Il pesante taglio dei boschi della Montagnola Senese è un taglio ceduo, ma nessuno risponde sulla regolarità o meno.

Prosegue senza sosta il pesante taglio boschivo in corso da qualche tempo per conto della Società Duferco Biomasse (a quanto si deduce da cartelli presenti sul posto) nei boschi della Montagnola Senese, fra la storica Fattoria di Cerbaia e l’antico borgo di Molli, in Comune di Sovicille (SI).
La zona è ricca di boschi di Leccio, Roverella, Acero, qualche Castagno e densa macchia mediterranea con Ginepro, Corbezzolo, Agrifoglio.
L’area – poco più di 5 ettari di bosco ceduo (ultimo taglio precedente nel 1991) – è tutelata con vincolo paesaggistico (decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.) e rientra nel sito di importanza comunitaria (S.I.C.) “Montagnola Senese” (codice IT5190003) ai sensi della direttiva n. 92/43/CEE sulla salvaguardia degli habitat naturali e semi-naturali, la fauna e la flora. Ogni sensibile intervento di modifica deve esser autorizzato dopo conclusione positiva di specifica procedura di valutazione di incidenza ambientale (V.Inc.A.).

L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus ha inoltrato ben due puntuali istanze di accesso civico, informazioni ambientali e adozione degli opportuni provvedimenti (14 gennaio 2020 e 1 febbraio 2020) per verificare la legittimità o meno di quanto sta accadendo, sollecitando i doverosi controlli da parte delle amministrazioni pubbliche competenti. Sono stati coinvolti i Ministeri dell’ambiente e per i beni e attività culturali, la Regione Toscana, il Comune di Sovicille, l’Unione dei Comuni della Val di Merse, i Carabinieri Forestale, la Soprintendenza per archeologia, belle arti e paesaggio di Siena, è stata informata, per opportuna conoscenza, la Procura della Repubblica presso il Tribunale di Siena.

Con lentezza arrivano le prime risposte.
Il Comune di Sovicille (nota prot. n. 877 del 22 gennaio 2020) ha comunicato che sul taglio boschivo “sono in corso accertamenti“, tuttavia affermando che “agli atti di questo Ufficio non risultano rilasciati atti autorizzativi“, indicando nell’Unione dei Comuni della Valle del Merse la titolare della competenza in materia di vincolo idrogeologico e forestale (legge regionale Toscana n. 39/2000 e s.m.i.), mentre la Soprintendenza senese per Archeologia, Belle Arti e Paesaggio (nota prot. n. 2115 del 28 gennaio 2020) ha chiesto allo stesso Comune di Sovicille di effettuare i controlli in materia paesaggistica e di ordinare il blocco dei lavori e il ripristino ambientale, se non autorizzati (art. 167 del decreto legislativo n. 42/2004 e s.m.i.), materia in cui i poteri sostitutivi sono in capo proprio agli Organi del Ministero per i Beni e Attività Culturali e del Turismo.
La Regione Toscana – D.G. Ambiente ed Energia – Settore Tutela della Natura e del Mare(nota prot. n. 35028 del 29 gennaio 2020) ha, poi, comunicato (nota prot. n. 35028 del 29 gennaio 2020) di aver rilasciato autorizzazione condizionata al termine del procedimento di valutazione di incidenza ambientale con atto prot. n. 427435 del 12 settembre 2018, mentre le autorizzazioni all’esecuzione del piano di gestione forestale sono di competenza dell’Unione dei Comuni della Valle del Merse.
E sono proprio le condizioni vincolanti in base alle quali è stata rilasciata l’autorizzazione al termine della procedura di valutazione di incidenza ambientale a far seriamente dubitare della correttezza dell’esecuzione.
Infatti, il taglio avrebbe dovuto salvaguardare il regime idrogeologico, il mantenimento della possibilità di rinnovo del bosco, la tutela della fascia di 10 metri dalle sponde dei corsi d’acqua, nonché avrebbe dovuto “essere adeguato al contesto al fine di ridurre al massimo i danni”.

