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 Ma non sarebbe ora di chiudere la pericolosa discarica dell’Ex Cava Viti (Montignoso e Pietrasanta)?


Montignoso-Pietrasanta, deflusso liquido dalla discarica Ex Cava Viti (maggio 2024)

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG) ha inviato (14 maggio 2024) una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione provvedimenti in relazione all’ennesimo incidente avvenuto nella discarica controllata per rifiuti speciali Ex Cava Viti, in località Porta – Fornace, nei Comuni di Montignoso (MS) e di Pietrasanta (LU), gestita dalla Programma Ambiente Apuane s.p.a.

Coinvolti il Ministero dell’ambiente e della Sicurezza Energetica, la Regione Toscana, l’A.R.P.A.T., i Comuni di Montignoso e di Pietrasanta, i Carabinieri del N.O.E. e informate per quanto di competenza le Procure della Repubblica presso il Tribunale di Massa e di Lucca

Montignoso – Pietrasanta, discarica Ex Cava Viti (Fornace)

A due passi dalla Riviera della Versilia continua a prosperare (si fa per dire) da troppi anni una discarica controllata decisamente piuttosto pericolosa, al di là delle certificazioni ambientali vantate.

Come ha comunicato l’ARPAT, lo scorso 6 maggio 2024 “un evento franoso avvenuto all’interno della discarica gestita dalla ditta Programma Ambiente Apuane SpA e localizzata tra i Comuni di Montignoso e Pietrasanta lungo la via Aurelia, a seguito di cedimento strutturale di una parete, con conseguente fuoriuscita di presunto percolato”.   In particolare, “le acque fuoriuscite dall’ingresso dell’impianto hanno raggiunto la strada Statale Aurelia, che è rimasta transitabile, ed il canale adiacente la strada che confluisce nella Fossa Fiorentina”, che confluisce nel Lago di Porta.

Non è la prima volta che si verificano gravi problematiche ambientali presso questa discarica.

Per esempio, in seguito a istanza GrIG (20 aprile 2018), il Dipartimento di Lucca dell’A.R.P.A.T. – Area Vasta Costa aveva risposto (nota prot. n. 2018/0034889 del 16 maggio 2018) rendendo noto di aver provveduto, in seguito agli accertamenti svolti, a depositare specifica denuncia alle Procure della Repubblica di Massa e di Lucca per la “ipotesi di reato ai sensi dell’art. 256 c.1 lett. a) del D.Lgs 152/06”, poi “è seguita la notifica alla ditta … del verbale prescrizioni n. 32 del 27/03/2018 emesso ai sensi dell’art. 318-ter del D.Lgs 152/2006”.   Conseguentemente, “ARPAT provvederà, nei termini di legge, alla verifica dell’avvenuto adempimento”.

La Struttura A.R.P.A.T. aveva, quindi, denunciato la Società esercente la discarica per gestione non autorizzata di rifiuti (art. 256, comma 1°, lettera a, del decreto legislativo n. 152/2006 e s.m.i.) e l’aveva diffidata al rispetto delle prescrizioni impartite con l’autorizzazione integrata ambientale (A.I.A.).

Originariamente (1997) era stata autorizzata quale “discarica di tipo 2B” per lo smaltimento dei residui della lavorazione del marmo (marmettola), successivamente ha avuto autorizzazione (decreto Regione Toscana – Direzione Ambiente ed Energia – Settore Bonifiche e Rifiuti n. 11634 del 17 luglio 2018) anche per rifiuti speciali e, in particolare, detriti contenenti amianto.

Attualmente è in corso un ulteriore procedimento per ottenere l’autorizzazione (P.A.U.R.) ad ampliare la discarica (“Completamento oltre quota +43 della discarica per rifiuti speciali non pericolosi sita in loc. Porta nei Comuni di Montignoso (MS) e Pietrasanta (LU)”), procedimento sospeso dalla Regione Toscana dopo l’ultimo incidente e la scadenza infruttuosa (23 aprile 2024) per il deposito della documentazione integrativa richiesta.

