Quali direttive per il nuovo piano energetico regionale della Sardegna?
Tante parole, ma finora poca chiarezza sugli obiettivi che l’Amministrazione regionale Pigliaru intende perseguire con il nuovo piano energetico regionale della Sardegna.
Si parla di energia da fonte rinnovabile, ma aumentano le centrali a carbone, si parla di tutela del suolo, ma le centrali solari termodinamiche vorrebbero mangiare le aree agricole, si parla di metano, ma senza sapere bene a che e a chi servirà, si parla di risparmio energetico, ma fin d’ora la Sardegna esporta il 25-30% dell’energia prodotta.
Siamo ancora in alto mare.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
I “numeri” dell’energia in Sardegna, come emergono dai dati Terna s.p.a. (31 dicembre 2012) e dal P.E.A.R.S. adottato (febbraio 2014):
* 18 impianti idroelettrici (potenza efficiente lorda MW 466,7; producibilità media annua GWh 699)
* 44 impianti termoelettrici (potenza efficiente lorda MW 2.822,5)
* 47 impianti eolici (potenza efficiente lorda MW 988,6)
* 22.287 impianti fotovoltaici (potenza efficiente lorda MW 558,2)
* energia richiesta in Sardegna: GWh 10.998,8; energia prodotta in più rispetto alla richiesta: GWh 2.348 (+ 21,3%)
* produzione energia: GWh 14.535; produzione netta per il consumo: GWh 13.346,8
* energia esportata verso la Penisola: GWh 1.632,5; energia esportata verso l’Estero (Corsica): Gwh 715,6; Terna s.p.a. stima un’esportazione complessiva di energia pari GWh 4.000 per l’anno 2013; perdita complessiva della rete: MWh 600
* fonte di produzione: 78% termoelettrica, 11% eolica, 5% bioenergie, 5% fotovoltaico, 1% idroelettrico.
da La Nuova Sardegna, 10 agosto 2015
Reti del gas, è già scontro. (Pier Giorgio Pinna)
L’assessore regionale: «Tariffe meno care come sulla penisola».
Le ipotesi in campo.
Gli snodi: fonti rinnovabili e meno sprechi.
Deliperi (Grig): indirizzi ancora generici.
No a rifornimenti antieconomici».
(foto S.D., archivio GrIG)
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- Comitato "Salviamo Tentizzos per Bosa"
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- Codice dell'ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.)
- Codice dei beni culturali e del paesaggio (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.)
- Testo unico dell'edilizia (D.P.R. n. 380/2001 e s.m.i.)
- direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora
- direttiva n. 2009/147/CE sulla salvaguardia dell'avifauna selvatica
- V.I.A. e V.A.S. di competenza regionale (Sardegna)
- normativa nazionale sulla caccia (legge n. 157/1992 e s.m.i.)
- normativa regionale sulla caccia (l.r. Sardegna n. 29/1998 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sulle aree protette (legge n. 394/1991 e s.m.i.)
- legge quadro regionale sulle aree protette (l.r. Sardegna n. 31/1989)
- normativa sul diritto all'informazione ambientale (decreto legislativo n. 195/2005)
- normativa nazionale sull'elettrosmog (legge n. 36/2001 e s.m.i.)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico ad alta frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- limiti all'inquinamento elettromagnetico a media-bassa frequenza (D.P.C.M. 8 luglio 2003)
- normativa nazionale sugli usi civici (legge n. 1766/1927 e s.m.i.)
- regolamento attuativo in materia di usi civici (regio decreto n. 332/1928 e s.m.i.)
- normativa regionale sugli usi civici (l.r. Sardegna n. 12/1994 e s.m.i.)
- normativa sul vincolo idrogeologico (regio decreto n. 3267/1923 e s.m.i.)
- legge quadro nazionale sul randagismo (legge n. 281/1991 e s.m.i.)
