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Tre arrestati per il traffico di rifiuti speciali al campo nomadi di Cagliari.


Cagliari, rifiuti presso il campo nomadi

Cagliari, rifiuti presso il campo nomadi

Sono nove le persone indagate in base alle indagini della Direzione distrettuale antimafia di Cagliari e del Nucleo investigativo del Corpo forestale e di vigilanza ambientale, avviate dopo le puntuali denunce del Gruppo d’Intervento Giuridico e degli Amici della Terra su segnalazione di residenti e operatori economici della zona, il  campo nomadi di Cagliari – di proprietà del Comune di Cagliari – era diventato un attivo crocevia dello smaltimento illecito di rifiuti speciali.

Ora sono stati arrestati due funzionari regionali, Pietro Porcu (52 anni) e Iolao Pistis (51 anni), e un imprenditore, Luciano Serra (54 anni): secondo l’accusa, sono implicati nel traffico di rifiuti oltre che in vari reati contro la pubblica amministrazione.

Secondo le indagini, le apparecchiature informatiche dismesse della Regione autonoma della Sardegna finivano scarnificate nel campo nomadi (dove venivano recuperati metalli successivamente alienabili) e poi bruciate con roghi quasi quotidiani.

Cagliari, incendio di rifiuti presso il campo nomadi

Cagliari, incendio di rifiuti presso il campo nomadi

Difficilmente questo avveniva a insaputa dei residenti del campo. E un briciolo di autocritica non sarebbe stato male.

Difficilmente questo avveniva senza che ne avessero il minimo sentòre (quantomeno olfattivo) gli operatori delle varie associazioni che svolgevano assistenza retribuita presso il campo nomadi per conto del Comune di Cagliari, amministratori e dirigenti comunali.

Per anni residenti e operatori economici dei quartieri cagliaritani di Mulinu Becciu e di San Michele sono stati periodicamente affumicati dai roghi accesi nel campo nomadi.

Quel campo nomadi che così è diventato una bomba ecologica, sanitaria, sociale.   Poi è stato posto sotto sequestro penale (decreto G.I.P. Tribunale Cagliari 31 maggio 2012), mentre la comunità rom residente è stata avviata verso un importante e doveroso progetto di inclusione sociale che l’Amministrazione comunale cagliaritana sta portando avanti con il contributo della Caritas diocesana.

E’ proprio il caso di voltare pagina: diritti e doveri per i rom, come per ogni cittadino.   Senza ipocrisie, falsi buonismi e stupidi razzismi.

Ma anche un po’ di sana giustizia, no?

Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra esprimono la loro forte soddisfazione per gli ultimi sviluppi in merito, seppure siano stati parecchi, troppi, gli anni in cui i fumi tossici l’han fatta da padroni nelle periferie cagliaritane.

In proposito, un ringraziamento non solo formale verso il Procuratore della Repubblica di Cagliari Mauro Mura, il quale assicurò nell’estate 2011 il suo personale interessamento nella vicenda a una delegazione ecologista e degli abitanti affumicati del quartiere di Mulinu Becciu.  E’ stato di parola e la fiducia nelle Istituzioni è fondamentale, nonostante tutto.

Gruppo d’Intervento Giuridico onlus e Amici della Terra

 

 

da Radiolina, 18 novembre 2014

L’Unione in diretta (Paola Pilia, Alberto Urgu): con Stefano Deliperi parliamo dello scandalo dei computer della Regione dismessi nel campo rom,  scarica il podcast

 

L'Unione Sarda, 16 novembre 2014

L’Unione Sarda, 16 novembre 2014

 

L'Unione Sarda, 8 dicembre 2014

L’Unione Sarda, 8 dicembre 2014

 

 

(foto per conto GrIG)

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  1. Nico
    novembre 17, 2014 alle 2:52 PM

    e nessuno vedeva niente?!?!

