo l’utile al dilettevole.
altre strade sono contro natura, diseconomiche ed anche un po’ italiote.
buon appetito.
nb a taglio di po’(ro)fanno la nutria in umido con la polenta; e’ una prelibatezza!