- normativa regionale su animali e anagrafe canina (l.r. Sardegna n. 21/1994)
- normativa sul "ritorno" al nucleare (legge n. 99/2009)
- Convenzione europea sul paesaggio (20 ottobre 2000)
- Comuni abilitati alle funzioni amministrative in materia di paesaggio (Sardegna)
- direttiva n. 2014/52/UE sulla V.I.A. (codificazione e testo coordinato)
- legge sul procedimento amministrativo (legge n. 241/1990 e s.m.i.)
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A.N.S.A., 6 novembre 2015
Ipotesi metano in Sardegna via Toscana.
Pigliaru ne ha parlato con Rossi,prolungamento network esistente. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2015/11/06/ipotesi-metano-in-sardegna-via-toscana_39bcfa55-b8f5-4f7c-8e0c-9e4493f43f81.html)
CAGLIARI, 6 NOV – “Ho parlato con Rossi. Ho chiarito, con il presidente, che noi stiamo pensando a un tubo che possa collegare la Sardegna dalla Toscana. Avrebbe un impatto ambientale veramente bassissimo, da quello che credo di capire non ci sarebbe bisogno neppure di una stazione di pompaggio”. Lo ha detto il presidente della Regione Sardegna Francesco Pigliaru, rispondendo ai giornalisti in merito all’ipotesi del prolungamento di un metanodotto dalla Toscana all’isola. Pigliaru è intervenuto oggi a margine della conferenza delle Regioni periferiche e marittime Ue, a Firenze. “Sarebbe semplicemente il prolungamento di un network esistente – ha aggiunto -. Ho visto il presidente della Toscana Rossi molto, molto interessato, e molto favorevole all’idea, però i dettagli sono tutti da definire”.
A,N.S.A., 12 novembre 2015
Energia: appello bipartisan parlamentari sardi a Renzi. In 22 scrivono al premier per proroga regime essenzialità. (http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2015/11/12/energia-appello-bipartisan-parlamentari-sardi-a-renzi_1605993c-a83c-46a9-a82c-8473a115ce59.html)
CAGLIARI, 12 NOV – Ventidue parlamentari sardi, oltre l’80% del totale dei rappresentanti isolani in Parlamento, senatori e deputati di maggioranza e opposizione, dal Pd a Fi, da Sinistra Italiana a Scelta Civica, dal Centro Democratico al Gruppo Misto – manca solo il Movimento 5 stelle – sono i firmatari della lettera appello inviata oggi al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, per chiedere la proroga del regime di essenzialità delle centrali elettriche dell’Isola in scadenza il 31 dicembre prossimo.
“La Sardegna è l’unica regione europea non raggiunta dal gas metano – spiega Roberto Capelli, del gruppo Per l’Italia Centro Democratico – e senza la proroga del regime di essenzialità sono a rischio chiusura le centrali E.On Fiume Santo, Enel Sulcis e Ottana Energia. E con l’aumento che ne deriverebbe del prezzo dell’energia sull’Isola, stimato in almeno il 30% in più, rischia di crollare tutto il manifatturiero sardo. In totale stiamo parlando di quasi 5 mila posti di lavoro, escluso l’indotto, e oltre un miliardo e mezzo di fatturato. La nostra lettera è un appello, un atto unitario forte dopo tante interrogazioni e interpellanze promosse dai singoli parlamentari, al ministro competente e al presidente del Consiglio ad intervenire con urgenza – incalza Capelli – per evitare quello che sarebbe un vero e proprio disastro per una regione già tramortita dalla crisi”.
___________________________________________________________
da Sardinia Post, 12 novembre 2015
Stop a sconti energia, appello bipartisan a Renzi di 22 parlamentari sardi (http://www.sardiniapost.it/politica/stop-a-sconti-energia-appello-bipartisan-a-renzi-di-22-parlamentari-sardi/).
