Pregiudicato, capo caccia, bracconiere.

Se quanto riportato dai mezzi d’informazione è corretto, il buon S.P., cinquantaquattrenne artigiano di Capoterra (CA), è un pregiudicato, un capo-caccia di una compagnia di caccia grossa, un bracconiere.
Per carità, non sarebbe certamente l’unico, tuttavia sarebbe interessante sapere con quali curiosi argomenti gli appartenenti alla sua compagnia di caccia al Cinghiale accettino di essere guidati da costui, cioè da un bracconiere pregiudicato.
I migliori complimenti per la scelta oculata.
Sosteniamo l’attività antibracconaggio delle Forze dell’ordine e chiediamo, ancora una volta, pene più severe e certe per i delinquenti in danno all’ambiente.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

da L’Unione Sarda, 20 novembre 2020
SARROCH. Caccia un cervo sardo nel Parco di Gutturu Mannu, denunciato.
Nel frigo di casa aveva resti dell’animale, la cui specie è protetta.
Il personale del Corpo forestale della stazione di Uta in servizio di controllo nella zona del Parco Naturale Regionale di Gutturu Mannu in località Spagnolu in agro di Sarroch, ha ritrovato gli scarti di macellazione di un esemplare di cervo sardo.
Considerato che dalle condizioni del materiale individuato risultava che l’abbattimento fosse appena accaduto, sono state avviate immediate ricerche e istituite posti controllo nelle vie di accesso al Parco.
Intorno alle ore 19 è stato intercettato un veicolo di un potenziale sospetto, il quale si è dato alla precipitosa fuga ad alta velocità. Tuttavia il fuggitivo è stato bloccato nella Strada provinciale all’ingresso di Capoterra.
Al controllo dell’auto sono stati trovati tre zaini con i resti sezionati di un cervo sardo, corrispondente ai residui ritrovati poco prima nel parco di Gutturu Mannu.

Al bracconiere, S.P. 54 anni artigiano di Capoterra, il quale ha il ruolo di capo di una compagnia di caccia grossa, è stata contestata la cattura e la detenzione di un cervo sardo, specie non cacciabile e particolarmente protetta.
La successiva perquisizione ha permesso di rinvenire anche i resti conservati in frigo di un ulteriore cervo sardo, oltre che strumenti illeciti di cattura (cavetti in acciaio, nonché munizioni che l’uomo non poteva detenere non essendo titolare di porto d’arma perché pregiudicato).
Al bracconiere è stato contestato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale e la sua auto è stata sottoposta a sequestro perché sprovvista di assicurazione.
La caccia a specie protetta e caccia in zona vietata (Parco Regionale) è sanzionata con pene sino ad un anno di reclusione.

da La Nuova Sardegna, 20 novembre 2020
Cervo appena ucciso in auto, a casa in freezer un altro a pezzi: nei guai bracconiere di Capoterra.
Fermato dai forestali dopo un lungo inseguimento nel parco di Gutturu Mannu. (Luciano Onnis)
SARROCH. Cacciatore e capo di una compagnia di caccia grossa, ma soprattutto bracconiere di cervi sardi. Con un esemplare in auto appena ucciso (un altro gli è stato trovato a pezzi nel freezer a casa sua), lo hanno intercettato e fermato, dopo un lungo inseguimento sulle strade sterrate del parco regionale di Gutturu Mannu, gli agenti della stazione di Uta del Corpo forestale e del nucleo investigativo dell’ispettorato di Cagliari. Si tratta di un artigiano 54enne di Capoterra, P.S., denunciato in stato di libertà: gli vengono contestati i reati di cattura e detenzione di specie animale particolarmente protetta, oltre tutto simbolo del Parco Naturale di Gutturu Mannu dove lui cacciava di frodo. La perquisizione nella sua abitazione ha permesso di rinvenire anche i resti conservati in frigo di un ulteriore cervo, oltre che strumenti illeciti di cattura come cavetti in acciaio, nonché munizioni che l’uomo non poteva detenere non essendo titolare di porto d’arma perché pregiudicato. Al bracconiere è stato contestato anche il reato di resistenza a pubblico ufficiale e la sua auto è stata sottoposta a sequestro perché sprovvista di assicurazione.

Nella giornata di giovedì 19 novembre, in cui era consentito l’esercizio venatorio, il personale della stazione forestale di Uta in servizio di controllo nella zona del Parco naturale regionale di Gutturu Mannu in località Spagnolu, in territorio di Sarroch, ha ritrovato gli scarti di macellazione di un esemplare di cervo sardo. Considerato che dalle condizioni della carne risultava che l’abbattimento dell’animale fosse appena accaduto, i ranger hanno proceduto ad avviare immediate ricerche e istituire posti controllo nelle vie di accesso all’oasi protetta di Gutturu Mannu.
Intorno alle ore 19 veniva intercettato l’auto di un potenziale sospetto che alla vista del fuoristrada con l’effige del Corpo Forestale, si è dato alla fuga ad alta velocità. E’ iniziato un inseguimento finché il fuggitivo è stato bloccato nella strada provinciale all’ingresso di Capoterra. Al controllo del veicolo sono stati trovati tre zaini con i resti sezionati di un cervo, corrispondente ai resti della carcassa trovata poco prima nel parco. Al conducente dell’auto, l’artigiano 54enne di Capoterra che i Forestali conoscevano benissimo, è stata poi perquisita anche l’abitazione con il ritrovamento di un altro cervo fatto a pezzi e congelato e del materiale per la caccia di frodo. Rischia un anno di carcere.

