Tuvixeddu, soldi pubblici e “distrazioni di massa”.
Il deposito della sentenza Corte di cassazione, Sez. I civile, 5 febbraio 2021, n. 2738 che ha definitivamente annullato il lodo arbitrale, già riformato dalla sentenza Corte App. civile Roma, Sez. II, 9 aprile 2018, n. 2245, che prevedeva un ingente somma a titolo di indennizzo al Gruppo Cualbu Sardegna in relazione all’annosa vicenda di Tuvixeddu (Cagliari), ha innescato una serie di iniziative che curiosamente si disinteressano del fatto principale, la mancata restituzione dei 77,8 milioni di euro più gli interessi (complessivamente oltre 85 milioni di euro) da parte del Gruppo immobiliare alla Regione autonoma della Sardegna.
Infatti, i soldi pubblici sono stati immediatamente versati all’Impresa, che, per contro, dopo tre anni, non ha restituito nemmeno un centesimo e sembra che in cassa non abbia le debite somme.
Nulla a parte la sacrosanta interpellanza in proposito (n. 81/C4 del 24 dicembre 2019) presentata dall’on. Massimo Zedda.
In questi giorni sarebbe stata depositata (nel sito web del Consiglio regionale della Sardegna non è ancora presente) una proposta di legge regionale P.D. – Progressisti – LEU – M5S (on.li Ganau, Agus, Cocco, Ciusa) che riprende l’analoga n. 363 del 16 febbraio 2012.
Se così fosse, la finalità sarebbe comunque positiva (realizzare il parco esteso ben 50 ettari), ma apparirebbero elementi di grande, per non dire enorme, perplessità.
Che bisogno c’è di istituire un “ente parco”, un “comitato direttivo” e un “comitato scientifico”, prevedere la figura di un “direttore”con i connessi compiti di pianificazione, gestione, vigilanza? E il coinvolgimento della Città metropolitana (erede della Provincia) di Cagliari?
A che titolo, visto che l’intera area è compresa nel territorio comunale cagliaritano?
Le funzioni previste sono quelle che deve svolgere ordinariamente il Comune di Cagliari – che non può che essere il proprietario e il gestore del parco – e la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Cagliari, deputata per legge alla difesa del patrimonio archeologico.
Si vogliono creare doppioni per trovar posto a qualcuno? Non sono proprio i tempi giusti e non è aria.

Per non parlare del previsto stanziamento triennale di ben 90 milioni di euro da trarre da un bilancio regionale in grave sofferenza, in un momento di pesantissima crisi economico-sociale.
30 milioni di euro all’anno, quando i trasferimenti statali per tutti i 22 parchi nazionali ammontano a soli 64,3 milioni di euro all’anno (fonte Corte dei conti, 2020).
Un ente-parco inutile, un carrozzone, quando la cosa fondamentale – ora, subito – è il recupero dei soldi pubblici da un Gruppo imprenditoriale inadempiente.
E da questo punto di forza deve partire ogni trattativa per l’acquisizione integrale delle aree d’interesse archeologico e ambientale di Tuvixeddu e la realizzazione di un luogo di grandissimo richiamo storico-culturale per Cagliari e tutto il Mediterraneo.
La più importante area archeologica sepolcrale punico-romana del Mediterraneo, interessata dal noto progetto immobiliare, lo merita senz’altro.
Gruppo d’Intervento Giuridico odv
(foto S.D., archivio GrIG)
Articolo che centra benissimo le due questioni di uno stesso tema: lo sperpero di danari nostri.
Ma letta la sentenza della Cassazione mi chiedo: era proprio così difficile per gli Arbitri, persone esperte, comprendere che la competenza a decidere era del Giudice Amministrativo?
Non è uno sperpero è un volgare furto con destrezza. A suo tempo colpì l’opinione pubblica una intervista su un quotidiano locale ove l’imprenditore rimproverava un giudice per non aver ancora arrestato Soru , reo di aver tutelato l’interesse pubblico.
Prima, riportare i soldi a casa! Sono penamente d’accordo…
si parla d’altro, si gira intorno, si prende tempo….perchè quei soldi non ci sono più
..appunto 😉