Ventidue parlamentari sardi, oltre l’80% del totale dei rappresentanti isolani in Parlamento, senatori e deputati di maggioranza e opposizione, dal Pd a Fi, da Sinistra Italiana a Scelta Civica, dal Centro Democratico al Gruppo Misto – manca solo il Movimento 5 stelle – sono i firmatari della lettera appello inviata oggi al presidente del Consiglio Matteo Renzi e al ministro dello Sviluppo Economico Federica Guidi, per chiedere la proroga del regime di essenzialità delle centrali elettriche dell’Isola in scadenza il 31 dicembre prossimo. “La Sardegna è l’unica regione europea non raggiunta dal gas metano – spiega Roberto Capelli, del gruppo Per l’Italia Centro Democratico – e senza la proroga del regime di essenzialità sono a rischio chiusura le centrali E.On Fiume Santo, Enel Sulcis e Ottana Energia. E con l’aumento che ne deriverebbe del prezzo dell’energia sull’Isola, stimato in almeno il 30% in più, rischia di crollare tutto il manifatturiero sardo. In totale stiamo parlando di quasi 5 mila posti di lavoro, escluso l’indotto, e oltre un miliardo e mezzo di fatturato. La nostra lettera è un appello, un atto unitario forte dopo tante interrogazioni e interpellanze promosse dai singoli parlamentari, al ministro competente e al presidente del Consiglio ad intervenire con urgenza – incalza Capelli – per evitare quello che sarebbe un vero e proprio disastro per una regione già tramortita dalla crisi”.
dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
La Giunta adotta il Piano energetico ambientale regionale.
Si completa così un iter iniziato fin dall’insediamento dell’esecutivo. Il Piano disegna un nuovo modello energetico per l’Isola, fino al 2030, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 associate ai consumi, abbattere i costi della bolletta per i cittadini, rendere più competitive le imprese e favorire l’occupazione. (http://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=7873)
CAGLIARI, 28 GENNAIO 2016 – La Giunta regionale, su proposta dell’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras, ha approvato la delibera con la quale si adotta il Piano Energetico Ambientale Regionale della Sardegna (PEARS). Si completa così un iter iniziato fin dall’insediamento dell’esecutivo. Il Piano disegna un nuovo modello energetico per l’Isola, fino al 2030, con l’obiettivo di ridurre drasticamente le emissioni di CO2 associate ai consumi, abbattere i costi della bolletta per i cittadini, rendere più competitive le imprese e favorire l’occupazione.
I quattro pilastri del Piano. Sono 4 i pilastri sui quali si regge il PEARS. Innanzitutto, la modernizzazione del sistema energetico che si concretizza nel passaggio da un modello centralizzato a uno distribuito, integrato, interconnesso e sostenibile. Il futuro sono le smart grid a livello locale e le isole energetiche per promuovere l’autoconsumo, abbattere i costi e creare così vantaggi per cittadini e imprese. Poi c’è la metanizzazione. L’assenza di gas naturale costa alla Sardegna 400 milioni di euro all’anno. Il Piano delinea la strada verso il metano: certezza dell’offerta, tariffa equiparata a quella nazionale e, soprattutto, tempi rapidi. Il terzo pilastro è il risparmio energetico. La riduzione dei consumi, la mobilità elettrica e l’efficientamento del patrimonio pubblico e privato equivalgono a una vera e propria fonte energetica. Infine, i ruoli e le competenze. In primo luogo il ruolo della Regione, chiamata a gestire in maniera integrata non solo il sistema dell’energia ma anche le risorse idriche, i rifiuti e la mobilità; quindi i Comuni che avranno il compito di pianificare i modelli energetici locali, le cosiddette smart city e smart community.