(foto Cristiana Verazza, J.I., S.D., archivio GrIG)
Non tutti i cacciatori sono bracconieri,
ma tutti i bracconieri sono cacciatori!
La regola è sempre valida, usandola ci si azzecca e se vuoi trovare un bracconiere e’ chiaro l’ambiente dove cercarlo, lo trovi sempre tra i “primi difensori dell’ambiente” che ci fanno sempre gli spiegoni sulla gestione della fauna selvatica e l’invasione degli ungulati e altre amene fesserie e te lo dicono dandoti dell’ignorante… hanno zero credibilità, con i cacciabracconieri non si fanno tavoli di discussione li si porta in tribunale come fa il GrIG….
I Lupi a protezione degli agnelli.
Un male antico che non si riesce a estirpare. Volontari vengono (o forse venivano) da tutte le parti per tentare di arginare quella che non può che essere considerato un dato culturale e poi un dato di economia marginale e non solo in quelle aree note delal Sardegna.
Di fatto appare improbabile che il bracconaggio venga azzerato da una vigilanza che, come ovunque in Italia, appare ampiamente sottodimensionata rispetto alle esigenze.
Serve un ampio coiinvolgimento dei giovanissimi nella conoscenza del proprio territorio, nella formazione di nuove modalità di approccio alla natura che non siano quelle tradizionali predatorie.
E per questo serve una politica e alti quadri della pubblica amministrazione che non banchettino ai tavoli serviti da bracconieri.
in italia non c’è “certezza della pena”, punto
sta tutto qui…
e non vi è certezza della pena semplicemente perchè i politici fanno leggi svuotacarceri e non vogliono/possono costruire(investire) in nuove carceri mettendoci personale a lavorare, costa troppo
con la certezza della pena questo tizio ci pensava tre volte prima di delinquere (e andarsene in giro con l’auto senza assicurazione tra le altre cose)
un pregiudicato , a capo ( capo caccia) di un manipolo di uomini armati , nessuna meraviglia che sia un bracconiere, e gli altri suoi compari che lo hanno scelto come capo? Spero che li sorveglino,grazie
“Rischia un anno di carcere” mi fa tristemente pensare che non avrà se non una piccola multa.
ma certo, per legge non si va praticamente mai in prigione con condanne sotto i 3 anni, come dicevo questa è la mancanza di certezza della pena, non c’è disincentivo REALE a non delinquere, chi non ha nulla da perdere se ne frega della fedina penale e il resto è acqua di rose
sono abbastanza sicuro che questo gentiluomo per ripicca metterà inneschi incendiari in quell’area, non appena le condizioni meteo glielo consentiranno
con questi esseri immondi non basta la pena detentiva o pecuniaria: dopo poco tornerebbero a delinquere, ma più è sensibilizzata e attiva la società civile in tema ambientale, senso civico e di rispetto leggi ( in primis le prime persone con cui si relaziona sto tizio) meno questa tipologia di cittadini più che borderline potranno fare tutto e il contrario di tutto con l’omertà e il consenso (tacito o meno) di chi li circonda (familiari, amici, conoscenti, colleghi…)
In un posto normale e civile (quindi NON la Sardegna di oggi) prima della galera, prima della multa, a fermare soggetti dementi del genere è la gogna sociale a cui sarebbero quotidianamente soggetti per il resto della loro vita
Ma qua meglio mettere la testa sotto il cuscino e far finta di non vedere pur di mantenere un illusorio quieto vivere: chiedete a tutti gli abitanti, spesso danarosi, di poggio dei pini quanto timore hanno di segnalare, bloccare e denunciare qualsiasi piccolo bracconiere dell’area….
io invece ho sempre pensato che quella zona, che è la lecceta più grande d’Europa, sia intatta proprio in quanto usata, sfruttata, fruita…insomma “bene comune”. Certo molto c’è da lavorare sul rispetto delle specie protette, che tuttavia in merito al cervo sardo meriterebbe un discorso più articolato, in quanto molto abbondante IN QUELLA ZONA. Condivido le preoccupazioni circa il fatto che un pregiudicato a cui non è consentito maneggiare armi sia un capo caccia.. mi vien difficile credere che da capocaccia non maneggi armi. I cacciatori seri (esistono?) dovrebbero per primi autoregolamentarsi allontanando queste persone. Ma d’altro canto quanti anni ci sono voluti perché i partiti politici si autoregolamentassero per non eleggere i pregiudicati in Parlamento?
Comunque proprio perché la tutela ambientale è un tema complesso e sperando che qualcuno di loro legga, volevo ringraziare soprattutto il Corpo forestale e di vigilanza ambientale per quanto fatto.