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Parco nazionale dell’Asinara, l’eterna provvisorietà, gli eterni sogni di cemento.


Asinara, Torre costiera di Cala d’Oliva

La presidenza dell’Ente Parco nazionale dell’Asinara è vacante da ben nove anni.

Inutile girarci intorno, è una vergogna.

Le aree naturali protette, terrestri e marine, di ogni livello hanno bisogno di organi di gestione pienamente titolati e in efficienza, così da garantire la massima salvaguardia ambientale e una corretta fruizione degli habitat naturali.

Nei giorni scorsi è stato nominato dal Ministero dell’Ambiente e della Sicurezza Energetica quale commissario il biologo Gianluca Mureddu, al quale facciamo i migliori auguri per il difficile compito.

E’ stato così prorogato per sei mesi l’incarico di direttore a Vittorio Gazale, ma è scaduto il mandato ai Revisori dei conti.

Asinara, Elighe Mannu, alberi defogliati a causa della Lymantria dispar (foto E. Cossu, 2016)

Insomma, l’attività gestionale del parco appare non certo a pieno regime, con tutte le conseguenze del caso.

Analoga è la situazione dell’Ente Parco nazionale dell’Arcipelago della Maddalena, d’estate letteralmente in overdose di turismo nautico senza adeguati controlli.

Ritorna, invece, il consueto annuncio di grandi investimenti per alberghi, attività turistiche varie, infrastrutture in una sorta di master plan da parte di esponenti dell’Amministrazione regionale sarda, titolare di gran parte del patrimonio immobiliare ex penitenziario sull’Asinara.

Stavolta è il turno dell’Assessore regionale della Difesa dell’Ambiente Rosanna Laconi.

Sorge spontanea la banale domanda: ma di che parla se all’Asinara non c’è neppure una decente fornitura idrica continua e nemmeno un sistema fognario-depurativo?

Se ne parla da sempre, ma siamo ancora alla pianificazione e nulla di più.

Quanto a progetti immobiliari fuori luogo possono pure starsene nei cassetti, perché sono pura follìa in un parco nazionale.

Mufloni (Ovis aries musimon)

Se l’Assessore Laconi vuol fare qualcosa di buono, anche con poco impegno, può far attuare i piani di gestione delle ZSC della Sella del Diavolo, a Cagliari: è sua competenza diretta, perché la Regione è l’ente gestore.

Con quattro-cinque cartelli di divieto di accesso alle mountain bike – fra le prescrizioni dei piani di gestione per contrastare degrado ed erosione – farebbe davvero qualcosa di concreto per l’ambiente.

Ci riuscirà?

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Asinara, asini bianchi e vecchie strutture carcerarie (foto Fiorella Sanna)

da Il Manifesto, 27 febbraio 2025

Il futuro dell’Asinara.

Sardegna. Per il parco, che di commissario in commissario ancora non funziona, la giunta della Sardegna prevede il recupero in funzione di un turismo sostenibile. Ambientalisti in allarme. (Costantino Cossu)

L’Asinara è un’isola paradiso. Tanto bella e tanto ricca di biodiversità che nel 2002 è diventata un parco nazionale. Che non funziona, però. Da otto anni il ministero dell’Ambiente non riesce a nominare presidente, direttore e consiglio di amministrazione. Sono cariche che spetterebbero a persone capaci di gestire una realtà complessa come un parco naturalistico, con competenze non soltanto manageriali ma anche scientifiche. E invece si va avanti con i commissari, che sono nomine politiche, quasi sempre appannaggio dei partiti che, nel tempo, si succedono alla guida dei governi nazionali.

C’è anche un problema di apertura del parco al territorio. L’Asinara fa parte del comune di Porto Torres, ma a poche miglia dall’isola c’è uno dei centri turistici sardi più amati dai vacanzieri, Stintino. Porto Torres cerca faticosamente di riconvertire la propria economia dalla monocultura petrolifera ed energetica al turismo e guarda all’Asinara come a una chance per il futuro: basta con raffinerie e centrale a carbone (qui ce n’è attiva ancora una) e via libera a un turismo sostenibile, con il parco e la sua straordinaria varietà biologica a fare da volano.