Pigliaru: “Un progetto e un obiettivo ambiziosi”. “Tutta Europa parla di energia, è argomento essenziale in questo momento storico: parlare di energia significa parlare di benessere”, queste le parole del presidente della Regione, Francesco Pigliaru a commento dell’approvazione del Piano. “Non a caso il Comitato delle Regioni dell’Unione Europa mette insieme, nella stessa Commissione, energia e ambiente” ha detto ancora Pigliaru, che proprio della Commissione ENVE è presidente, citando gli esiti della Cop21 di Parigi. “Lì abbiamo portato la posizione dei territori, che chiedono la riduzione del 50% delle emissioni nocive. Noi cerchiamo di raggiungere questa cifra, mentre i governi d’Europa si fermano al 40%. Un obiettivo per noi ancora più ambizioso, se consideriamo che abbiamo ereditato un modo vecchio di produrre energia basato sul carbone. Per questo la proposta di oggi è una vera svolta di sviluppo. In un mondo in cui l’energia è sempre più strettamente legata a internet, allo sharing, alle politiche di condivisione – ha detto il presidente Pigliaru – puntiamo a ottenere una leadership tecnologica, Non stiamo parlando di generici scenari futuri, ma di cose che si vanno a concretizzare nell’intreccio tra il vecchio e il nuovo sistema energetico. Passiamo da un tempo in cui qualcuno produceva tanta energia in un unico luogo, poi la distribuiva attraverso una grandissima rete con costi altrettanto grandi, a una visione autosufficiente in cui è dominante, grazie alla tecnologia, il modello locale, con il conseguente abbattimento dei costi.”
Piras: “Uno strumento di crescita economica e sociale”. “È un Piano coraggioso, europeo e innovativo”, così l’assessore dell’Industria, Maria Grazia Piras. “La Sardegna avrà un sistema all’avanguardia, se possibile anche più moderno rispetto alle strategie individuate dall’Unione Europea per il 2030-2050. Non solo accettiamo la sfida comunitaria – ha detto l’assessore Piras – ma rilanciamo con scelte importanti sulla riduzione delle emissioni climalteranti, sull’efficientamento del sistema, la sicurezza e l’integrazione del consumo con la produzione. La Regione – ha aggiunto la titolare dell’Industria – si sta dotando di uno strumento di crescita economica e sociale che sarà di supporto fondamentale alle attività produttive per abbattere i costi di produzione e aumentare così l’occupazione. Tutto ciò, inoltre, sarà in equilibrio con le politiche di tutela ambientale. Responsabilità di governo – ha detto infine l’assessore Piras – significa anche gestire la transizione. Ecco perché il passaggio dal vecchio al nuovo modello energetico sarà perseguito assicurando efficienza, stabilità, risultati economici delle imprese e convenienza per le famiglie”.
Con l’adozione del Piano e della proposta tecnica si apre anche l’iter amministrativo con l’avvio della procedura di Valutazione Ambientale Strategica. Nelle prossime settimane si terranno gli incontri per la consultazione con le parti sociali, le associazioni ambientaliste e i territori.
da Sardinia Post, 29 gennaio 2016
Piano energetico “intelligente”, ma si punta ancora sul vecchio fossile. (Piero Loi). (http://www.sardiniapost.it/cronaca/piano-energetico-intelligente-si-punta-ancora-sul-vecchio-fossile/)
Il piano energetico diventa ‘intelligente’. Ma la Regione non cambia rotta sui combustibili fossili, nonostante la presentazione del nuovo piano regionale adottato dalla giunta Pigliaru si svolga in un clima da post-Cop 21.
Le novità vanno sotto il nome di ‘smart grid’ – le reti intelligenti – in grado di gestire il consumo di energia da fonte rinnovabile nei distretti in cui verrà suddivisa l’Isola che, spiega il presidente Francesco Pigliaru, “dovranno essere autosufficienti sul versante della produzione”. Come? In primo luogo, “grazie ai sistemi di accumulo dell’energia, delle vere e proprie batterie che renderanno l’elettricità disponibile all’occorrenza”. Oppure tramite l’idroelettrico, sistema capace di conservare l’energia grazie alle turbine attivate dalla libera caduta dell’acqua, poi ripompata a monte. Ma durante la conferenza stampa non si chiarisce in che misura verranno sfruttati gli impianti idroelettrici, oggi al centro di un contenzioso tra Enel e Regione. La rete a bassa e media tensione farà il resto, trasportando l’energia nelle case, nelle scuole e negli ospedali, che diverranno anche produttori, oltre che strutture più efficienti nell’utilizzo dell’energia.