L’Unione Comuni della Valle del Merse, competente in materia di vincolo idrogeologico e forestale (legge regionale Toscana n. 39/2000 e s.m.i.), ha comunicato che “l’intervento in corso di esecuzione consiste in un taglio colturale come da Piano Pluriennale dei Tagli approvato in data 28/05/2015 in base alla Legge forestale della Toscana (L.R. 39/2000) ed al Regolamento Forestale della Toscana (d.p.g.r. 48/R/2003)”.
Nessuna autorizzazione paesaggistica rilasciata, perché, “sulla base della documentazione agli atti”, il taglio boschivo in corso “consiste in un taglio colturale secondo la definizione data dall’art. 47 bis della L.R. 39/2000: Per taglio colturale s’intende il taglio che rientra nell’ordinaria attività silvana e che è condotto con modalità tali da assicurare la rinnovazione e la perpetuazione del bosco, senza comprometterne le potenzialità evolutive, favorendo la biodiversità e tutelando l’assetto idrogeologico”.

Il taglio colturale (ceduo) “costituisce (art. 47 bis c.4 della L.R. 39/2000) intervento inerente l’esercizio di attività agro-silvo-pastorale che non comporta la trasformazione del bosco e per il quale non è richiesta, ai sensi dell’articolo 149 c.1 lett. b del d.lgs. 42/2004, l’autorizzazione paesaggistica”.
Finora, però, nessuna amministrazione pubblica ha reso noto l’elemento fondamentale: l’intervento di taglio è conforme a quanto autorizzato o no?
Gli accertamenti in corso (confermati dal Comune di Sovicille) dovranno essere alquanto rapidi, perché, in caso di violazione delle prescrizioni, il danno ambientale non sarà di poco conto.
L’associazione ecologista Gruppo d’Intervento Giuridico onlus auspica rapidi e definitivi accertamenti da parte delle amministrazioni pubbliche e della polizia giudiziaria coinvolte.
Gruppo d’Intervento Giuridico onlus