Asinara, Stufa Giannolli (foto Ivan Chelo)

UNA DIREZIONE, quest’ultima, verso la quale sembra orientarsi anche la giunta regionale guidata da Alessandra Todde, la presidente pentastellata che lo scorso febbraio, alla testa di una maggioranza di Campo largo, ha sconfitto le destre alle elezioni regionali. L’assessora all’Ambiente Rosanna Laconi (Pd) ha annunciato nei giorni scorsi l’intenzione di pubblicare a breve – la prossima primavera – un bando che lancerà un concorso di idee per la progettazione di un piano urbanistico finalizzato al recupero, in funzione turistica, del patrimonio immobiliare pubblico sparso per i 52 chilometri quadrati dell’Asinara.

Sono 85 edifici che hanno fatto parte della colonia penale che dal 1885 è stata ospitata nell’isola, sino a quel momento disabitata. Il carcere è stato chiuso quattro anni prima della nascita del parco, nel 1998, dopo una lunga storia che, nella seconda metà del Novecento, lo ha visto diventare una struttura di massima sicurezza nelle cui celle sono stati rinchiusi sia esponenti di spicco delle Brigate rosse sia big di Cosa nostra e della Nuova camorra organizzata, a cominciare da Totò Riina e da Raffaele Cutolo.

Cormorano (Phalacrocorax carbo)

L’ANNUNCIO dell’assessora ha agitato le acque nel mondo dell’ambientalismo sardo, preoccupato che il progetto di piano urbanistico possa mettere in pericolo il patrimonio naturalistico dell’Asinara (che è nella lista Unesco dei siti candidati a diventare patrimonio dell’umanità) e aprire la strada a un turismo selvaggio e incontrollato. Preoccupazioni, secondo Rosanna Laconi, infondate. «L’Asinara – dice al manifesto l’assessora – è un tesoro della nostra regione, un luogo simbolo di conservazione ambientale e di memoria storica. È per questo che la giunta ha scelto di intensificare gli investimenti e accelerare le azioni necessarie per il suo recupero. Vogliamo che l’isola sia accessibile e vissuta in modo sostenibile, senza compromettere la sua straordinaria biodiversità. La nostra visione è chiara: restituire ai sardi e al mondo intero un patrimonio di inestimabile valore, garantendone insieme la tutela e la valorizzazione».

E mentre rassicura il fronte ambientalista, Laconi non si lascia sfuggire l’occasione di bacchettare il ministro Gilberto Pichetto Fratin per lo stallo nelle nomine: «Ci auguriamo che il ministro proceda rapidamente all’intesa con la presidente della Regione Sardegna per la ricomposizione degli organi statutari del Parco nazionale dell’Asinara. Solo attraverso una governance completa e pienamente operativa sarà possibile attuare una pianificazione efficace e ben coordinata, garantendo il pieno sviluppo del valore ambientale, storico e turistico dell’isola».

«Il nostro impegno per l’Asinara – conclude l’assessora all’Ambiente – è concreto: vogliamo garantire che ogni intervento sia sostenibile, efficace e in grado di restituire l’isola alla fruizione dei sardi e dei visitatori. La strategia che abbiamo messo in campo risponde a criteri di gradualità e programmazione, evitando interventi spot e puntando su una valorizzazione a lungo termine. L’Asinara diventerà un modello di sviluppo armonico tra tutela ambientale e fruizione sostenibile».

