Stop al progetto di centrale eolica sul Monte Pelao!
Bene, era ora.
La Giunta Pigliaru ha concluso il procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativo al progetto di centrale eolica proposto dalla Edison Energie Speciali (EDENS) s.p.a., la società del Gruppo Edison che gestisce il settore delle energie rinnovabili, con la deliberazione Giunta regionale n. 43/22 del 28 ottobre 2014.
Esito negativo. L’impatto ambientale è troppo pesante. Il progetto non si può e non si deve realizzare.
E’ una grande, bella, vittoria dell’ambiente e delle popolazioni interessate.
Anche nostra, visto che ci siamo opposti in ogni modo.
Facciamo un passo indietro e ricordiamo.
Il progetto di centrale eolica proposto dalla Edison Energie Speciali (EDENS) s.p.a. riguardava n. 18 aereogeneratori da 3 MW ciascuno (potenza complessiva 54 MW) con fondazioni, strade di accesso, in località Monte Pelao (Comuni di Borutta, Thiesi, Bessude, Bonnannaro) e opere di connessione alla rete elettrica nazionale (strade di servizio, cavidotti interrati 30 kV, cabine di smistamento, stazione di trasformazione 30/150 kV, elettrodotto aereo ad alta tensione 150 kV) nelle località Sos Laccheddos, Campo Mannu, Matta Chivassu (Comuni di Siligo, Ploaghe, Codrongianos).
Le associazioni ecologiste Gruppo d’Intervento Giuridico e Amici della Terra avevano inoltrato (27 agosto 2012) uno specifico atto di intervento con “osservazioni” nel procedimento di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) al Servizio regionale valutazione impatti (S.A.V.I.), informandone nel contempo il Ministero dell’ambiente.
Sul piano giuridico, infatti, il progetto non era realizzabile.
Infatti, oltre a non vedere studio di impatto ambientale, progetto, relativo avviso di deposito pubblicati sull’apposito sito internet della Regione autonoma della Sardegna contemporaneamente all’avvio del procedimento, come richiesto dalla norma in materia, soprattutto c’è la previsione secondo cui nelle zone agricole “E” degli strumenti urbanistici comunali, possono essere autorizzati soltanto interventi relativi ad attività agricole e/o strettamente connesse (vds. per tutti Cass. pen., sez. III, 9 marzo 2012, n. 9369), non certo attività di produzione energetica di tipo industriale come quella in progetto.
Inoltre, una vasta area fra Siligo e Bessude è stata, purtroppo, percorsa da incendi nel 2010, quindi è sottoposta al vincolo decennale di non trasformazione (legge n. 353/2000 e s.m.i.).
Nell’area interessata dal progetto, tipico paesaggio agrario sardo, vi sono ancora parecchie macchie mediterranee e boschi, tutelati con il vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), e il monumento naturale “Crateri vulcanici del Meilogu” (decreto assessoriale 18 gennaio 1994, n. 18; legge regionale n. 31/1989 e s.m.i.).
Nell’area interessata sono presenti importantissime popolazioni di varie specie di Chirotteri (Rhinolophus ferrumequinum, Rhinolophus hipposideros, Rhinolophus euryale, Rhinolophus mehelyi, Miniopterus schreibersii, Myotis punicus, Myotis capaccinii, Myotis emarginatus) tutelate dalla direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna, la flora (allegati II e IV), in particolare nel sito di Rocca Ulari, mentre l’area interessata è anche “terreno di caccia” di una coppia di Aquila reale (Aquila chrysaetos), tutelata dalla legge n. 157/1992 e s.m.i. (art. 2, lettere b, c), dalla legge regionale n. 23/1998 e s.m.i. (art. 5) e dalla direttiva n. 92/43/CEE (allegato I).
L’impatto sui rapaci delle centrali eoliche è ormai ampiamente documentato.
Non possiamo che sottolineare come la pianificazione del territorio, sotto il profilo paesaggistico/naturalistico e sotto il profilo energetico, non possano che essere pertinenza – ai vari livelli di responsabilità – di Stato, Regioni e Comuni.