(foto per conto GrIG, archivio GrIG)
Mentre leggo il post, mi chiedo come tutto ciò possa accadere in un Paese che abbia una sua struttura organizzativa ed amministrativa e che sia guidata “politicamente” da persone che dovrebbero avere idee chiare su ciò che deve essere fatto e su ciò che NON deve essere fatto. Quel che voglio dire è che all’interno di una realtà territoriale amministrativa e politicamente rappresentata, DEVE esserci per forza di cose, un COORDINAMENTO tra le varie autorità competenti e responsabili che devono poi agire con unitarietà, se è possibile.
E siamo in presenza di una regione come la Toscana, terra “illuminata” e colta.
Metto in ordine le risposte alle richieste del GRIG dalle varie autorità per il pesante taglio dei boschi della Montagnola Senese :
1- “Il Comune di Sovicille (nota prot. n. 877 del 22 gennaio 2020) ha comunicato che sul taglio boschivo “sono in corso accertamenti“, tuttavia affermando che “agli atti di questo Ufficio NON risultano rilasciati atti autorizzativi“, indicando nell’Unione dei Comuni della Valle del Merse la titolare della competenza in materia di vincolo idrogeologico e forestale.” (legge regionale Toscana n. 39/2000 e s.m.i.).
2- L’Unione Comuni della Valle del Merse, competente in materia di vincolo idrogeologico e forestale (legge regionale Toscana n. 39/2000 e s.m.i.), ha comunicato che “l’intervento in corso di esecuzione consiste in un taglio colturale come da Piano Pluriennale dei Tagli approvato in data 28/05/2015 in base alla Legge forestale della Toscana (L.R. 39/2000) ed al Regolamento Forestale della Toscana (d.p.g.r. 48/R/2003)”.
3- La Regione Toscana – D.G. Ambiente ed Energia – Settore Tutela della Natura e del Mare(nota prot. n. 35028 del 29 gennaio 2020) ha, poi, comunicato (nota prot. n. 35028 del 29 gennaio 2020) di aver rilasciato autorizzazione condizionata al termine del procedimento di valutazione di incidenza ambientale con atto prot. n. 427435 del 12 settembre 2018.
“CONDIZIONATA”, si badi bene.
In pratica (…) “Nessuna autorizzazione paesaggistica rilasciata, perché, “sulla base della documentazione agli atti”, il taglio boschivo in corso “consiste in un taglio colturale secondo la definizione data dall’art. 47 bis della L.R. 39/2000:
E (…) “Per taglio colturale s’intende il taglio che rientra nell’ordinaria attività silvana e che è condotto con modalità tali da assicurare la rinnovazione e la perpetuazione del bosco, senza comprometterne le potenzialità evolutive, favorendo la biodiversità e tutelando l’assetto idrogeologico”.
E’ tutto un …rimpallare!
Ma si vuol dire senza troppi giri di parole …se (…) “l’intervento di taglio è conforme a quanto autorizzato o no?”. (GRIG)
Ita ci olidi? ( che ci vuole?)
Intanto gli alberi cadono e NON per loro volontà e nessuno chiarisce.
Grazie gentili sigg. del GRIG
da Toscana Chianti Ambiente, 16 febbraio 2020
Il taglio dei boschi sulla Montagnola Senese è regolare? Nessuno risponde: https://www.toscanachiantiambiente.it/il-taglio-dei-boschi-sulla-montagnola-senese-e-regolare-nessuno-risponde/
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da Il Cittadino online, 16 febbraio 2020
Taglio del bosco sulla Montagnola: Grig vuol vedere le autorizzazioni: http://www.ilcittadinoonline.it/ambiente/taglio-del-bosco-sulla-montagnola-grig-vuol-vedere-le-autorizzazioni/
ECCO: senza troppi giri di parole.
spero che siano autorizzati, che rispettino le prescrizioni e che lo facciano a regola d’arte.
e’ semplicemente vergognoso…perche’ poi una volta che venisse apurato che non si poteva fare, a cosa serve? E’ come chiudere la stalla, quando i buoi son gia’ lontani 😦 ma quale ripristino… gli alberi tagliati ormai son morti…. ed il dissesto idrogeologico garantito… che schifo che fanno! Ma in Toscana hanno sempre fatto cosi
Invece da noi no…… Ah ah ah
Al di la’ dei Cavilli legislativi e’ evidente che cio’ che sta’ avvenendo e’ un autentico scempio♧
Prima c’erano le evidenze (per molti però non abbastanza “evidenti”); ora ci sono anche i dati. Un bosco ceduo arrivato alla fase di “maturità economica” (tra i 15 e 20 anni), perde annualmente 3 ql di terreno all’anno per ettaro. E’ una perdita fisiologica, operata dall’erosione sul suolo di un bosco di quell’età ad opera degli agenti atmosferici. Il bosco compensa la perdita producendo nuovo (e abbondante) suolo fertile. Non appena effettuato il taglio, la perdita di suolo sale di colpo a 450 ql / anno. Se il bosco è in posizione acclive, la perdita puo’ essere nettamente superiore e il bosco, che peraltro non c’è piu’, non è in grado di compensarla. Con lo sviluppo dei nuovi polloni, la situazione si normalizza nel giro di 3 / 5 anni. Il terreno che e ne va è quello superficiale (suolo umico), la parte piu’ importante e quella dove peraltro viene fissata una gran quantità di carbonio atmosferico.
In un paese dove gran parte dei pubblici funzionari ha come massima meta lo scarico di responsabilità, l’erosione del suolo è subordinata alla “liceita’ procedurale”. Per certi versi è comprensibile (anche se non condivisibile). Il problema, come già detto nell’intervento di MAiuscolo, è che chi fa politica ha una conoscenza superficiale (o anche nulla) dei problemi. Un minimo di capacità e volontà di approfondire le cose, la voglia di ascoltare tutte le campane, di verificare di persona i fatti, farebbero la differenza. MA questa è la nostra temperie.La politica troppo spesso viene gestita da attempati malfattori o ragazzotti rampanti ma privi di strumenti culturali. Amen.