Stop alla speculazione delle energie rinnovabili nelle campagne fra Guspini e Gonnosfanadiga, stop al consumo delle aree naturali e agricole!
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato (2 maggio 2014) al Ministero dell’ambiente – Direzione generale valutazioni ambientali un atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.) relativa al progetto di centrale solare termodinamica a concentrazione Gonnosfanadiga ltd (sede legale a Londra, in Bow Road n. 221, e sede fiscale a Macomer, in Corso Umberto I n. 226), nella località Pauli Cungiau e altre, nei Comuni di Guspini e Gonnosfanadiga (VS), su un’area di ben 232 ettari, con potenza complessiva lorda 55 MWe.
Interessati anche il Ministero per i beni e attività culturali (Organi centrali e periferici), il Servizio valutazione impatti dell’Assessorato regionale della difesa dell’ambiente, la Gestione commissariale dell’ex Provincia del Medio Campidano, i Comuni di Guspini e di Gonnosfanadiga e, in particolare, la Commissione europea.
Numerosi i motivi che hanno determinato la richiesta di improcedibilità del progetto da parte ecologista:
* la competenza del procedimento in base alla potenza dell’impianto (55 MWe) risulta essere regionale, non nazionale, prevista solo per impianti con potenza superiore a 300 MW termici;
* se si tratta – come ampiamente pubblicizzato sulla stampa nazionale (Il Sole 24 Ore, edizioni del 2 ottobre 2013 e del 27 novembre 2013) – di un “pacchetto” unico con ben quattro progetti di centrali solari termodinamiche, allora deve necessariamente svolgersi un procedimento di V.I.A. unico, se si tratta di un “programma” comprendente più progetti, deve svolgersi invece preventivamente la procedura di valutazione ambientale strategica (V.A.S.);
* in ogni caso, non c’è stata la completa pubblicazione del progetto e del relativo studio di impatto ambientale (S.I.A.) sul sito internet istituzionale del Ministero dell’Ambiente, della Tutela del Territorio e del Mare ancora alla data del 2 maggio 2014 (vds. http://www.va.minambiente.it/home.aspx, http://www.va.minambiente.it/Ricerca/SchedaProgetto.aspx?ID_Progetto=1400), ma solo della “sintesi non tecnica”, in violazione dell’art. 24, comma 1°, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., inficiando conseguentemente la corretta possibilità di visione, esame, elaborazione di atti di “osservazioni” da parte del “pubblico” per il periodo di tempo di 60 giorni decorrenti dalla pubblicazione dell’avviso di avvìo del procedimento di V.I.A.sui prescritti Quotidiani.
Pesanti anche le contestazioni sul profilo strettamente ambientale, in quanto la realizzazione del progetto comporterebbe lo stravolgimento del paesaggio agricolo e del contesto socio-economico locale (basti pensare che il consumo idrico annuo – sottostimato – è di 150 mila metri cubi).
Quello proposto per le campagne di Guspini e Gonnosfanadiga è, comunque, solo il secondo di una serie di progetti analoghi che fan della Sardegna la terra promessa della speculazione delle rinnovabili, nel penoso e assordante silenzio delle forze politiche isolane con la sola eccezione del già consigliere regionale Claudia Zuncheddu (Sardigna Libera).
E’ tuttora in corso, infatti, il procedimento di V.I.A. riguardante analogo progetto proposto per l’agro di Villasor e Decimoputzu (CA), anch’esso oggetto di azione legale ecologista.
Sembra impossibile, ma ogni giorno che passa pare proprio che la produzione di energia da fonti rinnovabili sia l’alibi per massacrare il paesaggio agricolo sardo per fini puramente speculativi.
Altro che ecologiche e utili, le energie rinnovabili stanno vampirizzando sempre più ambiente e fondi pubblici. Come tutte le cose, dipende sempre da come si utilizzano.
Oltre al ben noto progetto della Sardinia Green Island s.r.l., fra le varie società del Presidente della Confindustria della Sardegna meridionale Alberto Scanu, nelle campagne di Vallermosa, piccolo centro agricolo del Cagliaritano, ve ne sono altri.
Infatti, il Gruppo Angelantoni in sinergia con la giapponese Chiyoda Corporation hanno avviato il progetto Archimede Solar Energy (ASE), società che si propone la realizzazione di ben quattro centrali solari termodinamiche a concentrazione per complessivi 389 Megawatt termici: a Flumini Mannu, fra Villasor e Decimoputzu (55 MW elettrici di potenza, 269 ettari interessati), a Campu Giavesu, in Comune di Cossoine (50 MW elettrici di potenza, 160 ettari interessati), nei terreni agricoli fra Giave e Bonorva (50 MW elettrici di potenza, 235 ettari interessati), nelle campagne di Gonnosfanadiga (55 MW elettrici, 232 ettari interessati).