Insomma, la parola d’ordine sembra essere “produzione più legata alla domanda locale, spazio alle rinnovabili“. Per quanto riguarda, invece, i trasporti, si punta sulle auto elettriche, a cominciare da Cagliari.
Valore dell’investimento per realizzare il piano: 150 milioni di finanziamenti europei e altrettanti dal Fondo Solidarietà e Coesione dello Stato. Valore stimato dei benefici, ambientali ed economici: 50% in meno dei costi sinora pagati in bolletta (perché la Regione è sicura di abbattere gli oneri di sistema) e 50% di emissioni di Co2 e gas climalteranti in meno entro il 2030.
Perplessità, invece? Alcune. Anche perché, a detta della regione, al momento solo 12 distretti sarebbero autosufficienti. Vale a dire il 25-30% dei 24.000 kmq su cui si estende l’Isola (andando larghi). La Regione non esclude, dunque, che possano sorgere nuovi impianti nei diversi distretti. D’altra parte “il mercato dell’energia è libero, specie sul versante della produzione”, dichiara Pigliaru. Certo che, in una regione che esporta il 46% dell’energia prodotta verso il continente – ovvero la metà del proprio fabbisogno – la possibilità che sorgano nuovi impianti suona come una contraddizione in termini. Inoltre, la sperimentazione del nuovo modello è inizialmente prevista solo a Berchidda e Benetutti. E c’è una ragione: a differenza degli altri, questi due centri hanno conservato la proprietà delle reti elettriche a bassa e media tensione. In seguito, tutto dipenderà dai gestori e dai proprietari delle reti elettriche, vale a dire Terna ed Enel Distribuzione da una parte e Cassa Depositi e prestiti e altri investitori istituzionali, cinesi compresi dall’altra.
Ma il vero problema va etichettato sotto la categoria “fossili”, a cui non s’intende rinunciare, almeno per il momento. Insomma, l’estremo saluto al carbone e all’olio combustibile è rimandato a data da destinarsi. Nonostante Pigliaru faccia esplicito riferimento a Jeremy Rifkin, intellettuale americano che propone l’abbandono dei combustibili fossili e la parallela implementazione delle reti intelligenti. Insomma, nella sua versione in salsa sarda, la terza rivoluzione industriale dell’intellettuale statunitense presenta ancora elementi caratteristici della prima. D’altra parte, che olio combustibile e carbone non si possono abbandonare lo dice lo stesso Pigliaru e lo ribadisce l’assessore all’Industria Maria Grazia Piras, che anzi rilancia sulla centrale a carbone che l’Eurallumina vorrebbe realizzare a Portovesme. “Se serve a portare occupazione, ben venga. In ogni caso, con il nuovo piano energetico ci sarà ugualmente una riduzione consistente delle emissioni”, queste le parole della Piras. E poco importa, dunque, se le emissioni inquinanti rilasciate dalla combustione del carbone andranno ad aumentare il carico dei veleni del Sulcis, territorio la cui condizione ambientale e sanitaria è già da codice rosso.
Le ultime notizie da Viale Trento riguardano il metano, sul cui arrivo in Sardegna si attendono a breve notizie, annuncia Pigliaru. “Gasdotto dalla penisola o depositi costieri e rigassificatori, il problema della giunta è avere rassicurazioni sull’assenza di monopoli per garantire ai consumatori costi in linea con quelli del continente”, aggiunge il presidente, che assicura: “Palazzo Chigi è molto attento alle nostre richieste”.