Il GrIG auspica rapidi accertamenti e interventi di bonifica, ma soprattutto, un processo che porti alla chiusura definitiva e alla messa in sicurezza della discarica, come richiedono da tempo e a gran voce le popolazioni interessate.

Gruppo d’Intervento Giuridico (GrIG)

Germano reale (Anas platyrhynchos). Nel Lago di Porta, dove vivono, confluiscono le acque che defluiscono dalla discarica dell’Ex Cava Viti. E chi se ne frega, a quanto pare.

(foto da mailing list ambientalista, P.G., S.D., archivio GrIG)

  1. Maggio 15, 2024 alle 3:03 PM

    dalla Gazzetta di Massa e Carrara, 14 maggio 2024

    Anche il Grig chiede la chiusura di Cava Fornace: https://www.lagazzettadimassaecarrara.it/montignoso/anche-il-grig-chiede-la-chiusura-di-cava-fornace

    • Maggio 16, 2024 alle 3:05 PM

      da La Nazione, 15 maggio 2024

      Discarica, istanza del Grig: “Interventi di bonifica e poi chiusura.

      Il Gruppo d’intervento giuridico interviene sulla discarica dell’ex Cava Fornace, chiedendo interventi urgenti e la chiusura definitiva per garantire la sicurezza ambientale. Incidenti ricorrenti sollevano preoccupazioni sulle certificazioni ambientali e la necessità di proteggere le comunità locali. (https://www.lanazione.it/massa-carrara/cronaca/discarica-istanza-del-grig-interventi-di-bonifica-e-poi-chiusura-72159e72)

      Sulla discarica dell’ex Cava Fornace interviene anche il Gruppo d’intervento giuridico (Grig). L’associazione ecologista ha inviato una specifica istanza di accesso civico, informazioni ambientali e adozione provvedimenti in relazione all’ennesimo incidente avvenuto nella discarica. Coinvolti il Ministero dell’ambiente, la Regione Toscana, l’Arpat, i Comuni di Montignoso e di Pietrasanta, i carabinieri del Noe e informate, per quanto di competenza, le Procure della Repubblica presso il Tribunale di Massa e di Lucca.

      Il Grig auspica “rapidi accertamenti e interventi di bonifica, ma soprattutto, un processo che porti alla chiusura definitiva e alla messa in sicurezza della discarica, come richiedono da tempo e a gran voce le popolazioni interessate”.

      “A due passi dalla Versilia – afferma ancora il Grig – continua a prosperare (si fa per dire) da troppi anni una discarica decisamente pericolosa, al di là delle certificazioni ambientali vantate. L’evento franoso avvenuto di recente all’interno della discarica gestita dalla ditta Programma Ambiente Apuane è solo l’ultimo caso. Non è la prima volta infatti che si verificano gravi problematiche ambientali presso questa discarica. Non sarebbe ora di chiuderla?”.

  2. Maggio 16, 2024 alle 2:52 PM

    dal sito web istituzionale dell’ARPAT, 15 maggio 2024

    Cava di Fornace (MS e LU): ARPAT presenta il quadro completo dei risultati delle analisi.

    Gli esiti delle analisi non rilevano la presenza di inquinanti che facciano presupporre danni irreversibili all’ambiente. (https://www.arpat.toscana.it/notizie/comunicati-stampa/2024/cava-di-fornace-ms-e-lu-arpat-presenta-il-quadro-completo-dei-risultati-delle-analisi)

    Presentiamo il quadro completo dei risultati delle analisi in parte già anticipati, dall’Ing. Stefano Santi, responsabile del Settore Indirizzo Tecnico delle Attività della Direzione tecnica, nel corso della conferenza stampa che si è tenuta lunedì 13 maggio presso il Comune di Montignoso (MS), a seguito del cedimento del muro esterno della discarica Programma Ambiente Apuane sita nei Comuni di Montignoso (MS) e Pietrasanta (LU).