Anche in questo caso c’è l’ormai consueto miliardo di euro di investimenti e 5 mila posti di lavori diretti e indiretti sbandierati. Complessivamente quasi 900 ettari di terreni agricoli o con pascoli alberati interessati. Se i proprietari non cederanno i loro terreni con le buone, l’intenzione è quella di procedere con l’esproprio per ragioni di (preteso) interesse pubblico.
In realtà, tutti questi progetti di centrali solari termodinamiche a concentrazione sono già stati sottoposti a rispettiva procedura di verifica di assoggettabilità (direttiva n. 2011/92/UE, art. 20 del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i., art. 31 della legge regionale n. 1/1999 e s.m.i., deliberazione Giunta regionale n. 34/33 del 7 agosto 2012, allegato B) di competenza regionale, su proposta di soggetti imprenditoriali diversi (soprattutto la EnergoGreen Renewables s.r.l., controllata dalla Fintel Energia Group s.p.a.).
A parte quella inerente il progetto Gonnosfanadiga – Guspini, conclusasi con la rinuncia del proponente, tutte le restanti rispettive procedure di verifica di assoggettabilità si sono concluse con la decisione di far svolgere, con i dovuti approfondimenti, la successiva e vincolante procedura di valutazione di impatto ambientale (V.I.A.), sempre di competenza regionale, proprio per il pesante impatto sull’ambiente e le risorse del territorio interessato. Ora, viene proposta un’interpretazione abbastanza singolare: visto che c’è un (nuovo) soggetto proponente unico, allora si dovrebbe fare un unico procedimento di V.I.A., di competenza nazionale, visto che così prevede il Codice dell’ambiente (decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) per le centrali termiche a combustione superiori a 300 Megawatt termici.
Ora, però, la procedura di V.I.A. è stata avviata solo per i siti di Villasor – Decimoputzu e di Gonnosfanadiga – Guspini.
Ma, al di là degli aspetti giuridici, fondamentali in casi come questo, la domanda impellente è questa: a chi serve una speculazione energetica di così grande entità ai danni di centinaia e centinaia di ettari di terreno agricolo e pascolativo sardo?
Non alla Sardegna, che già oggi produce molta più energia di quanto abbia bisogno e non ha alcuna garanzia che tale produzione da fonte rinnovabile sostituisca quella tradizionale di origine fossile.
Considerati i forti incentivi per la produzione di energia da fonte rinnovabile, il minimo sarebbe l’ubicazione di tali impianti in aree industriali, già infrastrutturate e prive di valore ambientale.
Questa è una battaglia campale per la nostra Terra. E la combatteremo fino in fondo, speriamo insieme a tanti altri cittadini, associazioni e comitati: è a disposizione, per chi fosse interessato, un fac simile di atto di intervento con “osservazioni” nella procedura di V.I.A. relativa al progetto di centrale di Guspini – Gonnosfanadiga e può essere richiesto all’indirizzo di posta elettronica grigsardegna5@gmail.com.
Nei giorni scorsi è stato, inoltre, compiuto un importante passo insieme a numerose associazioni e comitati ecologisti di varie parti d’Italia: una richiesta (28 aprile 2014) al Governo di modifica legislativa della disciplina degli impianti di produzione di energia da fonti rinnovabili perché siano consentiti solo in aree industriali o comunque già degradate, con l’esclusione delle aree di rilievo naturalistico e agricole.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus
(foto da mailing list ambientalista, Comitato cittadino Cossoine, C.B., S.D., archivio GrIG)
da Sardinia Post, 2 maggio 2014
Rinnovabili, ecologisti contro la centrale solare a Gonnosfanadiga: http://www.sardiniapost.it/cronaca/rinnovabili-ecologisti-contro-centrale-solare-gonnosfanadiga/
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da CagliariPad, 2 maggio 2014
Ecologisti: “Stop all’impianto termodinamico di Gonnosfanadiga”.