  2. novembre 17, 2014 alle 3:00 PM

    ora gli arrestati sono tre e gli indagati sono ben nove.

    da L’Unione Sarda, 17 novembre 2014
    Traffico di rifiuti e gare d’appalto truccate. Arrestati imprenditore e 2 dipendenti regionali. (http://www.unionesarda.it/articolo/cronaca_sardegna/2014/11/17/traffico_di_rifiuti_e_gare_d_appalto_truccate_arrestati_imprendit-6-396165.html)

    Operazione del Corpo forestale che ha scoperto un traffico nello smaltimento di attrezzature elettroniche. Nove le persone indagate complessivamente.

    Approfittando del loro lavoro all’interno degli uffici regionali, falsificavano i documenti delle gare d’appalto per lo smaltimento di attrezzature elettroniche e anziché eliminare i rifiuti regolarmente li consegnavano al campo nomadi lungo la statale 554 o li bruciavano in terreni incolti. Arrestati dal Corpo forestale, Pietro Porcu, 52 anni, e Iolao Pistis, di 51, rispettivamente usciere (ma anche imprenditore del settore dei legnami) e funzionario dell’Ufficio Provveditorato della Regione, entrambi di Cagliari, e Luciano Serra, 54 anni, imprenditore. Indagate complessivamente nove persone: i tre sono accusati, a vario titolo, di associazione a delinquere finalizzata allo smaltimento e al traffico illecito di rifiuti, turbativa d’asta, truffa aggravata e continuata, falso ideologico in atto pubblico, contraffazione di sigilli, falso in scrittura privata e peculato, oltre a una serie di reati tributari. Sei le gare d’appalto irregolari che il sodalizio si sarebbe aggiudicato tra il 2009 e il 2011, per un importo complessivo di 130 mila euro.

    _______________________________________________________

    da La Nuova Sardegna, 17 novembre 2014
    Smaltivano i computer della Regione bruciandoli nel campo nomadi.
    Un funzionario e un dipendente regionale, e un imprenditore, arrestati dal corpo forestale per truffa e traffico di rifiuti pericolosi. (http://lanuovasardegna.gelocal.it/cagliari/cronaca/2014/11/17/news/smaltivano-i-computer-della-regione-bruciandoli-nel-campo-nomadi-1.10327755)

    CAGLIARI. Per aggiudicarsi, con appalti pilotati, lo smaltimento dei computer fuori uso della Regione avevano costituito uma apposita società. Ma invece di essere smaltiti correttamente, i rifiuti elettronici venivano bruciati nel campo nomadi sulla statale 554 o in altri terreni dell’hinterland cagliaritano. Per questo Iolao Pistis, 51 anni, funzionario regionale, Pietro Porcu, 54 anni, dipendente regionale e imprenditore, Luciano Serra, 54 anni, imprenditore con precedenti penali sono stati arrestati dagli uomini del Corpo forestale e di vigilanza ambientale.

    Sono accusati, assieme ad altre nove persone denunciate a piede libero, di associazione a delinquere finalizzata al traffico e allo smaltimento illecito di rifiuti pericolosi, peculato, turbata libertà d’incanto, truffa aggravata ai danni della Regione.

    I computer venivano bruciati nel campo rom causando evidenti problemi di inquinamento. Il traffico è andato avanti dal 2009 al 2011. Per ottenere l’aggiudicazione degli appalti – secondo quanto accertato dagli investigatori del corpo forestale – gli arrestati falsificavano gli atti delle gare approfittando della loro posizione all’interno dell’amministrazione regionale. I tre finiti in manette sono stati rinchiusi nel carcere cagliaritano di Buoncammino.

    In tre anni sono state smaltite in modo illegale circa 300 tonnellate di computer in disuso della Regione. Lo hanno accertato gli investigatori del corpo forestale, coordinati dai sostituti procuratori della Dda Guido Pani e Marco Cocco, che hanno avviato le indagini nel marzo del 2009.

