Cason di Lanza, assurde strade forestali sulle Alpi Carniche.
Non c’è nulla da fare, nel disgraziato Bel Paese una delle fisse più deleterie per l’ambiente è la stradomanìa, ovviamente sostenuta da soldi pubblici, anche nei posti naturalisticamente più rilevanti, anche in assenza di flussi di traffico di una qualche entità, spesso solo per cercare di acquisire un qualche consenso in sede elettorale.
E’ il caso di assurde nuove strade forestali sulle Alpi Carniche.
Ne scrive molto chiaramente Caterina Diemoz, cittadina ambientalista veneta.
Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)
Ieri, si definiva forestale una via tracciata nei boschi per garantirne l’accesso utile a tutelarli e gestirli; poi, anche per promuovere un turismo sostenibile; oggi, sempre più spesso scorazzano tra malghe e rifugi moto e fuoristrada per un turismo di qualsiasi tipo.
Non fa eccezione il Friuli Venezia Giulia, regione a guida Lega Nord da due mandati.
Siamo in Carnia, Alpi Orientali nell’alto bacino del Tagliamento: un fragile paradiso dai rilievi impervi incisi da sentieri antichi che possono sparire sotto forestali larghe dai 6 ai 15 metri osteggiate con appelli e firme da Club Alpino italiano e altre voci della società civile.
Di queste ne ho vista una, percorsa da moto e fuoristrada, l’agosto scorso a Paularo.
Si dirama dall’agriturismo Al Cippo sull’intercomunale Paularo-Pontebba e poi sale per 4 km verso il confine austriaco su tracciato Cai 449, corazzata in più punti da cemento e lastre di pietra già costati al contribuente migliaia di euro.
Eppure, stando al cartello di avvio lavori, la sostituirà un “Intervento di adeguamento e realizzazione di viabilità silvo-pastorale di collegamento con l’Austria in loc. Valbertat Bassa [Al Cippo] – Cordin – Stranig Alm”. Progetto finanziato dalla Regione, importo netto € 491.814,36, committente la Comunità di Montagna della Carnia, durata lavori 240 giorni.
Tale “viabilità silvo-pastorale” sarà una camionabile: è quindi legittimo domandarsi quale distruzione di prati e di boschi e quale futuro traffico comporterà.
Il bello è che dovrà immettersi sulla Paularo-Pontebba che ho già citato, e che una frana ha chiuso al traffico dal 1° giugno 2024 nel tratto tra lo splendido passo di Cason di Lanza e Studena Bassa (Pontebba).
Ora si arriva qui solo da Paularo dopo tratti faticosi ed esposti sui quali non passa più di un veicolo alla volta: poi una barriera blocca la strada.
In sostanza, il Comune di Paularo e la Comunità di Montagna spendono – sostituendo un tratto di viabilità già cementato e lastricato – 419 mila euro per una nuova camionabile verso il confine che si dirama da una strada a tratti pericolosa e per ora interrotta.
Certo, prima o poi l’una e l’altra saranno rese accessibili.
Ma in assenza di divieti/restrizioni al flusso dei veicoli non coinvolti in lavori di malga o di bosco, il traffico annienterà i silenzi incantati del passo Cason di Lanza e della sua corona di cime, mentre a passo Monte Croce Carnico c’è chi pensa a un traforo da 4,1 chilometri e 500 milioni di euro: bell’accumulo di carrozzabili a 40 km in linea d’aria tra due valichi alpini.
Inoltre il 21 settembre scorso a Mauthen, a un convegno sovraregionale di organizzazioni ambientaliste della Carinzia, del Friuli e del Tirolo Orientale, alcuni esperti hanno evidenziato il rischio che il tunnel possa compromettere il reticolo di corsi d’acqua sotterranei del Passo e quindi l’approvvigionamento idrico in alcune vallate, oltre a intaccare la falda acquifera locale e a mettere a rischio la stabilità dei pendii.

Negli ultimi tempi la Regione Friuli – Venezia Giulia ha maturato l’intenzione di costruire nuove strade forestali senza considerare l’instabilità dei versanti, la piovosità e sismicità delle nostre Alpi e senza considerare la necessità impellente di tutelarne gli habitat naturali. Nemmeno sono stati considerati costi e benefici di ogni intervento.
La strada camionabile Prato Carnico–Sappada, avviata nel 2022, ha cancellato i sentieri CAI tra il Rifugio Chiampizzulon e Malga Tuglia con uno sfregio del versante visibile a chilometri di distanza. Oggi, con piogge un po’ più intense viene asportata in più punti, grazie a un dissesto idrogeologico nemmeno minimamente considerato.
Oltre agli scempi ambientali, ci sono i soldi pubblici sprecati.
Mario Di Gallo, dottore in Scienze forestali già funzionario del Corpo Forestale Regionale, ci parla invece del Regolamento 57 per la viabilità̀ forestale e del Bando SRD08 di Sviluppo Rurale, approvati dalla Regione rispettivamente nel 2023 e nel 2024: “Con il primo dicono di voler promuovere la multifunzione delle strade e incentivare il ‘turismo lento’, invece incentivano camionabili persino in aree tutelate da rete Natura 2000: siti d’interesse comunitario (SIC) e zone speciali di conservazione e protezione (ZSC e ZPS); e in parchi e riserve naturali”.
Come può accadere?
“Entrambi finanziano al 100% a fondo perduto i proprietari di fondi boschivi pubblici e privati senza alcun impegno da parte loro. Si finanziano inoltre al 100% soggetti terzi come imprese boschive che possono operare per conto di proprietari pubblici e privati trasferendo loro, di fatto, il governo del territorio, con contratti esterni che sfuggono alle norme di trasparenza”.
Così, mentre nel Paese Mediatico Destra e Sinistra si azzuffano per idiozie, nel Paese Reale i Partiti Unici del Cemento e delle Ruspe approvano leggi come se flora e fauna fossero cosa loro. Come se trattare le nostre montagne come una vacca da mungere a uso e consumo di qualche impresa boschiva, di qualche noto professionista, di qualche proprietario e del turismo di moto e quad, di fuoristrada e bici elettriche, volesse dire fare la volontà dei cittadini.
Caterina Diemoz
(foto Caterina Diemoz, da mailing list ambientalista, J.I., )





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