    Lo scenario che si è evidenziato risulta coerente con un evento di natura accidentale, incidentale e di durata limitata nel tempo, a cui generalmente non sono associati impatti irreversibili sull’ambiente.

    Nel percolato fuoriuscito dalle pertinenze della discarica è stato rilevato il rispetto dei limiti previsti dal Testo unico ambientale (D.Lgs 152/06) relativi agli scarichi industriali in acqua superficiale, per tutti i parametri ricercati, ad eccezione di alluminio, ferro e solidi sospesi.

    In particolare, è stato osservato:
    – per il ferro un valore di concentrazione di 7,1 mg/l, contro un limite normativo di 2 mg/l;
    – per l’aluminio un valore di concentrazione di 7,7 mg/l, contro un limite normativo di 1 mg/l;
    – per i solidi sospesi un valore di concentrazione di 3347 mg/l, contro un limite normativo di 80 mg/l.

    La presenza di questi contaminanti è compatibile con la natura della tipologia dei rifiuti conferiti in discarica. Quest’ultima era stata autorizzata per accogliere i residui prodotti dal taglio di marmo e granito (marmettola). Questi rifiuti contengono sicuramente alluminio (utilizzato per far sedimentare più velocemente la marmettola), ferro (derivante dal materiale degli utensili per il taglio del granito), mentre i solidi sospesi sono legati alla mobilizzazione della terra e dell’argilla franata da parte dell’acqua.

    Gli esiti delle analisi chimiche eseguite dal laboratorio ARPAT sul campione prelevato dal fosso non rilevano la presenza di inquinanti che, per tipo o concentrazione, facciano presupporre l’eventualità di danni o pericoli a carico delle risorse ambientali.

    Considerato che la discarica è autorizzata anche per il conferimento di rifiuti contenti amianto, nel campione è stato ricercato anche questo parametro. Data la complessità delle analisi, questa ha richiesto tempi più lunghi. I risultati analitici sono stati prodotti dal laboratorio di ARPAT in data 14 maggio ed hanno evidenziato la presenza di amianto sotto forma di crisotilo (pietra di colore bianco a base di silicati di magnesio – tipologia mineralogica serpentino) e tremolite (pietra di colore grigio-verde a base di silicati di ferro, calcio e magnesio – tipologia mineralogica anfiboli). Il primo veniva utilizzato nella produzione di materiali contenenti amianto, il secondo, in quanto presente in rocce metamorfiche dette pietre verdi, trovava largo impiego nel mondo delle pietre ornamentali. Le due specie di amianto individuate possono essere compatibili con i materiali presenti all’interno della discarica.

    Il sedimento presente nel percolato si è depositato sul fondo del Fosso Ginese sotto costante battente di acqua, quindi intrinsecamente in sicurezza in quanto indisponibile ad essere volatilizzato e respirato.

    ARPAT è intervenuta nelle fasi emergenziali e nei giorni successivi per monitorare l’evoluzione dell’evento accidentale. Nell’immediato il personale ARPAT ha eseguito il predetto campionamento, lungo il Fosso Ginese, a valle rispetto al punto di scolo delle acque fuoriuscite dalla discarica, effettuando contestualmente alcune verifiche al contorno della discarica. Successivamente è stato effettuato un nuovo sopralluogo all’interno della ditta Programma Ambiente Apuane per verificare l’andamento delle attività intraprese per la risoluzione dell’incidente.

    Infine, il 13 maggio è stata effettuata un’ulteriore misurazione di parametri chimico-fisici nelle acque lungo il Fosso Ginese fino al lago di Porta. I parametri chimico-fisici misurati (in particolare la conducibilità) sono rientrati in un range di valori tipici del corso d’acqua misurato.

    L’Agenzia seguirà costantemente le ulteriori attività di intervento e ripristino dei luoghi.

  3. Avatar di Antonio Bonuccelli
    Antonio Bonuccelli
    giugno 25, 2024 alle 4:21 PM

    Come mai le associazioni ambientaliste del comprensorio non intervengono a difesa dell’area umida?. Qualcosa che non torna.

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