    Tutto è partito da una segnalazione della polizia municipale che aveva trovato diversi pc accumulati vicino al campo. In seguito a un controllo di numeri di serie e fatture e stato possibile stabilire che provenivano da un centro professionale di Oristano. Sono quindi partite le verifiche che hanno consentito di scoprire il traffico organizzato – sempre secondo quanto accertato dagli inquirenti – da Porcu che aveva costituito un società per lo smaltimento dei rifiuti speciali. Altre società erano state costituite, utilizzando varie persone finite nel registro degli indagati, per gestire gli appalti e portare avanti il traffico. Tra queste una di autotrasporto, senza peraltro alcuna iscrizione all’apposito albo, gestita da Serra.

  3. Valentina
    novembre 17, 2014 alle 4:23 PM

    ho appena appreso la notizia e sono sconvolta; avendo vissuto personalmente la vicenda in qualità di cittadina “avvelenata”, avevo idea che lo smaltimento avesse proporzioni enormi… ma leggere che, solo lo smaltimento dei computer della Regione, ammonta a 300 tonnellate di materiale altamente inquinante, mi fa rabbrividire.
    Da quanto letto mi sembra di capire che l’indagine della Forestale che ha accertato il reato, risale al marzo del 2009…..; domanda: perchè non hanno messo subito i sigilli al campo, anzicchè continuare a farci avvelenare per altri 3 anni????
    E’ assurdo!!! Così come ancora più grottesco è il fatto che, nonostante l’evidenza del reato reiterato quotidianamente per tanti anni, nessuna delle autorità competenti, deputate alla tutela della legalità e la salvaguardia della salute pubblica, abbia fatto il proprio dovere.
    Solo grazie alla caparbietà dei cittadini avvelenati (che hanno dovuto produrre prove documentali anche filmate) e al Gruppo d’intervento Giuridico che inoltrato vari esposti alla Procura della Repubblica, si è arrivati a scoprire l’intreccio criminale che, purtroppo ci riserverà ancora altre amare sorprese.
    E adesso voglio giustizia, per tutto quello che ho, che abbiamo, dovuto subire, sperando di non ammalarmi di nuovo… a causa della diossina e tutte le schifezze che mio malgrado ho respirato.
    Tra l’altro, gli smaltimenti illegali continuano, se ne vedono tanti, ma i cittadini non sanno a chi rivolgersi, cosa possiamo fare perché da questa grave vicenda nasca anche qualcosa di buono?

  4. novembre 17, 2014 alle 5:02 PM

    da Sardinia Post, 17 novembre 2014
    Smaltimento di pc, arrestati 2 dipendenti regionali e un imprenditore: http://www.sardiniapost.it/cronaca/smaltimento-pc-arrestati-2-dipendenti-regionali-imprenditore/

  5. Fabrizio De Andrè
    novembre 17, 2014 alle 6:06 PM

    “SONNO……..,il sonno ha avvolto tutti gli impiegati statali e chi dovrebbe controllarli per questo possono delinquere prima che gli organi preposti possano intervenire. “ANCHE SE VI CREDETE ASSOLTI SIETE TUTTI COINVOLTI”

  6. novembre 17, 2014 alle 10:27 PM

    A.N.S.A., 17 novembre 2014
    Traffico rifiuti Sardegna, gare truccate.
    Arrestati 2 dipendenti Regione, accusa associazione a delinquere: http://www.ansa.it/sardegna/notizie/2014/11/17/traffico-rifiuti-sardegna-gare-truccate_e632c774-2b9e-45c2-8398-98897f8ba145.html

    __________________________________

    da Tiscali Notizie, 17 novembre 2014
    Pc della Regione smaltiti nel campo nomadi della 554: arrestati due dipendenti e un imprenditore: http://notizie.tiscali.it/regioni/sardegna/articoli/14/11/17/traffico-rifiuti-regione-arresti.html

  7. novembre 17, 2014 alle 10:54 PM

    da Hinterland Cagliari, 17 novembre 2014
    FORESTALE, BRACCONAGGIO E SMALTIMENTO PC CINQUE ARRESTI, IL PLAUSO DELLA REGIONE: http://www.hinterlandcagliari.it/regione/3713-forestale,-bracconaggio-e-smaltimento-pc-cinque-arresti,-il-plauso-della-regione.html