Asinara, Faro Punta Scorno (Sardegna Digital Library)

TUTTO A POSTO, ALLORA. Non proprio. «Verificheremo le intenzioni della giunta regionale – dice Antonio Canu, ex responsabile dell’area parchi di Wwf Italia e attualmente coordinatore di Wwf Sardegna – nel momento in cui il progetto urbanistico di valorizzazione turistica dell’isola, per ora soltanto annunciato, diventerà una realtà. Già adesso, però, possiamo dire che i parchi naturalistici nascono per preservare l’ambiente. Questa è la loro funzione, non altra.

Il turismo non può diventare l’attività prevalente di un parco naturalistico. Esiste da anni ormai una tendenza, cavalcata soprattutto dalle comunità locali, in particolare dai sindaci, a snaturare la specificità dei parchi per fare delle riserve naturali centri di sviluppo turistico che creino reddito. Questa non è la strada giusta. Dobbiamo dirlo chiaramente, senza cedimenti. È in corso, a livello politico nazionale, una discussione sulla riforma della legge quadro sulle aree protette, la numero 394 del 1991. E avvertiamo una spinta forte a cambiare le norme attuali per rendere più facili intrusioni indebite nella corretta gestione dei parchi. Ci auguriamo che in Sardegna tanto il comune di Porto Torres quanto la Regione sappiano resistere a questa deriva negativa».

CHE LE RISERVE di Canu abbiano un fondamento lo mostra il fatto che, poche settimane fa, il sindaco di Porto Torres, Massimo Mulas (Pd), a proposito delle prospettive future di gestione dell’Asinara abbia dichiarato alla stampa locale che l’attuale modello nazionale di governance delle riserve naturali, quello definito appunto dalla legge quadro 394-1991, è superato perché poco rispettoso delle esigenze delle comunità locali e troppo restrittivo rispetto alle esigenze di valorizzazione economica, in primo luogo turistica, dei parchi.

«Noi non siamo contrari – dice Marta Battaglia, presidente di Legambiente Sardegna – all’apertura dei parchi al turismo. Alcune aree protette, in Italia, lo hanno già fatto, e bene. Ma, appunto, bisogna vedere come si fa. Dobbiamo essere molto attenti e molto rigorosi. I parchi non possono essere scavalcati nella gestione né tanto meno essere snaturati nelle loro funzioni basilari; ci sono regole che vanno rispettate. Di queste elementari verità il progetto urbanistico per l’Asinara annunciato dall’assessorato regionale all’Ambiente dovrà necessariamente tenere conto».

«Tutti e tre i maggiori parchi sardi, Asinara, La Maddalena e Miniere del Sulcis, sono alla paralisi perché il ministero non riesce a fare le nomine dei presidenti – aggiunge Stefano Deliperi, portavoce del Gruppo di intervento giuridico -. Il parco della Maddalena, poi, è un esempio sconcertante dei danni incredibili che l’overdose turistica può causare. Non è davvero il caso che lo stesso andazzo si ripeta all’Asinara». Il messaggio al ministro Pichetto Fratin e all’assessora Laconi non potrebbe essere più chiaro.

(foto Eugenio Cossu, Fiorella Sanna, Ivan Chelo, Sardegna Digital Library, S.D., archivio GrIG)

  1. marzo 12, 2025 alle 2:42 PM

    da L’Unione Sarda, 12 marzo 2025

    Presidenza del Parco dell’Asinara: ecco la terna di nomi del ministro Fratin.

    Svolta in arrivo dopo la nomina del commissario straordinario Gianluca Mureddu. (Mariangela Pala): https://www.unionesarda.it/news-sardegna/sassari-provincia/presidenza-del-parco-dellasinara-ecco-la-terna-di-nomi-del-ministro-fratin-o21mi782

  2. giugno 16, 2025 alle 2:46 PM

    da La Nuova Sardegna, 12 giugno 2025

    Estate cafona all’Asinara, quattro turisti violano la fragilissima spiaggia di Cala Sant’Andrea.