La legge regionale n. 8/2004 e il piano paesaggistico regionale – P.P.R. avevano posto un freno ai signori del vento, in assenza di piano energetico regionale da tempo ormai si sta ritornando al far west, agli affari molto opachi, alla speculazione eolica.
Attualmente in Sardegna sono presenti ben 47 centrali eoliche (988,6 MW di potenza): se fossero realizzate le altre in attesa di autorizzazione, si giungerebbe a 61 parchi eolici con ben 1.265 MW di potenza.
Basti pensare che oggi l’Isola è del tutto autonoma rispetto alla rete nazionale ed esporta una buona parte dell’energia prodotta.
Chi ci guadagna, quindi, nel produrre a vanvera altra energia da fonte eolica? Certo non la Collettività.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto J.I., S.D., archivio GrIG)
siamo alle solite; le pale eoliche non le vuole nessuno in nessun posto, magari anche dove il paesaggio deturpabile e’ solo un alibi xche’ di paesaggio non c’e’ un tubo. comunque nei paesi civili ed evoluti ( cioe’ non il ns) tipo la danimarca i porti sono pieni di torri eoliche e nessun ambientalista fai da te/dilettante si sogna di protestare xche’ immagino anche nella civilissima danimarca verrebbe ricoverato nei reparti di igiene mental in quanto ritenuto in preda ad allucinazioni ( tipo cyrano de bergerac). cosi’ continuamo con i combustibili fossili che alla fine ci piacciono tanto. siamo dei poveracci.
Quoto Max, sono favorevolissimo all’eolico, e dico sempre “a ogni kw in più prodotto dalle fonti rinnovabili DEVE CORRISPONDERE un kw in meno prodotto da fonti fossili e inquinanti. E le torri di fumo delle centrali a carbone o a olio combustibile, o degli inceneritori, o delle raffinerie, non deturpano il paesaggio? L’eolico uccide l’avifauna: e le altre torri che ho citato prima CHI UCCIDONO?
Però c’è da dire che i progetti “imposti” dall’alto fatti apposta per occupare territorio senza ricadute economiche concrete su quei territori è puro sfruttamento.
Non è così. Le pale eoliche sono benvenute, dove il paesaggio è già compromesso, nelle aree industriali ecc. Che senso ha distruggere ettari di preziosissimi boschi (come è successo sul Monte Arci) e poi lasciare il tutto incompiuto ad arruginire in eterno?
Andrei anche cautissima a considerare altri popoli più civili del nostro, persino con tutte le nostre ataviche pecche . In Danimarca è legale lo sfruttamento degli animali a fini sessuali, ci sono persino luoghi (animal brothels) dove dar sfogo a istinti che non posso definire bestiali poiché gli animali non sono di certo consenzienti… Alla faccia della “civiltà” danese!
Mara sono persuaso che i danesi non siano perfetti ma se guardo le loro citta’mi pare di vivere nel burkina faso governo incluso. Non e’ che noi xche’siamo modaioli, grandi cuochi e grandi artisti siamo meglio. Magari i danesi saranno un po’ + maniaci sessuali di noi ma in fatto di stragi facciamo rabbrividire hamas, fedajin e isis. loro credo non sappiano neppure cosa sia un petardo.
comunque sono d’accordo con te, cominciamo dalle aree + degradate ( anche xche’ c’e’ l’imbarazzo della scelta).
da Alguer.it, 5 novembre 2014
È quanto deliberato dalla Regione nei confronti del disegno proposto dalla società Edison Energie Speciali, volto ad installare 18 aereogeneratori nell’agro sassarese, ponendo così fine alle lotte degli ambientalisti.
Addio eolico a Monte Pelao: «progetto troppo pesante»: http://notizie.alguer.it/n?id=80241
Ottima notizia.
Chi perora la realizzazione di installazioni industriali ad alto impatto ambientale (irreversibile) e paesaggistico in zone ad alta naturalità (come nel caso di cui si parla) o non sa di cosa parla o è del tutto insensibile rispetto alla distruzione di paesaggio e di natura.