    _________________________________________

    dal sito istituzionale web della Regione autonoma della Sardegna, 17 novembre 2014
    Corpo Forestale, cinque arresti in due operazioni anticrimine.
    Il giro d’affari ammonterebbe a oltre 130 mila euro e le gare d’appalto irregolari sarebbero sei, aggiudicate tra il 2009 e il 2011, per lo smaltimento di almeno 300 mila tonnellate di rifiuti da materiale elettrico ed elettronico. L’organizzazione, secondo quanto accertato dal Corpo Forestale, era composta da almeno dodici persone. Oltre alle tre persone arrestate, infatti, altre nove sono state denunciate a piede libero: http://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=7875

  8. novembre 18, 2014 alle 2:46 PM

    da L’Unione Sarda, 18 novembre 2014
    I pc della Regione smaltiti nel campo rom: tre in cella. (Andrea Piras): http://consiglio.regione.sardegna.it/rassegnastampa/pdf/103259_I_pc_della_Regione_smaltiti_nel_campo_rom_t.pdf

  9. febbraio 5, 2015 alle 6:25 PM

    da L’Unione Sarda, 5 febbraio 2015
    Veleni e diossina nell’ex campo rom sulla 554. A ridosso del muro di cinta ci sono anche piombo, rame, zinco e idrocarburi. (Enrico Fresu) (http://www.comunecagliarinews.it/rassegnastampa.php?pagina=42489)

    Da due anni e mezzo i bambini non giocano più su una bomba ecologica ma i veleni sono ancora lì, tutti, nell’aera dell’ex campo rom sulla 554: grandi cumuli di rifiuti carichi di diossine addossati al muro di cinta e, nel terreno, piombo, rame, zinco e idrocarburi. Contaminanti che non sono andati a fondo, a inquinare la falda d’acqua, solo grazie a uno strato d’argilla che ha evitato il disastro. È il risultato di molti anni di roghi che hanno appestato la zona e intossicato l’aria: tutti i dati sono contenuti negli atti sui quali vari enti (Comune, Provincia, Arpas e Regione) stanno lavorando per arrivare alla bonifica definitiva. Che, finora, ha avuto tempi lunghi.
    A marzo del 2014 il Comune aveva indetto una gara per la rimozione delle sostanze pericolose (le collinette di diossina non sono nemmeno coperte con dei teli) ma nei giorni scorsi è arrivato il dietrofront: affidamento revocato, si legge in una determinazione del servizio Igiene del suolo, per «mutati presupposti tecnici». Quei rifiuti erano talmente pericolosi che, per smaltirli, era necessario il trasferimento fuori dalla Sardegna. Adesso le condizioni, spiegano dagli uffici, potrebbero essere cambiate. Per stabilirlo sarà necessario il documento finale della Ecotherm, società che ha condotto le analisi. Intanto nessuno li tocca.
    Tra il 2012 e il 2013, in due interventi, sono state rimosse oltre 70 tonnellate di rifiuti vari: il campo era una discarica, per questo a maggio del 2012 il gip, su richiesta della Procura, aveva ordinato lo sgombero. Gli ospiti, anche molti bambini, sono stati trasferiti, l’immondizia inerte portata via. Mentre sono rimaste le scorie pericolose.
    I referti delle analisi parlano chiaro: nelle collinette addossate accanto all’ingresso, sul lato di via Ticca, i valori di diossine erano altissimi. Nella parte superficiale del suolo i metalli sono in concentrazioni molte volte oltre le soglie di contaminazione stabiliti da tabelle ministeriali.
    L’ultima conferenza di servizi per affrontare l’emergenza risale al 4 settembre scorso. I pareri espressi da Provincia, Regione e Arpas erano simili: emergeva una «contaminazione superficiale diffusa su tutta l’area» e da via Cadello, per le collinette di diossina, si chiedeva «l’immediato conferimento in idoneo impianto di smaltimento o recupero». La gara è in stallo, i veleni restano. Dal Comune assicurano una soluzione in tempi brevi.

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