Basta al consumo delle aree naturali e agricole. Il Gruppo d’Intervento Giuridico ha inoltrato al Ministero dell’Ambiente “osservazioni” nella procedura di valutazione di impatto ambientale (Via) sul al progetto di centrale solare a Pauli Cungiau: http://www.cagliaripad.it/news.php?page_id=8462
Quanto ancora dobbiamo sopportare? Moratoria subito!
stavolta mi trovo d’accordo con il GrIG seppure non completamente. Contrariamente a quanto succede per i parchi eolici (che devono essere locati in aree ventose per massimizzare la produzione di elettricità – e ciò riduce il numero dei siti favorevoli allo sfruttamento del vento) gli impianti che sfruttano l’energia solare si prestano a essere localizzati in un enormemente maggior numero di siti, a prescindere dal fatto che siano aree industriali dismesse o terreni agricoli. Questo perché l’irradiamento solare e’ molto più omogeneo della ventosità che invece risente dell’orografia e della presenza di vegetazione o di manufatti. Quindi certamente vanno preferiti i siti industriali e solo dopo che tutti questi vengano impiegati allora se necessario si dovrebbe ricorrere ad aree agricole. Ho più volte dibattuto in altri articoli con Stefano Deliperi sul fatto che questi impianti siano necessari in primo luogo. Lui sostiene di no e io di si. Invito chi legge a controllare gli altri articoli sull’argomento e nella fattispecie quello intitolato “Ancora fabbriche del vento in Sardegna”.
C’e’ un’altro fatto che pero’ dovrebbe essere tenuto in considerazione: un impianto fotovoltaico o solare può aumentare la biodiversita’ di un luogo. Cio dipende da 2 fattori: la progettazione mirata all’ottenimento di maggiore biodiversita’ e soprattutto le condizioni di partenza del luogo sul quale si interviene.
La triste realta’ della stragrande maggioranza delle aree agricole in Sardegna (e in generale nell’intero globo) e’ che esse versano in uno stato di grande degrado. La coltivazione a monocolture, l’utilizzo di fertilizzanti e fitofarmaci, l’uso sempre più spinto di sistemi di recinzione meccanici come reti fil di ferro in luogo di quelle naturali a siepe, le pratiche colturali come l’aratura e la concimazione organica omessa (soppiantata da quella chimica) hanno man mano eroso sempre più quel poco di biodiversita’ che ancora e’ presente quando si convertono i siti naturali alla produzione agricola.
E’ difficile accorgersi di questo solo guardando un campo. Esso può apparire rigoglioso e pieno di vita, persino bello ma qualora lo si guardi sotto una prospettiva naturalistica allora ci si accorge che si tratta di deserti monocolturali, con pochissime specie presenti.
Il valore di un ecosistema e’ dato dalla sua biodiversita’: tanto più grande questa, tanto più ricco l’ecosistema. Paradossalmente e sorprendentemente quindi la foto del campo di mais nell’articolo che può apparire naturale e accattivante potrebbe essere sostituita da un impianto fotovoltaico che se ben gestito potrebbe albergare una biodiversita’ di diversi ordini di grandezza superiore! Certo un bel bosco sarebbe molto meglio ma il campo di mais e’ a mio parere rappresenta come ho detto il caso peggiore fra i tre. Chi e’ d’accordo con me?
da Salviamo il Paesaggio, Difendiamo i Territori, 1 giugno 2014
Sardegna: si fermi la speculazione delle energie rinnovabili nelle campagne fra Guspini e Gonnosfanadiga!: http://www.salviamoilpaesaggio.it/blog/2014/06/sardegna-si-fermi-la-speculazione-delle-energie-rinnovabili-nelle-campagne-fra-guspini-e-gonnosfanadiga/
da L’Unione Sarda, 22 gennaio 2015
Comitati sul piede di guerra a Gonnosfanadiga e Guspini.
Impianto solare, monta la protesta. (Gian Paolo Pusceddu): http://www.regione.sardegna.it/rassegnastampa/1_146_20150122093956.pdf
è in corso di predisposizione il provvedimento conclusivo del procedimento di V.I.A.: http://www.va.minambiente.it/it-IT/Oggetti/Info/1400
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da Sardinia Post, 13 marzo 2017
Pili: “Ok del ministero dell’Ambiente al termodinamico di Gonnosfanadiga”: http://www.sardiniapost.it/ambiente/pili-ok-del-ministero-dellambiente-al-termodinamico-di-gonnosfanadiga/
da Sardinia Post, 15 marzo 2017
Termodinamico, Pigliaru scrive a Gentiloni: “Siamo nettamente contrari”: http://www.sardiniapost.it/economia/termodinamico-pigliaru-scrive-gentiloni-nettamente-contrari/
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da L’Unione Sarda, 15 marzo 2017
Pigliaru a Gentiloni: “No agli impianti di Gonnosfanadiga e Flumini Mannu”: http://www.unionesarda.it/articolo/politica_italiana/2017/03/15/francesco_pigliaru_scrive_a_gentiloni_no_agli_impianti_di_gonnosf-1-579520.html
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dal sito web istituzionale della Regione autonoma della Sardegna
Fotovoltaico, Pigliaru scrive a Gentiloni contro realizzazione impianti Gonnosfanadiga e Flumini Mannu.
I progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga si pongono “in netto contrasto con le strategie di sviluppo energetico ed economico che la nostra Regione intende promuovere anche a livello nazionale attraverso la modifica sostanziale della Strategia Energetica Nazionale”, il presidente Pigliaru sottolinea “il forte malcontento e la netta contrarietà della popolazione alla realizzazione di questi impianti” e le “forti tensioni di carattere economico-sociale che potrebbero derivarne. (http://www.regione.sardegna.it/xml/getpage.php?cat=7873)
CAGLIARI, 15 MARZO 2017 – La Regione Sardegna ha una chiara strategia di sviluppo energetico ed economico ed è nettamente contraria agli impianti di solare termodinamico di Gonnosfanadiga e di Flumini Mannu che, per le loro caratteristiche, non rientrano nella visione del Piano energetico ambientale regionale. Questo il cuore della lettera inviata stamattina al Presidente del Consiglio dei Ministri Paolo Gentiloni a cui il presidente della Regione Francesco Pigliaru chiede di intervenire per impedire la realizzazione dei due impianti.
La Commissione tecnica nazionale di Valutazione dell’Impatto Ambientale ha infatti concluso il lavoro istruttorio sul progetto da realizzarsi nei Comuni di Gonnosfanadiga e Guspini esprimendo parere positivo, analogamente a quanto già fatto in relazione all’identico progetto “Flumini Mannu” che interessa i Comuni di Villasor e Decimoputzu.
“La Regione Sardegna ha sempre manifestato la propria netta contrarietà”, spiega nella lettera il presidente Pigliaru, citando i pareri tecnici inviati alla Commissione nazionale, la lettera al ministro Galletti dell’assessore dell’Ambiente e la mozione del 28 settembre scorso del Consiglio regionale e il parere negativo del Ministero dei Beni Culturali. Su Flumini Mannu la decisione finale è stata già deferita alla Presidenza del Consiglio dei Ministri e presumibilmente avverrà lo stesso per il progetto Gonnosfanadiga. Ciò rende “opportuno e doveroso ribadire ancora una volta la forte contrarietà delle istituzioni regionali e locali, nonché dei territori.” Nella lettera Pigliaru spiega come il piano energetico ambientale della Sardegna riconosca strategici “la generazione distribuita da fonti rinnovabili e lo sviluppo di azioni destinate all’aumento della quota di autoconsumo. Con particolare riferimento alle tecnologie per la produzione di energia da fonte solare – prosegue il Presidente – , la Regione Sardegna promuove e favorisce la diffusione degli impianti e delle istallazioni di taglia medio-piccola” che occupano poco territorio e soddisfano le esigenze energetiche locali e la diffusione delle reti intelligenti. I progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga, invece, occupano superfici importanti e non riducono il costo dell’energia per l’utenza finale.
“La realizzazione di questi impianti – prosegue la lettera – comporterebbe il sacrificio di un’area produttiva, attualmente adibita ad uso agricolo e al pascolo di bestiame. Ciò sarebbe in contrasto con gli obiettivi della politica agricola regionale per il consistente consumo di suolo agrario, per non parlare della mortificazione delle aziende agricole operanti in quei territori alle quali verrebbe negata la disponibilità di quelle aree con effetti di carattere economico-sociale facilmente immaginabile. Inoltre si determinerebbe un inevitabile impatto negativo anche sugli ecosistemi coinvolti”.
Francesco Pigliaru, poi, evidenziando come la condizione di insularità della Sardegna determini uno svantaggio anche sul fronte energetico, sottolinea la necessità di “intervenire con decisione sulla legislazione nazionale, in conformità con la normativa comunitaria, per consentire alle Regioni, attraverso i propri strumenti pianificatori, di poter intervenire efficacemente”. In chiusura, ribadendo ancora una volta che i progetti Flumini Mannu e Gonnosfanadiga si pongono “in netto contrasto con le strategie di sviluppo energetico ed economico che la nostra Regione intende promuovere anche a livello nazionale attraverso la modifica sostanziale della Strategia Energetica Nazionale”, il presidente Pigliaru sottolinea “il forte malcontento e la netta contrarietà della popolazione alla realizzazione di questi impianti” e le “forti tensioni di carattere economico-sociale che potrebbero derivarne.”
il Consiglio dei Ministri, nella seduta di venerdi 22 dicembre 2017, ha deciso “a norma dell’articolo 5, comma 2, lett. c) bis della legge n. 400 del 1988, la non sussistenza delle condizioni per autorizzare la realizzazione, nei comuni di Gonnosfanadiga (CA) e Guspini (CA), di un impianto solare termodinamico da 55MW denominato “Gonnosfanadiga” e delle opere connesse” (http://www.governo.it/articolo/comunicato-stampa-del-consiglio-dei-ministri-n-64/8712).