    Asinara Incuranti dei divieti, sono sbarcati con un piccolo gommone a Cala Sant’Andrea, una delle aree più fragili e protette del Parco Nazionale dell’Asinara. È accaduto nella mattinata di mercoledì 11 giugno: quattro turisti, un uomo e tre donne, sono approdati sulla spiaggia, si sono immersi in acqua, hanno fatto volare un drone e hanno trascorso del tempo sulla battigia come se nulla fosse, violando un’area sottoposta a tutela integrale, dove è vietato qualsiasi tipo di attività umana, compresa la semplice balneazione. La scena non è passata inosservata. A notare il gommone e i comportamenti proibiti è stato un altro visitatore, che stava percorrendo uno dei sentieri autorizzati dell’isola. L’uomo ha cercato di richiamare l’attenzione dei quattro, invitandoli a lasciare la spiaggia. Ma la sua segnalazione è stata ignorata. Solo dopo aver allertato l’Ente Parco e insistito con determinazione, il gruppo ha deciso di allontanarsi. Cala Sant’Andrea è una delle poche zone dell’Asinara classificate come “a tutela integrale”, secondo la zonazione del Parco. Qui la protezione ambientale è assoluta: non si può sbarcare, nuotare, pescare, né tantomeno far volare droni (senza permessi) o avvicinarsi in barca. La spiaggia, caratterizzata da sabbia finissima, stagni temporanei e delicate formazioni dunali, ospita habitat fondamentali per la biodiversità isolana e rappresenta un’area di nidificazione per specie rare e protette, come il gabbiano corso. L’Asinara, dichiarata Parco Nazionale nel 2002, è uno dei luoghi più preziosi del Mediterraneo dal punto di vista naturalistico. Dopo decenni di isolamento come colonia penale, è oggi un santuario di biodiversità sia terrestre che marina, suddiviso in zone con diversi gradi di protezione. Le aree a tutela integrale, come Cala Sant’Andrea, sono quelle dove la natura deve restare incontaminata, senza alcuna pressione antropica. L’episodio di mercoledì ha riacceso l’attenzione sull’importanza del rispetto delle regole e sulla necessità di maggiore consapevolezza da parte dei visitatori. In un contesto fragile come quello dell’Asinara, anche un gesto all’apparenza innocuo può causare danni irreparabili all’ambiente. Il comportamento del turista che ha segnalato l’infrazione e ha contribuito ad allontanare i trasgressori è stato esemplare. Senza il suo intervento, l’ennesima violazione sarebbe forse passata sotto silenzio. (a cura di Federico Spano)

  3. giugno 20, 2025 alle 2:50 PM
  4. luglio 11, 2025 alle 2:36 PM

    da L’Unione Sarda, 11 luglio 2025

    Via al rilancio dell’Asinara: gli edifici del Demanio alla Regione e poi al Parco.

    Obiettivo anche creare una destagionalizzazione sull’isola, partendo dall’istituzione di un polo formativo universitario. (Mariangela Pala)

  5. ottobre 10, 2025 alle 2:32 PM

    A.N.S.A., 10 ottobre 2025

    Tour abusivi nel parco dell’Asinara, denunciati due operatori.

    Nei guai anche due turiste che hanno violato Cala Sant’Andrea.

    Giro turistico in auto, all’Asinara, con tanto di autista personale, tutto abusivo.

    Due operatori turistici sono stati denunciati dai carabinieri della Compagnia di Porto Torres, perché, senza autorizzazioni usavano l’auto della loro struttura ricettiva per tour guidati all’interno dell’isola parco.
        La loro auto era, infatti, autorizzata solo come supporto logistico all’attività di ricezione e non per escursioni con guida nel parco.
        Sempre i carabinieri della Stazione dell’Asinara hanno sanzionato due turiste che con le loro biciclette hanno circolato sulla spiaggia di Cala Sant’Andrea e hanno fatto poi il bagno in mare, in una zona dove vige il divieto assoluto di accesso, transito e balneazione.

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